Arrestato in Spagna, a Pamplona, Sebastian Gutuman, catturando sfuggito all’operazione “Perseverant”da Reggio Calabria

illustrazioni stock, clip art, cartoni animati e icone di tendenza di concetto di liberazione con una colomba che scappa rompendo le catene, simbolo di prigione. - evasione dalla prigione

 

 Reggio Calabria – Pamplona (ES),

Sebastian Ionut Gutuman aveva trovato rifugio a Pamplona, la città spagnola famosa per la corsa dei tori, sfuggendo così all’operazione Perseverant, la retata del 29 febbraio scorso condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria che, coordinati dal Procuratore Emanuele Crescenti e dal Sostituto Procuratore Davide Lucisano della Procura di Palmi, avevano fatto luce sui flussi di droga fra i giovani della Piana di Gioia Tauro.

A dare avvio alle investigazioni dei militari dell’Arma, in quella occasione, era stata la denuncia sporta dal padre di una giovane assuntrice di sostanze stupefacenti che, vista la brutta china che stava prendendo la figlia, aveva deciso di deporre l’orgoglio di genitore e confidare la dipendenza della ragazza ai Carabinieri delle Stazioni di Taurianova e di San Martino di Taurianova. Gli approfondimenti successivi fatti dagli investigatori, avviati nel marzo del 2020 e conclusi anni dopo, accertavano i timori dell’uomo, riscontrando l’esistenza di un florido mercato della droga leggera e pesante, con base a Taurianova e ramificazioni a Rosarno, Platì e Gerocarne, dove avevano base i fornitori del narcotico.
Sottrattosi fortuitamente all’arresto e convinto di essere ormai fuori dal raggio di azione dei militari dell’Arma, il catturato e la sua famiglia conducevano a Pamplona una vita normale, in totale anonimato. Non immaginavano, distanti migliaia di chilometri dalla Calabria, di avere comunque il fiato dei Carabinieri sul collo. Già prima delle catture, infatti, gli investigatori erano riusciti a bucare il circuito di telefoni “citofoni” utilizzato dal Gutuman e dai suoi correi e ne monitoravano la quotidianità. Non è così sfuggito loro quando la madre dell’odierno arrestato, parlando con un parente, ha rivelato di aver lasciato l’Italia e di essere in Spagna.
Immediata l’attivazione del Servizio di Cooperazione Internazionale del Ministero dell’Interno, che, presi contatti con la controparte spagnola, ha permesso lo scambio di informazioni fra Carabinieri e i gendarmi della Guardia Civil. Ed è così che, in forza del Mandato di Arresto Europeo emesso dal Tribunale di Palmi, per il ricercato 23enne sono scattate le manette. Ritornato ora in Italia, attende il processo sottoposto a misura cautelare.
Con Gutuman, i Carabinieri hanno assicurato alla giustizia tutti gli indagati dell’operazione “Perseverant” colpiti da provvedimento restrittivo del GIP di Palmi.
Il procedimento è attualmente pendente in fase di indagini e l’effettiva responsabilità della persona destinataria della misura cautelare, in uno con la fondatezza delle ipotesi d’accusa mosse a suo carico, saranno vagliate nel corso del successivo processo. Non si escludono ulteriori sviluppi investigativi e probatori, anche in favore della persona sottoposta ad indagini.

 

 

Reggio Calabria , discariche abusive in strada. 16 avvisi di garanzia

 

Ambiente, 550 mila euro per la bonifica del sito 'Ex Sogeri' di Tollo -  DIRE.it

Archivi -Sud Libertà
 Reggio Calabria – Scilla 
I Carabinieri della Stazione di Scilla hanno portato a termine un’importante operazione di polizia ambientale attraverso un’indagine durata circa 4 mesi e conclusa con la notifica di 16 avvisi di garanzia nei confronti di uomini impiegati per la maggior parte nell’ambito del settore edile.
L’attività dei militari dell’Arma, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, ha consentito di accertare come gli indagati alimentavano anche quotidianamente due discariche abusive site in località Solano Superiore del Comune di Scilla e in località Melia del Comune di San Roberto. Varie erano le tipologie di rifiuti sversati, tra materiale inerte, mobili, sanitari, nonché rifiuti speciali di vario tipo, anche pericolosi, tra cui batterie di automezzi. Prendersi cura di queste problematiche e vigilarvi sull’inquinamento ambientale è la sfida odierna dell’Arma dei Carabinieri a salvaguardia della popolazione locale con un’attenzione particolare alla salubrità dei centri cittadini. Trattandosi di provvedimento in fase di indagini preliminari, rimangono salve le successive determinazioni in fase dibattimentale.

