VITTORIO FELTRI,LE “DIMISSIONI”, LA PROPOSTA-CONDIVISA DI SUD LIBERTA’ – DI SOPPRIMERE L’ORDINE DEI GIORNALISTI

Vittorio Feltri: "Non sono razzista, detto verità sul Sud. Pronto ...

 

 

 

di   RAFFAELE   LANZA

 

Vittorio Feltri forse tra poco non  figurerà più nell’elenco Professionisti dei Giornalisti .  Ha consegnato le dimissioni all’Ordine che gli stava da tempo alle calcagne ma adesso è arrivato.  Le sue uscite -spesso infelici sulla Sicilia e diversità dei siciliani sudisti, e le sue dubbie posizioni anche in occasione della pandemia Covid 19 con le sue difese prioritarie sulla Lombardia rispetto alla Sicilia, non scalfiscono tuttavia la produzione e il talento fuoriclasse del giornalista che rappresenta , checchè se ne dica, ed appartenenza geografica a parte, indiscutibilmente figura come  una delle migliore penne d’Italia dal dopoguerra ad oggi

Come si sa già il  direttore del “Giornale”, Alessandro Sallusti. che ha condiviso con Feltri le stesse idee politiche dell’imprenditore cavaliere proprietario dei giornali ha scritto nel suo pezzo così: “Immagino che sia una scelta dolorosa per sottrarsi una volta per tutte all’accanimento con cui da anni l’Ordine dei giornalisti cerca di imbavagliarlo e limitarne la libertà di pensiero a colpi di processi disciplinari per presunti reati di opinione e continue minacce di sospensione e radiazione”, scrive Sallusti, ricordando non senza critiche le regole che governano l’Ordine dei Giornalisti e sottolineando che “per potere continuare a scrivere, Vittorio Feltri immaginando di essere di qui a poco ghigliottinato, penso io – ha dovuto rinunciare al suo mestiere”.

Non è un bel giorno per la categoria -aggiunge il direttore del ‘Giornale’ – che formalmente perde uno dei giornalisti che – piaccia o no -hanno scritto la storia di questo mestiere, successo dopo successo, da trent’anni a questa parte sia come penna sia come direttore. Feltri non è una voce ingabbiabile dentro regole ipocrite e convenzionali? Certo, è per questo che piace. Ogni tanto va sopra le righe? Sì, ma non più di altri ai quali, essendo di sinistra, mai nulla viene contestato. Ha un brutto carattere? Di più, ne sono testimone, ma ben vengano uomini di carattere”.

“……. mi auguro che i suoi oppositori aguzzini si vergognino della loro squallida miseria culturale e professionale; mi auguro che Carlo Verna, presidente dell’Ordine – quindi di tutti i giornalisti, non solo di quelli di sinistra – abbia la forza di rifiutare le dimissioni e garantire a un grande collega la libertà che merita, perché se così non fosse da oggi nessuno di noi potrà sentirsi al sicuro. E auguro a Vittorio Feltri di scrivere liberamente, anche da non giornalista, fino a che Dio gliene darà la forza
A Vittorio Feltri- è il pensiero di  SUD LIBERTA’ – potranno togliere la qualifica di “giornalista” ma che importanza potrà avere -Vittorio- dopo mezzo secolo di successi?    Recentemente aveva formato coppia fissa con Vittorio Sgarbi per offrire prodotti spettacolari , di divertimento puro, stanco probabilmente di parlare di Cultura.. Amava, ama oggi il ruolo dell’opinionista dei salotti televisivi e -sì- non ama essere contraddetto.    Dell’Ordine dei giornalisti Vittorio Feltri pensa che sia meglio sopprimerlo e non solo perchè gli Ordini professionali servono solo a far fare carriera a pochi eletti ma soprattutto perchè sono centri di controllo dei giornalisti “liberi” ed indipendenti.      Ecco le ragioni per cui Vittorio Feltri era perseguitato-come afferma Sallustri- da procedimenti disciplinari inventati per reati di opinione o altre stupidaggini uscite come conigli dal cilindro di un prestigiatore fantasiaso…      Tanti giornalisti lo hanno preso di mira, penso per farsi un nome e autoaffermarsi capipopolo di una regione    Non è l’iscrizione all’Ordine professionale che dà al giornalista l’arte di saper scrivere e saper vivere da uomo libero..  Anzi, anche noi siamo dell’idea che questi organi professionali siano da togliere subito perchè organismi che non rappresentano affatto interessi generali  e sono poi costosissimi (con il contributo degli iscritti).
   Noi, caro  Feltri, pensiamo che le tue dimissioni non possano essere discusse dal Consiglio dei giornalisti della Lombardia e ,giuridicamente- non vi sono scelte od alternative – debbono essere accettate perchè non esse non rappresentano la volontà di abbandonare una carica politica o sindacale. Ma solo il desiderio di non essere più pugnalato alla schiena da invidiosi “colleghi” senza cultura e senza onore e  scrivere ancora come per magia, sai fare certamente tu-Vittorio-con la classe e sapienza che ti distingue.

