Fra poco si deciderà il destino dell’Italia

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Ecco le liste dei candidati, per ciascun partito, movimento o gruppo politico organizzato, con l’indicazione dei collegi nei quali sono state presentate. I dati sono stati forniti dalla Segreteria del Viminale.

CAMERA – Alla Camera sono previsti 232 collegi uninominali, gli altri 386 seggi sono assegnati con il proporzionale a cui vanno aggiunti gli altri 12 seggi nelle circoscrizioni estere.

– COLLEGI UNINOMINALI

– COLLEGI PLURINOMINALI

– CIRCOSCRIZIONE ESTERO

SENATO – Al Senato i collegi uninominali sono 102 e 207 i plurinominali oltre ai 6 seggi degli eletti all’estero.

– COLLEGI UNINOMINALI

– COLLEGI PLURINOMINALI

– CIRCOSCRIZIONE ESTERO

Sia per la Camera (al voto dai 18 anni compiuti) che per il Senato (dai 25 anni) si può votare mettendo una croce sulla lista prescelta. Questa possibilità permette di votare automaticamente anche per il candidato del collegio uninominale collegato, evitando eventuali contestazioni del voto. Non è consentito il voto disgiunto ma si può, in alternativa, scegliere di mettere la propria croce o solo sul nome del candidato uninominale (e il voto si estenderà alla lista o alle liste collegate in misura proporzionale ai voti ottenuti nel collegio da ogni singola lista) oppure sul nominativo del candidato uninominale e sulla lista o su una delle liste collegate.  Resta un dubbio: la confusione elettorale in alcuni casi non ha consentito con chiarezza di individuare il candidato principe di uno schieramento.

E’ una politica che cura l’interesse alla poltrona, altro che interesse generale! La Sicilia isolata dal resto del Paese e non promette bene ” il voto di scambio” di alcuni partiti

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I politici si sfidano. Gli interessi sono molti.  Gli italiani sono nauseati e non ne possono più dei politici diventati sinonomi di ladri.Luigi Di Maio contro Vittorio Sgarbi,(quest’ultimo non si è dimesso da assessore regionale ai beni culturali della Sicilia) Gianluigi Paragone vs Umberto Bossi, Paolo Gentiloni (presidente del consiglio in carica, non ha presentato dimissioni per fare campagna elettorale..) contro Luciano Ciocchetti. E poi ancora Matteo Renzi che sfida l’ex renziano Nicola Cecchi, Pier Carlo Padoan vis à vis con Claudio Borghi e Teresa Bellanova che dovrà vedersela con Massimo D’Alema. Eccola la carica dei big che si sfidano nei collegi uninominali. Gare a distanza, certo, perché i leader in campo si sono ben guardati da duelli di peso, preferendo corse ‘in solitaria’ alla minaccia del confronto diretto.

NAPOLI – Nel collegio Campania 1-03 alla Camera, ad esempio, che comprende il comune di Pomigliano d’Arco, città natale di Di Maio, per il centrodestra correrà Vittorio Sgarbi, mentre il candidato del Pd sarà Antonio Falcone.

 ROMA – A Roma, il premier Paolo Gentiloni dovrà vedersela con il grillino Angiolino Cirulli, imprenditore presentato ieri da Di Maio come “uno degli azzerati dal decreto salva-banche”, e con Luciano Ciocchetti schierato per il centrodestra. E se Carla Ruocco dovrà vedersela alla Camera con Riccardo Magi nel quartiere Gianicolense di Roma, nello stesso collegio, per quanto riguarda il Senato, la sfida sarà tra l’avvocato Claudio Consolo ed Emma Bonino. Rimanendo nel Lazio, l’economista Lorenzo Fioramonti – astro nascente dei 5 Stelle – sfiderà il presidente dem Matteo Orfini alla Camera nel collegio di Torre Angela (Lazio 1-05). Nei collegi uninominali, Giorgia Meloni correrà invece a Latina.