Rafah, Usa fermano consegna bombe- 827 milioni di dollari di armi – a Israele senza un piano per proteggere i civili. Riaperto valico di Kerem Shalom

Costruzione del molo di Gaza

Si completa la ostruzione del molo di Gaza

 

Gli Stati Uniti  stoppano l’ordine dell’invio  di bombe ed armi a Israele visto che Israele ha annunciato l’operazione di terra a Rafah.

La spedizione, trattenuta la settimana scorsa, comprende 1.800 bombe da 910 chili e 1.700 bombe da 225 chili.

Si apprende che Israele vuol chiudere la partita con Hamas alla sua maniera e ha riaperto il valico di Kerem Shalom con la Striscia, chiuso domenica a seguito dell’attacco nel quale erano rimasti uccisi quattro militari. Il Coordinatore delle attività governative nei Territori ha dichiarato che il valico è stato riaperto questa mattina ai camion per l’ingresso a Gaza, secondo le “direttive adottate a livello politico”.

Gli Usa hanno comunicato nuovamente  la loro contrarietà  ad  un attacco senza un piano per proteggere i civili e  causare  una tragedia umanitaria di proporzioni immani nell’enclave palestinese.

Gli Stati Uniti hanno avuto un paio di incontri virtuali con alti funzionari israeliani negli ultimi mesi per esprimere le loro preoccupazioni riguardo a una potenziale operazione a Rafah e per presentare alternative su come Israele potrebbe colpire Hamas nella città senza ricorrere ad un’invasione su larga scala. I colloqui proseguiranno, ma la Casa Bianca ha ritenuto che non fossero sufficienti a tranquillizzare gli Stati Unitiio. “Quando il mese scorso i leader israeliani sembravano avvicinarsi ad una decisione sull’operazione, abbiamo iniziato a rivedere attentamente i trasferimenti proposti di particolari armi a Israele che avrebbero potuto essere utilizzate a Rafah”

Gli Stati Uniti-si apprende pure – avrebbero ritardato un trasferimento a Israele di JDAM, Joint Direct Attack Munition, sistemi in grado di trasformare bombe a caduta libera in bombe guidate, chiarendo però che questo è avvenuto molto prima rispetto alla spedizione ritardata la scorsa settimana. “Per alcuni altri casi, presso il Dipartimento di Stato – e questo include i kit JDAM – stiamo continuando la revisione. Nessuno di questi casi riguarda trasferimenti imminenti. Si tratta di trasferimenti futuri”    Siamo impegnati a garantire che Israele riceva ogni dollaro stanziato nel supplemento”,  gli Stati Uniti hanno appena approvato altri 827 milioni di dollari di armi e attrezzature per Israele.

Israele controlla il valico di Rafah

Ieri Israele ha effettuato quella che gli Stati Uniti hanno descritto come un’operazione “limitata” a Rafah, chiudendo il valico di frontiera con l’Egitto  dalla quale passano gli aiuti umanitari per la popolazione. “Questa sembra essere un’operazione limitata, ma ovviamente molto dipende da ciò che verrà dopo”, ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato Matt Miller. “Hanno detto chiaramente che vogliono condurre lì una grande operazione militare. Abbiamo chiarito che siamo contrari a tale operazione”.

