Le dimissioni di Vittorio Sgarbi , un errore di valutazione e l’immagine di un critico come ” Patrimonio dell’Unesco vivente”

 

Vittorio Sgarbi - Raffaello

 

DI  RAFFAELE  LANZA

Che un genio come Vittorio Sgarbi, critico d’arye d’alto livello, si dimetta da una carica pubblica ci sta. Non ci sta il fatto che Vittorio l’abbia fatto adesso,in un momento cruciale della sua vita, che coincide con l’accusa -grave- di acquisto di un’importante quadro del seicento, candela o senza candela

.    Chiaro che vi siano strumentalizzazioni politiche.  Il personaggio serve ai  nemici per colpire  il governo dove lui riveste la carica, non indifferente, di sottosegretario alla Cultura.  Il prof Sgarbi tuttavia ha fatto un’errore di valutazione: avrebbe dovuto prevedere, prima di accettare la carica di sottosegretario, quel che oggi è successo e lo sta collocando sull’altare del sacrificio mediatico

Il governo tira in realtà un sospiro di sollievo così pure  il Ministro Giuliano al quale Sgarbi ha rivolto alcune critiche di incapacità o di uomo di secondo ordine

Ma la presenta incompatibilità del critico rappresenta in realtà una perdita per la promozione della Cultura italiana nel mondo.  “Lui era sottosegretario in quanto Sgarbi. Come tale faceva il conferenziere, le mostre 

Sgarbi era un’eccezione alla regola dell’Antitrust di dover pronunciare il provvedimento di   contestazione.  Sgarbi cioè -avrebbe potuto fare il conferenziere, promuovere le mostre e intervenire pure come sottosegretario. 

  Una vera eccezione che l’Antitrust ha messo però all’angolo considerando il genio di Ferrara come personaggio comune . Che comune però, tutti sanno non è.     Non solo per la sregolatezza del linguaggio  Ai giornalisti di “Report” ,nel corso di un contatto indesiderato del programma della Rai, avrebbe detto:”Facce di m.er……”  Facce di ca…..” Eccetera

Sgarbi è in realtà – checchè si possa dire –  autentico Patrimonio  vivente dell’Unesco”     Leggete i libri d’arte del critico:  Un vero spettacolo di genialità e di linguaggio italiano.  Tanto di cappello!   L’arte viene vista sotto altre angolazioni e sfumature …. Dovrebbe essere maggiormente tutelato in Italia.  Vediamo quel che ha detto Sgarbi:

“Mi dimetto e lo faccio per voi”, ha aggiunto Sgarbi, parlando alla platea che stava seguendo la sua lecture su Michelangelo. “L’Antitrust – ha spiegato – ha mandato una molto complessa e confusa lettera, dicendo che, avendo accolto due lettere anonime che ha inviato all’Antitrust il ministro della Cultura, io non posso fare una conferenza da Porro”.

Il ministro Gennaro Sangiuliano “non l’ho sentito, non ci parliamo dal 23 ottobre, quando mi ha dato la delega per andare a occuparmi della torre Garisenda”. “Non potevo sentire una persona che riceve una lettera anonima e la manda all’Antitrust. Le lettere anonime si buttano via, gli uomini che hanno dignità non accolgono lettere anonime“. Nella sua indicazione “l’Antitrust dice ‘dalle lettere anonime che abbiamo ricevuto’, le ha inviate il ministro. Tutto quello che hanno dichiarato arriva da lettere anonime”, ha sottolineato Sgarbi. “Sangiuliano ha compreso la lettera anonima, ha ritenuto che fosse degna e ha avuto ragione, mi compiaccio con lui. Lui rimane ministro e io solo Sgarbi”.

“Pongo il problema anche per Nordio, che questa sera parla. Se sono incompatibile io, chiunque faccia una conferenza da ministro o da sottosegretario, è incompatibile”, ha detto ancora. Le dimissioni – ha spiegato – sono dovute a un’indicazione dell’Antitrust sulla compatibilità tra la sua attività di conferenziere con gli incarichi di governo, giunta poche ore fa. “L’Antitrust ha ritenuto le indicazioni di lettere anonime come delle indicazioni credibili e ha dichiarato l’incompatibilità. Io ne ho avuto notizia verso le 14.30. Ho preso l’aereo e quando sono sceso, il tempo di meditare quale scelta fare, ho pensato di fare questa conferenza libero. Questa è la prima conferenza della nuova stagione in cui non c’è incompatibilità, altrimenti non avrei potuto farla”, ha detto Sgarbi.

