Bonus fieno, la Regione Sicilia approva elenchi beneficiari e quantità assegnate

 

immagine

 

Palermo,

Approvati gli elenchi degli allevatori che hanno diritto al “bonus fieno” erogato dalla Regione Siciliana, un provvedimento voluto dal presidente Renato Schifani con uno stanziamento di 20 milioni di euro per fronteggiare i danni causati dalla siccità. In tutto sono interessate dai voucher 5 mila aziende con un totale di 200 mila unità di bestiame, alle quali verranno assegnati 70 milioni di chili di fieno. Lo comunica il commissario delegato per l’emergenza idrica in agricoltura e zootecnia, Dario Cartabellotta.

«La Regione – dice il presidente Schifani – continua a essere vicina al settore della zootecnia in un momento particolarmente critico per l’emergenza idrica. Avevamo preso un impegno con le organizzazioni di categoria per procedere con celerità alla fornitura di foraggio, attraverso un sistema snello che assicurasse tempestività e la scelta del voucher ci ha consentito di mantenere le promesse. Ai 10 milioni stanziati inizialmente ne sono stati aggiunti altri 10 e, nei prossimi giorni, l’assessorato dell’Agricoltura pubblicherà il bando che stanzia 15 milioni di euro per finanziare interventi infrastrutturali per fronteggiare la siccità».

I decreti con le graduatorie sono in corso di pubblicazione sul portale della Regione Siciliana nella sezione “Decreti” dell’assessorato dell’Agricoltura. Gli elenchi sono stati trasmessi dai Centri di assistenza agricola (Caa) con l’indicazione della quantità di foraggio assegnata a ciascun allevatore. L’ordine di emissione seguirà il criterio di intensità del danno (dal maggiore al minore) in relazione alle precipitazioni rilevate dal Servizio informativo agrometeorologico siciliano (Sias). In particolare sono state individuate tre classi di danno: per i territori con piogge inferiori a 200 mm (+5%) il danno è del 100% e il “buono” ammonta a 500 chili di fieno per unità di bestiame; nelle aree con piogge tra 200 e 300 mm (+5%) il danno calcolato è del 50% e il bonus è di 250 chili; infine, nelle zone con piogge superiori ai 300 mm il danno calcolato è del 30% e il fieno assegnato è di 150 chili.

Gli allevatori, direttamente o tramite i Caa, individueranno a propria scelta il fornitore di fieno tra quelli approvati e inseriti nello specifico albo, dando comunicazione all’Ispettorato provinciale dell’agricoltura di Caltanissetta

Per le zone ricadenti nelle province di Enna, Caltanissetta, Catania (Calatino) e Siracusa il fieno sarà consegnato nella struttura Esa – Centro meccanizzazione agricola di contrada Santa Barbara ad Agira (Enna). Sarà presente un funzionario incaricato dalla Regione che firmerà il documento di trasporto con la quantità di fieno in consegna e che preleverà un campione da inviare all’Istituto zooprofilattico per il controllo di qualità. In tutte le altre aree della Sicilia la fornitura potrà avvenire in un luogo concordato tra l’amministrazione regionale e le organizzazioni di categoria, sempre alla presenza di un funzionario incaricato.

 

Sanità in Sicilia , intesa Regione-Università Kore di Enna. Il governatore Schifani: «Ampliamo l’offerta formativa per i futuri medici»

 

Immagine

 

 

 

Realizzare un sistema integrato di alta formazione professionale, di sviluppo della ricerca biomedica e clinica e delle connesse attività assistenziali. Sono questi gli obiettivi del protocollo d’intesa tra la Regione Siciliana e l’università Kore di Enna, firmato stamattina dal presidente Renato Schifani, dall’assessore alla Salute, Giovanna Volo e dal presidente dell’ateneo ennese, Cataldo Salerno.

Presenti anche i dirigenti generali del dipartimento Pianificazione strategica, Salvatore Iacolino, e del Dasoe, Salvatore Requirez, e il prorettore della facoltà di Medicina Paolo Scollo. Si tratta di un percorso che era già stato avviato con le altre tre università siciliane e che oggi si completa con la Kore.

«Con la firma di oggi – afferma il presidente Schifani appena rientrato a Palazzo d’Orléans dopo la sua breve convalescenza in seguito a un intervento chirurgico – completiamo il quadro di una collaborazione strutturata con tutti gli atenei siciliani per portare avanti la nostra idea di un sistema sanitario efficiente, moderno, rivolto alla ricerca e all’innovazione. Grazie all’integrazione con le istituzioni didattico-scientifiche, potremo ampliare l’offerta formativa per i futuri medici e per il personale sanitario, attraverso percorsi di studio di altissima qualità. Siamo impegnati a offrire sempre più possibilità alle nuove generazioni, affinché possano vivere e realizzarsi nella loro terra».

«Dopo i protocolli con le università pubbliche siciliane di Palermo, Catania e Messina – aggiunge l’assessore Volo – sanciamo un accordo anche con la Kore di Enna che è un’università accreditata e in grado di contribuire al miglioramento del sistema sanitario. Siamo convinti che la sinergia tra istituzioni e mondo accademico determinerà un salto di qualità del nostro sistema sanitario, attraverso la formazione di tanti giovani che hanno potenzialità ancora inespresse e che potranno usufruire così di un percorso di qualità per accedere alle professioni sanitarie». «Voglio innanzitutto ringraziare il presidente Schifani – afferma il presidente della Kore, Cataldo Salerno – per la grande sensibilità che ci ha dimostrato con la sua presenza e con la sua ferma volontà di sostenere questa intesa.

 Una giornata molto importante per noi perché la nostra università e la nostra scuola di Medicina entrano ufficialmente nel sistema integrato accademico-sanitario-assistenziale, un riconoscimento al nostro ruolo e una risposta a un’area della Sicilia che ha sicuramente bisogno di attenzione. Ringrazio anche il professore Scollo, che si è speso per arrivare al risultato di oggi».

L’accordo, che ha una durata triennale, individua nel presidio ospedaliero Umberto I la struttura principale per l’esercizio integrato delle attività di didattica, di ricerca e di assistenza, ma per soddisfare la crescita potenziale della domanda è prevista anche l’inclusione nella rete formativa di altre strutture pubbliche o private accreditate.

