La Corte dei conti Sicilia boccia il Rendiconto 2020 della Regione siciliana . Dove sono finiti i soldi del disavanzo? “Correttivi in atto”

 

 

I giudici contabili bocciano  la parifica del documento varato dall’allora giunta Musumeci.

L’assessore Falcone mimetizza: ” La bocciatura non avrà conseguenze sulla tenuta finanziaria della Regione”

La Corte dei Conti ha definito il giudizio sul rendiconto 2020 della Regione Siciliana, non parificando lo strumento finanziario. Presenti all’adunanza
l’assessore regionale all’Economia Marco Falcone, il ragioniere generale Ignazio Tozzo, il capo di gabinetto della presidenza della Regione Salvatore Sammartano. “Abbiamo preso atto – afferma Falcone – della decisione della Corte dei Conti inerente a una fase finanziaria risalente ormai a un quinquennio fa e che non avrà conseguenze sulla tenuta finanziaria della Regione. Se è vero che il disavanzo al 2018 andava ripianato non in dieci ma in tre anni, è vero anche che la Regione, da allora ad oggi, ha posto in essere tutti i necessari correttivi e guarda ai propri conti con maggiore serenità.

Lo scorso novembre i giudici contabili, accogliendo la richiesta della Procura generale della Corte dei conti, avevano sospeso il giudizio di parificazione del rendiconto, rinviando la decisione in attesa della sentenza della Corte Costituzionale sulla questione del disavanzo: sentenza che è arrivata a fine gennaio di quest’anno, con la quale la Consulta ha dichiarato illegittimo il decreto che consentì all’ex governo Musumeci di spalmare il deficit in dieci anni perché per i giudici la Regione poteva essere autorizzata solo con una legge e dunque andava spalmato in tre anni, tesi questa che era stata sostenuta dalla Corte dei conti.

La manovra,  prevista all’origine in 100 milioni, sale intorno ai 350 milioni.       La Regione Sicilia dovrà dare i promessi 60 milioni ai Comuni per i rifiuti inviati all’estero; 15 milioni a Siciliacque per combattere la crisi idrica a Trapani; 7 milioni per la nuova ondata di stabilizzazioni dei Pip e 6 milioni e mezzo per l’Ast , azienda che funziona poco e male, incontrollata com’è. ma servono anche quasi 170 milioni per coprire tante altre piccole spese e nuove falle di natura contabile.

Ci adegueremo alle indicazioni dei magistrati nella revisione del rendiconto 2020 – aggiunge – potendo disporre degli opportuni accantonamenti che mantengono in sicurezza i nostri bilanci. Ciò è avvenuto anche grazie al rapporto di leale collaborazione che abbiamo instaurato con la Corte dei Conti e che ci ha condotto assieme a risultati importanti: infatti, il rendiconto 2022 certifica il calo del disavanzo della Regione a soli   miliardi di euro. Dal 2021 ad oggi siamo cioè rientrati di quasi tre miliardi e, secondo le nostre previsioni, nel rendiconto 2023, in fase di  predisposizione, rientreremo di altri 800 milioni di euro”.

 

Beni confiscati alla Mafia , aggiudicata la riqualificazione della masseria Verbumcaudo del valore di 5,3 milioni di euro

 

 

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La Regione ha aggiudicato i lavori di riqualificazione della masseria Verbumcaudo, bene confiscato alla mafia a Polizzi Generosa, nel Palermitano. L’opera, dal valore di 5,3 milioni di euro, rientra tra gli interventi regionali finanziati attraverso il Piano nazionale di ripresa e resilienza con l’obiettivo di un riutilizzo virtuoso del patrimonio sottratto alla criminalità organizzata in Sicilia. L’appalto, in via provvisoria, è stato assegnato all’ati Icored-Scancarello di Bagheria (Pa), grazie a un ribasso del 30,75 per cento.

