Dighe, dal Mit l’ok all’aumento della capienza dell’invaso Rubino, in Sicilia, nel Trapanese

 

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Potrà aumentare di circa 2,4 milioni di metri cubi la quantità di acqua accumulabile nella diga Rubino, nel Trapanese. Il ministero delle Infrastrutture ha autorizzato l’innalzamento di 2 metri del livello di invaso, portandolo da 178,40 metri sul livello del mare a 180,40. Questo provvedimento scongiurerà il rischio di dover sversare in mare, una volta superato il limite precedentemente autorizzato, consistenti quantitativi di acqua essenziale per l’irrigazione. 

«È un’altra notizia positiva per gli agricoltori della provincia di Trapani. Il ministero – dice il presidente Schifani – ha accolto la nostra richiesta, dopo le valutazioni tecniche sulla sicurezza della diga, a seguito dei lavori di manutenzione straordinaria effettuati recentemente. Sempre nel Trapanese, grazie a un serrato dialogo con il ministero, nelle scorse settimane abbiamo ottenuto la sospensione dello svuotamento e lo stop alla messa fuori esercizio della diga Trinità di Castelvetrano. 

È la conferma del lavoro che il mio governo porta avanti quotidianamente per affrontare l’emergenza idrica, grazie anche al lavoro svolto dal commissario ad acta, Salvo Cocina, con nuovi studi e indagini sulla sicurezza degli impianti. Andiamo avanti su questa strada, consapevoli del grande lavoro che resta da fare sul piano delle infrastrutture idriche per garantire maggiore tranquillità ai cittadini e agli agricoltori siciliani».  

La Regione lo scorso 14 marzo aveva richiesto al ministero l’autorizzazione a innalzare il livello idrico del bacino. La diga Rubino è stata oggetto di significative opere di manutenzione straordinaria e miglioramento, mentre è in corso di attuazione un intervento, incluso nel secondo addendum dei finanziamenti a valere sui fondi Fsc 2014-2020, per l’esecuzione della verifica sismica della diga e delle opere accessorie.

Eni Versalis, Regione Sicilia firma protocollo per riconversione del Polo di Priolo- Ragusa

 

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«Alla luce degli impegni presi da Eni per il mantenimento degli attuali livelli occupazionali, sia per i propri dipendenti sia per quelli delle aziende dell’indotto, la Regione Siciliana ha deciso che firmerà il protocollo Eni-Versalis per la riconversione del Polo di Priolo-Ragusa».

Lo ha annunciato il presidente Renato Schifani, dopo le interlocuzioni avute con la società e con il ministero delle Imprese. «Ringrazio il ministro Adolfo Urso – ha aggiunto il governatore – per essersi fatto portatore delle nostre istanze per avere maggiori garanzia a tutela di lavoratori e imprese dell’Isola».

Al momento della firma del protocollo d’intesa, infatti, il governo regionale, con l’assessore all’Economia Alessandro Dagnino, si era riservato di approfondire il testo per verificare che gli impegni assunti dall’impresa fossero contenuti nel testo dell’accordo. La Regione ha, quindi, formulato alcune richieste. In primo luogo, ha chiesto che l’impegno a mantenere i livelli occupazionali fosse assunto già nell’immediato e per tutta la durata dell’investimento in Sicilia. A tal proposito, ha voluto che le tutele sul personale, estese anche all’indotto, riguardassero specificamente la Sicilia e non fossero considerate su base nazionale. Infine, ha chiesto l’attivazione di iniziative di supporto per le imprese dell’indotto, come ad esempio il mentoring, al fine di agevolarne la riconversione.

Le istanze avanzate dalla Regione sono state tutte accolte e raccolte in un addendum al protocollo, nel quale si specifica anche che “nella regione Sicilia gli investimenti previsti saranno complessivamente superiori ai 900 milioni di euro, di cui 800 per la bioraffineria, 100 per la piattaforma circolarità con l’impianto Hoop di riciclo chimico delle plastiche e alcune decine di milioni a Ragusa per i progetti riportati nel protocollo”.

«Su impulso del presidente Schifani – commenta Dagnino – abbiamo lavorato con cura alla formulazione di una richiesta ferma e circostanziata, con l’obiettivo di arrivare a un testo nettamente migliorativo rispetto al protocollo originario e contenente impegni tangibili e puntuali a tutela del tessuto economico e sociale regionale. Siamo riusciti nell’intento e adesso vigileremo perché i contenuti dell’accordo, come modificato secondo le nostre richieste, siano pienamente rispettati dall’investitore».