Sono “oggetto di una persecuzione mediatica, è evidente, su questioni inesistenti o su questa supposta incompatibilità”. L’altro giorno su un “giornale di 65 articoli, in una sola edizione su di me c’erano 5-6 articoli e una vignetta in cui mi si dava della ‘testa di cazzo’, tanto per dire la delicatezza”, ma – ha assicurato – “non ho paura della satira. Poi ho avuto trasmissioni televisive, 5 o 6 contro, su costruzioni inverosimili, su dipinti acquistati, come uno acquista dipinti, non è che uno è colpevole perché acquista dipinti”.

“Io sono noto per le mie imprecazioni, per le ‘capre’, ma non ho nessuna volontà di crudeltà e di morte per nessuno”, ha proseguito, facendo riferimento allo scontro con i giornalisti di Report e del Fatto Quotidiano. “Mi scuso con i giornalisti che si sentono in pericolo di morte”, ha detto il critico d’arte, ribadendo che però si è trattato di una “intervista non autorizzata, non voluta”. “A un certo punto, non essendo un’intervista, io ho fatto imprecazioni, che sono sembrate anche a qualche giornalista offensive. Io ritiro il mio augurio di morte, mi scuso di averlo pensato e non sono più neanche in sottosegretario. D’ora in avanti augurerò la morte senza essere responsabile di essere sottosegretario“.

Prima dell’intervento dal palco, incalzato dai cronisti sulla vicenda degli insulti ai giornalisti, Sgarbi aveva parlato di “immagini rubate. E uno nel suo privato può dire quello che vuole. Non mi devo scusare con nessuno, ho espresso le miei imprecazioni come fa chiunque. Non rifarei l’intervista anche perché non l’ho fatta. E comunque il giornalista non morirà per questo”.

Si apprende che l’Antitrust avrebbe chiuso il procedimento che era stato avviato a fine ottobre su attività del critico che potevano “porsi in contrasto” con quanto previsto dalla legge Frattini sul conflitto di interessi. Lunedì dovrebbe essere reso noto il provvedimento relativo alle possibili condotte illecite per attività incompatibili con la titolarità di una carica di governo. La delibera di apertura del procedimento fissava peraltro una data di chiusura entro il prossimo 15 febbraio.

Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della celebrazione del Giorno della Memoria

 

 Palazzo del Quirinale, 

Rivolgo un saluto di benvenuto ai Presidenti del Senato, della Camera dei deputati, del Consiglio dei ministri, della Corte costituzionale.

Ringrazio per i loro interventi il Ministro Valditara, la Presidente Di Segni, la Dottoressa della Seta. E Sami Modiano che è stato abbracciato da tutti i presenti.

Un ringraziamento a Sara Zambotti, ad Alessandro Albertin, a Gabriele Coen e al suo gruppo, a Rai Storia per il filmato e, a nome di tutti, vorrei inviare un augurio per la sua salute a Tatiana Bucci.

A tutti i presenti un saluto, sapendo che sono fortemente coinvolti in questo momento di memoria.

“La storia della deportazione e dei campi di concentramento non può essere separata dalla storia delle tirannidi fasciste in Europa: ne rappresenta il fondamento condotto all’estremo, oltre ogni limite della legge morale che è incisa nella coscienza umana”. Con queste parole, un sopravvissuto all’inferno di Auschwitz, Primo Levi, scolpiva, nel 1973, il giudizio sulle radici e sulle responsabilità prime dello sterminio organizzato e programmato ai danni di donne e uomini definiti di razze inferiori, il più grave compiuto nella storia dell’umanità.

Il più abominevole dei crimini, per gravità e per dimensione –  il genocidio di milioni di persone innocenti –  commesso a metà dello scorso secolo nel cuore della civile Europa, dove già da molto tempo gli ideali di libertà, di rispetto dei diritti dell’uomo, di tolleranza, di fratellanza, di democrazia si erano diffusi, e venivano proclamati e largamente praticati.

Il senso di incredulità registrato di fronte a quanto accaduto in quegli anni sventurati, accanto al pudore dei sopravvissuti, rinchiusisi, in un primo momento, nel silenzio, traeva la sua origine anche da una concezione ottimistica della Storia e della natura dell’uomo.