 

Troppe contestazioni per la nomina dell’assessore leghista ai Beni culturali- Raccolta firme per presentare una mozione di sfiducia al governatore Musumeci

 

PALERMO –

Il popolo del web ha organizzato la manifestazione contro la nomina dell’assessore leghista Alberto Samonà .Provenienti da tutta la Sicilia a Palermo per rispondere all’appello lanciato dal gruppo facebook “No Beni Culturali alla Lega Nord – che conta un aggregato di circa 50 mila iscritti.  Musumeci dimettiti!“ e protestare contro l’assegnazione dell’assessorato dei Beni culturali e dell’identità siciliana ad Alberto Samonà, giornalista-autore di diversi saggi ma esponente del carroccio.      Disposti in piazza del Parlamento, davanti l’Ars, a distanza di un metro gli uni dagli altri, e hanno manifestato il loro dissenso. Alcuni con pentole e stoviglie per fare rumore, altri urlavano al  governatore il ritiro della delega, altri ancora manifestavano con la coppola e la bandiera siciliana – tradizionali simboli di questa terra.

Animatori, tamburinari e artisti, oltre che indipendentisti hanno animato la piazza. A promettere battaglia in Assemblea contro la scelta del governo regionale, è  stato invece il M5s: “Non ci venga a dire Musumeci che oggi in piazza c’era una sparuta minoranza con problemi personali. Quello di oggi è uno spontaneo moto di protesta contro una scelta oggettivamente inaccettabile, che rappresenta uno dei tanti motivi per cui chiederemo all’Ars di dare il benservito al presidente della Regione“. In questo momento i siciliani, afferma il segretario regionale, sono realmente e fortemente “disturbati”, ma dalle sue scelte e dalla presenza inquietante del suo assessore.

Diversi interventi al microfono hanno esposto le richieste e il significato della protesta. Tutte donne, provenienti da diverse parti della Sicilia. Non ci sta nessuno – tranne il presidente dell’Ars Miccichè (ovviamente) che la Lega  ,dopo decenni di indifferenza del Sud, occupi un ramo importante dell’Amministrazione regionale.  All’ingresso della piazza un banchetto per raccogliere le firme per chiedere ai capigruppo dell’Ars di presentare una mozione di sfiducia al Governo Musumeci.

 

 

IL PREZZO DEL “POTERE”

ADDIO GIUSEPPE CONTE: GRANDE CORAGGIO , TANTE VERITA’, TANTA COMPETENZA: FUORI DA QUELLA PALUDE VERGOGNOSA E DISGUSTOSA -DEL PARLAMENTO ITALIANO

 

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Foto Ag.C

di  R. Lanza

 

Il potere in Italia ha un prezzo.  Non era mai avvenuto nella storia parlamentare italiana che un dibattito politico sfociasse in una sorta di appassionata requisitoria tecnica di un qualificato premier contro un ministro della stessa compagine governativa. Siamo stati tutti in ansia nell’ascoltare il professore sottratto all’Università … Salvini paga  a caro prezzo- l’ ambizione personale di tentare di massimizzare il consenso elettorale dopo il successo delle “Europee”..Massacrato dal professore che, stanco di sopportare oltre, non ha esitato di leggere un lungo elenco delle manchevolezze del leghista .