«Il governo Schifani – aggiunge l’assessore delle Attività produttive Edy Tamajo – segue con la massima attenzione questa vertenza sin dalla prima ora, consapevole dell’importanza strategica che i siti industriali di Priolo e Ragusa rivestono per il sistema imprenditoriale siciliano. Accogliamo positivamente anche la disponibilità di Eni-Versalis a illustrare le modalità attuative del Protocollo nell’ambito di un apposito Tavolo di coordinamento e monitoraggio. È un segnale di apertura e trasparenza che riteniamo indispensabile per garantire un processo di riconversione sostenibile dal punto di vista economico, sociale e ambientale».

Sicilia, Diga Trinità, nessun pericolo di crollo. Chiesta autorizzazione a innalzare la quota a 64 metri rispetto alla disposizione di svuotamento

 

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Le verifiche tecniche condotte dalla Regione Siciliana con il supporto di esperti del settore, coordinati dal professore Salvatore Miliziano, hanno confermato che, pur trattandosi di un’infrastruttura realizzata nel 1959 e quindi antecedente alla normativa antisismica, non esiste un imminente pericolo di crollo per la Diga Trinità nel territorio di Castelvetrano. Alla luce di questi esiti positivi, è stata formalmente richiesta al ministero delle Infrastrutture l’autorizzazione a innalzare la quota di invaso a 64 metri, rispetto alla disposizione attuale di svuotamento e di messa fuori esercizio della diga.

Le nuove ispezioni e le verifiche di sicurezza di prima fase, condotte in venti giorni da uno staff di una decina di specialisti, hanno permesso di chiarire che le criticità evidenziate nella precedente relazione tecnica – la quale presentava alcune incongruenze e valutazioni contraddittorie – non trovano riscontro nei più recenti studi. Le indagini effettuate sul coronamento della diga, il prelievo e l’analisi di campioni del nucleo, oltre alle ispezioni delle strutture esistenti cunicoli e gallerie, paratie hanno escluso fenomeni di degrado significativo o elementi di rischio tali da giustificare la chiusura dell’invaso.

La decisione del presidente della Regione, Renato Schifani, di commissariare il dipartimento Acqua e rifiuti per i ritardi nella definizione della vicenda, affidando la gestione dell’emergenza al capo della Protezione civile siciliana, Salvatore Cocina, ha permesso di accelerare notevolmente l’iter tecnico e amministrativo.

«Da quando ho disposto il commissariamento – sottolinea il presidente Schifani – abbiamo rapidamente portato avanti gli approfondimenti tecnici necessari, dimostrando che la diga non presenta situazioni attuali di pericolo tali da giustificare la chiusura. Elevare il livello a 64 metri consentirà di invasare una quantità d’acqua preziosa, fondamentale per garantire almeno un minimo di irrigazione alla zona, estesa seimila ettari, evitando sprechi ingiustificati e un grave danno economico agli agricoltori».

La Regione attende ora il via libera formale dal ministero, con fiducia in un esito positivo. L’autorizzazione all’innalzamento della quota consentirebbe già nelle prossime ore di trattenere una maggiore quantità d’acqua, sfruttando le precipitazioni previste, con effetti immediati sulla riserva idrica disponibile per i mesi a venire. «Siamo fiduciosi in una risposta celere – conclude Schifani – perché ogni giorno di attesa significa acqua persa.

Il nostro obiettivo è garantire una gestione efficiente delle risorse idriche, a tutela del territorio e della comunità». L’intervento sulla diga prevede due fasi distinte, che erano state un impegno preso dal presidente Schifani in occasione della riunione svoltasi a Roma, presso il ministero lo scorso 29 gennaio. Concluso questo primo step, si passa adesso agli interventi più urgenti per migliorare la sicurezza e al progetto complessivo di riqualificazione dell’infrastruttura. Il secondo intervento di riqualificazione sismica richiederà tempi più lunghi e risorse finanziarie maggiori, per garantire la piena funzionalità dell’invaso e la sua conformità agli standard di sicurezza più recenti.

CONCORSO FORESTALE OVVERO “GLI ORRORI DELLA REGIONE SICILIANA”

La mafia e il reato di concorso esterno - Cronaca - Ansa.it

 

di    R.LANZA

La Regione siciliana rinuncia all’appello contro la sentenza del Tar che aveva neutralizzato l’annullamento del concorso per 46 agenti forestali, una selezione che  aveva messo in vetrina i favoritismi ed interessi personali che ruotavano attorno al concorso.  E’ questa, signori, la Mafia che più avvolge la nostra terra.