L’uomo del Novecento – immerso nel tempo della ragione, della fiducia incondizionata nell’avanzamento della scienza, della cultura, della tecnica – mai avrebbe pensato di trovarsi di fronte a un tornante così tragico; mai avrebbe concepito la possibilità di una simile regressione: mentre si confidava – come veniva conclamato – in un’alba radiosa per l’umanità, si trovò improvvisamente precipitato nelle tenebre più fitte.

Auschwitz spalancava – e spalanca tuttora – i suoi cancelli su un abisso oltre ogni immaginazione. Un orrore assoluto, senza precedenti – cui null’altro può essere parificato – ideato e realizzato in nome di ideologie fondate sul mito della razza, dell’odio, del fanatismo, della prevaricazione. Un orrore che sembrava inconcepibile tanto era lontano dai sentimenti che normalmente si attribuiscono al genere umano.

Eppure Auschwitz e tutto il meccanismo di sterminio –  che ha inghiottito milioni di ebrei, e anche appartenenti al popolo Romanì, omosessuali, dissidenti, disabili, testimoni di Geova –   sono stati concepiti e realizzati da menti umane. Menti che, per quanto perverse, hanno sedotto, attratto e spinto alla complicità centinaia di migliaia di persone, trasformate in “volenterosi carnefici” secondo la lucida definizione di Daniel Goldhagen.

Eppure le ideologie di superiorità razziale, la religione della morte e della guerra, il nazionalismo predatorio, la supremazia dello Stato, del partito, sul diritto inviolabile di ogni persona, il culto della personalità e del capo, sono stati virus micidiali, prodotti dall’uomo, virus che si sono diffusi rapidamente, contagiando gran parte d’Europa, scatenando istinti barbari e precipitando il mondo intero dentro una guerra funesta e rovinosa.

Siamo uomini – ammoniva ancora Primo Levi – apparteniamo alla stessa famiglia umana a cui appartennero i nostri carnefici”, dimostrando “per tutti i secoli a venire quali insospettate riserve di ferocia e di pazzia giacciano latenti nell’uomo dopo millenni di vita civile.”

Nel buio più fitto, nella lunga e oscura notte dell’umanità, prendendo a prestito un’immagine di Elie Wiesel, tante piccole fiammelle hanno indicato una strada diversa dall’odio e dalla oppressione.

Sono stati i “Giusti”, secondo una terminologia cara al popolo ebraico perseguitato. Persone che, per motivazioni diverse, hanno rischiato la propria vita e talvolta l’hanno perduta per mettere in salvo cittadini ebrei dalla furia omicida nazifascista. Un lungo elenco di nomi, quasi ottocento – come abbiamo ascoltato – quelli finora accertati in Italia, una costellazione di luci e di speranza che continua a rassicurare sul destino dell’umanità.

Persone tra le più disparate: donne e uomini, laici e religiosi, partigiani, appartenenti alle forze dell’ordine, funzionari dello Stato, intellettuali, contadini. Accomunati dal coraggio, dalla rivolta contro la crudeltà, dal senso di umanità.

C’è chi ha nascosto e protetto, chi ha falsificato documenti e liste, chi ha aiutato a espatriare. Migliaia di gesti, grandi e piccoli, di ribellione contro il conformismo e contro l’ideologia imperante.

Abbiamo ricordato quest’oggi qualche nome: da Giorgio Perlasca a Gino Bartali e gli altri che, nel video e nelle letture, sono stati riproposti alla nostra riconoscenza.

Desidero citarne alcuni altri che hanno condiviso il tragico destino della deportazione delle persone che hanno tentato di salvare.

Odoardo Focherini, amministratore del giornale cattolico Avvenire d’Italia; Torquato Fraccon, partigiano, morto a Dachau insieme al figlio; il domenicano, padre Giuseppe Girotti; Calogero Marrone, capo ufficio anagrafe del comune di Varese, Giovanni Palatucci, reggente della questura di Fiume; Andrea Schivo, agente di custodia nel carcere San Vittore di Milano. Scoperti e arrestati dai nazifascisti hanno concluso la vita nei lager tedeschi.

Di fronte alla barbarie, di fronte all’ingiustizia, tutte queste persone non hanno girato la testa, non hanno volto lo sguardo altrove.

Hanno sconfitto, innanzitutto dentro loro stessi, la paura, l’inerzia complice, l’indifferenza che, come ci ricorda spesso Liliana Segre – cui rivolgo un pensiero affettuoso a ottant’anni della sua deportazione –  è la più perniciosa delle colpe.

