Israele “non può consentire che l’attacco dell’Iran con missili balistici e droni “a sciame”sia lasciata senza risposta” Appelli alla moderazione

 

 

Benyamin Netanyahu il premier israeliano ha affermato: “L’Iran dovrà aspettare “nervosamente senza sapere quando potrebbe arrivare l’attacco, proprio come ha fatto fare a Israele”

Dal canto suo il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian replica : “Se Israele dovesse reagire al raid di sabato scorso, la risposta dell’ Iran sarà “immediata, più forte e più ampia”. Non solo. Il Comitato per la Sicurezza nazionale del Parlamento iraniano, Abolfazl Amouei, ha dichiarato che Teheran è “pronto a usare un’arma che non abbiamo mai usato”.

I Paesi vicini all’Iran sono stati avvertiti 72 ore prima rivela il video qui ripubblicato e trasmesso dai colleghi giornalisti inviati.  L’Iran sapeva che i droni sarebbero stati intercettati ma ha i mezzi per colpire Israele Ascoltiamo il video.

Gli Stati Uniti ritengono dal canto loro che la risposta di Israele sarà saggia e probabilmente limitata  su obiettivi chiave al di fuori dell’Iran.  Israele potrebbe colpire i rappresentanti dell’Iran, come le sue milizie in Siria o il gruppo terroristico Hezbollah in Libano.

Gli appelli alla moderazione

Gli appelli alla moderazione si sono moltiplicati dopo l’attacco senza precedenti dell’Iran a Israele, nel timore che il confronto possa infiammare ulteriormente le tensioni in Medio Oriente e portare i due nemici giurati sull’orlo della guerra. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz – durante una visita in Cina – ha chiesto a Israele di contribuire a smorzare la situazione e di non gettare via il successo ottenuto intercettando quasi tutti i droni e missili lanciati sul Paese.

Nell’ambito dell’intesa che Israele ha con gli Usa, i vertici israeliani- si apprende – hanno assicurato di informare gli Stati Uniti prima di  un contrattacco, per dare alle truppe statunitensi nella regione il tempo di prepararsi a un’eventuale rappresaglia iraniana. Domenica il presidente degli Stati Uniti Joe Biden aveva esortato Netanyahu a “pensare attentamente e strategicamente ai rischi di escalation“, secondo un alto funzionario del governo statunitense.

Ma Israele non ci sta, ha già deciso che colpirà, ha affermato il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant in un colloquio telefonico con il segretario della Difesa americano Lloyd Austin, Israele, ha detto Gallant, non può consentire che missili balistici siano lanciati sul suo territorio senza risposta. E non può consentire l’equazione per cui l’Iran risponde con un attacco diretto ogni volta che Israele colpisce obiettivi in Siria. Austin ha quindi espresso quanto già Joe Biden aveva detto a Netanyahu, sulla necessità di fare il possibile per evitare ulteriore escalation.

Netanyahu: “Cessate il fuoco? Richieste Hamas irrealistiche” Intanto altre 20 persone uccise e 155 ferite “dai bombardamenti israeliani”

(AP Photo/Ohad Zwigenberg, File)

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Tante e tante vittime ancora sulla Striscia di Gaza Il ministero della Sanità di Gaza afferma che almeno 20 persone sono state uccise e 155 ferite dai bombardamenti israeliani mentre ieri erano in attesa degli aiuti. L’esercito israeliano ha negato il suo intervento militare  e ha detto che sta indagando sull’incidente. Il bilancio delle vittime è destinato a aumentare poiché le vittime vengono ancora trasferite in ospedale, secondo Mohammad Ghrab, un medico del pronto soccorso dell’ospedale Al Shifa.

Secondo il ministero della Sanità la strage è “il risultato del fatto che le forze di occupazione israeliane hanno preso di mira un gruppo di cittadini in attesa di aiuti umanitari alla rotatoria ‘Kuwait’ a Gaza. Le squadre mediche non sono in grado di gestire il volume e il tipo di feriti che raggiungono gli ospedali nel nord di Gaza a causa delle deboli capacità mediche e di personale”, ha aggiunto il ministero.