-CORRUZIONE E MAFIA ANCHE AL NORD. IN STATO DI FERMO IL PRESIDENTE DELLA LIGURIA G.TOTI ACCUSATO DI CORRUZIONE “AGGRAVATA DALL’AGEVOLAZIONE MAFIOSA AL CLAN CAMMARATA……”

 

 

uomo d'affari mettendo busta di euro in tasca del giubbotto - corruzione foto e immagini stock

 

QUANDO  L’ATTRAZIONE DEL DENARO E DEL POTERE POSSONO ROVINARE L’INTERA VITA DI UNA PERSONA INTELLETTUALE

DI     R.  LANZA

Non solo la Sicilia ma corruzione e Mafia anche al Nord E le dimensioni del fenomeno sembrano molto vaste.Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti è da oggi in stato di fermo nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Genova condotta dalla Guardia di finanza. L’accusa per Toti è di corruzione. Misure cautelari anche per manager e imprenditori, tra i quali l’ad di Iren Paolo Emilio Signorini e l’imprenditore Aldo Spinelli. Fra gli arrestati anche Matteo Cozzani, capo di gabinetto di Toti

E’ stata un pò una sorpresa perchè Giovanni Toti il pubblico lo conosce anche come opinionista sociale a Mediaset in alcune trasmissioni vivaci ed aperte alle diverse forze sociali-politiche e giornalistiche.  I suoi interventi mostravano senso dell’  equilibrio, capacità di sintesi giornalistica e un pò tutti lo apprezzavano per le sue puntuali osservazioni. Supportate dalle conduttrici delle trasmissioni del dibattito serale.   Certo, non bisogna condannare fino al la sentenza del Giudicato, è vero, ma l’accusa della dottssa Faggioni è molto grave e pone in luce un perverso meccanismo corruttivo affiancato da quello mafioso con il supporto del Clan Cammarata, che darà certamente molto lavoro ai difensori dell’ex presidente G.Toti       Il potere -e il denaro- nella vita si possono rovesciare, e non sono tutto se è vero che in questo mondo dobbiamo ad un certo punto salutare tutti, amici e parenti cari

Minimizza-ovviamente, il suo avvocato Stefano Savi che  afferma che “non si parla di dimissioni, ma di sospensione dalla funzione”. Toti  avrebbe dovuto recarsi nel Ponente ligure per partecipare a una conferenza stampa a Ventimiglia con Flavio Briatore e il sindaco Flavio Di Muro per l’apertura del nuovo Twiga e a un’altra sulla sanità a Bordighera all’ospedale Saint-Charles. Toti, ha ripetuto Savi, “continuerà a lavorare. Come abbiamo potuto vedere fino a questo momento sono tutti fatti a cui possiamo dare una spiegazione nell’ambito di una legittima attività di amministrazione per l’interesse pubblico”.

Resta in ogni caso ‘ il segnale -molto chiaro- dopo quello recente della Sicilia con l’on Luca Sammartino, vicepresidente della Regione Sicilia, che la politica vera non esiste più da tempo e che ognuno pensa solo alle proprie cose.Vi sono le eccezioni ma rimangono tali e poche.  Questo spiega il fenomeno delle  astensioni della gente nelle consultazioni elettorali. E, a pensarci bene, anche se è un dovere votare, perdoni Toti e l’avv.Savi,  non hanno tutti i torti  se stanno a casa evitando il rischio di votare, cone dicono i provvedimenti giudiziari,  persone “corrotte e mafiose”  (r.l).

 

 

 

LA   CRONACA 

Per il Gip di Genova  dottssa  Paola Faggioni che ha firmato l’ordinanza   dalle condotte del governatore “traspare una evidente sistematicità del meccanismo corruttivo“. In particolare, in occasione e in concomitanza delle quattro competizioni politiche che si sono susseguite nell’arco temporale dell’indagine (circa 18 mesi) – elezioni amministrative di Savona (ottobre 2021), elezioni amministrative di Genova (giugno 2022) elezioni politiche nazionali (25 settembre 2022) ed elezioni amministrative di Ventimiglia e Sarzana (maggio 2023) “Toti, pressato dalla necessità di reperire fondi per affrontare la campagna elettorale, ha messo a disposizione la propria funzione, i propri poteri e il proprio ruolo, in favore di interessi privati, in cambio di finanziamenti, reiterando il meccanismo con diversi imprenditori (gli Spinelli e Moncada)”. In alcuni casi, si legge nell’ordinanza, “era lo stesso Toti, a chiedere esplicitamente il finanziamento, promettendo al privato comportamenti o provvedimenti a lui favorevoli o addirittura ricordandondogli ‘di aver fatto la sua parte’ e quindi di aspettarsi conseguentemente una “mano” in vista delle elezioni”.

