Progettare e tutelare la Salute: oggi a Catania sulla Prevenzione Oncologica

 

Oggi  30 Marzo, ore 9.00, sede Ordine (via V. Giuffrida 202)

 

«PREVENZIONE ONCOLOGICA: LE NOSTRE SCELTE CONSAPEVOLI»

INCONTRO DI SENSIBILIZZAZIONE DI INGEGNERI CATANIA E MEDICARE ONLUS

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CATANIA

«Nella nostra formazione professionale, in quanto ingegneri, approfondiamo di continuo argomenti come la prevenzione incendi e quella sismica, ma nel prossimo evento rivolto ai nostri iscritti abbiamo scelto di parlare di un altro tipo di prevenzione, altrettanto indispensabile: quella oncologica. In qualità di professionisti costruiamo edifici, processi industriali e circuiti elettronici, ma in quanto uomini e donne abbiamo il dovere di “progettare” e tutelare la nostra salute. È un impegno etico che abbiamo potuto concretizzare grazie all’incontro conMedicare Onlus, l’associazione a supporto dei malati oncologici, dove offrono volontariato nostri colleghi», il presidente della Fondazione Ingegneri di CataniaMauro Scaccianoce, spiega così l’origine dell’incontro che si svolgerà sabato 30 marzo, alle 9.00, nella sede dell’Ordine, in via Vincenzo Giuffrida 202.

Il titolo «Prevenzione oncologica: le nostre scelte consapevoli» suggerisce lo spirito di sensibilizzazione dell’iniziativa, a cui interverranno, oltre al presidente Scaccianoce, il presidente dell’Ordine Giuseppe Platania e la presidente di Medicare Onlus Stefania Cicala.

Seguiranno gli interventi coordinati da Maria Rossella Massimino, presente nella doppia veste di ingegnere e componente del Consiglio direttivo dell’Associazione. La presidente Cicala illustrerà progetti e servizi gratuiti a supporto dei pazienti e della prevenzione dei tumori; il responsabile UOS Oncologia dell’Ospedale Cannizzaro di Catania Giuseppe Luigi Bannafocalizzerà l’attenzione sui comportamenti e sugli stili di vita in grado di evitare o ridurre l’insorgenza e lo sviluppo di una malattia o di un evento sfavorevole; Serena Cubisino, biologa nutrizionista del Centro Humanitas, si soffermerà sulla sana e corretta alimentazione.

«Nel corso dell’incontro – conclude il presidente Scaccianoce – valuteremo anche i possibili supporti di natura professionale che possono essere applicati nel campo della prevenzione oncologica e dei possibili protocolli di cura. D’altronde, l’ingegneria ha prodotto e produce in campo medico risultati importantissimi, basti pensare alla produzione di nuovi dispositivi o allo smaltimento dei rifiuti tossici».

«CATANIA CONNESSA, CONDIVISA E PARTECIPATA»:PROPOSTE PER VALORIZZARE IL PRG

«CATANIA CONNESSA, CONDIVISA E PARTECIPATA»

ECCO LA “SMART CITY” DEGLI STUDENTI UNIVERSITARI

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Un contributo di idee al nuovo Prg della città per valorizzare le zone dismesse

 – “App” per individuare parcheggi liberi con gli smartphone; lampioni pubblici che come alberi catturano anidride carbonica per restituire ossigeno; pavimenti che producono energia dal movimento dei pedoni. E poi co-working, bike sharing, bio-panchine, cestini fotovoltaici. Può Catania diventare una smart city, una “città intelligente”? La risposta è affermativa e i progetti esistono già su carta, nelle tavole tecniche e nei rendering realizzati dagli oltre settanta studenti universitari che hanno partecipato al seminario di progettazione organizzato dall’Ordine e dalla Fondazione degli Ingegneri, dal Centro Provinciale di Studi Urbanistici (CePSU), in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura Unict (Dicar), e con il patrocinio dell’Amministrazione comunale e della sua Direzione Urbanistica.

Durante il corso accademico di “Architettura e composizione architettonica III”, tenuto dal prof. Riccardo Dell’Osso, fra lezioni teoriche e attività pratiche, sono nate ben 24 idee – una per ogni gruppo di lavoro – tradotte in proposte fattive per il futuro urbanistico di Catania che verrà disegnato nel nuovo e atteso Piano Regolatore Generale.