Diciamo la verità:  Salvini esce dal confronto con  le ossa rotte.       “Incosciente,irresponsabile,privo di cultura del diritto, del senso delle istituzioni,incapace…”citiamo solo alcune espressioni, Conte si è persino esposto in Parlamento in sostituzione di Salvini -che si è rifiutato persino di dare informazioni – sulla vicenda della Russia.

 

Vittorio Sgarbi afferma: “Un attacco di Conte suicida e anche dilettantistico perchè adesso è senza speranza..”   Cancellieri esprime ammirazione: “Un grande Presidente e anche un grande uomo”       Coro unanime del popolo web:   ” Giuseppe Conte -è innegabile- ha mostrato in realtà -è sotto gli occhi di tutti tranne dei faziosi o di chi appartiene ad un’idea politica diversa -un coraggio non comune ed è l’unico – che ha dato prova di essere libero da ogni condizionamento.   Nel corso della sua attività il premier in virtù delle sue competenze,  ha sempre invitato Salvini a dialogare con lui, a consigliarsi,invece di andare nelle piazze a creare scompiglio e diffondere assunti infondati”.     

Coraggio di respingere la fioca possibilità di restare in sella con il ritiro da parte della Lega della mozione di sfiducia.Ma Conte è uomo di parola,non accetta compromessi con il Pd di Zingaretti e Renzi nè accetterebbe la proposta di un ritorno improbabile-con la lega visto che  con le parole “il governo si arresta qui” ha voluto già  sottolineare il proprio carattere definitivo.      Addio ad un uomo sincero che non era un ” politico” ma uno come  noi capace di  trasmettere emozioni e verità.  Difficile, forse impossibile,per una persona libera resistere o convivere in quel contesto paludoso di anime  non destinate certo in Paradiso.

 

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foto Archivio Sud Libertà

Le consultazioni di Mattarella cominceranno già da oggi, alle 16, con i presidenti di Senato e Camera, per poi proseguire con i gruppi parlamentari – dal più piccolo al più grande, nell’arco di due giornate. Sul prossimo governo si intrecciano le trame di chi resta, ma su quello di Conte per ora tramonta il sole.

Sergio  Mattarella stamane farà un giro di telefonate ai senatori a vita ed ad elementi di spicco della vita politica italiana. Ore 16 è attesa  Elisabetta Alberti Casellati,Presidente del Senato, e alle  16.45 il presidente della Camera Roberto Fico. Dopo il rituale prevede la consultazione dei  gruppi parlamentari: alle 17.30 il gruppo per le Autonomie del Senato; alle 18 il gruppo Misto del Senato; alle 18.30 il gruppo Misto della Camera; alle 19 il gruppo Liberi e Uguali della Camera.

Giovedì si comincia poi alle 10 con i gruppi di Senato e Camera di Fratelli d’Italia; alle 11 i gruppi parlamentari di Senato e Camera del Partito democratico; alle 12 i gruppi parlamentari di Senato e Camera di Forza Italia-Berlusconi presidente; alle 16 i gruppi di Senato e Camera della Lega-Salvini premier; alle 17 i gruppi di Senato e Camera del Movimento 5 Stelle

Che Dio aiuti adesso il popolo italiano!

 

Favoritismi ai concorsi dell’Università etnea? Basile presenta le dimissioni da Rettore. Assemblee interne

 

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Si susseguono assemblee interne dei docenti universitari dopo le dimissioni di Francesco Basile  dalla carica di  rettore dell’Università di Catania. La decisione viene assunta a causa dell’inchiesta sui concorsi truccati indetti dall’Ateneo.   Basile- scrive in un comunicato – ha inviato  una lettera inviata questa mattina al ministro Marco Bussetti, Basile ha rassegnato le proprie dimissioni dalla carica di Rettore dell’Università di Catania, che ricopriva dal febbraio 2017.