Nel provvedimento di oltre 650 pagine, si specifica inoltre che l’arresto ai domiciliari si lega al pericolo di reiterazione del reato. In particolare nei confronti di Toti paiono ricorrere le esigenze cautelari per “il pericolo attuale e concreto che l’indagato commetta altri gravi reati della stessa specie di quelli per cui si procede e, in particolare, che possa reiterare, in occasione delle prossime elezioni, analoghe condotte corruttive, mettendo la propria funzione al servizio di interessi privati in cambio di utilità per sé o per altri”. “Tali esigenze cautelari sono desumibili, essenzialmente, dalle modalità stesse della condotta” e “dalla stessa sorprendente disinvoltura con cui Toti manifesta il proposito di ricorrere a richieste di denaro agli imprenditori, sfruttando la momentanea soddisfazione per gli obiettivi imprenditoriali realizzati anche in seguito al proprio intervento”.

Ma c’è di più:  il Gip dottssa Faggioni ha posto altri rilievi significativi:  “l’emersione, dalle indagini di ulteriori vicende (ancora oggetto di approfondimenti investigativi) che hanno visto il coinvolgimento di ulteriori imprenditori e nelle quali, a fronte di richieste di interessamento per pratiche amministrative di loro interesse, sono seguite elargizioni di finanziamenti in favore del Comitato Toti”. Ma il pericolo “traspare anche dalla stessa genesi delle condotte criminose contestate… mosse tutte evidentemente dal medesimo scopo di ottenere l’elezione o la rielezione, per il raggiungimento del quale è stata ‘svenduta’ la propria funzione e la propria attività in cambio di finanziamenti, abdicando in tal modo ai propri importanti doveri istituzionali”,,,,

Arrestati anche Matteo Cozzani,  Aldo Spinelli e altri ancora………

Arresti domiciliari anche per Matteo Cozzani, capo di gabinetto di Toti, accusato di corruzione elettorale aggravata dall’agevolazione mafiosa in particolare al clan Cammarata del Mandamento di Riesi. Eguale  accusa per Arturo Angelo Testa e Italo Maurizio Testa, rappresentanti della comunità riesina di Genova, per i quali è stato disposto l’obbligo di dimora nel Comune di Boltiere, e per Venanzio Maurici, per i quali il Gip ha disposto l’obbligo di firma.

In particolare, in occasione delle elezioni regionali del 20 e 21 settembre 2020 avrebbero promesso posti di lavoro e il cambio di un alloggio di edilizia popolare per convogliare i voti degli appartenenti alla comunità riesina di Genova (almeno 400 preferenze) e dei siciliani verso la lista ‘Cambiamo con Toti Presidente’, e verso l’indagato Stefano Anzalone ed alcuni altri candidati della lista. Venanzio Maurici, come elettore e referente ‘genovese’ del clan Cammarata del Mandamento di Riesi, in occasione delle regionali, per dare il proprio voto alla lista ‘Cambiamo con Toti Presidente’, avrebbe accettato la promessa di un posto di lavoro in favore del compagno convivente della figlia.

Misure anche nei confronti di Paolo Emilio Signorini   di Iren già presidente dell’Autorità di Sistema portuale del Mar Ligure Occidentale, in carcere con l’accusa di corruzione. Ai domiciliari anche Aldo Spinelli, imprenditore nel settore logistico ed immobiliare, accusato di corruzione nei confronti di Signorini e del presidente Toti.