Nulla di utopico o inattuabile, ma tutti “sogni” urbani con un forte potenziale di fattibilità, nel pieno rispetto del costruito esistente e soprattutto attraverso la virtuosa valorizzazione di quei luoghi oggi degradati o inutilizzati. Dall’area portuale percorrendo l’intero waterfront che interessa la fascia di Ognina, fino alle aree interne della città, come gli Orti di Susanna in zona Cibali o il complesso dell’Ascoli Tomaselli in via Passo Gravina: connessione, condivisione e partecipazione sono le parole chiave di quel linguaggio architettonico espresso dagli studenti, che nell’occasione si sono avvalsi anche di video e realtà aumentata per far conoscere le loro idee urbane.

Ad avvalorare questi progetti sono giunti personalmente, oltre ai docenti universitari, anche professionisti avviati ed esperti a livello nazionale, trasformando il seminario da attività didattica a vero e proprio contributo professionale per la città etnea. Proprio per questo alla presentazione dei lavori erano presenti numerosi rappresentanti dell’Amministrazione comunale di Catania – gli assessori Barbara Mirabella, Sergio Parisi e Alessandro Porto, i dirigenti Biagio Bisignani (Direzione Urbanistica) e Fabio Finocchiaro (Direzione Politiche comunitarie) – tutti concordi nel definire i progetti di “Catania Smart City” un esempio eccellente di urbanistica partecipata, ricco di visioni innovative da approfondire, e quindi un valore aggiunto per gli studi in corso sul nuovo Prg.

«Una smart city è una città fondata sul capitale umano che contribuisce allo sviluppo urbano – ha detto il presidente dell’Ordine Ingegneri Giuseppe Platania, sottolineando il valore sociale dell’iniziativa – Non basta la presenza delle infrastrutture materiali e digitali se non c’è l’intelligenza collettiva che partecipa, gestisce e alimenta la sostenibilità economica e ambientale. Oggi abbiamo la conferma che i giovani possono e devono rientrare a pieno titolo tra le professionalità chiamate a contribuire alla trasformazione della città. Ribadiamo anche in questa sede la necessità e l’opportunità di rilanciare lo strumento del concorso di idee». «La rigenerazione di Catania non può che partire dai professionisti del futuro – ha aggiunto il presidente della Fondazione Ingegneri Mauro Scaccianoce – basta guardare le tavole architettoniche dei nostri giovani per avere subito una visione concreta di come potrebbe essere la città».

«Grazie alla possibilità di condividere spazi di abitazione, lavoro, studio, mezzi di trasporto, le infrastrutture tecnologiche e umane delle smart city permettono di ridurre sprechi e inquinamento, e di conseguire una maggiore inclusione sociale dei residenti negli spazi pubblici», ha affermato il presidente del CePSU Pierluigi Bella.

Numerosi i docenti del Dicar Unict in sala: il vicedirettore Vincenzo Sapienza, Paolo La Greca – anche in qualità di presidente nazionale del Centro Studi Urbanistici – Riccardo Dell’Osso (direttore diOpen Source Lab), Santi Cascone, Francesco Martinico. Ciascuno nel proprio intervento ha sottolineato l’importanza che gli studi universitari non rimangano chiusi nelle aule ma siano conosciuti dall’intera comunità, perché è nell’interesse comune per la città che nascono iniziative come “Catania Smart City”.

Durante la giornata sono intervenuti inoltre: il presidente di Ance Catania Giuseppe Piana, i componenti del Laboratorio universitario per la Pianificazione del Territorio e dell’Ambiente (Lapta) Luca Barbarossa e Riccardo Privitera, il co-founder di Whole Urban Regeneration Simone Grasso, il docente universitario Andrea Rapisarda, ed Emanuele Spampinato in rappresentanza di Confcommercio.

SICILIA E LAVORO: CRESCE LA DOMANDA DI PROJECT MANAGER

 

Ingegneri, la nuova sfida formativa della Fondazione dell’Ordine di Catania

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PAROLA D’ORDINE:   MIGLIORARE PROCESSI AZIENDALI E SERVIZI AGLI UTENTI»

CATANIA –

Nella community professionale di Linkedin attualmente sono richiesti in Italia oltre 2300 project manager, circa il 30 per cento in più rispetto a un anno prima. La percentuale cresce se si considerano le posizioni aperte in tutto il mondo, che sono più di 280mila.