E’ il sigillo proposto da altro ente siciliano , Avvocatura dello Stato-con i vertici di Palazzo d’Orleans, che non ha nulla in questo caso ( ma anche tanti altri casi) dell’anima di uno Stato democratico e corretto ma sembra quello di un campione  referente di una somigliante e velata “associazione a delinquere”

Chi voleva la verità sul concorso, il presidente della Regione, Renato Schifani,  non la saprà più, è stato “fermato” dal “parere”  dell’Avvocatura dello Stato, firmato da Francesco Pignatone e Giuseppina Tutino De Lisi, per  ricorrere al Cga, e quindi, o forse, quale titolare dei propri poteri autonomi, darà il via libera ai 46 della graduatoria  e disco rosso ai 20 mila candidati: «Intuibili ragioni di tutela-avverte l’Avvocatura–  del primario interesse pubblico, oltre che di accertata correttezza dell’operato della Regione, scoraggiano la proposizione del ricorso».

Come si azzarda – gravi punti interrogativi solleva la fattispecie – l’Avvocatura dello Stato a parlare di  parere di “accertata correttezza dell’operato della Regione” quando la commissione stessa, regionale, con l’ex direttore generale del Corpo forestale, ha fatto conoscere il testo del concorso al figlio candidato?

Che vergogna Presidente Schifani, che vergogna pure fermarsi per questo “parere dell’Avvocatura” che da della Sicilia che lei rappresenta un territorio in mano ad una classe dirigenziale predatoria e senza scrupoli, che fa quel che vuole  

Che vergogna Presidente Schifani avere in Sicilia un Corpo forestale che ha prerogative pure giudiziarie, cioè accertare reati come la Polizia, con queste gravi macchie , non cancellabili, sulla struttura     e suoi funzionari …     Funzionari  per di più n divisa, raccomandati, col potere di fare verbali giudiziari.  Ci sarà un distinguo pure fra loro.    Ma in Sicilia tutto è diventato possibile.  

Quel che è più grave è la massa dei disoccupati che non può fare sciopero, non può fare pressioni, per protestare contro gli “orrori” della Regione siciliana

L’ultimo atto : si apprende che l’assessore all’Ambiente Giusi Savarino   diseppellirà  il concorso finito sotto la lente di ingrandimento della magistratura amministrativa oltre un anno fa, quando uscì la graduatoria che chiudeva la preselezione dei 20 mila candidati. 

Forum Palermo-Milano, il governatore siciliano Schifani: «Confronto fra città fa crescere competitività dell’Italia»

 

 

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«Collegare Palermo e Milano, due aree metropolitane a vocazione diversa e due grandi regioni della nostra Nazione, è l’occasione per rafforzare la relazione feconda e reciproca fra le due realtà, rafforzare capacità di dialogo e confronto su prospettive di crescita e orientare le azioni della Regione sul capoluogo per migliorare la competitività dell’Italia».

Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, intervenendo al “Forum Milano Palermo Genio Mediterraneo“, che si è svolto stamani al Teatro Massimo di Palermo, a cui hanno partecipato esponenti delle istituzioni pubbliche, i sindaci di Palermo e Milano e operatori culturali ed economici.
«Questa città sta facendo grandi sforzi – ha aggiunto il governatore – ha avuto momenti di crisi, ma sta iniziando un percorso di industrializzazione, cresce il Pil, cresce l’occupazione. Per l’area metropolitana di Palermo la Regione è intervenuta finanziariamente per quasi 700 milioni a valere sul Fondo sviluppo e coesione 2021-2027 che proprio in questo teatro, la scorsa estate, abbiamo sottoscritto con la presidente Meloni, ai quali vanno aggiunti investimenti europei, nazionali e regionali. Abbiamo tanti interventi in corso d’opera, fra cui la realizzazione del termovalorizzatore di Bellolampo, per il quale a brevissimo sarà pubblicata la gara per la progettazione, insieme a quello di Catania. Potremo liberare la Sicilia dalle discariche ma occorre accelerare il passo, fare di tutto perché Palermo raggiunga il target del 60 per cento di raccolta differenziata previsto, cosi da eliminare la spesa per l’invio all’estero dei rifiuti, produrre energia per la città e ridurre i costi per i siciliani».