Mattarella incontra il Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite con António Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite con Amina J. Mohammed Vice Segretario Generale delle Nazioni Unite,

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite durante la Conferenza sullo stato di attuazione dell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile n. 16 “Pace, Giustizia e Istituzioni Forti”

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite durante la Conferenza sullo stato di attuazione dell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile n. 16 “Pace, Giustizia e Istituzioni Forti

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite durante la Conferenza sullo stato di attuazione dell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile n. 16 “Pace, Giustizia e Istituzioni Forti

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in visita a New York, ha espresso il suo cordoglio per la grave tragedia sul lavoro che ha causato la morte di cinque operai a Casteldaccia, in provincia di Palermo. “Auspico che sia fatta piena luce sulle dinamiche dell’incidente. Ma l’ennesima inaccettabile strage sul lavoro – a pochi giorni dal 1 maggio – deve riproporre con forza la necessità di un impegno comune che deve riguardare le forze sociali, gli imprenditori e le istituzioni preposte”.

 

 

Esercitazioni con armi nucleari al confine con l’Ucraina; Putin ordina di “tener pronte le forze nucleari tattiche per missioni da combattimento”

 

 

Esercitazioni con armi nucleari sovietiche al confine con l’Ucraina. Mosca infatti, attraverso il ministero della Difesa, ha annunciato i preparativi per le esercitazioni militari che includeranno l’uso di “armi nucleari non strategiche” a fronte di quelle che descrive come “dichiarazioni e minacce provocatorie” da parte di “funzionari occidentali”. Le esercitazioni coinvolgeranno “formazioni missilistiche del Distretto Militare Meridionale” ed è ipotizzabile quindi che le manovre avverranno non lontano dal confine con l’Ucraina.

(AFP)

L’esercitazione è stata ordinata dal presidente Vladimir Putin “al fine di aumentare la prontezza delle forze nucleari tattiche a svolgere missioni di combattimento”. “Su istruzioni del Comandante in Capo Supremo delle Forze Armate della Federazione Russa – è un comunicato del ministero della Difesa di Mosca – lo Stato Maggiore Generale ha iniziato i preparativi per lo svolgimento di esercitazioni nel prossimo futuro, con formazioni missilistiche del Distretto Militare Meridionale e con il coinvolgimento dell’aviazione e delle forze navali”. “Durante le manovre saranno svolte una serie di attività per esercitarsi nella preparazione e nell’uso di armi nucleari non strategiche”, ha dichiarato, prima di sottolineare che l’obiettivo è quello di “mantenere la prontezza del personale e delle attrezzature” per “garantire incondizionatamente l’integrità territoriale e la sovranità dello Stato russo”.

Dispiegare soldati Nato per confrontare militari russi nell’escalation di tensioni è un passo senza precedenti. E richiede attenzione e misure speciali“, ha successivamente dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citando le recenti dichiarazioni di alcuni esponenti occidentali, fra cui Emmanuel Macron, ma anche di personalità Usa e Gb. Peskov si è limitato a spiegare di “non aver nulla da aggiungere”.

Andrei Yusov: “E’ solito ricatto”

E’ solito ricatto”, ha affermato il portavoce della direzione per l’intelligence del ministero della Difesa, Andrei Yusov. “Finora non abbiamo osservato nulla di nuovo, a parte la risposta a queste dichiarazioni. Stiamo raccogliendo tutte le informazioni necessarie e su questo lavorano sia i servizi speciali ucraini che quelli di tutto il mondo libero”. “Il ricatto nucleare è una pratica comune…”

Droni Kiev su Belgorod, di confine con la Russia :uccise sei persone

Almeno sei persone sono state uccise e altre 35 ferite oggi in un attacco di droni attribuito all’Ucraina e compiuto nella regione russa di confine di Belgorod. A darne notizia sono state le autorità russe, affermando che i velivoli hanno colpito due autobus che trasportavano i dipendenti di un’azienda agricola.