L’avvio dei lavori è previsto per l’inizio di aprile 2024. «Sottrarre i beni acquisiti illecitamente dalle mafie e restituirli alla collettività per fini sociali – sottolinea il presidente della Regione, Renato Schifani – rappresenta un grande esempio di civiltà. E ha un duplice scopo: da un lato, colpire la mafia al cuore con il sequestro e la confisca dei patrimoni e, dall’altro, riconsegnare gli stessi alla comunità, affinché i cittadini trovino un ristoro ai danni subiti dalla criminalità organizzata. L’aggiudicazione della gara per la riqualificazione della masseria di Verbumcaudo è un traguardo importante nella valorizzazione dei beni confiscati ed è stato possibile grazie a un’estesa rete di collaborazione istituzionale tra soggetti pubblici e privati. Questo dà il senso della forza dello Stato contro la mafia. Proprio qualche mese fa, abbiamo firmato in prefettura a Palermo un accordo con l’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati, rappresentata dal prefetto Bruno Corda, che va proprio in questa direzione. I siciliani devono sapere che le istituzioni ci sono e si impegnano al loro fianco: la criminalità va combattuta senza se e senza ma».

«Prosegue spedito l’iter di un’opera che darà nuovo slancio alla rigenerazione di Verbumcaudo – afferma l’assessore all’Economia, Marco Falcone – attraverso il miglioramento infrastrutturale della masseria e della viabilità di accesso. La Regione è attore protagonista della gestione efficace e trasparente dei beni sottratti alla mafia e diventati patrimonio di tutti, oggi utile veicolo del principio di legalità nel nostro tessuto sociale. Merito al dipartimento Finanze e ai tecnici del Drt per l’impegno finora profuso e che proseguirà anche nei prossimi mesi».

Il progetto di riqualificazione di Verbumcaudo prevede la ristrutturazione dell’ala nord-est della masseria, testimonianza dell’architettura feudale siciliana del Cinquecento, estesa per 960 metri quadrati; l’intera azienda agricola ha una grandezza complessiva di circa 150 ettari in territorio madonita. Gli interventi in programma saranno utili a sostenere le attività produttive, ma anche le finalità di promozione sociale e di diffusione della cultura della legalità attuate dalla cooperativa “Verbumcaudo”, fra cui laboratori per le scuole e i giovani, e l’inserimento socio-lavorativo di soggetti fragili. Prevista la rifunzionalizzazione della masseria mediante la creazione di spazi multimediali e l’acquisto di attrezzature agricole, la riqualificazione energetica della struttura e la sistemazione di alcuni tratti delle strade provinciali di accesso.

Disco verde della Giunta al bilancio della Regione siciliana 2022. Adesso passerà al vaglio dell’Ars e poi-la prova della verità- al controllo della Corte dei conti

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Palermo,

Via libera dalla giunta al bilancio consolidato della Regione Siciliana per l’anno 2022. Dopo questo passaggio di regolarizzazione dei conti, può riprendere l’iter per le assunzioni previste dai concorsi pendenti. Il documento contabile, che adesso passerà al vaglio dell’Ars, rappresenta la situazione finanziaria e patrimoniale della Regione e il risultato economico dell’attività complessiva svolta dall’Istituzione attraverso tutte le proprie articolazioni organizzative, enti strumentali, società controllate e partecipate.

«Il mio governo – dice il presidente Renato Schifani – continua spedito nell’opera di messa in ordine dei conti della Regione in modo da avere documenti contabili trasparenti e in linea con le scadenze. Avere dei fondamentali solidi ci permette di conseguire risultati immediati come la ripartenza dell’iter per completare i concorsi pendenti e procedere, finalmente, con le assunzioni. Con le carte in regola, adesso, possiamo costruire un futuro per la Sicilia fatto di sviluppo, lavoro, crescita economica e miglioramento dei servizi».

