Dichiarazione del Presidente Mattarella in occasione della Giornata Internazionale contro l’Omofobia, la Transfobia e la Bifobia

Dichiarazione del Presidente Mattarella

 

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata Internazionale contro l’Omofobia, la Transfobia e la Bifobia, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

«I principi di eguaglianza e non discriminazione, sanciti dalla nostra Costituzione, sono un presupposto imprescindibile per il progresso di qualsiasi società democratica e per la piena realizzazione di ogni persona umana.
Sono più di sessanta i Paesi nel mondo in cui l’omosessualità viene punita con la reclusione, in alcuni ancora si rischia persino la pena di morte.
L’intolleranza per il diverso, l’indifferenza di fronte alle compressioni delle altrui libertà, costituiscono lacerazioni alla convivenza democratica.
L’Italia non è immune da episodi di omotransfobia: persone discriminate, schiacciate da pregiudizi, che spesso sfociano in inaccettabili discorsi d’odio, aggredite verbalmente e fisicamente.
Non è possibile accettare di rassegnarsi alla brutalità. La violenza dei giudizi, di cui tanti cittadini sono vittime solo per il proprio orientamento sessuale, rappresenta un’offesa per l’intera collettività.
L’impegno delle Istituzioni deve essere orientato a fornire, soprattutto alle nuove generazioni, gli strumenti per comprendere le diversità delle esistenze e delle diverse esperienze umane, per una società inclusiva e rispettosa delle identità».

 

SOLO IL PAPA POTRA’ PRONUNCIARSI SULLA NATURA SOPRANNATURALE DELLE “APPARIZIONI”, NO IL VESCOVO LOCALE

Possono rilevarsi  «delle criticità molto serie a danno dei fedeli»

mappa apparizioni mariane nel mondo

Tutte le apparizioni mariane nello studio della mappa sopra riportata

 

La novità più eclatante è d’ora in poi di norma, né il vescovo locale né il Vaticano si pronunceranno per definire la natura soprannaturale del fenomeno, limitandosi ad autorizzare e promuovere devozione e pellegrinaggi. Salvo che il Papa decida altrimenti. È inoltre esplicitato il ruolo centrale del Dicastero per la Dottrina della Fede nell’affrontare questi casi. Invece viene ribadito, secondo tradizione, che i fedeli non sono obbligati a credere a questi fenomeni, seppure “approvati”.

Lo stabilisce il nuovo documento del Dicastero per la Dottrina della Fede, approvato da Papa Francesco, pubblicato oggi e che entrerà in vigore domenica prossima, Solennità di Pentecoste.

Il cardinale prefetto Victor Manuel Fernández nella presentazione ha spiegato che presunti fenomeni soprannaturali come le apparizioni mariane tante volte «hanno provocato una grande ricchezza di frutti spirituali, di crescita nella fede, di devozione e di fraternità e servizio, e in alcuni casi hanno dato origine a diversi santuari sparsi in tutto il mondo che oggi sono parte del cuore della pietà popolare di molti popoli».

D’altra parte però esiste anche la possibilità che «in alcuni casi di eventi di presunta origine soprannaturale» si rilevino «delle criticità molto serie a danno dei fedeli». Ad esempio i casi in cui dai presunti fenomeni si trae «lucro, potere, fama, notorietà sociale, interesse personale», arrivando addirittura, e questo è «particolarmente grave», a «esercitare un dominio sulle persone o a compiere degli abusi». Inoltre vi possono essere «errori dottrinali, indebiti riduzionismi nella proposta del messaggio del Vangelo, la diffusione di uno spirito settario».

Ci possono essere poi casi in cui «i fedeli siano trascinati dietro a un evento, attribuito ad un’iniziativa divina», ma che è solo frutto di fantasia, mitomania o della tendenza alla falsificazione da parte di qualcuno.