VARESE – A Varese in Lombardia il giornalista Gianluigi Paragone, ex direttore della Padania, contenderà il seggio al Senato al fondatore della Lega Umberto Bossi.

FIRENZE – Per frenare la corsa di Matteo Renzi a Firenze, i Cinquestelle hanno schierato Nicola Cecchi, ex tesserato Pd con un passato da renziano di ferro (votò sì al referendum costituzionale) ora si dice “deluso e amareggiato” dal Partito Democratico. Sempre contro il segretario del Pd, il centrodestra ha chiamato invece l’economista Alberto Bagnai. Sempre in Toscana, il comandante Gregorio De Falco rappresenterà il M5S nel collegio di Livorno, dove il Pd ha candidato Silvia Velo per un posto a Palazzo Madama.

SIENA E BOLZANO – A Siena il faccia a faccia sarà tra il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e Claudio Borghi per il centrodestra, mentre a Bolzano il duello tutto al femminile vedrà contrapposte Maria Elena Boschi e la candidata di Forza Italia Michaela Biancofiore.

PALERMO – A Palermo il leader di Liberi e Uguali Pietro Grasso correrà per tornare a Palazzo Madama contro il grillino Steni Di Piazza e Teresa Piccione, mentre l’avversario del centrodestra sarà il forzista Giulio Tantillo.In Sicilia Crocetta, ex presidente della Regione, sperava che Matteo Renzi, gli riservasse una poltrona nazionale. Non se ne parla nemmeno. Crocetta è stato trombato dal Pd e la sua corsa con il “Megafono” si profila alquanto inutile e solitaria.

BOLOGNA – A Bologna sarà la presidente di Confedilizia Bologna, Elisabetta Brunelli, vicina a Forza Italia, la candidata che sfiderà i big Pier Ferdinando Casini (Pd) e l’ex presidente dell’Emilia-Romagna Vasco Errani (Leu) nel seggio uninominale del Senato.

PUGLIA – Il grande match si gioca poi in Puglia, dove il duello più avvincente sarà quello tra l’ex sindacalista Teresa Bellanova che corre con il Pd e l’ex presidente del Consiglio Massimo D’Alema in campo con Liberi e Uguali.

MILANO 1 – Nell’uninominale di Milano 1 si sfideranno invece per la Camera Bruno Tabacci di +Europa, il grillino Alberto Bonisoli e poi due donne di ferro: Laura Boldrini per Leu e Cristina Rossello per il centrodestra che proverà a sfilare il seggio alla presidente della Camera. Legale di fiducia di Silvio Berlusconi nella causa che lo ha contrapposto all’ex moglie Veronica Lario, Rossello è avvocato di società quotate e di rilevanti imprese familiari, membro di collegi arbitrali, con esperienza in materia di diritti televisivi e dell’editoria in generale.

Liberi e Uguali: “cambieremo l’Italia”,intanto un Codice etico e poi via le tasse universitarie: parola di Pietro Grasso

 

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Pietro Grasso vuol cambiare l’ Italia ed inizia dal partito di cui è leader -L’ex magistrato parte dalla sua lunga esperienza nella Magistratura e introduce una Regolamentazione, un Codice etico: “Abbiamo voluto inserire un codice etico che non consideri solo l’aspetto giudiziario. Vogliamo portare in Parlamento donne e uomini rispettabili e rispettati”.

“Ci aspettano alcune settimane di intensissimo lavoro- spiega Pietro Grasso –  è solo l’inizio del percorso per cambiare l’Italia – – La crisi economica ha tolto opportunità ai nostri figli e ai nostri nipoti. I populismi soffiano sulle paure, indeboliscono la nostra comunità e noi abbiamo il coraggio di reagire e porre rimedio. Siamo gli eredi degli uomini e delle donne che 70 anni fa ci liberarono del fascismo“.

“Siamo pronti a lottare fino in fondo per realizzare i principi della nostra Costituzione – ha scandito – Dobbiamo partire da quel meraviglioso articolo 3: quei valori sono condivisi dalla maggioranza del nostro Paese, pure da Papa Francesco. Devono essere il cuore pulsante del nostro progetto politico”.