In materia di impianti per l’energia rinnovabile, il presidente ha sottolineato nel suo intervento «la consapevolezza che la diffusione delle fonti debba contribuire alla riduzione del costo delle forniture elettriche per cittadini ed imprese, favorendo condizioni di mercato tali da rendere più vantaggiosa l’attrazione di investimenti. Purtroppo – ha proseguito Schifani – questo non accade ancora, e in tal senso avvieremo uno specifico confronto con il governo centrale e con gli operatori di settore per la drastica riduzione dei costi energetici della Sicilia chiamata a offrire il maggiore spazio per l’allocazione degli impianti.

Oltre al piano energetico, l’impegno del governo regionale è crescente anche sul fronte del digitale. La Sicilia, e in particolare Palermo, costituiscono un hub della connettività digitale del Mediterraneo; l’obiettivo è quello di rafforzare il percorso proficuamente intrapreso adesso dalla Sicilia, che aveva maturato troppi ritardi in passato, nella convinzione che la transizione ecologica e la digitalizzazione siano mete ineludibili per la modernizzazione».

Terme, sopralluogo fuori programma del governatore siciliano Schifani ad Acireale: “Impegno concreto per il rilancio”

 

 

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Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha effettuato questa mattina un sopralluogo fuori programma alle Terme di Acireale per verificare di persona lo stato dei luoghi e fare il punto sulle azioni in corso per la loro riqualificazione e rilancio. La visita segue la pubblicazione, a fine dicembre, degli avvisi esplorativi per la ricerca di partner privati interessati a cofinanziare il progetto di valorizzazione delle Terme, con scadenza il prossimo 30 maggio.
Le Terme – ha dichiarato Schifani – rappresentano un patrimonio inestimabile per la Sicilia, sia dal punto di vista storico che economico. Il nostro obiettivo è restituire loro piena funzionalità, dopo quasi 15 anni di chiusura, trasformandole in un motore di sviluppo per il territorio, capace di creare occupazione e attrarre turismo di qualità”. Proprio nei giorni scorsi, il presidente ha presentato alla Bit di Milano il progetto di rilancio nell’ambito del villaggio Thermalia, alla presenza del presidente di Fedeterme, Massimo Caputi, per promuovere a livello nazionale e internazionale le opportunità offerte.
A conferma dell’impegno concreto, la Regione ha già stanziato 90 milioni di euro – ai quali se ne aggiungeranno altrettanti da parte dei privati – all’interno del Fondo per lo sviluppo e la coesione. Superate diverse criticità, tra cui il riordino normativo e amministrativo delle strutture, il completamento della liquidazione degli enti, condizioni necessarie per garantire un percorso chiaro agli investitori, evitando così di scoraggiarne la partecipazione nel tentativo di rilancio, come già avvenuto in passato.
Ridotti, dal 5% allo 0,5%, anche i canoni concessori per le acque termali, in linea con quanto avviene nelle altre regioni. Con i due avvisi, la Regione punta a individuare partner qualificati per attuare un piano di sviluppo concreto e sostenibile che prevede la riqualificazione e la successione gestione delle due strutture.
La nostra strategia – ha concluso Schifani – è chiara: recuperare e valorizzare le terme siciliane, privilegiando il partneriato pubblico-privato, per rilanciarle come poli d’eccellenza nel turismo termale e sanitario, favorendo inoltre la destagionalizzazione del turismo anche in inverno. Continueremo a lavorare con determinazione affinché Acireale e Sciacca tornino a essere punti di riferimento nel panorama termale italiano

Dissalatori in Sicilia , arrivano 20 milioni di euro per avviare gli impianti e gestire i tre dissalatori nel primo anno di attività

 

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«Dal governo nazionale arriveranno 20 milioni di euro per la fase di avvio dei dissalatori di Gela, Trapani e Porto Empedocle. È stata infatti accolta la nostra richiesta che permetterà di far partire i nuovi impianti con la massima efficienza e nei tempi previsti».

Ad annunciarlo il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, dopo la presentazione di un emendamento da parte dei relatori al ddl di conversione del decreto-legge 31 dicembre 2024 n.208, attualmente in fase di esame congiunto da parte delle commissioni Bilancio e Ambiente della Camera dei deputati. Il provvedimento adottato alla fine dell’anno scorso prevede all’articolo 2 misure urgenti per l’adeguamento delle infrastrutture idriche in Sicilia.