Secondo le nuove norme la Chiesa potrà discernere: «se sia possibile scorgere nei fenomeni di presunta origine soprannaturale la presenza dei segni di un’azione divina; se negli eventuali scritti o messaggi di coloro che sono coinvolti nei presunti fenomeni in parola non vi sia nulla che contrasti con la fede e i buoni costumi; se sia lecito apprezzarne i frutti spirituali, o risulti necessario purificarli da elementi problematici o mettere in guardia i fedeli dai pericoli che ne derivano; e sia consigliabile una loro valorizzazione pastorale da parte dell’autorità ecclesiastica competente».

Il Papa incontra i partecipanti al Meeting organizzato dalla "Fratelli Tutti"

Poi «in via ordinaria, non si dovrà prevedere un riconoscimento positivo da parte dell’autorità ecclesiastica circa l’origine divina di presunti fenomeni soprannaturali». Di norma quindi «né il Vescovo diocesano, né le Conferenze episcopali, né il Dicastero dichiareranno che i fenomeni sono di origine soprannaturale, e solo il Santo Padre può autorizzare una procedura in tal senso».

Nel documento precedente che trattava questa tematica – risalente al pontificato di Paolo VI (le vecchie Norme vennero approvate nel 1978 e sono state rese pubbliche nel 2011) – il giudizio finale della Chiesa poteva essere positivo (“constat de supernaturalitate”) o negativo (“non constat de supernaturalitate”). Ora invece si stabilisce che alla fine del discernimento ci siano 6 gradi di giudizio.

Eccoli:

Nihil Obstat: non viene espressa certezza sull’autenticità soprannaturale, ma si riconoscono segni di un’azione dello Spirito. Si incoraggia il vescovo a valutare il valore pastorale e a promuovere la diffusione del fenomeno, compresi i pellegrinaggi.

Prae oculis habeatur: si riconoscono segni positivi, ma ci sono anche elementi di confusione o rischi che richiedono discernimento e dialogo con i destinatari. Potrebbe essere necessaria una chiarificazione dottrinale se ci sono scritti o messaggi associati al fenomeno.

Curatur: sono presenti elementi critici, ma c’è una diffusione ampia del fenomeno con frutti spirituali verificabili. Si sconsiglia un divieto che potrebbe turbare i fedeli, ma si invita il vescovo a non incoraggiare il fenomeno.

Sub mandato: le criticità non sono legate al fenomeno stesso, ma all’uso improprio fatto da persone o gruppi. La Santa Sede affida al vescovo o a un delegato la guida pastorale del luogo.

Prohibetur et obstruatur: nonostante alcuni elementi positivi, le criticità e i rischi sono gravi. Il Dicastero chiede al vescovo di dichiarare pubblicamente che l’adesione non è consentita e di spiegare le ragioni della decisione.

Declaratio de non supernaturalitate: il vescovo è autorizzato a dichiarare che il fenomeno non è soprannaturale basandosi su prove concrete, come la confessione di un presunto veggente o testimonianze credibili di falsificazione del fenomeno.

Riguardo alle norme procedurali da rispettare per arrivare a questo discernimento le nuove Norme spiegano che spetta al vescovo esaminare i casi e sottoporlo al Dicastero per l’approvazione. Al presule coinvolto è chiesto di astenersi dal fare pubbliche dichiarazioni relative all’autenticità o soprannaturalità, e anche di vigilare affinché non vi sia confusione e non si alimenti il sensazionalismo. Nel caso gli elementi raccolti «sembrino sufficienti», il vescovo costituirà una commissione d’indagine annoverando tra i suoi membri almeno un teologo, un canonista e un perito scelto in base alla natura del fenomeno.

Le nuove Norme spiegano che tra i criteri positivi c’è «la credibilità e buona fama delle persone che affermano di essere destinatarie di eventi soprannaturali o di essere direttamente coinvolte in tali fatti, così come dei testimoni ascoltati… l’ortodossia dottrinale del fenomeno e dell’eventuale messaggio ad esso connesso, il carattere imprevedibile del fenomeno da cui appare chiaramente che non sia frutto dell’iniziativa delle persone coinvolte, i frutti di vita cristiana».