“Cessate il fuoco permanente”: la palla ora è nel campo di Israele”

 

 

L’accordo approvato dall’organizzazione islamista contiene modifiche” e “lontano dalle nostre richieste fondamentali”, mentre l’operazione a Rafah servirebbe ad “esercitare pressioni militari su Hamas per fare progressi nella liberazione degli ostaggi”

Fumo su Rafah dopo un raid israeliano - Afp
Foto di  un raid israeliano – Afp

Dopo la pausa per      negoziare per la tregua a Gaza, con Israele che ha accusato Hamas di aver approvato una proposta “modificata” rispetto a quella concordata con i mediatori di Qatar ed Egitto e ritenuta “unilaterale” e “inaccettabile” da Tel Aviv, lo Stato ebraico ha lanciato nella tarda serata di ieri un attacco a Rafah. Il raid, che non è chiaro se sia da considerare l’inizio dell’operazione di terra, è stato annunciato subito dopo la nota dell’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu, dove si spiegava come il gabinetto di guerra israeliano avesse deciso all’unanimità di andare avanti con l‘operazione a Rafah “per esercitare pressioni militari su Hamas con l’obiettivo di fare progressi nella liberazione degli ostaggi e per altri obiettivi di guerra”. Del resto, spiegava ancora la nota, la proposta di tregua approvata dall’organizzazione islamista sarebbe considerata “lontana dalle richieste ritenute fondamentali da Israele”.    C’è comunque ottimismo visto che  lo Stato ebraico- si apprende –  invierà  una delegazione al Cairo per tenere colloqui con i mediatori nel tentativo di trovare un accordo bilaterale…

L’operazione israeliana

l portavoce dell’esercito israeliano, Daniel Hagariha annunciato nella tarda serata di ieri l’inizio dell’operazione israeliana  Le forze delle Idf “stanno attaccando e operando in modo mirato contro obiettivi dell’organizzazione terroristica Hamas nella zona est di Rafah”.

I carri armati israeliani stanno sparando contro il valico da circa 200 metri di distanza, distruggendo il terminal che da novembre  rappresenta     fra i principali canali di trasporto degli aiuti a Gaza. Il valico si trova a circa 3 chilometri dai confini orientali di Rafah, nell’estremo sud di Gaza.

Altri rapporti affermano che le forze di terra si stanno spostando nell’area del valico e che gli attacchi aerei stanno colpendo la parte orientale di Rafah. Non vi è alcun commento da parte dell’esercito israeliano sull’azione riportata.

 Hamas spera nell’accordo di “cessate il fuoco permanente”

Il capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, che ha informato il primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani, e il capo dell’intelligence egiziana, Abbas Kamal, del sì del movimento palestinese alla proposta dei due Paesi arabi per un cessate il fuoco, ha riferito Hamas in una nota. “La palla è nel campo di Israele”, aveva dichiarato un funzionario dell’organizzazione islamista, con Hamas che ha affermato di aver accettato la proposta dei due Paesi dopo aver “ricevuto garanzie dagli Stati Uniti per arrivare a un cessate il fuoco permanente e al ritiro di Israele da Gaza al termine della terza e ultima fase dell’accordo”, ha detto una fonte del gruppo al canale saudita Asharq.

I mediatori ci hanno detto che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden è chiaramente impegnato a garantire l’attuazione dell’accordo”, ha poi detto ad al-Jazeera Khalil al-Hayya, vice del leader di Hamas. Secondo il numero due di Sinwar, l’accordo prevede che “il primo giorno della prima fase” ci sia “un chiaro impegno a sospendere temporaneamente le operazioni militari”. Al-Hayya ha riferito che “la proposta include, nella sua seconda fase, l’annuncio della cessazione permanente delle operazioni militari” a Gaza.

Omicidi e associazione a delinquere di stampo mafioso. 14 misure cautelari-Vibo Valentia

 