– “Batteremo il territorio da Nord a Sud per parlare delle nostre proposte per cambiare l’Italia. Faremo proposte serie e concrete a differenza delle irrealizzabili favole degli altri partiti” ha sottolineato Grasso.

“Renzi vuole abolire il canone Rai dopo averlo messo in bolletta. Berlusconi ne ha dette troppe in 25 anni, non riesco a pensare alla più clamorosa. Salvini se la prende con lo ius soli negando la cittadinanza a ragazzi che per noi sono già italiani. I 5 stelle cambiano idea in base alla convenienza del momento. Noi – ha aggiunto – siamo l’unica alternativa credibile”.

“Aboliamo le tasse universitarie” è la proposta lanciata da Grasso durante l’assemblea nazionale di Liberi e Uguali. “Avere una università gratuita significa credere davvero nei giovani con fatti concreti, ne beneficerà tutto il Paese. Significa allargare il nostro orizzonte e rendere l’Italia più competitiva”, ha aggiunto il leader di LeU.

Mentre sul fronte del lavoro, occorre “far tornare prevalenti i contratti a tempo indeterminato”, reintroducendo “le garanzie eliminate dal Jobs Act. Altri aboliscono le tasse, noi aboliamo il precariato”.

BERSANI – Arrivando all’assemblea di Liberi e Uguali Pier Luigi Bersani ha evidenziato che le priorità in tema di economia per LeU sono “gli investimenti per dare lavoro, basta bonus” e “ridurre la giungla dei contratti precari”. “Senza queste cose non facciamo niente con nessuno. Se ci sono queste due cose, più una roba sul fisco, il tema del welfare e la salute, allora noi parliamo con tutti tranne la destra” ha messo in chiaro.

“Posto che con la destra non ci andremo mai, a cominciare dalle forze del centrosinistra noi siamo pronti a discutere ma a queste condizioni, sennò vadano dove li porta il cuore”, ha aggiunto l’ex segretario dem.

BOLDRINI – “Vogliamo riportare al voto le persone deluse da quella sinistra che ha smesso di essere sinistra, che si è persa per strada. Recuperare i voti di chi non crede più nella politica” ha affermato Laura Boldrini nel corso del suo intervento.

“Il primo partito è quello delle schede bianche ma a sbagliare è stato chi con la propria politica ha deluso quelle persone. Persone spinte tra le braccia del populismo, una protesta miope, anacronistica e pericolosa. Non abbiamo bisogno di odio ma di buona politica. Una politica – ha rimarcato Boldrini – capace di combattere il male più profondo, quello delle diseguaglianze”.

Noi non faremo una campagna ‘contro’ perché non funzionerebbe e faremmo un torto a noi stessi se pensassimo che basta parlare male degli altri per avere consenso” ha poi spiegato, evidenziando che “il programma non è un elenco indistinto di cose da fare ma l’identità di una forza politica. Di promesse campate in aria ce ne sono tante ma italiani non sono sprovveduti e sanno capire la differenza tra chi la spara grossa e chi cerca voti ma per realizzare qualcosa di concreto“.

Poi lo ius soli. “La legislatura si è conclusa con un grande tradimento, il tramonto della legge sulla cittadinanza – ha scandito Boldrini – Sono stati traditi 800mila ragazzi e ragazze che ci avevano creduto perché glielo avevano promesso”, ragazzi che “sono italiani a tutti gli effetti”. Secondo la presidente della Camera “ha avuto la meglio una sconcertante subalternità politica: inseguire la destra sul proprio terreno vuol dire rafforzarla, è stata una decisione miope“.

Boldrini ha parlato anche di internet. “Penso che una forza progressista debba far proprio anche il tema dei diritti in internet. Penso – ha affermato – al diritto di accesso alla rete per tutti; alla riduzione del divario digitale, alla tutela dei dati personali; al diritto alla tutela della propria identità”.