I “Giusti” hanno dimostrato, a rischio della propria vita e di quella delle loro famiglie, che il senso di umanità, se rettamente coltivato, resiste in ogni condizione e supera persino i confini del tempo e della morte. Ci hanno insegnato, anche di fronte a tragedie immani, il valore salvifico dei gesti di coraggiosa solidarietà. Perché, per ripetere anch’io questa mattina il celebre detto del Talmud, “chi salva una vita salva il mondo intero.”

L’esempio dei Giusti rischiara la nostra via e il nostro percorso. E consente di ritessere quella trama di fiducia nel genere umano che con la costruzione dei campi di sterminio sembrava per sempre distrutta.

Tuttavia, di fronte a questi esempi di altruismo, di coraggio, di abnegazione, risaltano ancor di più i crimini commessi da altri uomini e altre donne, in nome di regimi dittatoriali e brutali.

Celebrare doverosamente i Giusti non deve far dimenticare i tanti, troppi ingiusti: i pavidi, i delatori per denaro, per invidia o per conformismo; i cacciatori di ebrei; gli assassini; gli ideologi del razzismo.

Non c’è torto maggiore che si possa commettere nei confronti della memoria delle vittime che annegare in un calderone indistinto le responsabilità o compiere superficiali operazioni di negazione o di riduzione delle colpe, personali o collettive.

Non si deve mai dimenticare che il nostro Paese, l’Italia, adottò durante il fascismo – in un clima di complessiva indifferenza –  le ignobili leggi razziste: il capitolo iniziale del terribile libro dello sterminio; e che gli appartenenti alla Repubblica di Salò collaborarono attivamente alla cattura, alla deportazione e persino alle stragi degli ebrei.

Un portato inestinguibile di dolore, di sangue, di morte sul quale mai dovremo far calare il velo del silenzio. I morti di Auschwitz, dispersi nel vento, ci ammoniscono continuamente: il cammino dell’uomo procede su strade accidentate e rischiose.

Lo manifesta anche il ritorno, nel mondo, di pericolose fattispecie di antisemitismo: del pregiudizio che ricalca antichi stereotipi antiebraici, potenziato da social media senza controllo e senza pudore.

La nostra Costituzione dispone con chiarezza: tutti i cittadini sono portatori degli stessi diritti.

La presenza ebraica è stata fondamentale per lo sviluppo dell’Italia moderna e nella formazione della Repubblica.

Le comunità ebraiche italiane sanno che l’Italia è la loro casa e che la Repubblica, di cui sono parte integrante, non tollererà, in alcun modo, minacce, intimidazioni e prepotenze nei loro confronti.

Anche ai nostri giorni, la ruota della storia sembra talvolta smarrire la sua strada, portando l’umanità indietro, a tempi e stagioni che mai avremmo pensato di dover rivivere.

Le conquiste della pace e delle libertà democratiche sono esaltanti e vanno salvaguardate di fronte a risorgenti tentazioni di risolvere le controversie attraverso il ricorso alla guerra, alla violenza, alla sopraffazione.

Parole d’ordine, gesti di odio e di terrore sembrano di nuovo affascinare e attrarre, nel nostro Continente ma anche altrove.

Su questo occorrerebbe compiere un’approfondita riflessione: indagando le motivazioni che spingono numerose persone a coltivare in modo inaccettabile simboli e tradizioni di ideologie nefaste e minacciose, che hanno portato all’umanità soltanto dolore, distruzione, morte.

Va richiamata, a questo riguardo, l’importanza decisiva della cultura, dell’istruzione. Di quanto – ad esempio – sono preziose le collaborazioni di studio e ricerca tra le Università, sempre positive; sempre fonte di avanzamento di civiltà, al di sopra di ogni frontiera. Sempre affermazione del carattere della cultura, che unisce e non può separare.

Il fanatismo, religioso o nazionalista, che, mosso da antistoriche e disumane motivazioni, non tollera non soltanto il diritto ma neppure la presenza dell’altro, del diverso, ritiene di poter imporre la sua visione con la forza, la guerra e la violenza, violando i principi fondamentali del diritto internazionale e della civiltà umana.

Siamo di fronte a un nuovo “crinale apocalittico” per usare un’espressione cara a Giorgio La Pira.

In alcune zone del mondo, in un’epoca così travagliata come la nostra, sembra divenuta impossibile non soltanto la convivenza, ma persino la vicinanza.