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 – Vibo valentia,
Nella mattinata odierna, 6 maggio 2024, la Polizia di Stato e i Carabinieri hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catanzaro su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, nei confronti di 14 soggetti sulla base della ritenuta sussistenza, di gravi indizi in ordine ai delitti, a vario titolo ipotizzati, nei loro confronti, rispettivamente di associazione a delinquere di stampo mafioso, omicidio e tentato omicidio, estorsione, porto e detenzione illegale di armi da fuoco e altri delitti i quali per la maggior parte sono aggravati dal metodo mafioso (art. 416 bis. n.1 c.p.), ed altri gravi reati.
L’attività è condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Vibo Valentia e dello Squadrone Eliportato “Cacciatori” di Calabria, dalla Sezione Investigativa del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato di Catanzaro e dalle Squadre Mobili delle Questure di Vibo Valentia e Catanzaro, supportati, in fase esecutiva, da personale della S.I.S.C.O. di Milano, Roma e L’Aquila, di diversi equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine, di unità cinofile della Questura di Vibo Valentia, del V Reparto Volo della Polizia di Stato.
La misura cautelare scaturisce da due distinte attività investigative, condotte, rispettivamente, dall’Arma dei Carabinieri e dalla Polizia di Stato, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, poi riunite in un’unica indagine per la concordanza di risultanze in ordine al contesto criminale di riferimento e riguarda, oltre che alcune vicende estorsive, un caso di lupara bianca risalente all’anno 2008 e tre omicidi commessi a cavallo tra il 2010 e il 2013, negli anni della cruenta guerra di Ndrangheta che ha visto contrapposti, da un lato, i clan MANCUSO e PATANIA e dall’altro, le cosche alleate dei TRIPODI e dei PISCOPISANI.
L’attività di indagine si è sviluppata mediante l’analisi e la messa a sistema delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia rese nel tempo, confrontate con le evidenze investigative emerse in pregresse vicende giudiziarie relative all’operatività, nelle zone marine della città di Vibo Valentia, di un’organizzazione criminale di tipo ‘ndranghetistico, con la ricostruzione dei ruoli dei presunti associati, nonché i vari ambiti di operatività e le plurime attività illecite ed in particolare la gestione delle attività estorsive commesse in danno ad imprenditori nel periodo compreso nella prima decade degli anni 2000.
 Attraverso le plurime fonti investigative (intercettazione, analisi dei tabulati telefonici e del traffico delle celle, servizi di osservazione sul territorio, fonti dichiarative), è stata ricostruita a livello indiziario e cautelare (il procedimento pende nella fase delle indagini preliminari e necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa), la dinamica e la causale dei predetti omicidi. In particolare, relativamente alla scomparsa per lupara bianca di Massimo Stanganello, avvenuto nel 2008 è stato ricostruito il movente, maturato nel contesto della consorteria di ‘ndrangheta dei Piscopisani, e sono stati interessati dalla misura cautelare i presunti esecutori materiali.
Nell’ambito della indagine sono state ricostruite tre vicende di omicidi maturate nell’ambito dei contrasti tra i c.d. Piscopisani e i Tripodi e l’articolazione di ‘ndrangheta riconducibile a Pantaleone Mancuso cl. 61, alias “Scarpuni”, con riferimento al controllo criminale dell’area di Vibo Marina. In particolare, è stata ricostruita, sul piano indiziario, la causale, con riguardo all’omicidio di Michele Palumbo, vittima di un agguato compiuto sotto casa alle porte di Vibo Marina nel 2010, in quanto ritenuto il riferimento di Pantaleone Mancuso cl. 61 alias “Sacrupini” e, quindi, un freno alle mire espansionistiche del gruppo criminale dei c.d. Piscopio e dei Tripodi, e con riguardo all’omicidio di Mario Longo, assassinato a Portosalvo (frazione di Vibo) nel 2012, in quanto considerato dal gruppo criminale dei c.d. Piscopisani, un informatore dei Patania e un confidente delle Forze dell’Ordine. Infine, con riguardo all’omicidio di Davide Fortuna, ritenuto organico agli stessi Piscopisani, ucciso in spiaggia nel luglio del 2012 davanti ai bagnanti, e per il quali erano già stati individuati gli autori materiali, da un gruppo di fuoco assoldato dal clan Patania di Stefanaconi, sono attinti dalla misura eseguita in data odierna, i presunti mandanti e organizzatori riconducibili al Patania di Stefanaconi e al clan riferibile a Mancuso Pantaleone cl. 61 alias “Scarpuni”. Il procedimento per le fattispecie di reato ipotizzate è attualmente nella fase delle indagini preliminari. 