A seguito della nota vicenda giudiziaria avviata dalla procura della Repubblica di Catania che vede coinvolti, in qualità di indagati, numerosi docenti dell’Università di Catania ed anche me, in qualità di Rettore – ha scritto Basile – ho avuto modo di riflettere profondamente sulle decisioni più opportune da prendere per il bene dell’Ateneo. Con lo stesso spirito di servizio che ha contraddistinto il mio mandato e per il rispetto e la considerazione che ho sempre manifestato per il ruolo che ricopro e nei confronti della Magistratura, ritengo doveroso rassegnare le mie dimissioni dalla carica di Rettore dell’Università di Catania”.

Basile respinge le ombre su eventuali favoritismi ai concorsi.

Una decisione  – che Basile definisce “sofferta” ma che viene assunta “per la tutela dell’istituzione, dei docenti, dei dirigenti e del personale universitario che sento a me particolarmente vicini in questo momento e per garantire agli studenti serenità nel loro percorso di studio”. “Infine – precisa – ritengo che, spogliandomi del ruolo istituzionale, potrò con maggiore libertà ed incisività e senza condizionamenti esterni, dimostrare la mia assoluta estraneità ai fatti che mi vengono contestati”.

 

Nessuno nella Politica italiana sembra immune da peccati /illeciti-Ora nei guai finisce Antonio il padre di Di Maio

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Verifiche e  sequestro di alcune aree in un terreno del padre del vicepremier e Ministro del Lavoro Luigi Di Maio  ..La Polizia municipale di Mariglianella, piccolo comune in provincia di Napoli,ha eseguito accertamenti  all’interno di un terreno di proprietà al 50% di Antonio Di Maio, padre del vicepremier(nella foto sopra)     All’interno di detti terreni  erano presenti rifiuti inerti.                           

                LUIGI DI MAIO      “NON POTEVA  NON SAPERE “

Ma non è finita. Nella vita politica c’è da aspettarsi di tutto. Soprattutto quando si rivestono cariche di governo ed amministrazione di un Ministero. Si apprende che gli agenti  hanno svolto il sopralluogo trascrivendo pure in un verbale  le misure su tre immobili presenti all’interno del terreno al fine di comprendere la compatibilità urbanistica dei fabbricati e per ulteriori  verifiche che saranno svolte dagli uffici comunali. Il personale della Polizia municipale è arrivato nel terreno al civico 69 di corso Umberto intorno alle 10. Guai in vista per Di Maio.   Di fronte alle prove eclatanti da più parti si chiedono le dimissioni sia dalla carica di vicepremier che da leader del M5s secondo il teorema “non poteva non sapere delle cose illecite di cui è accusato il padre..”

FINE DI UNA GESTIONE ANOMALA E LUMACA DEL GENIO CIVILE DI CATANIA- SILURATO DAL PRESIDENTE MUSUMECI IL DIRIGENTE RAGUSA PER INCAPACITA’ E RITARDI

Il    presidente della Regione siciliana Musumeci scopre le magagne del Genio civile di Catania

 Il  capoufficio Gabriele Ragusa “LUMACA” eccellente della REGIONE SICILIANA  mandato “a casa” dalla Regione

Ricorderemo le denunce del SIAD sulle “Invenzioni” del dirigente a danno dell’utenza che doveva interpellare l’Autorità Giudiziaria   con compiti di supplenza del capoufficio Ragusa e dei funzionari che non ottemperavano tempestivamente ai compiti pubblici”

  
In coro al Genio civile dicono sottovoce dall’ex governatore Raffaele Lombardo
Ingegnere Capo : Salvatore Gabriele Ragusa

La sede del Genio civile di Catania (nella foto d’archivio I.)) dove il Ragusa era ” consolidato”da oltre dieci anni in violazione delle Norme Antimafia

 Le dimissioni arrivano dopo l’indagine interna avviata ieri dal presidente  Musumeci, per accertare omissioni dei vertici di quell’Ufficio negli interventi di somma urgenza sui fiumi della provincia etnea.