Assistiamo, nel mondo –ripeto -, a un ritorno di antisemitismo che ha assunto, recentemente, la forma della indicibile, feroce strage antisemita di innocenti nell’aggressione di terrorismo che, in quella pagina di vergogna per l’umanità, avvenuta il 7 ottobre, non ha risparmiato nemmeno ragazzi, bambini, persino neonati. Immagine di una raccapricciante replica degli orrori della Shoah.

Siamo convinti che i giacimenti di odio siano stati ingigantiti da parole e atti spietati, persino blasfemi. Il sogno di una pace, sancita dal reciproco riconoscimento e rispetto delle tre religioni monoteiste figlie di Abramo, appare lontano – forse come non è mai stato in tempi recenti – ma rimane l’orizzonte di un riscatto di questa parte del mondo, e non soltanto di questa.

Guardiamo a Israele come Paese a noi vicino e pienamente amico, oggi e in futuro, per condivisione di storia e di valori. Siamo e saremo sempre impegnati per la sua sicurezza.

Sentiamo crescere in noi, di giorno in giorno, l’angoscia per gli ostaggi nelle mani crudeli di Hamas.

L’angoscia sorge anche per le numerose vittime tra la popolazione civile palestinese nella striscia di Gaza.

Anzitutto per l’irrinunziabile rispetto dei diritti umani di ciascuno, ovunque. E anche perché una reazione con così drammatiche conseguenze sui civili, rischia di far sorgere nuove leve di risentimenti e di odio.

Può accrescere gli ostacoli per il raggiungimento di una soluzione capace di assicurare pace e prosperità in quella regione, così centrale nella storia dell’umanità e così martoriata.

Coloro che hanno sofferto il turpe tentativo di cancellare il proprio popolo dalla terra sanno che non si può negare a un altro popolo il diritto a uno Stato.

Ci ostiniamo a rimanere fiduciosi nel futuro dell’umanità. Nella convinzione profonda che un futuro intriso di intolleranza, di guerra e di violenza, non sia il desiderio iscritto nelle coscienze delle donne e degli uomini.

I Giusti, con il loro coraggio, con la loro speranza e il loro sacrificio ci indicano la direzione e ci esortano ad agire, con determinazione e a tutti i livelli, contro i predicatori di odio e contro i portatori di morte.

I Giusti italiani sono tra le radici migliori della nostra Repubblica. Per questo li celebriamo e li onoriamo, tutti insieme, come popolo italiano e come comunità, oggi, nel Giorno della Memoria.

 

 

 

 

 

Papa Francesco nel ricordo della ricorrenza dell’orribile sterminio

Voi siete miei amici» (Gv 15,14): il messaggio di papa ...

 

“Papa Francesco nella ricorrenza del Giorno del Ricordo  :  “Il ricordo e la condanna dell’orribile sterminio di milioni di persone ebree e di altre fedi, avvenuto nel secolo scorso, aiuti tutti a non dimenticare che la logica dell’odio e della violenza non si può mai giustificare, perchè nega la nostra stessa umanità”. 

Oggi anche a Messina ricorrenza internazionale del “Giorno della memoria” per non dimenticare l’orrore dei campi nazisti e l’inferno vissuto dal popolo ebraico….”

 

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Foto sopra dell’Ufficio stampa del Comune di Messina

Messina,

La ricorrenza internazionale è celebrata il 27 gennaio- oggi dunque  sabato – di ogni anno ed è stata istituita dalla legge 211 del 20 luglio 2000.

In occasione del Giorno della Memoria,  la Fidapa Messina Capo Peloro e la Fidapa Messina hanno consegnato ieri  a Palazzo Zanca al sindaco Federico Basile una targa per commemorare le vittime dell’Olocausto.   Oggi, 27 gennaio, le bandiere di palazzo Zanca sventoleranno a mezz’asta.

E’ un dovere morale delle Istituzioni e della collettività – ha affermato il sindaco Basile – non dimenticare mai quanto accaduto nei campi nazisti al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani. Il ricordo deve essere sempre vivo nelle nostre menti, affinchè una simile violenza non colpisca più l’umanità, ed oggi, più che mai, deve indurre ad un’attenta riflessione“.