«Queste somme aggiuntive – spiega Schifani – permetteranno di coprire i costi di avviamento e di gestione temporanea dei tre dissalatori nel primo anno di riattivazione. Si tratta di un risultato raggiunto ancora una volta attraverso una forte sinergia istituzionale. Ringrazio il governo nazionale e il Commissario per l’emergenza idrica, Nicola Dell’Acqua, per la vicinanza e la collaborazione che, ancora una volta, stanno dimostrando verso la Sicilia».

Per quanto riguarda le altre risorse necessarie per i tre impianti di dissalazione, il governo Schifani ha già individuato 90 milioni all’interno dell’Accordo di coesione e 10 milioni a valere sul bilancio regionale. L’iter di realizzazione degli interventi in via d’urgenza è stato affidato, come chiesto dal presidente Schifani, al commissario Dell’Acqua per via dei poteri di deroga dei tempi conferiti dalla legge. La Cabina di regia regionale per l’emergenza idrica continuerà a monitorare l’andamento delle procedure per la realizzazione dei tre impianti.

Reddito di povertà in Sicilia,il governatore Schifani: «Un aiuto per le famiglie, dal 25 febbraio al via le domande»

 

 

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Il Presidente Schifani

 

 

Palermo, 

Da martedì 25 febbraio sarà possibile presentare la domanda per richiedere il contributo una tantum a fondo perduto fino a 5 mila euro destinato alle famiglie in difficoltà residenti in Sicilia. È stato pubblicato stamattina il decreto dell’assessorato regionale della Famiglia e delle politiche sociali che rende attiva la misura del “reddito di povertà” e che stabilisce le tempistiche e i criteri di assegnazione. A disposizione ci sono 30 milioni di euro. L’erogazione avverrà attraverso l’Irfis, incaricata della gestione del fondo. Le domande potranno essere presentate fino al 15 aprile 2025 esclusivamente online sulla piattaforma dedicata che sarà attivata nei prossimi giorni dalla finanziaria regionale. La selezione avverrà sulla base di criteri economici e sociali, con priorità ai nuclei con minori, persone in situazioni di disagio e famiglie monogenitoriali.

«Questo contributo – sottolinea il presidente della Regione Renato Schifani, che ha fortemente voluto il provvedimento – rappresenta un aiuto per le famiglie siciliane che vivono in condizioni di difficoltà economiche, garantendo un sostegno immediato per affrontare le spese essenziali. Il nostro obiettivo è fornire un aiuto tangibile alle persone più vulnerabili, affinché nessuno si senta abbandonato in un momento così delicato. Sappiamo che l’aumento del costo della vita, unito alle difficoltà lavorative, sta mettendo in crisi molte famiglie, per questo motivo abbiamo voluto rendere questa misura accessibile nel modo più semplice, attraverso una piattaforma online intuitiva e con il supporto di un call center dedicato. Questo intervento non è solo un sostegno economico, ma un segnale di vicinanza da parte delle istituzioni regionali. Continueremo a lavorare per individuare soluzioni strutturali che possano garantire maggiore stabilità economica e sociale alle famiglie siciliane. Il nostro impegno è chiaro: nessuno deve essere lasciato indietro».

Al contributo potranno accedere i soggetti residenti in Sicilia da almeno cinque anni, con Isee relativo all’anno 2023 inferiore a 5 mila euro. Verrà stilata una graduatoria in base al punteggio assegnato alla famiglia richiedente e il contributo economico sarà erogato secondo le seguenti fasce: 5.000 euro euro oltre i 30 punti, 3.500 euro fino a 30 punti e 2.500 euro fino a 20 punti. Per quanto riguarda i criteri di reddito, il punteggio massimo (10 punti) sarà dato a chi ha un Isee tra 0 e 1.500 euro; fino 3.500 euro verranno assegnati 8 punti, mentre 6 punti a chi ha un Isee fino a 5.000 euro.

Altri punti verranno erogati in base alla situazione familiare: 1 punto per ogni componente fino a un massimo di 9 punti per famiglie oltre gli 8 componenti. Due punti aggiuntivi saranno dati per ogni figlio minorenne. Vivere in affitto varrà altri 5 punti, mentre 8 punti andranno a chi vive una condizione di disagio sociale come essere ragazza madre, donna vittima di violenza o vedova con figli. A parità di punteggio sarà preferito il nucleo familiare con più figli minori, nel caso di ulteriore parità sarà preferito quello con disagio sociale. I beneficiari del fondo saranno destinati ad attività socialmente utili, tenuto conto del loro stato psico-fisico, in base ad intese con i comuni di residenza.