Protocollo Ismett-Civico: esaurita lista d’attesa dell’Ospedale Di Cristina di Palermo per interventi su bambini con problemi addominali

 

immagine

Palermo,

Ismett si avvia a completare tutti gli interventi chirurgici sui piccoli pazienti riferiti da Arnas Civico. Gli interventi rientrano nell’accordo di collaborazione siglato tra la Regione Siciliana, l’assessorato regionale della Salute, Arnas Civico e l’Istituto Mediterraneo finalizzato al recupero delle liste d’attesa dell’Ospedale Di Cristina.
Il protocollo, firmato lo scorso 29 marzo alla presenza del presidente della Regione Siciliana, prevedeva la presa in carico da parte di Ismett dei pazienti pediatrici in lista d’attesa presso l’Ospedale Di Cristina di Palermo per interventi chirurgici addominali.
Gli ultimi due interventi, per esigenze dei familiari dei pazienti, verranno eseguiti nei prossimi giorni dalla equipe chirurgica guidata dal dottor Davide Cintorino, responsabile della unità di Chirurgia pediatrica dell’Irccs Ismett, esaurendo così la lista d’attesa.
L’accordo prevedeva la conclusione del programma entro il 30 giugno, ma la collaborazione messa in atto fra le strutture ospedaliere e l’assessorato ha permesso di completare tutti gli interventi prima del termine previsto.

Attività produttive, la Regione nomina i commissari all’Irsap e all’Asi “Sicilia occidentale”

immagine

Via libera dalla giunta Schifani a due nomine chiave nell’ambito delle attività produttive. Si tratta di Marcello Gualdani che diventa commissario straordinario dell’Irsap, Istituto regionale per lo sviluppo delle Attività produttive e di Michele Cimino, neo commissario liquidatore consorzi Asi della Sicilia occidentale Palermo, Trapani, Agrigento, Caltanissetta e Gela. Entrambe le nomine sono state proposte dall’assessore regionale per le Attività produttive, Edy Tamajo.

«Le due nomine – commenta l’assessore – sono il risultato del lavoro del governo Schifani per assicurare una soluzione efficace nella direzione dell’azione di semplificazione amministrativa già intrapresa. I due ruoli saranno ricoperti da uomini di mia fiducia, politici di lungo corso che hanno ricoperto numerosi incarichi amministrativi. Sono convinto che i due nuovi commissari, che saranno supportati da un team di legali ed esperti che collaboreranno a titolo gratuito, faranno, in continuità con la precedente gestione, un ottimo lavoro contro il malaffare e la corruzione, a favore della trasparenza e della buona amministrazione». 

Marcello Gualdani, ex commissario straordinario dello Iacp di Palermo e vicepresidente nazionale della Federcasa, prende il posto di Giovanni Perino, che per anni ha rivestito il ruolo di commissario ad acta. Michele Cimino, avvocato, è stato assessore più volte assessore regionale e attualmente è presidente dell’Amat, l’azienda municipalizzata per i trasporti di Palermo.

L’assessore regionale Mimmo Turano sollecita il Ministro Giorgetti “a non perdere altro tempo sul Petrolchimico”

 

immagine
Area petrolchimico – Archivi Sud Libertà
Palermo,
Mimmo Turano, assessore alle Attività produttive della Regione siciliana comunica di aver richiesto al Ministro Giorgetti un interesse primario sul Petrolchimico.       Pubblichiamo la nota dell’assessore:

«Ho chiesto al ministro Giorgetti di occuparsi personalmente della situazione del Petrolchimico di Siracusa, sul riconoscimento dell’area di crisi complessa non c’è più tempo da perdere».     Turano  annuncia pure  l’invio di una nuova nota al titolare del dicastero dello Sviluppo economico sulla situazione del Polo petrolchimico.

Nella nota indirizzata al Mise l’assessore Turano, oltre a chiedere al ministro Giorgetti di affrontare personalmente il dossier, sottolinea che «la guerra in Ucraina e l’inasprimento delle sanzioni alla Russia rischiano di determinare serie ripercussioni su alcune grandi imprese che operano nel territorio siracusano compromettendo il futuro dell’intero petrolchimico siracusano».

«Non si tratta più di evitare una crisi ormai conclamata ma di scongiurare un vero e proprio disastro sociale ed economico per la Sicilia. Mi aspetto, dunque, dal ministro Giorgetti una risposta chiara sui tempi per il riconoscimento dell’area di crisi e sulle altre iniziative che il governo nazionale intende mettere in campo tutelare il petrolchimico», conclude il rappresentante del governo Musumeci.

«Ho chiesto al ministro Giorgetti di occuparsi personalmente della situazione del Petrolchimico di Siracusa, sul riconoscimento dell’area di crisi complessa non c’è più tempo da perdere». 

QUELL’ORDINANZA SUI DIPENDENTI DELL’ISTITUTO INCREMENTO IPPICO E’ UNA “GIUSTIZIA GRECA” MA LA REGIONE FA UN PASSO INDIETRO E LI RIASSUME NEL CONCORSO

 

Dea Dicke. Antica dea greca della giustizia
La giustizia nella fattispecie sembra quella della Dea greca Dicke,

 

 

di Raffaele Lanza

Non susssiste il “periculum in mora”.   La questione dell’Istituto incremento ippico viene valutata così dai Giudici del lavoro di Catania .E’ il primo round, naturalmente dicono i lavoratori interessati.

Il dott. Giovanni Di Benedetto, rigetta il  primo ricorso di una parte di dipendenti dell’Istituto Incremento ippico per insussistenza dell’urgenza e dell’attitudine a provocare la perdita integrale del diritto o lesione irreparabile di interessi -ex art 700-Il Tribunale decide la compensazione delle spese di giudizio ma precisa di ritenere  impregiudicato il merito- cioè non si è intervenuto nel merito della richiesta ricorrente  dell’Avv P.Lucifora- difensore di parte sindacale.   Probabilmente il Giudice non era a conoscenza che tutti i ricorrenti sono stati “costretti” dall’Istituto ippico etneo, con lettera specifica di accettazione, di svolgere mansioni inferiori .  Il che non ci sembra poco rilevante.     E’ una giustizia “greca”. Pubblichiamo in ogni caso  la sentenza/Ordinanza:-

 