All’incontro con il primo cittadino Basile e l’assessore alle Politiche Culturali Enzo Caruso hanno partecipato le due presidenti Annamaria Argento ed Emanuela De Pasquale e la seconda classe del liceo scientifico paritario Empedocle di Messina, accompagnati dalla prof.ssa Manuela Trimarchi. La targa riporta la seguente frase: “L’Olocausto è una pagina del libro dell’umanità da cui non dovremmo mai togliere il segna libro della memoria”.

Celebrazione del “Giorno della Memoria”

Il Presidente Sergio Mattarella con Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio dei Ministri, in occasione della celebrazione del “Giorno della Memoria”

 

Il Presidente Sergio Mattarella saluta Sami Modiano, in occasione della celebrazione del “Giorno della Memoria”

Il Presidente Sergio Mattarella saluta Sami Modiano, in occasione della celebrazione del “Giorno della Memoria”

 

L'intervento di Noemi Di Segni, Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane

L’intervento di Noemi Di Segni, Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane

Sami Modiano in occasione della celebrazione del "Giorno della Memoria"

 

Il Presidente Sergio Mattarella rivolge il suo indirizzo di saluto in occasione della celebrazione del "Giorno della Memoria"

Il Presidente Sergio Mattarella rivolge il suo indirizzo di saluto in occasione della celebrazione del "Giorno della Memoria"

 

 Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Sami Modiano, al termine della celebrazione del "Giorno della Memoria"

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella osserva i lavori realizzati dagli studenti vincitori del concorso nazionale promosso dal Ministero dell'Istruzione e del merito, dal titolo "I giovani ricordano la Shoah"

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella osserva i lavori realizzati dagli studenti vincitori del concorso nazionale promosso dal Ministero dell’Istruzione e del merito, dal titolo “I giovani ricordano la Shoah”

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella osserva i lavori realizzati dagli studenti vincitori del concorso nazionale promosso dal Ministero dell'Istruzione e del merito, dal titolo "I giovani ricordano la Shoah"

 

 

C o m u n i c a t o Quirinale

Si è svolta questa mattina al Palazzo del Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la celebrazione del “Giorno della Memoria”.

La cerimonia, dedicata a “I Giusti tra le Nazioni”, è stata condotta da Sara Zambotti.

Nel corso della celebrazione, aperta da un filmato a cura di RaiStoria, sono intervenuti la Presidente del Gruppo di lavoro Memoriali e Musei dell’IHRA (International Holocaust Remembrance Alliance), Simonetta Della Seta, laPresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Noemi Di Segni, e il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.

Sami Modiano, sopravvissuto ad Auschwitz-Birkenau, ha portato la sua testimonianza intervistato da uno studente di rientro dal “Viaggio della Memoria”, in ricordo delle vittime della Shoah, organizzato in Polonia dal Ministero dell’Istruzione e del Merito.

L’attore Alessandro Albertin ha recitato un monologo su Giorgio Perlasca, ha letto un brano tratto dal libro “Una carta in più” di Cesare Rimini e ha dato voce alla testimonianza di Giorgio Segre.

Durante la manifestazione, Gabriele Coen, compositore e interprete della nuova musica ebraica, accompagnato da Alessandro Gwis al pianoforte e dalla voce di Barbara Eramo, ha eseguito i brani musicali “Papirosn (Sigarette)”, “Dona, dona” e “La rosa Enflorece”.

La cerimonia si è conclusa con il discorso del Presidente della Repubblica.

Erano presenti il Presidente del Senato della Repubblica, Ignazio La Russa, il Presidente della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana, il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, il Presidente della Corte Costituzionale, Augusto Barbera e rappresentanti del Governo, del Parlamento, delle Associazioni degli ex internati e deportati, della Comunità ebraica, e autorità politiche, civili e militari.

Prima della cerimonia sono state premiate le scuole vincitrici del Concorso nazionale promosso dal Ministero dell’Istruzione e del Merito “I giovani ricordano la Shoah”. In occasione della premiazione sono intervenuti la Presidente dell’UCEI, Di Segni, e il Ministro Valditara.

 

 

Catania,Palazzo degli elefanti, apertura al pubblico e Matinée Musicali in onore di Sant’Agata

 

Locandina

Catania,
Domenica 21 gennaio dalle ore 9 alle 13 Palazzo degli Elefanti rimarrà aperto al pubblico per quanti vogliono visitare il settecentesco Municipio di Catania, scrigno di preziose opere d’arte.

Dalle ore 10.30 nel Salone dei Ricevimenti intitolato a Vincenzo Bellini si potrà assistere al concerto con la direzione artistica e musicale del maestro Fabio Raciti docente di Violino e Musica da Camera.