Lo stesso governatore ha inoltre disposto l’immediata sostituzione di Ragusa dalla carica di commissario del Parco dell’etna, a seguito della vicenda,per la ritardata autorizzazione alla Vodafone di registrare uno spot pubblicitario proprio del vulcano.

Non si sa la sorte  del capo Ufficio del Genio civile di Palermo e dello stesso direttore generale del dipartimento Tecnico della Regione.

Il Presidente della Regione ha esclamato:. “Nella gestione dell’Ufficio del Genio civile di Catania emergono ipotesi di grave negligenza e di mala amministrazione, soprattutto in relazione alle omesse azioni preventive per la sicurezza degli alvei dei corsi d’acqua. Ho disposto un’immediata attività ispettiva affinché entro le prossime 24 ore vengano accertate le responsabilità”.

Analoga indagine – aggiunge il governatore- ho disposto a carico dei vertici del Genio civile di Palermo, per le medesime circostanze, mentre voglio verificare la corretta attività di vigilanza esperita dal dirigente generale del Dipartimento regionale tecnico. Non è più tollerabile che, per dolo o per colpa di chi ricopre ruoli di alta responsabilità, debbano pagare sempre e solo i cittadini. Da adesso, alla Regione chi sbaglia paga!”.

Fenomeno che produceva un’immagine deleteria di una struttura regionale come il Genio civile oltre che del decoro personale e dell’erario pubblico

 

MESSINA. DE LUCA UFFICIALIZZA LE DIMISSIONI “A FAR DATA DALL’8 OTTOBRE MA NON SONO IRREVOCABILI”

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Il sindaco di Messina, De Luca -si apprende – ha  inviato una lettera ufficiale al segretario comunale, in cui “rassegna le proprie dimissioni da sindaco di Messina a far data dall’8 ottobre 2018. La relazione di inizio mandato – informa  Cateno De Luca – sarà consegnata al settore comunale  protocollo generale lunedi 1 ottobre”.

Mario Ciancio lascia la direzione, chiede di restare libero, subentra Antonello Piraneo

 

In un comunicato Mario Ciancio Sanfilippo informa della sua nuova vita , rassegnao le proprie dimissioni dal ruolo di direttore del quotidiano ‘La Sicilia’ alla luce degli sviluppi giudiziari che riguardano le proprie aziende.E chiede soprattutto di restare cittadino libero all’età di 86 anni. Contestualmente ha lasciato la condirezione il figlio, Domenico Ciancio Sanfilippo. Il giornale da domani sara’ firmato da Antonello Piraneo, finoggi capocronista de la Cronaca di Catania ,nominato direttore responsabile dall’assemblea dei soci della Domenico Sanfilippo Editore.

“Lascio oggi con amarezza la direzione di questo giornale da me assunta – ha detto Mario Ciancio – con passione, entusiasmo e spirito di servizio, nel lontano 1967. Lascio perche’ penso che oggi un mio passo indietro, seppur doloroso, rappresenti una scelta che possa aiutare me ad essere piu’ libero rispetto alla prova che mi tocca affrontare e perche’ cio’ puo’ contribuire ad evitare che restino eventuali dubbi nei miei 400.000 lettori, nei giornalisti, nei tipografi e nei collaboratori. Ma lascio a fronte alta, perche’ non ho commesso alcuno dei reati di cui sono accusato. E lo dimostrero’. Per questo, e direi nonostante tutto, mantengo intatta la fiducia nella magistratura. Chiedo solo, a 86 anni – e credo di averne il diritto – di vivere da cittadino libero da interminabili processi. Ho dedicato la mia vita a questa testata, ereditata da mio zio Domenico Sanfilippo che ne fu il fondatore. Io ne ho difeso sempre l’indipendenza e l’autonomia, anche nei tempi di crisi cominciati oltre 10 anni fa, rispondendo con il mio patrimonio personale. Sono sicuro che chi mi seguira’ in questo impegno sociale e civile andra’ ancora piu’ avanti, e che La Sicilia sara’ sempre libera e indipendente, come lo e’ stata in tutta la sua storia”