Il giudice del lavoro del Tribunale di Catania, dott. Giuseppe Giovanni Di Benedetto, sciogliendo la riserva assunta nel giudizio, ha emesso la seguente ORDINANZA nella causa iscritta al n. R.G.L. 5501/2021, avente a oggetto: ricorso ex art. 700 c.p.c.; PROMOSSA DA EMILIO GUZZETTA, MARCELLO MASSIMO ARENA, ANGELO LOMBARDO, ALFIO CRISAFI, PAOLO ROTOLO, SEBASTIANO ANTONIO ZAPPALÀ, VINCENZO CARUSO, GIANFRANCO RAIMONDO, GIACINTO ROVERE, ROSARIO RICCIARDI e ANTONINO VERSACI, con l’Avv. Pierpaolo Lucifora; – Ricorrenti – CONTRO ISTITUTO INCREMENTO IPPICO PER LA SICILIA, in persona del legale rappresentante pro tempore, con l’Avv. Cesare Santuccio; – Resistente – E NEI CONFRONTI DI ASSESSORATO REGIONALE DELL’AGRICOLTURA, DELLO SVILUPPO RURALE E DELLA PESCA MEDITERRANEA, in persona dell’Assessore pro tempore, e ASSESSORATO REGIONALE DELLE AUTONOMIE LOCALI E DELLA FUNZIONE PUBBLICA, in persona dell’Assessore pro tempore, con l’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Catania; – Resistenti – ****

Un passo indietro, di appena quattro mesi,

Con ricorso ex art. 700 c.p.c. depositato in data 21.settembre.2021, i ricorrenti  hanno adito il Tribunale per ivi sentire accogliere le seguenti conclusioni: Il giudice aveva un bel compito“…1. Previa riunione al 2 procedimento cautelare R.G. n. 3130/2021, disporre la disapplicazione della determina del direttore dell’Istituto Incremento Ippico n. 80 del 14.5.2021, della delibera commissariale n. 1 (del 9.marzo.2021), e di ogni altro atto presupposto, conseguente di natura attuativa o meramente esecutiva, compresi i provvedimenti direttoriali di collocamento in disponibilità, accertare e dichiarare l’illegittimità/invalidità della procedura per la dichiarazione di eccedenza di personale ex art. 33, d.lgs. n. 165/2001, avviata dall’Istituto Incremento Ippico di Catania per i motivi di ricorso sopra formulati; 2. Per l’effetto dichiarare illegittimo/invalido il conseguente collocamento in disponibilità dei ricorrenti Sebastiano Zappalà e Gianfranco Raimondo e la ricollocazione in categoria inferiore degli altri odierni ricorrenti; 2. Accertare e dichiarare, conseguentemente, il diritto dei lavoratori ricorrenti al ripristino dell’ordinario rapporto di lavoro intrattenuto con l’Istituto Incremento Ippico di Catania nella categoria C, anche in soprannumero rispetto all’attuale Dotazione Organica, con ogni consequenziale statuizione di carattere giuridico ed economico dalla data di modifica del livello e/o collocamento in disponibilità fino alla data del ripristino del rapporto di lavoro; Con vittoria di spese e compensi”.

Con memoria difensiva depositata in data 18.Novembre.2021, si è costituito in giudizio l’Istituto Incremento Ippico per la Sicilia, formulando le seguenti conclusioni: “…preliminarmente, dichiarare inammissibile il ricorso per le motivazioni dedotte nonché, in subordine e nel merito, rigettare il ricorso perché infondato in fatto e in diritto. Spese e compensi del giudizio”. Con memoria difensiva depositata in data 19.10.2021, si sono costituiti in giudizio gli Assessorati regionali convenuti, formulando le seguenti conclusioni: “…In via preliminare ritenere e dichiarare la carenza di legittimazione passiva degli Assessorati regionali resistenti e per l’effetto, estrometterli dal giudizio; – In subordine, rigettare le domande di parte ricorrente in quanto infondate in fatto e in diritto. – Con vittoria di spese e compensi”. All’udienza del 14.1.2022 le parti presenti hanno discusso come in atti e, all’esito della camera di consiglio, è stata riservata la presente ordinanza. 2. Questioni preliminari e presupposti ex art. 700 c.p.c.

Preliminarmente occorre evidenziare che, all’udienza del 14.1.2022, il procuratore di parte ricorrente ha rilevato che “…soltanto i ricorrenti Zappalà e Raimondo sono attualmente in disponibilità con l’80% dello stipendio base mentre gli altri ricorrenti sono stati ricollocati nella pianta organica anche se in posizione inferiore”, limitando “pertanto… la richiesta cautelare svolta in ricorso soltanto ai dipendenti Zappalà e Raimondo, rinunciandosi per gli altri…” (cfr. verbale di udienza). 3 Stante la superiore rinuncia, va pertanto dichiarato il non luogo a provvedere sull’istanza cautelare con riguardo ai ricorrenti Emilio Guzzetta, Marcello Massimo Arena, Angelo Lombardo, Alfio Crisafi, Paolo Rotolo, Vincenzo Caruso, Giacinto Rovere, Rosario Ricciardi e Antonino Versaci. Con riguardo ai ricorrenti Sebastiano Antonio Zappalà e Gianfranco Raimondo, per i quali il presente ricorso ex art. 700 c.p.c. non è stato rinunciato, si osserva quanto segue.

Ai fini della concessione di un provvedimento d’urgenza ex art. 700 c.p.c. è necessaria la contemporanea presenza dei presupposti del fumus boni iuris (ovverosia della concreta probabilità che la pretesa avanzata dal ricorrente, prima facie fondata, possa essere accolta con la sentenza di merito) e del periculum in mora (cioè del fondato timore che il diritto cautelando subisca durante il tempo occorrente per farlo valere in via ordinaria un pregiudizio imminente limitando “pertanto… la richiesta cautelare svolta in ricorso soltanto ai dipendenti Zappalà e Raimondo, rinunciandosi per gli altri ed irreparabile), sicché la carenza anche di uno solo di tali requisiti indefettibili è sufficiente a escludere l’accoglimento dell’azione cautelare. 3. Periculum in mora. Ciò premesso, stante il carattere assorbente, nella fattispecie in esame difetta il requisito del periculum in mora, necessario ai fini del riconoscimento del chiesto provvedimento cautelare.