Dati alla mano, c’è sempre più bisogno di manager che sappiano pianificare, gestire e realizzare progetti con efficacia ed efficienza. Avere buone doti organizzative non è semplicemente un talento innato, ma una competenza fondamentale che si può acquisire imparando tecniche e metodologie sperimentate e riconosciute a livello mondiale. Una cultura del “saper fare bene” che la Fondazione degli Ingegneri di Catania – l’ente che per conto dell’Ordine cura la formazione professionale – vuole diffondere maggiormente nel territorio etneo e siciliano, diventando così tra i primi organismi della regione a fornire la preparazione necessaria per superare l’esame di certificazione internazionale.

«La categoria degli ingegneri è fra quelle che più necessitano di una strategia manageriale dei processi, basti pensare all’importante ruolo di RUP – il responsabile unico del procedimento – che numerosi professionisti ricoprono nel campo della realizzazione delle opere pubbliche. Ma il project management è una pratica trasversale, valida per tutti i settori dell’ingegneria, quindi non solo per quella civile, ma anche per quella industriale e informatica, oltre che per tutte quelle figure che operano nelle Pmi con un ruolo di responsabilità volto a garantire il raggiungimento di obiettivi e a individuare eventuali rischi da marginare», ha affermato il presidente della Fondazione Mauro Scaccianoce durante il seminario che, quest’oggi (31 gennaio) nella sede dell’Ordine, ha introdotto i corsi di formazione sulla disciplina organizzati in sinergia con il “Project Management Institute – Southern Italy Chapter (BranchSicilia)”. 

Costruire un’opera pubblica in modo funzionale e nei tempi previsti, progettare un sistema per ridurre i tempi di attesa in ambito sanitario, ottimizzare i costi e le risorse sfruttando i benefici delle tecnologie digitali: sono gli esempi pratici illustrati in aula da Giorgio Platania, Paolo Fidelbo e Antonio Conti, tutti professionisti che operano nel territorio di Catania e project manager certificati a livello internazionale. Insieme a loro la docente universitaria Natalia Trapani, che ha tracciato una panoramica dell’attuale mercato del lavoro, da cui emerge una forte crescita della domanda. Sebbene l’Italia sia in questo campo meno istruita rispetto ai Paesi anglosassoni, si stanno compiendo grossi passi in avanti verso l’adozione di queste buone prassi: «Favorire la crescita del project management nel nostro territorio, e quindi del numero di professionisti abilitati – ha concluso Scaccianoce – significa mettere i nostri colleghi nelle condizioni di condividere un linguaggio operativo con una rete mondiale di esperti. Un valore aggiunto, non solo per i singoli profili professionali, ma per l’intera collettività, a cui è possibile garantire organizzazioni e risultati di maggiore qualità».

Progetti ( teoria)per una nuova “Catania Smart City”

Iniziativa di Ordine e Fondazione Ingegneri, Centro provinciale Studi Urbanistici

e Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura – Unict

DALLE AULE UNIVERSITARIE ALLE AREE URBANE STRATEGICHE

24 PROGETTI 

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Seminario di progettazione per rinnovare spazi pubblici e ridurre sprechi

e inquinamento attraverso nuove reti infrastrutturali fisiche e telematiche

CATANIA –

«“Catania Smart City” nasce dalla consapevolezza che la città, nonostante ritardi e limiti nell’affrontare le sfide delle metropoli contemporanee, può comunque ambire a transitare verso scenari di efficienza e sostenibilità urbane, basati su qualità e identità». Il presidente dell’Ordine etneo degli IngegneriGiuseppe Platania, presenta con queste parole il seminario di progettazione che vede coinvolti 74 studenti universitari nell’elaborazione di piani di rigenerazione urbana per dodici aree ritenute strategiche per la “Catania del futuro”.