Ragusa: nuovo scacco allo spaccio di droga. Carabinieri arrestano altre 9 persone

Foto gratuita vittoria morta dell'edulcorante xilitol

 

Ragusa,
 È scattata alle prime ore di questa mattina, lunedì 6 maggio, la nuova operazione dei Carabinieri della Compagnia di Ragusa che, a pochi giorni di distanza dalla precedente che lo scorso 19 aprile che aveva portato all’arresto di 5 persone, stamane ha disarticolato un’altra rete di spacciatori operanti tanto nel capoluogo quanto nella provincia iblea. Il GIP del Tribunale di Ragusa su proposta della Procura Iblea ha emesso ordinanza di custodia cautelare nei confronti di altre 9 persone, eseguite questa mattina dai militari dell’Arma con il supporto del Nucleo Carabinieri Cinofili di Nicolosi. Per 2 cittadini è scattata la misura dell’obbligo di dimora nel comune di residenza.
Gli indagati dovranno tutti rispondere, a vario titolo, del reato di “detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti” e uno di essi anche dell’ipotesi di reato di “estorsione”. Inoltre, alcuni di essi dovranno rispondere anche delle aggravanti dello spaccio nei confronti di minorenni e nei pressi di istituti scolastici, nonché del concorso e della recidiva specifica infra-quinquennale.
Durante le indagini, che si sono sviluppate parallelamente a quelle che hanno portato agli arresti scattati lo scorso aprile, i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Ragusa hanno potuto documentare numerose cessioni di sostanza stupefacente, di tipo marijuana, hashish e cocaina, avvenute tutte nel centro storico del capoluogo ibleo. Anche in questo caso l’attività info-operativa corroborata da indagini di natura tecnica ha consentito la ricostruzione dei movimenti e del modus operandi adottato dai pusher, analoghe rispetto alle ultime ricostruzioni investigative, con cessioni a domicilio od in località isolate, lontane da occhi indiscreti. A conferma ulteriore della fiorente attività di spaccio da parte della consolidata rete costituita dagli indagati ed in virtù delle numerose perquisizioni che i militari dell’Arma hanno cristallizzato, nel corso degli ultimi mesi, il contesto criminale, sono stati eseguiti tre arresti in flagranza di reato, nonché diversi sequestri di stupefacenti e materiale atto al confezionamento della sostanza, per un valore stimato oltre 30 mila €.
La Procura della Repubblica Iblea, condividendone appieno le risultanze investigative prodotte dai Carabinieri, ha richiesto al Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Ragusa l’emissione delle misure cautelari personali eseguite stamane dai Carabinieri di Ragusa. L’articolata attività d’investigazione ha consentito altresì di deferire in stato di libertà ulteriori 5 persone per i medesimi reati, appurando un totale di oltre 330 cessioni di sostanza stupefacente, e di identificare più di 68 acquirenti.

 

 

Casteldaccia: tragico incidente sul lavoro, cinque operai perdono la vita mentre eseguono manutenzione dentro una vasca di depurazione

 

Tragico incidente sul lavoro a Casteldaccia. Vittime coinvolte  sette operai c incaricati della  manutenzione nell’impianto di sollevamento di acqua reflue dell’Amap sulla statale 113: in cinque hanno perso la vita. Sarebbero rimasti  nella vasca di depurazione uccisi dalle esalazioni senza poter trovare poù, in quelle condizioni, la via d’uscita. L’intervento era stato affidato all’Amap e a una ditta specializzata esterna (Quadrifoglio).

Nel corso dei lavori alcuni di loro hanno cominciato ad accusare malori, verosimilmente a causa di una intossicazione da idrogeno solforato che provoca irritazioni alle vie respiratorie e soffocamento. Uno di loro è riuscito ad uscire e a lanciare l’allarme. Sul posto sono arrivate diverse ambulanze del 118 e le squadre dei vigili del fuoco dei distaccamenti di Brancaccio e Termini Imerese, con il supporto della squadra speleo alpino fluviale, dei sommozzatori e del nucleo Nbcr.

Un sesto operaio, in condizioni disperate, è stato trasportato in ospedale con l’elisoccorso, un altro è invece rimasto illeso. Sul posto, oltre alla polizia e al medico legale che ha accertato il decesso dei cinque operai, anche i tecnici dello Spresal ,il dipartimento che controlla la tipologia ed adeguatezza del lavoro dei dipendenti.