Mentre tra i criteri negativi ci sono la «presenza di un errore manifesto circa il fatto, eventuali errori dottrinali…, uno spirito settario che genera divisione nel tessuto ecclesiale, una ricerca evidente di lucro, potere, fama, notorietà sociale, interesse personale collegata strettamente al fatto, atti gravemente immorali…, alterazioni psichiche o tendenze psicopatiche nel soggetto, che possano aver esercitato un’influenza sul presunto fatto soprannaturale, oppure psicosi, isteria collettiva o altri elementi riconducibili a un orizzonte patologico».Infine viene stabilito che qualunque sia la determinazione finale approvata, il vescovo «ha il dovere di continuare a vigilare sul fenomeno e sulle persone coinvolte».

Cardiochirurgia pediatrica di Taormina: formalizzata la richiesta di deroga al Ministero Raccordo operativo tra il reparto di Taormina (8 postI letto) e quello di Palermo con 12 posti letto

 

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In Sicilia possono coesistere in modo permanente due centri di cardiochirurgia pediatrica, come avviene già in Veneto (a Padova e a Verona) dove la popolazione residente è analoga. Lo sostiene la Regione nella richiesta di deroga al “decreto Balduzzi” inviata al ministero della Salute. Così resterebbe in funzione il reparto attivo da oltre 10 anni al San Vincenzo di Taormina, accanto alla nuova struttura del Civico di Palermo, mantenendo l’impegno con le famiglie dei piccoli pazienti. Il documento è stato sottoscritto dal presidente della Regione, dall’assessore alla Salute e dai dirigenti generali dei dipartimenti della Pianificazione strategica e delle Attività sanitarie e osservatorio epidemiologico. L’amministrazione regionale ritiene “imprescindibile” mantenere la funzionalità di entrambe le strutture di eccellenza, con procedure di evidenza pubblica.

L’operatività della Cardiochirurgia pediatrica di Taormina, attualmente in convenzione con l’Irccs Bambino Gesù di Roma, è stata al momento prorogata al 31 luglio 2024, su richiesta del governo della Regione Siciliana, e senza la deroga ministeriale sarebbe destinata a cessare. Tra luglio 2023 e marzo 2024 sono stati 165 gli interventi eseguiti nella struttura di Taormina su pazienti provenienti dalla Sicilia e dalla Calabria ai quali si aggiungono i 167 del centro del capoluogo, avviato il 4 luglio 2023 in convenzione con il San Donato di Milano: questi i dati a supporto della richiesta che testimoniano la validità dell’iniziativa e la sua sostenibilità a garanzia dell’operatività di due poli di cardiochirurgia pediatrica. Nei due centri veneti, secondo i dati inseriti nel Programma nazionale esiti, nel 2022 gli interventi sono stati 264 (190 a Padova e 74 a Verona).

L’ipotesi avanzata al Ministero, che si inquadra nel processo di revisione della rete ospedaliera già avviato dalla Regione, prevede anche un forte raccordo operativo tra il reparto di Taormina (8 posti letto) e quello di Palermo (12 posti letto). Anche sul piano delle risorse finanziarie, le aziende sanitarie a cui afferiscono i due centri hanno già previsto specifiche risorse nei propri bilanci, nell’ambito della relativa programmazione. Gli oneri, inoltre, sono destinati a una graduale riduzione e razionalizzazione per effetto dell’innesto di personale di ruolo specialista in cardiochirurgia. L’operatività di due centri, inoltre, ridurrebbe la mobilità sanitaria dalla Sicilia e dalla Calabria, con minori costi “sociali” legati alla trasferte per le famiglie dei pazienti, con, inoltre, la prospettiva di un’offerta assistenziale di elevata qualità rivolta anche ai Paesi del bacino mediterraneo, in modo da preservarne la sostenibilità anche sul piano finanziario ed economico.