La rotatoria del Kuwait a Gaza City è l’area in cui i camion degli aiuti distribuiscono cibo, attirando folle di persone alla disperata ricerca di aiuto per sopravvivere.   Si apprende che le  forze di difesa israeliane hanno negato di essere responsabili dell’attacco, “Le notizie secondo cui l’Idf ha attaccato decine di abitanti di Gaza in un punto di distribuzione degli aiuti sono false”.

Secondo alcuni testimoni  l’area è stata colpita da quello che secondo loro sembrava un fuoco di carri armati o di artiglieria. Il portavoce della difesa civile di Gaza, Mahmoud Basal, ieri ha accusato Israele di essere dietro l’attacco in una dichiarazione. “Le forze di occupazione israeliane stanno ancora praticando la politica di uccidere cittadini innocenti in attesa di aiuti umanitari a causa della carestia che si sta verificando nel nord della Striscia di Gaza”,

Netanyahu: “Cessate il fuoco? Richieste Hamas irrealistiche”

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che Hamas “continua a proporre richieste irrealistiche” per una tregua tra Israele e Hamas durante il mese sacro islamico del Ramadan.

Israele ha accettato un cessate il fuoco di sei settimane in cambio del rilascio di alcuni dei suoi prigionieri detenuti da Hamas a Gaza. Ma l’organizzazione islamista ha insistito che sarà necessario solo un accordo che preveda un “cessate il fuoco permanente” e il ritiro completo delle truppe israeliane.

Nuove sanzioni del Dipartimento americano contro  coloni in Cisgiordania

Intanto il Dipartimento di Stato americano ha annunciato nuove sanzioni contro tre coloni israeliani e due fattorie nella Cisgiordania occupata, poiché l’amministrazione prende di mira le minacce alla pace e alla sicurezza nell’area.

Le ultime sanzioni riflettono un ordine esecutivo firmato il mese scorso dal presidente Joe Biden volto a prendere di mira i coloni israeliani violenti in Cisgiordania che, secondo lui, minano la stabilità nell’area.

Il portavoce del Dipartimento di Stato Matt Miller ha affermato che “dai terribili attacchi terroristici contro Israele del 7 ottobre, la violenza in Cisgiordania è aumentata notevolmente”.

Netanyahu: ” Riconoscere lo Stato della Palestina significherebbe premiare i terroristi e impedire ogni accordo di pace”

 

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Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, dopo un nuovo colloquio sulla guerra a Gaza con il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha affermato che Israele respinge senza riserve i diktat internazionali” sul riconoscimento di uno Stato palestinese e ritiene che tale accordo possa essere “raggiunto solo attraverso negoziati diretti tra le parti, senza precondizioni”.

Israele continuerà ad opporsi al riconoscimento unilaterale di uno Stato palestinese – ha aggiunto Netanyahu -. Tale riconoscimento all’indomani degli attacchi del 7 ottobre rappresenterebbe tuttavia  un premio enorme per il terrorismo, come non ne abbiamo mai visti, e impedirebbe qualsiasi futuro accordo di pace”.

Biden: “No ad operazioni militari nel sud di Gaza se il piano di sicurezza dei civili non  è credibile”

Nel nuovo colloquio tra il presidente Usa e il primo ministro israeliano, riporta la Casa Bianca, Biden ha parlato della situazione a Rafah e ha ribadito che un’operazione militare non dovrebbe procedere senza un piano credibile ed eseguibile per garantire la sicurezza ai civili della città nel sud della Striscia di Gaza.

Si apprende pure che il  presidente e Netanyahu hanno discusso anche dei negoziati sugli ostaggi in corso. Biden ha ribadito il suo impegno a lavorare “instancabilmente” per ottenere il rilascio di tutti gli ostaggi il prima possibile  visto che 132 giorni di prigionia portano allo sfinimento . Il presidente ed il primo ministro hanno discusso anche della situazione a Gaza e dell’urgenza di garantire che gli aiuti umanitari arrivino ai civili palestinesi che ne hanno disperato bisogno.