«L’approvazione del bilancio consolidato del 2022 – spiega l’assessore regionale all’Economia, Marco Falcone – accresce l’affidabilità della Regione anche di fronte al mercato e agli organismi di controllo. Continuiamo a perseguire l’obiettivo di dotare la Sicilia di documenti contabili contraddistinti dal rispetto dei principi di certezza e veridicità del bilancio pubblico».

Bilancio, via libera ai dipartimenti regionali per liquidare pagamenti fino a dicembre 2022

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«A seguito della definizione del riaccertamento ordinario dei residui al 31 dicembre 2022, tutti i titolari della gestione della spesa della Regione, Dipartimenti e non solo, possono procedere all’emissione dei mandati di pagamento di propria competenza, con l’urgenza del caso derivante dal momento socio-economico che stiamo vivendo».

Lo comunica l’assessore all’Economia Marco Falcone, a seguito dell’invio di una noto firmata anche dal ragioniere generale Ignazio Tozzo, indirizzata a tutti dipartimenti regionali e uffici equiparati. La comunicazione segue l’approvazione del riaccertamento dei residui, avvenuta lunedì scorso da parte della Giunta Schifani, per una mole di spesa complessiva di circa 1,5 miliardi.

«Stiamo dando un deciso impulso alla spesa – afferma il presidente Renato Schifani – per avere sempre più le carte in regola, mantenere gli impegni e contribuire a migliorare il rapporto di fiducia fra cittadini e istituzioni».

«Confidiamo – aggiunge l’assessore Falcone – che i dipartimenti possano raggiungere entro i prossimi quindici giorni l’obiettivo di liquidare pagamenti pendenti per almeno un miliardo».

Ferrovie in Sicilia, ricostruzione del viadotto fra Caltagirone e Niscemi. Aperto il cantiere. 9 milioni di euro!

 

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foto CHE INDICA LA RIAPERTURA DEL PUNTO FERROVIARIO

Palermo,

Al via – comunica la Regione Sicilia – la ricostruzione del viadotto ferroviario di contrada Angeli, fra Caltagirone e Niscemi, segmento della linea Caltagirone-Gela chiusa da oltre dieci anni. Proprio il crollo del vecchio ponte determinò, nel 2011, il blocco totale della tratta. Stamane, alla presenza del’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone e dei tecnici di Rfi e Italferr, sono stati consegnati i lavori. 
«Il cantiere ormai avviato – ha dichiarato Falcone – ha un grande valore non solo per il sistema della mobilità su ferro in Sicilia, ma anche, per altro verso, sul piano simbolico. Il crollo del vecchio ponte, in una domenica di maggio del 2011, colse tutti alla sprovvista e divenne purtroppo l’emblema, a livello nazionale, dell’arretratezza a cui erano condannate le ferrovie in Sicilia. Poi, per anni, la tratta Caltagirone-Gela è stata considerata come un ramo secco fino all’inversione di tendenza voluta dal governo Musumeci. Prima abbiamo riaperto la tratta Caltagirone-Catania, poi abbiamo spinto Rfi al cambio di passo negli investimenti su un comprensorio da ben 170 mila abitanti, da Gela fino al capoluogo etneo passando per l’entroterra del Nisseno e del Calatino. Di fatto, la riapertura di una ferrovia ad elevato potenziale commerciale, sociale e turistico, non è più un traguardo irrealizzabile. Oggi vediamo invece partire un investimento che cancellerà lunghi anni di trascuratezza e abbandono». 
La ricostruzione del viadotto ferroviario fra Caltagirone e Niscemi, da completare in un anno, costituisce il primo lotto del complessivo ripristino della tratta fino a Gela. Il cantiere odierno ha un valore di quasi 9 milioni di euro ed è stato aggiudicato al Research Consorzio stabile Scarl di Salerno consorziato con l’impresa Ricciardello Costruzioni srl. Il nuovo viadotto ad archi, progettato in modo da riprodurre la configurazione architettonica a 17 arcate esistente prima del crollo, si svilupperà per 413 metri. Il vecchio ponte era stato realizzato tra il 1957 e il 1959