 

Decreto dei Vescovi di Sicilia su “Esorcismi e preghiere di liberazione”. Il ministero deve esercitato da un sacerdote esorcista perchè il Maligno può entrare nell’anima di qualunque persona

 

 

La Conferenza Episcopale siciliana ha promulgato un decreto su “esorcismi e preghiere di guarigione e liberazione”. Secondo i Vescovi di Sicilia “se è oggettivo che la pratica dell’esorcismo in tempi recenti è diminuita rispetto al passato, anche a motivo di una crescente diagnostica di carattere psichico e psicologico, è altresì vero che sono comunque in molti coloro che ricorrono a tale esercizio”.

“Anche nelle diciotto Diocesi di Sicilia, come avviene ormai in tutta Italia – sottolineano -, si è diffusa la prassi da parte di alcuni sacerdoti di indire riunioni periodiche nelle quali si svolgono preghiere atte ad ottenere la guarigione dagli influssi e dai disturbi procurati dal Maligno. Le stesse sono spesso associate a celebrazioni liturgiche che vengono di riflesso definite impropriamente Messe di guarigione”. “Affinchè queste celebrazioni siano svolte è però necessario che siano illuminate da una normativa giuridico-pastorale puntuale che ben delinei le possibilità di azione.

Inoltre – secondo i Vescovi siciliani -, è fondamentale che chi guida questi momenti, se vissuti nella fiducia allo Spirito Santo, sia da conforto per l’anima tormentata, e sappia anche circoscrivere la preghiera a tale compito senza scadere nella concitazione di isterismo, artificiosità, teatralità o sensazionalismo”.
Il Canone 1171 del Codice di Diritto Canonico parla degli esorcismi mettendoli in relazione con gli “ossessi”, quei casi di possessione diabolica vera e propria. In questo caso ad agire deve essere un sacerdote esorcista. Ciò non toglie che si possa agire a beneficio di coloro che sono “disturbati” anche con preghiere di liberazione attraverso le quali chiedere l’intercessione di Dio affinchè il “disturbato” sia liberato.

La Congregazione per la Dottrina della Fede ha già emanato, nel settembre del 2000, delle norme da seguire. Il testo si oppone ad “esorcismi fai da te” e traccia un riferimento preciso per coloro che esercitano il ministero, ma anche a chi prima di indirizzare un fedele dall’esorcista è chiamato a fare un sano discernimento tra reale disturbo e mera suggestione. A questo, dopo ventiquattro anni, si affianca il decreto firmato dai vescovi di Sicilia. Nel documento si evidenzia una situazione per la quale il numero dei fedeli che cercano liberazione da presunte possessioni è ampio. Le stesse sono causate, a loro dire, da malefici e fatture. A rispondere a questa richiesta sono i sacerdoti che, animati da slancio pastorale e desiderio di confortare il proprio gregge, accolgono e benedicono chi chiede loro aiuto. Nonostante la buona volontà a loro riconosciuta alcuni sacerdoti non agiscono conformemente alle linee guida.

Per monsignor Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e Presidente della CESi:Queste linee guida sono emesse per affrontare questioni di interesse generale all’interno della comunità ecclesiale. Le pratiche religiose sono importanti per esprimere e mantenere una prassi unitaria all’interno delle comunità di fede. Attraverso la preghiera comune, la partecipazione ai sacramenti e l’osservanza dei rituali religiosi, i fedeli vivono la comunione con gli altri credenti”.