Insieme a Raciti, saranno presenti il duo “Seis Cuerdas Dos”  Gloria Pafumi e Agatino Scuderi chitarristi di fama internazionale e il Coro” “Soul Singers” diretto da Erika Lo Giudice.

In repertorio musiche di Vivaldi, Gospel a Cappella e celebri Colonne Sonore.

 

“Napoli Città della Musica”: nel 2024 la programmazione con i 9 progetti vincitori dell’avviso pubblico per contributi

Immagini musicali bellissime da pxhere.com

Napoli,

Il Comune di Napoli ribadisce l’impegno per “Napoli Città della Musica” che, con una programmazione attenta e mirata, prosegue la sua attività di promozione e valorizzazione della cultura, dei luoghi e delle professionalità partenopee. Attraverso un cartellone ricco di eventi tra stili e generi diversi, la città si conferma come autentico crocevia di tradizioni e di eccellenza artistica. La valorizzazione dell’Auditorium “Porta del Parco” di Bagnoli e le orchestre giovanili sono i temi intorno a cui si svilupperanno i restanti 9 progetti risultati idonei e finanziabili dall’Avviso pubblico per la selezione di proposte progettuali e l’assegnazione di contributi economici ad attività afferenti al progetto “Napoli Città della Musica”.

Si rinnova per il 2024 l’impegno del Sindaco Manfredi e dell’Amministrazione a porre in essere una programmazione culturale duratura e sistematica che sia in grado di nutrire l’anima musicale della città, afferma Sergio Locoratolo, coordinatore delle politiche culturali del Comune di Napoli. Gli eventi in calendario ci permetteranno non solo di promuovere la nostra ricca eredità musicale ma anche di valorizzare alcuni luoghi della città, come l’Auditorium di Bagnoli che si va configurando sempre più come vera e propria “Casa della Musica” e palcoscenico per l’eccellenza artistica locale e non”.

La nostra visione è di creare un’esperienza musicale completa, coinvolgente e inclusiva – dichiara Ferdinando Tozzi, delegato del Sindaco di Napoli per l’industria musicale e dell’audiovisivo. Daremo innanzitutto completamento alla realizzazione dei progetti ammessi a contributo nel 2023 e con la nuova manifestazione d’interesse – già consultabile sul sito istituzionale – e le altre iniziative pianificate consolideremo l’immagine di Napoli come autentica “Città della Musica”, offrendo nuove opportunità e spazi di espressione ai giovani talenti, a band inclusive per una musica senza barriere e ai progetti che riflettano la diversità culturale e artistica della nostra comunità, sempre in una ottica di sviluppo dell’ industria musicale per il territorio e i suoi players”.

Per la sezione La valorizzazione dell’Auditorium “Porta del Parco” di Bagnoli, si inizierà venerdì 19 gennaio con Base per Altezza, cinque appuntamenti musicali organizzati dalla società Livenet, che mirano a scoprire l’alfabeto musicale di base su cui si fonda l’altezza dell’arte. Si proseguirà con Napoli Unplugged dell’ETS Brodo, una rassegna di quattro concerti che vedranno come protagoniste alcune delle voci più interessanti del panorama napoletano (Dadà, Gnut, Francesco Di Bella, Francesco Forni e Ilaria Graziano).

Nuovi Territori Music Festival dell’associazione Nuovi Territori Sonori promuoverà, invece, la cultura musicale in tutte le sue declinazioni, puntando l’attenzione sulle tecnologie digitali mentre il festival Terra Folk a Bagnoli dell’associazione Artsmusicandcraf sarà un vero e proprio viaggio musicale tra canti inediti e popolari del Mezzogiorno. Italian Opera Meets Jazz a cura dell’Orchestra Filarmonica Campana chiuderà il percorso sonoro a Bagnoli con un progetto di commistione fra più generi musicali: opera, classica, jazz e blues.

Quattro sono, invece, i progetti finanziati per il 2024 nell’ambito della sezione Le orchestre giovanili, concepita per dare spazio ai giovani talenti e alla musica quale fonte di aggregazione sociale: Musica liberi tutti dell’associazione Animazione Quartiere Scampia, I giovani e l’orchestra dell’associazione Napolinova, IncludArt di IAAMS-Italian Academy for Arts, Music and Science, LaMusorchestra dell’associazione Lemuseper-l’oro.