 

(Nella foto d’Agenzia Italpress)il nuovo direttore del quotidiano La Sicilia, Antonello Piraneo)

Bufera su Mons. Viganò: “taglia” parte di una lettera di Papa Ratzinger- Dimissioni dall’incarico del Vaticano

 

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Può un prete, esperto in Comunicazione, tagliare parte di una lettera del Papa?    Lo ha fatto  mons. Dario Edoardo Viganò, nella foto sopra, prefetto della Segreteria per la Comunicazione e la circostanza gli è costata cara. Lo fa sapere una nota del Vaticano, spiegando che fino alla nomina del nuovo Prefetto, la Segreteria per le Comunicazioni sarà guidata dal segretario del medesimo dicastero, mons. Lucio Adrian Ruiz.

Viganò avrebbe dovuto diffondere la versione  integrale dello scritto del Papa emerito Joseph Ratzinger “Solo successivamente si è provveduto alla pubblicazione integrale della lettera “per dissipare ogni dubbio”, come spiegava la Segreteria per la Comunicazione del Vaticano.

Viganò,  comunica adesso con nota scritta a Papa Francesco  la sua decisione di dimettersi. “In questi ultimi giorni – si legge nel testo – si sono sollevate molte polemiche circa il mio operato che, al di là delle intenzioni, destabilizza il complesso e grande lavoro di riforma che Lei mi ha affidato nel giugno del 2015 e che vede ora, grazie al contributo di moltissime persone a partire dal personale, compiere il tratto finale”.

“La ringrazio – continua – per l’accompagnamento paterno e saldo che mi ha offerto con generosità in questo tempo e per la rinnovata stima che ha voluto manifestarmi anche nel nostro ultimo incontro. Nel rispetto delle persone, però, che con me hanno lavorato in questi anni e per evitare che la mia persona possa in qualche modo ritardare, danneggiare o addirittura bloccare quanto già stabilito dal Motu Proprio del 27 giugno 2015, e soprattutto, per l’amore alla Chiesa e a Lei Santo Padre, Le chiedo di accogliere il mio desiderio di farmi in disparte rendendomi, se Lei lo desidera, disponibile a collaborare in altre modalità“.

” Dio”Credo – scrive Viganò nella missiva al Papa – che il ‘farmi in disparte’ sia per me occasione feconda di rinnovamento o, ricordando l’incontro di Gesù con Nicodemo, il tempo nel quale imparare a ‘rinascere dall’alto’. Del resto non è la Chiesa dei ruoli che Lei ci ha insegnato ad amare e a vivere, ma quella del servizio, stile che da sempre ho cercato di vivere. Padre Santo, La ringrazio se vorrà accogliere questo mio ‘farmi in disparte’ perché la Chiesa e il suo cammino possa riprendere con decisione guidata allo Spirito di Dio.

Della lettera, riservata – scriveva Viganò  – è stato letto quanto ritenuto opportuno e relativo alla sola iniziativa, e in particolare quanto il papa emerito afferma circa la formazione filosofica e teologica dell’attuale Pontefice e l’interiore unione tra i due pontificati, tralasciando alcune annotazioni relative a contributori della collana. La scelta è stata motivata dalla riservatezza e non da alcun intento di censura“.

Accettando le dimissioni del prefetto della Segreteria per la Comunicazione, il Papa ha chiesto a Viganò in una lettera di rimanere in forze al dicastero delle comunicazioni come “assessore“. “A seguito dei nostri ultimi incontri e – si legge nel testo – dopo aver a lungo riflettuto e attentamente ponderate le motivazioni della sua richiesta a compiere ‘un passo indietro’ nella responsabilità diretta del dicastero per le comunicazioni, rispetto la sua decisione e accolgo, non senza qualche fatica, le dimissioni da prefetto”.