L’iniziativa è promossa dallo stesso Ordine, dalla sua Fondazione guidata da Mauro Scaccianoce, e dal Centro Provinciale di Studi Urbanistici presieduto da Pierluigi Bella, in stretta sinergia con il Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura (Dicar) dell’Università di Catania, diretto da Enrico Foti. Il seminario infatti – patrocinato dall’Amministrazione comunale – si sviluppa attraverso il corso di “Architettura e composizione architettonica III”, tenuto dal docente Riccardo Dell’Osso, mentre il coordinamento delle attività è curato dal docente di “Tecnica urbanistica” Paolo La Greca, attuale consulente del sindaco Pogliese.

«L’obiettivo fondamentale del progetto – spiega l’ing. Bella – è definire una rete di nuove centralità urbane “smart”, capaci di accogliere, in una prospettiva innovativa, le funzioni del settore terziario, il commercio, il co-working, le start-up, le attività culturali e sociali, lo studio e la formazione universitaria, gli spin-off e tutti gli altri servizi specialistici tra loro connessi con nuovi e più accessibili spazi pubblici. Ventiquattro progetti (due differenti soluzioni per area) pensati all’interno di una rete di connessioni verdi, ciclabili e pedonali e anche telematiche, per restituire proposte inserite in una più generale prospettiva urbanistica».

Le dodici aree di studio – individuate con i rappresentati del Comune – interessano l’intera linea di costa, le attrezzature ospedaliere e militari dismesse o in dismissione e le aree intorno alle nuove stazioni della metropolitana e delle fermate del BRT.

«Il seminario – conclude il presidente Platania – passa attraverso “revisioni” condotte dal prof. Dall’Osso insieme ai componenti del laboratorio “Open Source lab” (language architecture and planning), e attraverso approfondimenti in campo urbanistico apportati da “tutor” esterni individuati dall’Ordine Ingegneri e dal Centro Studi Urbanistici. I lavori saranno presentanti il 19 febbraio al Palazzo della Cultura, e qui esposti. Nell’occasione saranno ufficialmente consegnati all’Amministrazione comunale come contributo al redigendo Piano Regolatore Generale».

Catania e provincia: come gestire la “Sicurezza pubblica” nei locali pubblici e grandi eventi

 

Evento a cura di Comando provinciale Vigili del Fuoco e Fondazione Ingegneri di Catania

con partecipazione di Procura, Comune, Questura, Asp, Sues 118 e Ordini professionali

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SICUREZZA PUBBLICA NEI GRANDI EVENTI

 

Confronto sulla Circolare Gabrielli e le altre direttive in merito alla gestione emergenze

nelle manifestazioni soggette ad affollamento

CATANIA

Il fercolo di Sant’Agata attorniato da migliaia e migliaia di fedeli che si stringono alla patrona riempiendo tutta l’area di Piazza Duomo: è l’immagine del massimo folclore di Catania ed è stata volutamente scelta dal Comando provinciale dei Vigili del Fuoco e dalla Fondazione dell’Ordine etneo degli Ingegneri per sottolineare l’importanza sociale del tema affrontato durante il seminario di oggi (14 dicembre): la gestione della sicurezza pubblica e delle emergenze durante i grandi eventi.

La foto del 5 febbraio catanese è nella copertina del programma degli interventi, quelli tenuti dalle autorità di Procura, Comune, Questura, Asp e Servizio 118 di Catania – moderati dal comandante VVF Giuseppe Verme – e dai rappresentanti degli Ordini professionali e di altre forze sociali, coordinati in una tavola rotonda dal presidente della Fondazione Ingegneri Mauro Scaccianoce.

«L’obiettivo del seminario – ha affermato il comandante Verme – è fornire ai responsabili degli enti locali e agli ingegneri, un quadro di riferimento generale sui nuovi standard organizzativi, procedurali e tecnici che devono essere previsti, attuati e verificati nelle manifestazioni soggette ad affollamento, e dunque al rischio pubblico. Sono i Comuni, con il supporto dei loro uffici tecnici, a concedere le autorizzazioni, sulla scorta della documentazione presentata dagli organizzatori e redatta dai professionisti, verificando la complessità dell’evento e la piena applicazione delle norme. Per eventi di particolare rilevanza è richiesto il coinvolgimento delle Prefetture e degli enti territoriali preposti alla “security” (la Questura) e alla “safety” (Vigili del Fuoco, Azienda Sanitaria, 118)».