Monsignor Giuseppe La Placa, vescovo di Ragusa e delegato Cesi per la Pastorale Esorcistica, aggiunge: “In questo decreto, che viene emanato da parte dei Vescovi di Sicilia, è centrale la cura, l’attenzione e la premura nei confronti di questi nostri fratelli che sono posseduti o vessati dal demonio. Si tratta di un servizio reso agli esorcisti, a coloro che si occupano di questi nostri fratelli con fragilità, ma nello stesso tempo si rivolge a tutto il popolo di Dio. Questo è possibile coltivando una vita spirituale intensa, nutrendosi dei sacramenti e mettendosi in docile ascolto della Parola di Dio”.

Secondo i Vescovi di Sicilia “fin troppo spesso si rischia di spettacolarizzare la preghiera di liberazione. Recitare le preghiere in adunanze pubbliche davanti all’Eucarestia solennemente esposta e benedicendo con il Santissimo Sacramento fa sì che si verifichino urla, parolacce se non addirittura bestemmie che possono turbare i fedeli presenti, in special modo quelli più deboli. Ancor peggio alcune volte tali preghiere avvengono in case private a cura di laici, a volte anche assistiti da sacerdoti. In questo clima di approssimazione è necessario per la Conferenza Episcopale Siciliana chiarire la prassi e ribadire l’insegnamento che la Chiesa ha già dato, fornendo disposizioni che ribadiscano i punti cardine già stabiliti”.

“Non bisogna alimentare la curiosità morbosa verso la preghiera di liberazione. Bisogna avere cura anche dei fratelli più fragili e non sottoporre nessuno a preghiere di liberazione comunitarie. Ecco perchè i Vescovi, giustamente, intervengono a regolare questi punti. E’ chiaro che bisogna obbedire, come ci insegna il Vangelo, anche a queste indicazioni che ci vengono date per il bene di tutti”…

Ragusa: sei misure cautelari per immigrazione clandestina Due impiegati del Comune sospesi dall’esercizio di pubblico ufficio

 

Ragusa, estorsore arrestato in flagranza di reato

Ragusa,

A Ragusa  i poliziotti della Squadra mobile hanno eseguito un’ordinanza cautelare nei confronti di sei persone per favoreggiamento dell’ingresso e della permanenza sul territorio nazionale di cittadini extracomunitari.

Gli investigatori hanno individuato un centro di assistenza per stranieri, gestito da due dei destinatari delle misure cautelari dove, a fronte del pagamento di corpose somme di denaro, venivano offerte agli stranieri delle abitazioni nel centro storico della città, da utilizzare al solo scopo di fare ottenere loro la residenza anagrafica, necessaria alla presentazione delle istanze di rilascio e rinnovo del permesso di soggiorno o anche di ricongiungimento familiare.

Con l’indagine sono state individuate tredici abitazioni, che venivano occupate dagli stranieri solo in occasione dei controlli di due operatori comunali, i quali, a fronte del pagamento, omettevano di eseguire la verifica, limitandosi a dei controlli blandi e superficiali e comunicando successivamente all’ufficio anagrafe il superamento dell’accertamento, in virtù del quale veniva poi concessa la residenza anagrafica nel comune di Ragusa.

Uno degli arrestati ha avuto un ruolo centrale nell’attività criminale perché aveva la funzione di tenere i contatti stretti con i due operatori comunali ma anche quella di accompagnare e di indirizzare gli stranieri presso le abitazioni dove avevano dichiarato la residenza, al fine di trattenerli per il tempo strettamente necessario al controllo dell’operatore.

Dei sei indagati, tre sono finiti agli arresti domiciliari, una donna è stata sottoposta all’obbligo di dimora mentre per i due operatori comunali è scattata la sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio o servizio.