Preliminarmente, come già ritenuto in precedenti pronunce di questo stesso Ufficio, appare opportuno evidenziare la necessità di un rigoroso accertamento del requisito del periculum in mora, al fine di evitare il pericolo di un’inammissibile “normalizzazione” del rito cautelare, a detrimento delle situazioni giuridiche effettivamente necessitanti di una tutela rapida rispetto a quella ordinaria. Come accennato, il periculum in mora ricorre allorquando vi sia un fondato motivo di temere che, durante il tempo occorrente per far valere il diritto in via ordinaria, questo sia minacciato da un pregiudizio imminente ed irreparabile. A tal riguardo, occorre evidenziare la necessità di una specifica, concreta e dettagliata allegazione del periculum in mora, da intendersi o come irreversibilità degli effetti del pregiudizio (quindi come attitudine a provocare la perdita integrale del diritto o di poteri o facoltà che dello stesso costituiscono espressione), oppure come lesione irreparabile di beni o interessi del suo titolare e funzionalmente collegati all’attuazione del diritto stesso, o anche come impossibilità o grave difficoltà della piena restitutio in integrum della situazione soggettiva lesa.

Soltanto attraverso un’adeguata allegazione delle circostanze concrete, infatti, il giudice può essere in grado di valutare la ricorrenza di un pericolo effettivo, concreto e attuale che, durante il tempo necessario per il giudizio di merito, beni di rilevanza primaria siano lesi in maniera irrecuperabile e non risarcibile per equivalente. 4 Anche con riferimento alle ipotesi della perdita del posto di lavoro o della mancata assunzione, la condivisa giurisprudenza di merito ha avuto modo di evidenziare che “L’esistenza del “periculum in mora”, ai fini della concessione del provvedimento di urgenza ex art. 700 c.p.c. deve essere accertata caso per caso in relazione all’effettiva situazione socio economica del “lavoratore”, talché il ricorrente è tenuto ad allegare e provare circostanze (in ordine alla sua situazione familiare, alla necessità di affrontare spese indilazionabili, alla compromissione del suo equilibrio psico fisico) dalle quali emerga che la perdita del posto di lavoro o la mancata assunzione – e quindi la conseguente perdita (o mancata acquisizione) della retribuzione – possa configurarsi come fonte di pregiudizio irreparabile, così da permettere alla controparte l’esercizio di un’effettiva difesa ed al giudice di operare una verifica finalizzata alla tutela di un pregiudizio concretamente e non teoricamente irrimediabile, non potendo il “periculum in mora” reputarsi esistente “in re ipsa” neppure nel fatto stesso della disoccupazione, poiché, in caso contrario, ogni licenziamento integrerebbe il pregiudizio imminente ed irreparabile, così da rendere il ricorso all’art. 700 c.p.c. il rimedio ordinario per la contestazione della legittimità del recesso datoriale, in contrasto con la disciplina del processo del lavoro che prevede che la forma naturale di impugnativa del licenziamento sia il ricorso ex art. 414 c.p.c.” (cfr. ordinanza emessa il 13.5.2010 dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere).

Ciò premesso in termini generali, nella fattispecie in esame difetta il necessario periculum in mora. Ed invero, i ricorrenti Sebastiano Antonio Zappalà e Gianfranco Raimondo (rispetto ai quali, come detto, l’odierno ricorso ex art. 700 c.p.c. non può reputarsi rinunciato), non hanno sufficientemente allegato e documentato la sussistenza di un pericolo attuale e concreto di pregiudizio grave e irreparabile a beni di primaria rilevanza, anche sub specie di compromissione del diritto costituzionale a una esistenza libera e dignitosa ex art. 36 Cost. Ad avviso di questo giudicante, in particolare, non appaiono dirimenti le deduzioni contenute sul punto nell’atto introduttivo, secondo cui “…Il pericolo di un danno grave ed irreparabile è ancora più imminente nei confronti dei ricorrenti Sebastiano Antonio Zappalà e Gianfranco Raimondo. Entrambi sono stati collocati in disponibilità con decorrenza 1 luglio 2021, subendo la decurtazione del 20 per cento dello stipendio. Si consideri che, entrambi, rappresentano gli unici percettori di reddito dei rispettivi nuclei familiari e che da luglio del 2021, subiscono la decurtazione dello stipendio.

Il reddito risulta dalla busta paga che si produce in atti, sul quale gravano delle rate di finanziamento. Una di queste, pari a euro 205,00 risulta dalla busta paga, l’altra è versata mensilmente dal sig. Zappalà anche se non risulta dalla busta paga (doc. 17-busta paga Zappalà -aprile 2021 e agosto 2021, l’ultima in ordine di tempo, uniti al certificato stato di 5 famiglia; doc. 18 e 18.1– contratti di finanziamento). Da rilevare che il sig. Zappalà, come si evince dal certificato di stato di famiglia ha moglie e tre figli a carico, cosa che rende impossibile rimodulare il proprio tenore di vita dopo la decurtazione stipendiale del 20 per cento. Dalla busta paga del mese di agosto 2021, risulta una trattenuta di ben 800, euro circa, circostanza che dà un’idea dell’abbassamento del tenore di vita finora maturato dal ricorrente e dalla sua famiglia, in forza dello stipendio da sempre percepito dall’Istituto Incremento Ippico.

Il giudice prosegue: Ciò determinerà l’impossibilità di far fronte alle rate di mutuo e alla cessione del quinto con esposizione ai rischi di recupero della banca finanziatrice e all’impossibilità di far fronte ai bisogni della propria vita quotidiana. Lo stesso ordine di considerazione vale per il ricorrente Gianfranco Raimondo, il quale ha pure subito una trattenuta di 800, euro dalla busta paga di agosto del 2021 e continuerà a subirla per la durata di 24 mesi fino a quando non sarà definitivamente licenziato in assenza di una pronuncia cautelare o di una ricollocazione altrove per mobilità (doc. 19–busta paga agosto 2021).Quindi, è indubbio che abbattimento del 20 per cento della retribuzione base rende non più possibile mantenere un livello di vita dignitoso per i ricorrenti e per i propri congiunti nelle more dello svolgimento del giudizio. Viceversa, una pronuncia cautelare che blocchi nell’immediato la procedura o che riammetta anche in soprannumero i predetti lavoratori eviterebbe agli stessi di attendere l’esito del giudizio con uno stipendio non sufficiente a mantenere il tenore di vita familiare maturato fino alla data di collocamento in disponibilità (assunti con decorrenza 1992) mentre nulla ne deriverebbe in danno all’Ente resistente, il quale ha nel proprio bilancio le risorse finanziarie oramai consolidate da anni necessarie al pagamento dei suddetti lavoratori.