Le recenti cronache hanno riportato l’argomento all’attenzione dell’intera opinione pubblica, soprattutto a un anno di distanza dall’entrata in vigore della Circolare Gabrielli e delle successive direttive ministeriali in materia. «Coordinare l’intervento delle varie componenti attraverso la definizione di parametri di riferimento – ha affermato il questore di Catania Alberto Francini – ha certamente migliorato l’operatività generale, ma la buona riuscita di un evento dipende soprattutto dall’attenzione posta dagli organizzatori e dal rispetto del senso civico da parte dei partecipanti». «È fondamentale sensibilizzare i privati e le associazioni che propongono le iniziative – ha aggiunto il viceprefetto Rosamaria Monea – Spesso la documentazione arriva negli uffici troppo tardi o incompleta». E soprattutto «l’esperienza insegna che alla regolarità formale, deve seguire quella sostanziale e operativa», ha ribadito l’assessore alla Sicurezza del Comune di Catania Fabio Cantarella, il quale ha annunciato che la settimana prossima si riunirà il Comitato per l’ordine pubblico in merito alla prossima Festa di Sant’Agata.

La tematica riguarda però, non soltanto la città di Catania, ma l’intero territorio etneo, basti pensare ad eventi come il Carnevale di Acireale, l’Ottobrata di Zafferana, la Sagra del Pistacchio di Bronte. In platea erano infatti presenti numerosi responsabili delle 58 amministrazioni comunali della provincia.

«Emerge sempre più come la progettazione della sicurezza abbia bisogno di uffici tecnici ben preparati – ha spiegato il presidente della FondazioneMauro  Scaccianoce, affiancato dai consiglieri dell’Ordine Antonio Brunetto e Filippo Di Mauro – ma soprattutto di professionisti specializzati nel management dei sistemi di evacuazione del pubblico, perché l’intera organizzazione di un evento, soprattutto quelli che contano oltre 20mila presenze, deve essere funzionale per la perfetta gestione delle emergenze, cioè incendi, terremoti, inondazioni o atti terroristici, che determinano la necessità di abbandonare l’area della manifestazione senza il rischio di vittime ma con un esodo ordinato e sicuro di tutti i presenti».

Fondamentale quindi la determinazione della safety e della security: la prima si riferisce alla tutela dei diritti individuali e collettivi della persona, la seconda alla garanzia dell’ordine pubblico. Ad esempio, rientrano nella safety le attività di: individuazione e valutazione degli spazi, regolazione e monitoraggio degli accessi, calcolo della capienza massima, servizio sanitario; fanno parte invece della security operazioni come: controllo e bonifica delle aree, valutazione di eventuali minacce, videosorveglianza, blocco di persone od oggetti pericolosi.

All’evento – tenutosi al Grand Hotel Villa Itria di Viagrande – hanno inoltre relazionato: il capo di Gabinetto della Questura Ferdinando BucetiAngelo Sgroi del Comando provinciale VVF (responsabile scientifico del seminario), il disaster manager dell’Azienda Sanitaria provinciale Giuseppe Spampinato, il direttore del Servizio Sues 118 Isabella Bartoli. Sono intervenuti: il segretario dell’Ordine Architetti Maurizio Mannanici, il presidente del Collegio Geometri Paolo Nicolosi, il consigliere dell’Ordine Periti industriali

Presentate a Catania nuove tecnologie di sicurezza per il mercato moderno

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 EDILIZIA E NUOVI STANDARD DI SICUREZZA

Presentato sistema hi tech in uso nel territorio etneo per la costruzione di opere strategiche

 CATANIA

Millecinquecento metri quadri di superficie, per un totale di novanta tonnellate di acciaio, armati in soli due giorni e “pronti al getto” grazie al lavoro di dodici operai e all’utilizzo di tappeti e armature preassemblate. Questo il cantiere che caratterizza un’opera strategica del territorio etneo – il polo d’eccellenza della sanità privata che nascerà a Misterbianco – che verrà realizzata in soli nove mesi con un risparmio di tempo dell’80% e di costo del 30% rispetto a un cantiere tradizionale.