No al cessate il fuoco. Prima dell’accordo di pace il leader Netanyahu “vuol neutralizzare la rete dei tunnel “

 

Hamas ha liberato altri due ostaggi - Internazionale

 

 

Niente da fare  Ognuna delle due parti dice no al cessate il fuoco.  Da un lato Hamas rivela di non essere interessato all’accordo proposto in Francia a Parigi.  Compresa la liberazione degli ostaggi, ogni giorno reclamata dai parenti e familiari. Le posizioni rimangono distanti. Hamas,     chiede il ritiro di Israele da Gaza con garanzie sulla fine della guerra e, inoltre, punta a ottenere la liberazione di un maggior numero di detenuti palestinesi rispetto a quanto prospettato. 

Le due parti rimangono lontane e la mediazione continua a rimanere difficile e complessa. Il leader di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar, non si sposta dalla posizione già nota_ intende chiedere solide garanzie per la fine della guerra ed il ritiro delle truppe israeliane dalla Striscia.    La fine della guerra verrebbe vista da altri come punto di partenza per avanzare richieste politiche

Da Tel Aviv, nessuna apertura nelle dichiarazioni del premier israeliano Benjamin Netanyahu: “L’obiettivo fondamentale è prima di tutto l’eliminazione di Hamas“. Per questo, riguardo al possibile accordo per il rilascio degli ostaggi, il premier israeliano ribadisce che “non accetteremo ogni accordo, a ogni costo”.  Netanyahu ribadisce le tre condizioni per arrivare all’eliminazione di Hamas: la distruzione di tutti i suoi 24 battaglioni, 17 dei quali sono stati già annientati, completare le operazioni mirate nel nord e nel centro della Striscia e la neutralizzazione della rete dei tunnel, operazione “che richiede più tempo”.

Incontro Blinken- Netanyahu, le richieste del segretario di Stato Usa

 

FT: Impacto de guerra entre Israel e Hamas chega a ...

Blinken –si apprende oggi -incontrerà  il premier israeliano Benjamin Netanyahu al quale chiederà di annunciare la fine della ”fase militare” della guerra nella Striscia di Gaza e di passare a ”raid mirati”

Dopo aver visitato la Turchia, la Grecia, la Giordania e il Qatar, Blinken incontrerà oggi le autorità locali negli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita nel tentativo di convincerli a usare la loro influenza per evitare una escalation del conflitto.   Ha affermato il segretario americano: ”Questo è un conflitto che facilmente può avere un rischio di metastasi con più insicurezza e ancora più insofferenza”

Ministero Sanità di Gaza: comunicati  73 morti in 24 ore, 22.800 decessi da inizio guerra

Sono 73 i palestinesi che hanno perso la vita e 99 quelli che sono rimasti feriti nelle ultime 24 ore nella Striscia di Gaza a causa dei raid aerei israeliani. Lo rende noto il ministero della Sanità di Gaza aggiornando a 22.800 il bilancio dei morti nell’enclave palestinese dallo scorso 7 ottobre, mentre oltre 58mila persone sono rimaste ferite.

Israele prosegue l’assedio, “non ci sarà il cessate il fuoco senza il ritorno a casa degli ostaggi”

 

Contestatissimo governo: se oggi si votasse in Israele, Netanyahu non  avrebbe la maggioranza

 

 

 Gaza City è sotto assedio d’Israele che non  si fermerà fino alla distruzione di Hamas. Gli Stati Uniti avvisano il premier Benjamin Netanyahu  esprimendo contrarietà alla rioccupazione della Striscia di Gaza.

Netanyahu : “Mi rivolgo ai cittadini di Gaza, per favore spostatevi a sud. Lo so che lo state già facendo, continuate, perché Israele non si fermerà. “Non ci saranno ingressi di lavoratori, non ci sarà cessate il fuoco senza il ritorno a casa degli ostaggi”

Rincara il premier israeliano: “A sud, la guerra procede con una forza che Hamas non ha mai visto. Gaza City è circondata, stiamo operando all’interno. Stiamo aumentando la pressione su Hamas di ora in ora”affermando che tantissimi tunnel e bunker dell’organizzazione sono stati distrutti. “Arriviamo in punti che Hamas riteneva irraggiungibili”, aggiunge. A nord, al confine con il Libano, Israele risponderà ad ogni eventuale azione di Hezbollah: “Risponderemo con forza a ogni attacco. Se Hezbollah entra in guerra, commette il più grande errore della propria vita”.