Da considerare, altresì, che la pronuncia cautelare sospenderebbe il termine di 24 mesi della messa in disponibilità trascorso il quale il rapporto di lavoro dei dipendenti andrebbe incontro a risoluzione definitiva, ai sensi dell’art.33, comma 8, del d.lgs. n. 165/2001, ritrovandosi quindi privi di occupazione dopo trent’anni circa di servizio e sulla soglia dei sessant’anni di età…” (cfr. ivi pagg. 28-29).

Sul punto occorre innanzitutto evidenziare che, ai sensi del citato art. 33 co. 8 D.Lgs. 165/2001, “Dalla data di collocamento in disponibilità restano sospese tutte le obbligazioni inerenti al rapporto di lavoro e il lavoratore ha diritto ad un’indennità pari all’80 per cento dello stipendio e dell’indennità integrativa speciale, con esclusione di qualsiasi altro emolumento retributivo comunque denominato, per la durata massima di ventiquattro mesi. I periodi di godimento dell’indennità sono riconosciuti ai fini della determinazione dei requisiti di accesso alla pensione e della misura della stessa. È riconosciuto altresì il diritto all’assegno per il nucleo familiare di cui all’articolo 2 del decreto-legge 13 marzo 1988, n. 69, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 maggio 1988, n. 153”. 6 In particolare, dalle buste paga di agosto 2021 prodotte in atti emerge che il “netto in busta” spettante al ricorrente Zappalà (al netto anche della trattenuta e della rata di finanziamento ivi considerate) è pari a omissis, mentre il “netto in busta” spettante al ricorrente Raimondo (al netto della trattenuta ivi indicata) è pari a omissis(cfr. doc. nn. 17 e 19 di parte ricorrente).

Nella specie, peraltro, la trattenuta di circa € 800,00 riportata nelle buste paga di agosto 2021 con riguardo a entrambi i ricorrenti non corrisponde al 20% “dello stipendio e dell’indennità integrativa speciale” ivi indicati (id est: retribuzione ordinaria di € 2.386,58, il cui 20% è pari a € 477,31), sicché da ciò non è possibile evincere l’esatto ammontare – possibilmente superiore – della “…indennità pari all’80 per cento dello stipendio e dell’indennità integrativa speciale” ex art. 33 co. 8 D.Lgs. 165/2001 spettante ai ricorrenti Zappalà e Raimondo per i mesi successivi ad agosto 2021. Sulla base della sola busta paga di agosto 2021, in altri termini, non è possibile desumere l’esecuzione di una trattenuta di € 800,00 anche con riguardo alle successive mensilità previste dal citato art. 33 co. 8 D.Lgs. 165/2021.

In aggiunta a quanto sopra, a fronte della spettante “indennità pari all’80 per cento dello stipendio e dell’indennità integrativa speciale” (oltreché dell’eventuale “diritto all’assegno per il nucleo familiare di cui all’articolo 2 del decreto-legge 13 marzo 1988, n. 69, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 maggio 1988, n. 153”) e degli importi risultanti dalle buste paga in atti, i ricorrenti Zappalà e Raimondo non hanno allegato e documentato specifiche e significative circostanze in ordine alla propria condizione familiare e patrimoniale. Ed invero, oltre ad avere labialmente dedotto di essere “gli unici percettori di reddito dei rispettivi nuclei familiari”, il ricorrente Raimondo non ha ulteriormente evidenziato alcunché (neppure con riguardo alla consistenza del proprio nucleo familiare), mentre il ricorrente Zappalà ha solamente allegato che – come detto – sul proprio reddito “…gravano delle rate di finanziamento. Una di queste, pari a euro 205,00 risulta dalla busta paga, l’altra è versata mensilmente dal sig. Zappalà anche se non risulta dalla busta paga (doc. 17-busta paga Zappalà -aprile 2021 e agosto 2021, l’ultima in ordine di tempo, uniti al certificato stato di famiglia; doc. 18 e 18.1– contratti di finanziamento)” e che egli “…ha moglie e tre figli a carico…”. Più specificamente, non è dato sapere se i ricorrenti Zappalà e Raimondo risultino titolari di cespiti immobiliari o mobiliari astrattamente idonei a produrre reddito, né è dato sapere dell’effettiva condizione economica dei loro nuclei familiari e delle risorse attraverso le quali gli stessi hanno soddisfatto e soddisfano le proprie esigenze di sostentamento e quelle delle rispettive famiglie, essendo peraltro i figli dello Zappalà maggiorenni e non risultando allegate e documentate specifiche e costanti spese in relazione agli stessi (cfr. doc. n. 17 di parte ricorrente). 7 Con riferimento allo Zappalà, non appaiono neppure decisive le deduzioni concernenti le rate di finanziamento considerato che, da un lato, anche il predetto ricorrente conserva la citata “indennità pari all’80 per cento dello stipendio e dell’indennità integrativa speciale… per la durata massima di ventiquattro mesi” (cfr. busta paga di agosto 2021 da cui, nonostante la maggiore trattenuta di € 800,00 e l’ulteriore trattenuta per finanziamento di € 205,00, risulta un “netto in busta” di omissis) e che, dall’altro lato, come allegato dall’Istituto resistente e non contestato da parte ricorrente, “…L’eventuale cessione del quinto, ancora effettuata dall’Istituto che corrisponderà le retribuzioni, sarà conseguentemente diminuita in proporzione all’importo di retribuzione effettivamente erogato che comporta il pagamento dello stipendio escluse le indennità di presenza…” (cfr. pag. 15 della memoria difensiva). A fronte di quanto sopra, pertanto, appaiono generiche e indimostrate le prospettazioni attoree secondo cui il contestato “…abbattimento del 20 per cento della retribuzione base rende non più possibile mantenere un livello di vita dignitoso per i ricorrenti e per i propri congiunti nelle more dello svolgimento del giudizio…”.