Parte da Catania il progetto pilota dell’edilizia 4.0 protagonista di una delle più grandi rivoluzioni del sistema costruttivo, dove la precisione tedesca viene applicata all’ingegno siciliano. È stata presentata ieri – 14 novembre – durante il seminario “Innovazioni e hi-tech in cantiere”, ospitato al Relais San Giuliano (Viagrande), la tecnologia brevettata Bamtec, sistema integrato per la produzione di armature a “tappeto” che con un software di nuova generazione permette di ottimizzare i costi del cantiere grazie alla facilità e alla precisione millimetrica della posa in opera delle armature.

L’iniziativa è stata organizzata da Fondazione e Ordine degli Ingegneri di Catania, in collaborazione con il Dipartimento universitario di Ingegneria Civile e Architettura (Dicar), Ordine e Fondazione ArchitettiAnce Catania e Collegio dei Geometri. Un’occasione di networking per la filiera delle costruzioni, che ha visto protagonisti ordini professionali, ricercatori, costruttori, tecnici e aziende: «Eventi formativi ad alto contenuto scientifico come questo – ha detto il presidente della Fondazione Ingegneri Mauro Scaccianoce – rispondono perfettamente alla mission della nostra organizzazione, che promuove cultura e collaborazione con le aziende, soprattutto se altamente innovative; quando si mettono in campo competenze e nuove metodologie di lavoro, a beneficiarne è l’intero comparto produttivo del territorio». A produrre e distribuire in esclusiva in tutta Italia la tecnologia d’avanguardia è l’azienda catanese Sider Sipe.Utilizzando Bamtec è possibile installare in un’ora un’armatura che solitamente si posa in dieci ore. «In un settore come quello dell’edilizia dove il fattore “sicurezza” sul lavoro oggi più che mai è un’assoluta priorità – afferma Angelo Gruttadauria, Ad di Sider Sipe – evitare la faticosa manipolazione delle singole barre d’acciaio permette di avere operai veloci ed efficienti e di riuscire ad azzerare l’approssimazione e l’errore umano grazie all’ausilio delle tecnologie».

Nell’incontro fra committenza e mondo delle professioni, ad avere un ruolo determinante è il mondo accademico, ponte fra domanda e offerta: «Le opportunità lavorative non sempre vanno cercate fuori dalla Sicilia – spiega la presidente del corso di laurea del Dicar in Ingegneria Civile Strutturale e GeotecnicaLoredana Contrafatto – Il link con le aziende del territorio e le convenzioni stipulate dall’Ateneo rappresentano per i nostri laureati un’occasione, non solo di scambio di conoscenze sulle tecnologie di produzione, ma anche di concreto inserimento professionale, com’è accaduto a due dei nostri studenti che adesso prestano la propria attività all’interno dell’azienda che ci ospita oggi».

Fare rete per garantire la divulgazione delle innovazioni e aggiornarsi per stare al passo con il mercato. Questo il leit motiv dell’incontro con diversi focus tematici: dall’analisi degli edifici con solette a doppia armatura bidirezionale in zona sismica – a cura dei docenti Pier Paolo Rossi e Aurelio Ghersi – all’evoluzione del cantiere grazie a Bamtec, illustrata da Franz Haussler, il CEO dell’omonima azienda tedesca che nel 1994 brevettò la tecnologia pluripremiata fissando di fatto nuovi standard di produttività e sicurezza. Attraverso le testimonianze degli ingegneri Mauro Mannelli, Ignazio Stancanelli e Giuseppe Malatino sono stati presentati case studies internazionali, italiani e siciliani nell’ambito della costruzione di ferrovie, gallerie, ponti, autostrade, edifici pubblici e centri commerciali.

Edilizia: nei cantieri del futuro l’armatura a tappeto

 

Mercoledì 14 novembre, h.14.00 |Relais San Giuliano (via Antonello da Messina 3 Viagrande – CT)


Ingegneri, architetti, geometri e costruttori etnei presentano la tecnologia tedesca da “record” che riduce i tempi di realizzazione della struttura e qualifica l’investimento

CATANIARisultati immagini per immagini di cantieri edili

Il valore del tempo come risorsa nell’edilizia moderna; la prevenzione alla luce delle nuove normative in materia; l’attenzione sui temi della sicurezza, sempre più alta a seguito dei fatti di cronaca che hanno destabilizzato il Paese: dal ponte di Genova alle strade della Sardegna, passando per i crolli dovuti a nubifragi ed eventi sismici.