 Biden nel corso di una telefonata recentissima ha invitato Netanyahu ad una pausa di tre giorni nei combattimenti a Gaza. Stati Uniti, Israele e Qatar stanno discutendo una proposta in base alla quale “Hamas rilascerebbe 10-15 ostaggi e utilizzerebbe la pausa di tre giorni per verificare l’identità di tutti gli ostaggi e fornire un elenco dei nomi degli ostaggi”, . Due funzionari statunitensi e israeliani hanno inoltre affermato che “Netanyahu ha detto a Biden di non fidarsi delle intenzioni di Hamas e di non credere che siano pronti ad accettare un accordo sugli ostaggi”.

Gaza è circondata da più direzioni. “E’ il culmine della battaglia” afferma il vertice israeliano

 

 

Israele dichiara lo stato di guerra: più di 1.100 morti e migliaia i feriti | Euronews

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L’esercito israeliano è all’interno di Gaza City e la città è circondata da più direzioni. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu afferma:Siamo al culmine della battaglia. Abbiamo ottenuto successi impressionanti e abbiamo superato la periferia di Gaza City. Stiamo avanzando”..

Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno subito ”perdite dolorose avvicinandosi alla periferia di Gaza City”, ma sono intenzionate ad ”andare avanti fino alla vittoria”, ha dichiarato ancora, sottolineando che “nulla ci fermerà” perché “siamo determinati a raggiungere gli obiettivi di questa guerra”.

Il capo di Stato maggiore dell’esercito israeliano, Herzi Halevi, aveva precisato che si è entrati “in un’altra fase significativa della guerra”, con le forze dello Stato ebraico che “sono nel cuore del nord di Gaza, operano a Gaza City e la circondano”. “Le forze stanno combattendo in un’area urbana molto popolata e complessa, che richiede un combattimento professionale e coraggio”, ha affermato Halevi, secondo cui le truppe israeliane sono impegnate in combattimenti ravvicinati e la loro azione risulta “molto efficace” grazie all’aiuto dell’intelligence e della copertura aerea e dal mare.

Questa guerra- ha affermato Halevi – avrà “un prezzo doloroso e difficile”, con 18 soldati uccisi dall’inizio dell’operazione di terra, ma ha ricordato che l’esercito ha l'”obbligo” di riportare a casa tutti gli ostaggi tenuti da Hamas e da altri gruppi terroristici nella Striscia di Gaza.

Un video raccapricciante delle donne ostaggio che chiedono al premier Netanyahu di liberare i detenuti palestinesi

 

Un video raccapricciante è stato diffuso oggi da Hamas we i suoi terroristi con  le immagini video di tre ostaggi che chiedono al premier israeliano Benjamin Netanyahu di accettare un accordo per il loro rilascio in cambio della liberazione dei detenuti palestinesi. “Fateci tornare ora! Netanyahu ha fallito sia politicamente, sia militarmente, e noi chiediamo l’immediato rilascio di tutti i prigionieri. Aiutateci, così ci uccidono”, afferma una delle tre donne israeliane apparse nel video divulgato dalle Brigate Al-Qassam, l’ala militare di Hamas con un messaggio rivolto al capo del governo israeliano.

“Appena due giorni fa – continua – si parlava di un cessate il fuoco e del rilascio di tutti, ma Netanyahu ha fatto marcia indietro”, afferma inoltre. L’ufficio del premier ha identificato le tre donne come Daniel Aloni, Rimon Kirsht e Yelena Trupanob…

Immagine del video delle donne ostaggio diffuso da Hamas e dalle brigate terroristiche
“Crudele propaganda psicologica” afferma l’ufficio di Benjamin Netanyahu giudica  il video diffuso oggi da Hamas con le tre donne in ostaggio che chiedono al premier israeliano di accettare le condizioni per il loro rilascio. “I nostri cuori sono con voi e con tutti gli altri ostaggi – ha dichiarato Netanyahu – stiamo facendo tutto il possibile per riportare tutti i rapiti e i dispersi a casa”.