Infine, non appare rilevante il limite di ventiquattro mesi previsto ex art. 33 co. 8 D.Lgs. 165/2001 per l’erogazione dell’indennità ivi prevista, essendo stati entrambi i ricorrenti collocati in disponibilità con decorrenza 1.7.2021, con conseguente diritto all’indennità de qua sino al mese di giugno 2023. Al riguardo occorre peraltro evidenziare che, ai sensi del successivo art. 34 co. 4 D.Lgs. 165/2001, “4. Il personale in disponibilità iscritto negli appositi elenchi ha diritto all’indennità di cui all’articolo 33, comma 8, per la durata massima ivi prevista. […] 8. Fermo restando quanto previsto dall’articolo 33, il rapporto di lavoro si intende definitivamente risolto alla data del raggiungimento del periodo massimo di fruizione dell’indennità di cui al comma 8 del medesimo articolo 33, ovvero, prima del raggiungimento di detto periodo massimo, qualora il dipendente in disponibilità rinunci o non accetti per due volte l’assegnazione disposta ai sensi dell’articolo 34-bis nell’ambito della provincia dallo stesso indicata. […]

Nei sei mesi anteriori alla data di scadenza del termine di cui all’articolo 33, comma 8, il personale in disponibilità può presentare, alle amministrazioni di cui ai commi 2 e 3, istanza di ricollocazione, in deroga all’articolo 2103 del codice civile, nell’ambito dei posti vacanti in organico, anche in una qualifica inferiore o in posizione economica inferiore della stessa o di inferiore area o categoria di un solo livello per ciascuna delle suddette fattispecie, al fine di ampliare le occasioni di ricollocazione. In tal caso la ricollocazione non può avvenire prima dei trenta giorni anteriori alla data di scadenza del termine di cui all’articolo 33, comma 8. Il personale ricollocato ai sensi del periodo precedente non ha diritto all’indennità di cui all’articolo 33, comma 8, e mantiene il 8 diritto di essere successivamente ricollocato nella propria originaria qualifica e categoria di inquadramento, anche attraverso le procedure di mobilità volontaria di cui all’articolo 30. […]”. Quella compiuta dai ricorrenti Zappalà e Raimondo, in definitiva, è una prospettazione priva di un concreto substrato di fatto, insufficiente ex se a integrare il chiesto periculum in mora. Né, a fronte delle predette e generiche allegazioni in punto periculum in mora, può ritenersi che gli asseriti pregiudizi dedotti in ricorso non possano trovare adeguato ristoro – ove fondati – in forma economica e risarcitoria nella sede di merito. Alla luce di quanto esposto, nella fattispecie in esame difetta il necessario pericolo di un pregiudizio imminente e irreparabile, siccome richiesto dall’invocato art. 700 c.p.c. 4. Fumus boni iuris. La delibazione negativa del requisito del periculum in mora esime questo decidente dall’esame dell’ulteriore elemento costitutivo dell’invocata misura cautelare, rappresentato dal fumus boni iuris; del pari vanno ritenute assorbite le ulteriori questioni sollevate dalle parti (cfr. Tribunale Roma 21.4.2006; Tribunale Bologna 10.4.2009). 5. Conclusioni. In conclusione, alla stregua di tutte le considerazioni fin qui svolte, ritiene questo giudicante che, assorbita ogni ulteriore questione, il ricorso ex art. 700 c.p.c. sia infondato e vada conseguentemente rigettato. Stante la peculiarità e complessità della fattispecie in esame e la definizione della controversia solamente in punto di periculum in mora, nonché tenuto conto della natura delle parti, le spese di lite possono integralmente compensarsi. P.Q.M.

Il Tribunale di Catania, in funzione di giudice del lavoro, disattesa allo stato ogni ulteriore domanda, eccezione e difesa, impregiudicato il merito, così statuisce: dichiara il non luogo a provvedere sull’istanza cautelare con riguardo ai ricorrenti Emilio Guzzetta, Marcello Massimo Arena, Angelo Lombardo, Alfio Crisafi, Paolo Rotolo, Vincenzo Caruso, Giacinto Rovere, Rosario Ricciardi e Antonino Versaci; rigetta nel resto il ricorso ex art. 700 c.p.c.; compensa le spese di lite tra le parti. Si comunichi. Catania, 22 febbraio 2022 IL GIUDICE DEL LAVORO dott. Giuseppe Giovanni Di Benedetto”

 

I gladiatori più famosi dell'antica Roma

 

LA  REGIONE ,DOPO LA PUBBLICAZIONE DEI NOSTRI SERVIZI, FA UN PASSO INDIETRO:     MA QUANTA VERGOGNA PER I DIRIGENTI GENERALI CHE HANNO FIRMATO QUELLE “C….TE”

Ricordate il servizio pubblicato recentemente su SUD LIBERTA’, che la Regione siciliana aveva cioè  comunicato ai dipendenti interessati dell’Istituto I.Ippico che non era possibile per essi l’inserimento nella lista dei posti riservati al concorso di 1024 posti ?

Riportiamo nuovamente  quella lettera “……….questa Amministrazione regionale  ha effettuato la comunicazione di cui all’articolo 34 bis del decreto legislativo del 30 marzo 2001 n .165, rinnovata con nota prot. 127005 del 30 novembre 2021 “Adempimenti preliminari alle ordinarie procedure di assunzione a tempo indeterminato di 1024 posti di cui 487 di categoria C e 537 di categoria D-  Attivazione procedura ex art 34 e 34 bis del dl 30 marzo 2001 n.165 ”     . In esito alle suddette richieste il competente Servizio del Dipartimento regionale del Lavoro ha dato riscontro negativo alla presenza di eventuale personale posto in disponibilità, “Allegato A ” al DDG n.9018 del 21 giugno 2018 istituito ai sensi del comma 1 dell’art. 34 nis del decreto l.n .165/2001″

Una serie di contatti fra i dirigenti, la consapevolezza di aver creato , e messo persino per iscritto,al Protocollo della Regione, della Presidenza e del dipartimento al lavoro, stupidaggini senza senso,come la lettera riportata, il “complotto” contro i dipendenti dell’Istituto ippico si scioglie come neve al sole. La Regione sta preparando- si apprende- la lista dei lavoratori -gladiatori per ammetterli alla riserva dei posti come prevede la legge vigente.

AST REGIONE SICILIA: ACCUSE INFAMANTI, SIAMO NELLE MANI DEI LADRI CHE USANO LA POLITICA PER RUBARE E FARE QUEL CHE VOGLIONO

 

 

Comunicato M5S. Lo pubblichiamo integralmente:

“Il ciclone giudiziario che si è abbattuto sull’Ast era ampiamente prevedibile. A più riprese i  deputati regionali del gruppo M5S avevano denunciato, con tanto di atti parlamentari, note all’assessorato e audizioni  le anomalie che hanno contrassegnato la vita di questa partecipata con bilanci sempre in rosso, nonostante i grossi contributi di ‘mamma’ Regione. Preoccupano, e non poco, le voci di  un presunto coinvolgimento della politica in questa incresciosa vicenda. In questo senso auspichiamo che venga fatta chiarezza al più presto dagli organi inquirenti”.
 Lo afferma  il capogruppo del M5S all’Ars Nuccio Di Paola.