Terme, il presidente Schifani presenta i progetti di rilancio di Sciacca e Acireale , da trasformare in eccellenze turistiche, alla Bit di Milano

 

 

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Le Terme di Acireale e Sciacca sono chiuse da dieci anni, ma oggi la Regione è pronta a voltare pagina. Rispetto al passato, quando il precedente bando per riqualificarle non ha avuto successo a causa di ostacoli burocratici e gestionali, questa volta il contesto è completamente diverso. La Regione ha infatti risolto una serie di criticità che solo un ente pubblico poteva affrontare, rimuovendo gli impedimenti che avevano scoraggiato la partecipazione delle aziende private nel tentativo di rilancio».

Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani questa mattina nella conferenza stampa “Terme di Sicilia: la riqualificazione di Acireale e Sciacca”, all’interno del Villaggio “Thermalia” realizzato da Federterme alla Borsa internazionale del turismo (Bit) a Milano.

«Questo nuovo scenario – ha aggiunto il governatore – può aprire la strada a un reale interesse da parte degli operatori del settore, che oggi possono contare su condizioni più favorevoli per investire e contribuire al rilancio delle terme. E in questa logica abbiamo anche ridotto, dal 5% allo 0,5% del fatturato, il canone per la concessione delle acque termali. L’obiettivo non è solo riaprire le strutture, ma trasformarle in eccellenze del turismo termale, integrandole con le tradizioni locali, l’artigianato e l’enogastronomia, per offrire un’esperienza autentica e sostenibile ai visitatori con ricadute positive per i territori. Proprio per sottolineare questa visione di qualità e innovazione, la Regione ha scelto di presentare il progetto di rilancio all’interno del villaggio Thermalia alla Bit di Milano.

Questa decisione nasce dalla convinzione che i privati che parteciperanno ai prossimi avvisi pubblici debbano rappresentare l’eccellenza del settore, portando competenza e visione strategica per far rinascere queste strutture e valorizzare al meglio le potenzialità della nostra terra. Con 90 milioni di euro stanziati dal Fondo di sviluppo e coesione e un modello di partenariato pubblico-privato, la Sicilia vuole trasformare finalmente le terme in un punto di riferimento per il turismo di benessere a livello nazionale e internazionale, per destagionalizzare l’offerta e attrarre così nuovi flussi. Questa è la volta buona per dare nuova vita a un patrimonio che merita di essere valorizzato nel migliore dei modi».

 

Festa di Sant’Agata a Catania,il governatore siciliano Schifani: «Impegnati per un futuro migliore in Sicilia»

 

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Le celebrazioni per la patrona di Catania rappresentano sempre un momento di grande emozione, tra fede e partecipazione popolare. Voglio sottolineare i valori cristiani che soggiacciono a questo momento di grande tradizione, quei valori che ci impongono di aiutare gli ultimi, chi si trova in condizioni di disagio e di difficoltà. Non lasciare indietro nessuno è uno dei punti cardine dell’azione del mio governo e continueremo a impegnarci verso costoro e verso chi se ne prende cura. Diciamo no alla rassegnazione perché, come sottolineato dal cardinale Zuppi nella sua omelia, vogliamo alimentare la speranza di un futuro migliore per la Sicilia e per tutta la nostra comunità. Cogliamo già segnali positivi in tal senso e con determinazione e impegno perseguiamo questo obiettivo, ispirati dai quei valori espressi anche dal sacrificio di Sant’Agata».
Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, in occasione delle celebrazioni per la festa di Sant’Agata, a Catania dove questa mattina ha preso parte al solenne pontificale celebrato in cattedrale dal cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, al fianco dell’arcivescovo di Catania Luigi Renna. Presenti alla funzione anche il ministro della Protezione civile e del mare, Nello Musumeci, il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gaetano Galvagno, il sindaco di Catania, Enrico Trantino, altre autorità politiche, civili, religiose e militari. Alle 17 il presidente della Regione sarà ospite del sindaco Trantino a Palazzo degli Elefanti per assistere all’uscita del busto reliquiario dalla cattedrale e porgere un omaggio floreale al fercolo in processione in via Etnea. A seguire si recherà nella sede di rappresentanza dell’Ars ospite del presidente Galvagno.