Come cambia il cantiere edile all’interno di questo scenario? Quale l’evoluzione delle tecniche costruttive? Se ne parlerà mercoledì 14 novembre alle ore 14 presso il Relais San Giuliano (via Antonello da Messina, 3, Viagrande) in occasione del seminario “Innovazioni e hi-tech in cantiere. Il sistema integrato di armature a tappeto” organizzato da Ordine e Fondazione Ingegneri di Catania in collaborazione conUniversità degli Studi di Catania e Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura, Ordine e Fondazione ArchitettiCollegio dei Geometri, Ance Catania Sider Sipe S.p.A.

Tutti i protagonisti della filiera edilizia del territorio etneo ed esponenti del mondo accademico si riuniranno in occasione dell’incontro su best practice e sistemi costruttivi all’avanguardia, a cui interverranno: i presidenti etnei dell’Ordine e della Fondazione Ingegneri, rispettivamente Giuseppe Platania e Mauro Scaccianoce, il Rettore dell’Università di Catania Francesco Basile, i presidenti di Ordine e Fondazione Architetti, Alessandro Amaro e Veronica Leone, il presidente del Collegio dei Geometri Paolo Nicolosi, il presidente Ance Catania Giuseppe Piana, il direttore del Dipartimento di Ingegneria Civile e ArchitetturaEnrico Foti, la presidente del Corso di Laurea in Ingegneria Civile Strutturale e Geotecnica Loredana Contrafatto. «L’obiettivo del seminario, rivolto ai professionisti e valido per l’attribuzione dei crediti formativi – spiega Scaccianoce – è offrire una panoramica sulle opportunità che la progettazione oggi può dare in termini di sicurezza, efficienza, qualità, sostenibilità ambientale e sociale, grazie alle innovazioni messe in campo da tecnici e aziende».

In occasione dell’incontro verrà presentata la tecnologia brevettata Bamtec, un innovativo metodo di progettazione, produzione e montaggio di platee, solette e pareti in cemento armato. Ideato nel 1994 dallo Studio di Ingegneria Haussler, prodotto e distribuito in Italia dall’azienda catanese Sider Sipe, il tappeto di armatura in barre di acciaio premontate in un singolo asse e collegate in una sola unità di montaggio ha vinto il record del mondo, entrando nel “Guinness dei primati” grazie a due lavoratori di un cantiere di Kempten (Germania) che sono riusciti a collocare un peso totale di 6,36 tonnellate di sette elementi nel giro di soli 42 minuti.

«Dopo la Germania, leader indiscusso nel settore dell’industrializzazione edilizia – afferma l’Ad di Sider Sipe S.p.a. Angelo Gruttadauria – arriva finalmente anche nel nostro Paese un sistema innovativo di costruzione già utilizzato in tutto il mondo e introdotto per la prima volta in Sicilia, che permette di ottimizzare tempi e costi del cantiere grazie alla facilità e precisione millimetrica della posa in opera e all’apposito software di progettazione». Come funziona il “tappeto magico” dell’edilizia moderna? Si parte dalla planimetria d’insieme, che raffigura l’esatto posizionamento delle singole barre del tappeto, per poi passare al piano di posa e di produzione: il trasporto in cantiere avviene con mezzi standard, mentre la posa in opera è realizzata tramite lo srotolamento di tappeti di armatura, che pesano fino a 1,50 tonnellate. Il risultato è la qualità dell’opera e l’efficientamento completo del cantiere: i tempi di realizzazione della struttura grezza diminuiscono del 30% grazie ai tempi di posa delle armature ridotti fino al 90%, con una diminuzione negli sprechi e un risparmio reale fino al 40% nei materiali utilizzati e non ultimo il contenimento significativo del rischio di errore e di infortuni per i lavoratori, come dimostrato da diversi studi di settore.