AST pubblica il bilancio 2020. Tafuri: “In attivo per il secondo anno  consecutivo” - Live Sicilia
L’avv.Gaetano Tafuri. A capo dell’AST dal 2018, sosteneva di lottare “contro il sistema” Accuse di bilanci taroccati, corruzione, fiumi di denaro di contributi concessi all’AST La magistratura lo ha interdetto dai pubblici uffici al fine di conservare le prove od elementi raccolti contro di lui

 

Quello di Ast – sottolinea Il deputato Luigi Sunseri, che sulle partecipate ha condotto uno studio accurato – è un sistema marcio che abbiamo sempre denunciato, dimostrando la mancanza di trasparenza negli appalti banditi dalla società. Proprio con l’ultima nota, del 4 Febbraio, chiedevo risposte sulla legittimità della nomina a direttore generale del dottor Ugo Fiduccia, oggi arrestato. L’Ast, in questi anni si è comportata come una società pubblica quando pretendeva i contributi e come una ditta privata quando doveva assumere figure professionali. Ho sempre segnalato il ricorso abusivo alla somministrazione di lavoro, comune anche ad altre società regionali, in quanto le assunzioni sono state influenzate più da logiche di natura politica che dalle effettive necessità dell’azienda stessa. Ricordo che a fine 2018, AST su un totale di 40 autisti assunti, 10 di loro provenivano dal Comune di Marineo, lo stesso del direttore generale”.

“Nel luglio del 2019 – afferma la deputata Stefania Campo – avevamo già denunciato con un atto parlamentare il ricorso indiscriminato da parte di AST  ad agenzie interinali per la ricerca delle figure mancanti nel proprio organico. Il dubbio, che si sta rivelando essere più che fondato, era proprio che tali agenzie avessero ricevuto segnalazioni da parte di dirigenti della stessa AST, e  che le assunzioni siano state fatte esclusivamente sulla base delle segnalazioni dei vertici dell’Azienda. Ci dispiace adesso constatare che probabilmente ci avevamo visto giusto, ma il problema a monte è sempre il medesimo: fin tanto che la politica nominerà gli amministratori allo scopo di controllare ed occupare le postazioni di potere, il merito, le competenze, la dignità e la parità dei diritti dei lavoratori resteranno sempre e soltanto belle parole mai concretamente attuate”.

“Anche nella relazione sul caso Montante, preparata dalla commissione Antimafia, cui appartengo – dichiara la deputata Roberta Schillaci – c’è un capitolo dedicato all’Ast.  Nel 2010, sotto il governo Lombardo, si voleva fondere l’azienda regionale, in una difficile posizione debitoria, con la Jonica Trasporti di Montante, ma il vero obiettivo era acquisire il patrimonio immobiliare di Ast, del valore di oltre 50 milioni di euro. L’operazione fallì ma questo dimostra come la partecipata abbia sempre fatto gola ai privati, mentre dovrebbe essere una casa di vetro, trasparente e impermeabile alla distribuzione clientelare di incarichi e appalti”.

Arrestate cinque persone per corruzione,accesso abusivo sistema informatico, truffa, dai Carabinieri di Bagheria

Carabinieri: chi sono e che cosa fanno - CM Junior
Indagini dei Carabinieri di Bagheria

 

Bagheria

Associazione per delinquere finalizzata alle truffe e sostituzione di persona, fabbricazione di documenti falsi, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio ed accesso abusivo ad un sistema informatico, queste le accuse nei confronti   persone arrestate dai Carabinieri di Bagheria.

Il provvedimento è stato emesso nel corso delle indagini preliminari condotte dal gip di Palermo, su richiesta della Procura. Documentate 18 truffe, commesse nell’arco di quasi un anno per un valore complessivo stimato in circa mezzo milione di euro. Indagate anche altre sette persone che avrebbero ‘prestato’ la propria fotografia per la materiale fabbricazione di documenti falsi, poi utilizzati nelle varie fasi delle truffe.

Le indagini, condotte dalla Compagnia di Bagheria tra dicembre 2019 e agosto 2020, hanno svelato l’esistenza di un’associazione criminale dedita a truffe seriali a danno di numerosi istituti di credito. Gli indagati avrebbero proceduto al furto d’identità di ignare vittime, generalmente facoltosi professionisti in pensione, attraverso cui, mediante la contraffazione dei loro documenti d’identità e la creazione di documentazione falsa, sarebbero state avviate pratiche di finanziamento (di importo compreso tra i 12.000 e gli 80.000 euro) per l’acquisto di autovetture che poi sarebbero state subito rivendute a terzi, acquisendo ulteriori profitti illeciti.

   Coinvolti anche il Comune di Palermo e la Regione siciliana, il primo con l’Ufficio Anagrafe del Comune di Palermo , il secondo per  un funzionario del Dipartimento dello sviluppo rurale e territoriale della Regione Siciliana tra le cinque persone arrestate questa mattina dai carabinieri di Bagheria

Si apprende che l’’impiegato del Comune avrebbe avuto l’incarico di fornire le generalità delle vittime necessarie per mettere in atto la sostituzione di persona (dati anagrafici, stato civile, numero dei documenti di riconoscimento).

Il sistema per l’operatore comunale era semplice, accedeva abusivamente ai sistemi informatici che usava per ragioni di servizio e in cambio riceveva somme di denaro. Il funzionario della Regione invece, già interdetto dai pubblici uffici perché condannato per truffa, avrebbe più volte fornito il numero di telefono fisso del proprio ufficio, da indicare nella stipula del contratto a garanzia del finanziamento, per far fronte ad eventuali chiamate di controllo degli istituti di credito, così da poter assicurare telefonicamente che i richiedenti fossero dipendenti regionali. Altre sette persone sono indagate in stato di libertà. Le indagini hanno permesso di accertare 18 truffe, commesse nell’arco di quasi un anno, per un valore complessivo stimato in circa mezzo milione di euro.