Vaticano: Libero Milone, revisore conti, è venuto meno al patto di riservatezza…”

Libero Milone racconta e quel che dice non piace al Vaticano che ritiene il Milone, responsabile di un incaricato illegale ad una Società esterna per svolgere attività investigative sulla vita privata di esponenti della Santa Sede”. Per il Vaticano Libero Milone è venuto meno all’accordo di riservatezza.

IL 9 MAGGIO – L’incarico arrivato il 9 maggio 2015 riguardava l’analisi dei bilanci e i conti della Santa Sede e delle amministrazioni collegate. Lo scorso 19 giugno Milone ha presentato le dimissioni al Pontefice che le ha accettate. E ora rivela di non essersi dimesso volontariamente. “Parlo solo ora perché volevo vedere cosa sarebbe successo dopo le mie dimissioni” afferma, sottolineando che visto che “in questi tre mesi dal Vaticano sono filtrate notizie offensive per la mia reputazione e la mia professionalità” non “lo potevo più permettere”.

“Mi spiace molto per il Papa – precisa -. Con lui ho avuto un rapporto splendido, indescrivibile, ma nell’ultimo anno e mezzo mi hanno impedito di vederlo. Evidentemente non volevano che gli riferissi alcune cose che avevo visto. Volevo fare del bene alla Chiesa, riformarla come mi era stato chiesto. Non me l’hanno consentito”.

IL 19 GIUGNO – Milone ricostruisce così le tappe della vicenda e non esclude, dice alla fine, che possa arrivare alla denuncia. Il 19 giugno “fui ricevuto dal sostituto alla segreteria di Stato, monsignor Becciu, per parlargli del contratto dei miei dipendenti. E invece mi sentii dire che il rapporto di fiducia col Papa si era incrinato: il Santo Padre chiedeva le mie dimissioni. Ne domandai i motivi e me ne fornì alcuni che mi parvero incredibili. Risposi che le accuse erano false e costruite per ingannare sia lui che Francesco; e che comunque ne avrei parlato col Papa. Ma la risposta fu che non era possibile. Becciu mi disse invece di andare alla Gendarmeria”.

In Gendarmeria, spiega Milone, “notai subito un comportamento aggressivo. Ricordo che a un certo punto il comandante Giandomenico Giani mi urlò in faccia che dovevo ammettere tutto, confessare. Ma confessare che cosa? Non avevo fatto nulla”. E aggiunge: “Scoprii che indagavano da oltre 7 mesi su di me. Hanno sequestrato documenti ufficiali protocollati e coperti dal segreto di Stato”. “Impedirlo? Non potevo fare niente. Ero intimidito”.

LA REPLICA DEL VATICANO – “La Santa Sede prende atto con sorpresa e rammarico delle dichiarazioni rilasciate da Libero Milone, già Revisore Generale. In questo modo egli è venuto meno all’accordo di tenere riservati i motivi delle sue dimissioni dall’Ufficio. Si ricorda che, in base agli Statuti, il compito del Revisore Generale è quello di analizzare i bilanci e i conti della Santa Sede e delle amministrazioni collegate. Risulta purtroppo che l’Ufficio diretto da Milone, esulando dalle sue competenze, ha incaricato illegalmente una Società esterna per svolgere attività investigative sulla vita privata di esponenti della Santa Sede”. E’ quanto afferma la Sala stampa vaticana dopo le dichiarazioni dell’ex primo Revisore generale dei conti vaticani.

“Questo, oltre a costituire un reato – riferisce la nota -, ha irrimediabilmente incrinato la fiducia riposta nel Dott. Milone, il quale, messo davanti alle sue responsabilità, ha accettato liberamente di rassegnare le dimissioni. Si assicura, infine, che le indagini sono state condotte con ogni scrupolo e nel rispetto della persona”.
(Agenzia)

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