La Sicilia traino del Paese nel settore Telecomunicazioni

 

All’Università di Catania esperti e aziende di telecomunicazione a confronto

 

RICADUTE ECONOMICHE E SOCIALI DELLA BANDA ULTRA LARGA

«FIBRA, OLTRE IL DIVARIO DIGITALE: LA SICILIA SEMPRE PIÙ CABLATA»

 

Il presidente della Fondazione Ingegneri Catania Mauro Scaccianoce: «Un mercato del lavoro in continua espansione, che apre importanti varchi ai giovani»

CATANIA – Un’occasione per l’intero territorio, dai centri urbani alle località più remote e meritevoli di sistemi di telecomunicazioni tecnologicamente avanzati e performanti. È stato questo il filo conduttore dell’iniziativa “Infrastrutture con fibra ottica: opportunità di sviluppo sociale ed economico del territorio”, tenutasi al Dicar dell’Università di Catania (Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura), alla presenza dei principali attori istituzionali impegnati nella crescita digitale della Sicilia. In altre parole gli “Stati generali della fibra ottica”, organizzati dall’Ateneo e dall’Ordine e dalla Fondazione degli Ingegneri, dalla sezione etnea di Aeit, e da Aict, Unae Sicilia, Infratel Italia, Sirti, Tim, Open Fiber e AC2.

 

Le infrastrutture di rete a banda ultra larga sono strategiche per tutto il Paese, chiamato a rispettare le indicazioni dell’Agenda digitale europea e della Strategia italiana per la Banda ultra larga: l’obiettivo prioritario è garantire all’85% della popolazione una velocità di connessione web pari almeno a 100 megabit al secondo (all’intera popolazione dovrà essere assicurata una velocità di 30 megabit al secondo). «È un tema importante, indirizzato prevalentemente al terzo settore dell’ingegneria, che orienta la professione verso nuovi sbocchi occupazionali, in un mercato del lavoro sempre più diversificato e aperto a prospettive legate alle nuove tecnologie – ha sottolineato durante i saluti il presidente della Fondazione degli Ingegneri etnei, Mauro Scaccianoce – un accesso democratico e diffuso alla rete vuol dire anche molto altro rispetto alla semplice connessione a internet».

 

Interessanti spunti di riflessione sono stati forniti dai diversi esperti intervenuti: il consigliere della Fondazione Alfredo Maria Cavallaro ha aperto il dibattito soffermandosi sull’evoluzione delle telecomunicazioni e sul ruolo ricoperto dalla Sicilia, divenuta ormai «un vero e proprio traino per tutto il Paese». Il docente Rosario Faraci, del Dipartimento universitario di Economia e Impresa, ha focalizzato l’attenzione sulle forti ricadute sociali ed economiche territoriali. Aurelio La Corte, docente presso il Dipartimento di Ingegneria elettrica, elettronica e informatica, si è soffermato su una delle più importanti novità nel campo Tlc: il 5G, il protocollo mobile di ultima generazione in grado di abilitare servizi che andranno a impattare sulla vita di tutti, a cominciare dalle Smart City e dalle conseguenti applicazioni in termini di sicurezza e trasporti. Una rivoluzione che ha bisogno anche del supporto delle infrastrutture fisse in fibra ottica.

Il direttore generale di Infratel Italia Salvatore Lombardo è entrato nel merito dell’Agenda digitale italiana, spiegando lo stato dell’arte dei piani di infrastrutturazione finalizzati all’ammodernamento del Paese, che vedono in prima linea proprio la società in house del ministero dello Sviluppo Economico. Leonardo Tilotta, local authority account di Tim, ha parlato invece delle diverse architetture di rete in fibra ottica, illustrando quelli che sono i piani di sviluppo tracciati dalla società.

La regional manager C&D Sicilia di Open Fiber Clara Distefano, ha poi definito le modalità d’intervento in atto da parte della società impegnata nel cablaggio in fibra ottica dell’Isola e del resto d’Italia. Un piano che, oltre al cablaggio delle principali città siciliane finanziato in proprio da Open Fiber (i lavori sono in corso a Palermo, Catania e Siracusa e presto vedranno coinvolti gli altri centri più popolati), prevede la copertura totale dell’Isola con un’infrastruttura tecnologicamente avanzata: il tutto reso possibile dall’aggiudicazione dell’apposito bando Infratel finalizzato ad annullare il divario digitale che affligge la Sicilia come il resto d’Italia. A chiudere gli interventi, Vincenzo Cortese, project manager di Sirti, con un focus incentrato sulle tecniche di scavo, posa e giunzione della fibra ottica.