Catania, oggi pomeriggio a Palazzo dei Chierici esposizione opere dedicate a Sant’Agata

 

 

Catania,

Oggi pomeriggio, Mercoledì 10 gennaio, alle ore 17:30, alla presenza del Sindaco Enrico Trantino, nel Palazzo dei Chierici, in piazza Duomo, si potrà visitare l’esposizione, in evento unico, della collezione di opere dedicate a Sant’Agata, a cura del disegnatore e art painter Umberto Gagliano.

L’esposizione che avverrà nel solo pomeriggio di mercoledì rientra tra le manifestazioni culturali promosse per le festività agatine.

 

“Una Scelta in Comune”: giornata formativa domani 10 gennaio nella Sala consiliare-Comune di Napoli- ore 12- per promuovere  la donazione degli organi

 

Donazione di organi

Foto Ministero Dell’interno

Napoli,

Il Comune di Napoli, sotto l’impulso della commissione Politiche Sociali presieduta da Massimo Cilenti, promuove la sensibilizzazione alla donazione di organi e tessuti post mortem. Un percorso formativo è stato organizzato per approfondire le modalità di avvio di una corretta comunicazione su questa importante tematica. L’incontro si terrà domani, mercoledì 10 gennaio, alle ore 12:00, presso la Sala Consiliare, in Via Verdi n. 35, e coinvolgerà i direttori delle Municipalità e i responsabili dell’ufficio Anagrafe del Comune di Napoli. L’obiettivo è di condividere un percorso che possa aiutare i cittadini nella corretta interpretazione del modulo per la donazione degli organi. Invitati a partecipare anche il direttore generale Pasquale Granata e l’ assessore alle Politiche sociali Luca Trapanese.

L’attività formativa, intitolata “Una scelta in Comune“, è stata concordata con gli esperti del Centro Regionale Trapianti (CRT) della Campania. Gli esperti supporteranno il trasferimento del know-how acquisito in anni di esperienze, contribuendo così a promuovere una maggiore consapevolezza sulla donazione di organi.

Nell’ambito della giornata di formazione interverranno i seguenti professionisti della rete trapiantologica campana: Dott. Vincenzo Del Giudice, Referente Area Sanitaria CRT Dott.ssa Barbara Leone, Referente Area Formazione CRT Dott. Pasquale De Rosa, Anestesista Rianimatore e Coordinatore Locale, Ospedale del Mare ASL NA 1 Dott. Cristiano Amarelli e Prof. Luca De Santo, Cardiochirurgia Centro Trapianti Cuore, Ospedale Monaldi AO Colli Dott.ssa Carla Migliaccio, Chirurgo Centro Trapianti Fegato, AO Cardarelli Dott. Gianluca Rompianesi, Chirurgo Centro Trapianti Rene, AOU Federico II

Auspico – ha spiegato il presidente della Commissione Politiche Sociali Massimo Cilenti – che questo percorso formativo e l’expertise dei professionisti possano contribuire ad una maggiore consapevolezza dei cittadini sulla donazione di organi e tessuti, promuovendo una cultura di solidarietà e responsabilità nella comunità”.

Mattarella ricorda Norberto Bobbio a 20 anni dalla scomparsa

discorso scrivania

 

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

«Nel ventesimo anniversario della scomparsa di Norberto Bobbio, la Repubblica rinnova l’omaggio a un illustre intellettuale del panorama culturale italiano e internazionale.

Attento studioso dei fenomeni che hanno dato impulso alle più significative vicende storiche del secolo scorso, Norberto Bobbio ha elaborato dottrine che costituiscono una preziosa eredità per la coscienza civile europea e italiana.  

Nelle sue riflessioni ha saputo coniugare, con un approccio innovativo, discipline considerate inizialmente eterogenee, offrendo una visione integrata dei principi che sono a fondamento della società, dello Stato e del diritto.

Le sue analisi e le teorie da lui elaborate, i suoi insegnamenti sono e saranno oggetto di approfonditi studi nei più prestigiosi luoghi di cultura.    

Il suo impegno costituisce un significativo contributo allo sviluppo dottrinale a livello mondiale della tutela dei diritti e delle libertà fondamentali, del pluralismo, della democrazia e dell’eguaglianza, valori cardine della nostra Costituzione e base di una pacifica convivenza.  

La Repubblica, grata a Norberto Bobbio per avere illustrato la Patria con i suoi altissimi meriti nel campo scientifico, lo volle Senatore a vita»

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