– “Non possono essere candidati: coloro che ricoprono incarichi elettivi incompatibili col mandato parlamentare, salvo limitate e motivate eccezioni; coloro che hanno ricoperto la carica di parlamentare nazionale per la durata di due legislature complete, salvo un numero limitato e motivato di deroghe”, ha sottolineato Muroni. Non possono essere candidati ad ogni tipo di elezione “coloro nei cui confronti, al momento della selezione delle candidature e fino all’accettazione della stessa, sia stato emesso: per reati di mafia, terrorismo, criminalità organizzata, contro la libertà̀ personale e individuale: a) decreto che dispone il giudizio; b) misura cautelare personale confermata in sede di impugnazione; c) misure di prevenzione personali o patrimoniali, ancorché́ non definitive, previste dal Codice antimafia; d) sentenza di condanna, ancorché́ non definitiva, o di applicazione della pena su richiesta delle parti ai sensi dell’art. 444 C.P.P.”. Stesso discorso per i delitti “per cui sia previsto l’arresto obbligatorio in flagranza; delitti contro l’incolumità pubblica Capo I e II; delitti contro l’ambiente; delitti contro la libertà̀ sessuale; peculato, concussione, corruzione in tutte le forme previste: a) sentenza di condanna, ancorché́ non definitiva, o di applicazione della pena su richiesta delle parti ai sensi dell’art. 444 C.P.P.”.

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CHE LIBERAZIONE: FINISCE LA 17 LEGISLATURA. ADESSO ELEZIONI (4 Marzo) E..POI QUASI CERTAMENTE L’ASTENSIONISMO

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Conclusasi la diciassettesima legislatura, si voterà il 4 marzo prossimo e il 23 dello stesso mese il nuovo Parlamento si riunirà per scegliere i presidenti. Fino a quel momento, resterà in carica il governo Gentiloni che non ha presentato le dimissioni come avviene di rito in queste occasioni. “Il governo si affiderà alle indicazioni del presidente della Repubblica – aveva detto il premier -Ma aveva taciuto che vi era un accordo con Mattarella per la continuazione della compagine governativa.  “Segreti” della politica italiana.   Francamente proviamo un senso di liberazione.

L’iter per concludere la 17esima legislatura ha avuto inizio nel primo pomeriggio quando Gentiloni si è recato per la prima volta al Colle, per poi tornarci poco dopo le 18. A quel punto Mattarella, dopo aver sentito i presidenti dei due rami del Parlamento, ai sensi dell’articolo 88 della Costituzione, ha firmato il decreto di scioglimento del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati, che è stato controfirmato dal presidente del Consiglio dei ministri. Poi il Cdm, in cui è stata decisa la data delle elezioni.    Tutti adesso sono impegnati nel nuovo impegno elettorale che probabilmente caratterizzerà – è il sospetto di Sud Libertà- ancora più accentuato il fenomeno dell’astensionismo

  

 

Astensionismo della Sicilia: chi ci crede più alla politica ?

 

Musumeci: Sarò presidente di tutti Sicilia al centrodestra

Nello Musumeci (FOTOGRAMMA)

 Il candidato del centrodestra Nello Musumeci  è il nuovo presidente della Regione Sicilia ,in vantaggio su Giancarlo Cancelleri del M5S.

Musumeci ottiene il  39,7% contro il 34,8% di Cancelleri. Il rettore Fabrizio Micari, candidato del centrosinistra, si ferma al 18,5%. A seguire il candidato della Sinistra Claudio Fava con il 6,1% e Roberto La Rosa (Siciliani Liberi) allo 0,7%. Non è previsto ballottaggio.

 MUSUMECI – “Mi scuso del ritardo, ma sono particolarmente prudente e volevo certezza di un risultato consolidato. Sono felice di avere ricevuto il consenso per un ruolo di così grande responsabilità. Voglio essere e sarò il presidente di tutti i siciliani, di chi mi ha votato e di chi, legittimamente, ha votato altri candidati o non ha partecipato al voto” ha detto in conferenza stampa a Catania il neo presidente della Regione Musumeci.