 “Hamas insiste nel voler carburante, Israele, gli Stati Uniti ed altri Paesi vogliono il rilascio di un gruppo consistente di ostaggi”,  i negoziati si sono bloccati prima che Israele lanciasse, nella notte di venerdì, la seconda fase della sua offensiva con le truppe di terra a Gaza.

“I negoziati stavano andando bene giovedì, e i negoziatori speravano che si potesse raggiungere un accordo nel weekend – secondole notizie rilasciate dalle  le fonti dei colloqui in corso a Doha – ma le differenze emerse la mattina di venerdì hanno portato allo stallo”. Tra i 239 ostaggi vi sono bambini e anziani, e cittadini con passaporti di 25 Paesi stranieri, compresi 54 thailandesi, 15 argentini, 12 americani, 12 tedeschi, sei francesi e 6 russi. Finora i negoziati hanno portato al rilascio di 4 ostaggi.

 

Il mondo vuole la pace ma Hamas non lo consente Riprendono i lanci di razzi

 

Biden llegó a Israel y avaló la versión israelí sobre el ataque a un  hospital en Gaza | El Destape

 

Biden dice sì agli aiuti umanitari a Gaza, con l’ok dell’Egitto all’apertura del valico di Rafah. Aiuti militari a Israele, che deve evitare una guerra estesa a Hezbollah. Joe Biden, presidente degli Stati Uniti, rientra a Washington dopo il viaggio lampo a Tel Aviv e l’incontro con il premier Benyamin Netanyahu nel momento di tensione altissima dopo il bombardamento all’ospedale al-Ahli di Gaza, con centinaia di morti e accuse incrociate tra Israele e Hamas.

Scambio di accuse che proseguono intanto tra Israele e Hamas sulle responsabilità del bombardamento dell’ospedale di Gaza in cui sono morte oltre 470 persone. Manifestazioni in Libano, Giordania, Egitto. Sale l’allerta terrorismo in  tutta Europa   Anche in Italia massima copertura dei punti sensibili e più noti

E’ altissima la tensione a Gaza da dove questo pomeriggio, subito dopo la ripartenza del presidente degli Stati Uniti Joe Biden dall’aeroporto Ben Gurion, sono ripresi i lanci di razzi sul territorio israeliano. 

Afferma Biden : “La responsabilità della strage,  è dell”altra squadra. I dati mi sono stati mostrati dal dipartimento della Difesa”. “Gli Stati Uniti saranno al fianco di Israele oggi, domani e sempre” “Capisco la rabbia di Israele, ma non lasciate che vi consumi”, aggiunge tracciando un parallelo tra la reazione degli Usa dopo l’11 settembre 2001 e quella che rischia di avere Israele oggi, dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023.

Prosegue Biden nelle sue dichiarazioni: “Se da un lato abbiamo visto la giustizia e l’abbiamo ottenuta, dall’altro abbiamo commesso degli errori. Lo Stato di Israele è nato per essere un posto sicuro per il popolo ebraico. Mentre oggi potrebbe non essere cosi… Israele deve tornare a essere un posto sicuro per il popolo ebraico”

“Ho chiesto al governo israeliano di accettare la fornitura di assistenza umanitaria ai civili a Gaza, fermo restando che ci saranno ispezioni e che gli aiuti devono andare ai civili e non a Hamas. Israele ha concordato che l’assistenza possa iniziare dall’Egitto a Gaza“, comunica Biden.

“Annuncio 100 milioni di dollari di nuovi finanziamenti statunitensi per l’assistenza umanitaria sia a Gaza che in Cisgiordania. Questo finanziamento sosterrà più di un milione di sfollati palestinesi colpiti dal conflitto, comprese le necessità di emergenza a Gaza. Vorrei essere chiaro, se Hamas devia o ruba gli aiuti, avrà dimostrato ancora una volta di non avere alcun interesse per il benessere del popolo palestinese”.