 

Ilaria Salis, accolto il ricorso, starà ai domiciliari a Budapest. Esce dal carcere libera delle catene. Avrà il braccialetto elettronico

 

Il tribunale di seconda istanza ungherese ha accolto il ricorso presentato dai legali di Ilaria Salis, potrà stare -con il braccialetto elettronico – ai domiciliari a Budapest. Ha dovuto pagare una cauzione.L’attivista italiana potrà però uscire dal carcere.
“Il Tribunale del riesame ungherese ha concesso gli arresti domiciliari a Ilaria Salis, che potrà dunque scontarli in Ungheria”, ha confermato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani durante il question time alla Camera.
“l commento in una nota congiunta Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni dell’Alleanza Verdi Sinistra.    “La concessione dei domiciliari a Ilaria Salis, dopo l’accoglimento del ricorso presentato dai suoi legali, è una splendida notizia!”.
Questo risultato si deve innanzitutto alla tenacia e alla determinazione della famiglia – proseguono – e di tutti coloro che invece di stare in silenzio si sono battuti e continueranno a farlo per i diritti di Ilaria e di tutti noi. Siamo felici e ancora più convinti della nostra scelta di candidare Ilaria nelle nostre liste. Ora dopo questa prima vittoria, così importante per lei e tutti noi, vogliamo riportarla in Italia e poi a Bruxelles come Parlamentare europea perché – concludono Bonelli e Fratoianni – la questione del rispetto dei diritti in Europa diventi una questione pienamente politica”

Attentato al premier slovacco Robert Fico. E’ in pericolo di vita.

 

 

Il primo ministro slovacco Robert Fico è in pericolo di vita dopo essere stato colpito da alcuni spari all’addome. L’attentato- si apprende -è avvenuto nella città di Handlova, dove si era tenuta una riunione del governo. L’aggressore sarebbe stato arrestato.
“Oggi Robert Fico è stato vittima di un attentato. Gli hanno sparato più volte ed è attualmente in pericolo di vita. E’ stato trasportato in elicottero a Banska Bystrica, perché il trasporto a Bratislava richiederebbe troppo tempo a causa della necessità di un intervento urgente. A decidere saranno le prossime ore

Il Presidente Mattarella ha ricevuto oggi il Presidente della Repubblica di Lettonia, Edgars Rinkēvičs.

Il Presidente Sergio Mattarella accoglie il Presidente della Repubblica di Lettonia, Edgars Rinkēvičs

 

Il Presidente Sergio Mattarella con il Presidente della Repubblica di Lettonia, Edgars Rinkēvičs, nel corso degli onori militari

Il Presidente Sergio Mattarella con il Presidente della Repubblica di Lettonia, Edgars Rinkēvičs, nel corso degli onori militari

Il Presidente Sergio Mattarella con il Presidente della Repubblica di Lettonia, Edgars Rinkēvičs, nel corso degli onori militari

Il Presidente Sergio Mattarella con il Presidente della Repubblica di Lettonia, Edgars Rinkēvičs

Il Presidente Sergio Mattarella con il Presidente della Repubblica di Lettonia, Edgars Rinkēvičs

Il Presidente Sergio Mattarella nel corso dei colloqui con il Presidente della Repubblica di Lettonia, Edgars Rinkēvičs

Il Presidente Sergio Mattarella nel corso dei colloqui con il Presidente della Repubblica di Lettonia, Edgars Rinkēvičs

Il Presidente Sergio Mattarella nel corso dei colloqui con il Presidente della Repubblica di Lettonia, Edgars Rinkēvičs

Il Presidente Sergio Mattarella nel corso dei colloqui con il Presidente della Repubblica di Lettonia, Edgars Rinkēvičs

C o m u n i c a t o

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa mattina al Quirinale il Presidente della Repubblica di Lettonia, Edgars Rinkēvičs, in visita ufficiale, intrattenendolo successivamente a colazione.
Era presente all’incontro il Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Edmondo Cirielli.