– Dopo la chiusura delle urne, alle 22 di domenica, i seggi elettorali sono stati guardati a vista per tutta la notte: polizia, carabinieri e finanzieri hanno controllato le urne contenenti le schede degli oltre due milioni su 4,5 milioni di siciliani andati al voto.

AFFLUENZA E FENOMENO ASTENSIONISMO- L’affluenza si è attestata al 46,76% (2.179.474 elettori su 4.661.111), in leggero calo rispetto a cinque anni fa, quando fu del 47,41. A Messina la partecipazione più alta con il 51,69% poi Catania con il 51,58, Siracusa 47,55, Ragusa 47,48, Palermo 46,4, Agrigento 39,6 e Caltanissetta 39,83%. In coda Enna con il 37,68% (dati Istituto Piepoli-Noto per la Rai).   Sul fenomeno astensionismo eravamo certissimi che la Sicilia (vedi articolo/commento del nostro direttore Raffaele Lanza)  oltre il 50 per cento non si recasse alle urne. 

Una prova fondata che la metà dei siciliani non crede – a ragione – alla politica oggi sinonimo di infamia e disonore. Perdoni il nuovo Presidente che ha chiesto anche alle opposizioni di poter governare serenamente.

  

Sicilia: l’astensionismo probabilmente fenomeno in crescita

 

Seggi aperti in Sicilia.  Il  fenomeno astensionismo probabilmente investirà la gran parte dell’isola . E’ una campagna elettorale che vede il duello più acceso tra Cancellieri astro nascente del M5 Stelle e Musumeci sostenuto da diversi partiti . Oltre 4 milioni e 600mila di elettori sono chiamati ad eleggere il presidente della Regione e i componenti dell’Assemblea siciliana, che da quest’anno passano da 90 a 70 dopo le modifiche introdotte dalla legge costituzionale n. 2 del 7 febbraio 2013. Test importante che, oltre a decidere il governo dell’isola, può essere considerato come banco di prova per possibili alleanze in vista delle prossime politiche.

IL VOTO – Le operazioni di voto  si svolgono solo oggi dalle 8 alle 22. Lo scrutinio delle schede sarà effettuato domani, secondo quanto stabilito dagli articolo 49 e 50 della legge regionale 20 marzo 1951 n. 29.

Elezioni regionali in Sicilia, la scheda elettorale (foto Ansa)

I CANDIDATI -nella corsa a palazzo d’Orléans com’è noto -sono cinque: Giancarlo Cancelleri (Movimento 5 Stelle), il rettore dell’Università di Palermo Fabrizio Micari (Centrosinistra), Nello Musumeci (Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia), Claudio Fava (lista ‘Cento passi per la Sicilia’ formata da Mdp, Verdi, Rifondazione Comunista, Possibile e Sinistra Italiana) e Roberto La Rosa (movimento ‘Siciliani liberi’).

 – Nei seggi ogni elettore avente diritto riceve dagli scrutatori una scheda gialla, suddivisa in rettangoli, ognuno corrispondente a una lista provinciale. La scheda contiene il contrassegno di ciascuna lista che concorre nell’ambito provinciale, affiancato da una riga riservata all’eventuale indicazione della preferenza per un candidato alla carica di deputato regionale appartenente alla lista.

A destra è riportato il nome del candidato alla carica di presidente della Regione, affiancato dal relativo contrassegno: si dovrà barrare con una ‘X’ la lista provinciale prescelta, poi bisognerà mettere un’altra ‘X’ sul nome del candidato alla presidenza della Regione.

VOTO DISGIUNTO – In Sicilia è previsto il voto disgiunto: gli elettori possono votare per un candidato alla presidenza e per una lista provinciale a lui non collegata. Se si dovesse decidere di indicare solo la preferenza per la lista provinciale, invece, il voto andrà automaticamente al candidato della lista regionale.

Sul voto incombe poi l’incognita astensionismo: nel 2012 si recarono al voto solo 2,2 milioni di siciliani, appena il 47% degli aventi diritto.