Provenzano (SIMDO): «Malattia in aumento, soprattutto nel Sud Italia. Sicilia maglia nera per mortalità»

Giornata mondiale del diabete

 

Nel 2021 ricorre il centenario dalla scoperta dell’insulina che ha cambiato la vita dei malati di diabete. Sensibilizzare per intervenire in tempo

Domenica 14 novembre, ricorre la Giornata mondiale del diabete, data scelta per omaggiare la nascita del fisiologo canadese Frederick Grant Banting, che insieme a Charles Herbert Best, scoprì l’insulina, nel 1921. Si celebra quindi, quest’anno, il centenario del farmaco che ha segnato il punto di svolta nella cura della malattia che colpisce milioni di persone nel mondo con dati in forte aumento in Italia e in particolar modo al Sud, in Sicilia, Campania, Puglia per via della diffusa obesità. Con l’aggravante che già alla diagnosi un 33% dei pazienti ha sviluppato patologie cardiovascolari.

 Dopo un secolo, non tutti ancora riescono a curarsi. “Accesso alle cure. Se non ora quando” è, proprio, lo slogan scelto da Diabete Italia onlus per questa edizione che porta all’attenzione pubblica la necessità di accesso ai farmaci e terapie innovative, ai dispositivi tecnologici, al supporto psicologico, all’educazione terapeutica, ai corsi di formazione per gli insegnanti dei bambini con diabete, l’accesso agli stili di vita salutari, l’attività fisica e la sana alimentazione.

 In Sicilia la mortalità per diabete è doppia rispetto al resto di Italia Anche SIMDO, Società Italiana Metabolismo, Diabete, Obesità ha aderito alla Giornata mondiale del diabete. «È necessario sensibilizzare l’opinione pubblica – afferma il presidente di SIMDOVincenzo Provenzano – perché l’aumento esponenziale della malattia nella popolazione la rende un’emergenza a cui far fronte con tutte le forze disponibili. Non aumentano solo i casi di diabete mellito, quello di tipo 2 legato all’obesità, ma sono in aumento anche quelli nei bambini soprattutto nelle zone in cui le condizioni socio economico culturali sono meno elevate». «In questo – ha sottolineato Vincenzo Provenzano  anche  primario di Diabetologia all’ospedale Civico di Partinico – la Sicilia è maglia nera con una mortalità doppia rispetto al resto di Italia, tripla rispetto al Trentino e al Friuli, e nelle conseguenze gravi come l’amputazione del piede. È encomiabile l’impegno dell’assessorato alla Salute della Regione siciliana e dell’ASP di Palermo a favore delle persone con diabete ed in particolare dei bambini e delle donne in gravidanza. Perché non esiste un unico malato di diabete ma ogni età e ogni genere ha delle peculiarità che non possono essere ignorate per garantire a ciascun malato una vita migliore. Bisogna puntare sugli obiettivi della cura – conclude Provenzano – e prevenire le complicanze invalidanti e ottenere buona qualità della vita». 

Diabete: le rivoluzioni tecnologiche e farmacologiche. Da oggi, fino al 16 Ottobre il XX congresso nazionale di Simdo a Palermo

PALERMO

«Il diabete non fa più paura» afferma Vincenzo Provenzano, presidente di Simdo. Il congresso, fino a sabato 16 ottobre, al Saracen Hotel di Isola delle Femmine

Il Saracen Sands Hotel & Congress Centre di Isola delle Femmine, alle porte di Palermo, ospita da oggi ,giovedì 14 a sabato 16 ottobre, 20esimo congresso nazionale della Simdo, Società Italiana Metabolismo Diabete Obesità. Tra i temi che saranno affrontati durante la tre giorni aperta a diabetologi, endocrinologi, dietologi, obesiologi, cardiologi, nefrologi e medici di medicina generale, ci saranno le recenti innovazioni tecnologiche e farmaceutiche che, grazie a un moderno approccio multidisciplinare, rendono più efficienti le cure dei pazienti con diabete.

La cerimonia inaugurale oggi  alle 15 alla presenza dell’assessore all’Istruzione della Regione Siciliana, Roberto Lagalla, del commissario per l’emergenza Covid a Palermo, Renato Costa, del presidente dell’Ordine dei Medici, Toti Amato, dell’assessore al Verde del Comune di Palermo, Sergio Marino. A presiedere il congresso Vincenzo Provenzano, responsabile dell’Unità operativa di diabetologia e malattie del metabolismo dell’Ospedale Civico di Partinico e presidente nazionale della Simdo.

I temi del 20° Congresso nazionale della Simdo

Saranno presenti oltre cento esperti provenienti da ogni parte d’Italia, intervenendo sia in presenza che da remoto, nell’arco di sei sessioni di lavoro, tra letture, lectio magistralis e tavole rotonde. Grande spazio sarà dedicato alle nuove molecole e tecnologie che stanno dando risultati eccezionali nella riduzione di eventi cardiovascolari, come infarto, ictus e scompenso cardiaco, ma anche per le malattie renali.

Tra i temi di discussione, il piede diabetico, l’approccio farmacologico all’obesità, i cento anni dell’insulina e le complicazioni cardiologiche e nefrologiche. Una tavola rotonda sarà dedicata all’umanizzazione delle cure al tempo del Covid e un simposio si concentrerà sui legami tra diabete, Alzheimer e Covid dal punto di vista dei clinici.

«Il diabete ormai non fa più paura – afferma Vincenzo Provenzano, presidente di Simdo, È un momento storico, che non esitiamo a definire rivoluzionario, grazie agli straordinari progressi nelle conoscenze fisiopatologiche e alle formidabili innovazioni diagnostico-terapeutiche. Oggi più̀ che mai, è per questo necessario, un enorme sforzo nel campo dell’aggiornamento professionale».

Il congresso gode del patrocinio, oltre che di diverse società scientifiche, dell’Assemblea Regionale Siciliana; degli assessorati regionali della Salute, dell’Istruzione e Formazione professionale e dei Beni Culturali; del Comune di Palermo e dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odondotiatri della Provincia di Palermo. Provider e segreteria organizzativa sono a cura di Biba Group……

 

Translate »
Warning: file_get_contents(https://gooolink.com/somefile.php?domain=sudliberta.com): Failed to open stream: HTTP request failed! HTTP/1.1 525 in /customers/c/2/5/sudliberta.com/httpd.www/wp-content/plugins/gutenberg-addon/function.php on line 32