 

Controlli a sorpresa ieri nella sede dell’Istituto Incremento ippico di Catania dei dirigenti dello SPRESAL e “chiarimenti “del responsabile su una segnalazione di illeciti

 

pascolo ambelia

 

di    E. LANZA

L’  Asp di Catania- Sezione dipartimento controllo -SPRESAL- ieri ha fatto un sopralluogo improvviso nella sede dell’Istituto Incremento ippico di Via Vittorio Emanuele per avere alcune spiegazioni dal direttore -responsabile  a seguito di una vibrata segnalazione di un ex dirigente sindacale   S.S.

La Segnalazione :     Inosservanza  del Giudizio rilasciato dall’Organo di Vigilanza             SPRESAL in data 16/05/2023 ,” istanza allo SPRESAL per “diffidare il Dott.Sole dell’eseguire la  visita di sorveglianza “sull’esponente S.S., avente qualifica (attuale)di Collaboratore           Amministrativo, addetto ad attività di ufficio senza utilizzazione di video terminali” .

 

Sostanzialmente l’esponente ,in servizio presso istituto incremento ippico di Catania, con la qualifica di Collaboratore amministrativo, lamentava che

l’Istituto Incremento ippico di Catania non osserva e/o  non vuol tener conto del  Giudizio rilasciato dal Dipartimento di prevenzione(Servizio di Prevenzione e Sicurezza  degli Ambienti di Lavoro SPRESAL per la corrette mansioni di lavoro da svolgere e ,arbitrariamente –-  continua ad attribuire all’ex dirigente sindacale  lavori incompatibili  nell’assoluta inosservanza ed indifferenza delle disposizioni dettate dal Vs Organo Vigilanza tramite  ricorso avverso ai sensi dell’art.41 comma 9 -del D.Lgs. n. 81/08

Poiché la predetta problematica sussiste dunque ancora oggi ed anzi, ,essa  assume tinte ancora più gravi per l’attuazione negli Enti pubblici , in Italia, della materia sicurezza che pone il nostro Paese al primo posto per l’omissione degli interventi dovuti , e l’attuazione dei correttivi più urgenti

, l’ex dirigente sindacale S.S. ha richiesto . un intervento nei confronti dell’ amministrazione Istituto ippico, al fine di non eludere- “con una nuova visita di sorveglianza ( da parte del dr Sole incaricato dall’Istituto”) il giudizio espresso dall’organo di vigilanza  SPRESAL .  per la prevista assegnazione a lavori d’ufficio del sottoscritto senza utilizzazioni di video terminali…..”

Il direttore f.f  dell’Istituto, dr. Bentivegna nel corso della riunione tenuta con i dirigenti dello SPRESAL – si apprende- ha assicurato  il rispetto delle disposizioni dettate dall’Organo di vigilanza e lo svolgimento di regolare visita di sorveglianza al dipendente che ha contestato le modalità della medesima visita sanitaria

 

 

 

Ospedale Cervello di Palermo, dirigenti in assessorato: il pronto soccorso non chiuderà, al vaglio due ipotesi progettuali

 

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Palermo,

Non è prevista la chiusura del pronto soccorso dell’ospedale Cervello di Palermo, né il suo accorpamento con quello di Villa Sofia, in vista dei futuri lavori di ristrutturazione che coinvolgeranno l’area di emergenza-urgenza. È quanto ribadito nel corso di una riunione che si è tenuta nell’assessorato regionale della Salute tra l’assessore, i dirigenti dei dipartimenti Pianificazione strategica e del Dasoe insieme con i vertici dell’azienda ospedaliera.

La direzione aziendale ha comunicato di avere al vaglio due ipotesi progettuali per i lavori ed entro due settimane sceglierà quella più idonea a garantire la continuità assistenziale. La decisione definitiva verrà presa nel corso di un nuovo incontro previsto in assessorato alla fine del mese.

Riguardo la carenza di personale, analoga a quella di tante altre strutture di emergenza-urgenza sia a livello regionale che nazionale, risulterà essenziale il ricorso a prestazioni aggiuntive di medici anche di altre unità complesse, finalizzato a garantire la doverosa continuità assistenziale.