Coronavirus, balzo dei decessi 127 nella Penisola, 11 in Sicilia

 

Ospedale Garibaldi, medici e infermieri realizzano reparto di terapia  intensiva [FOTO] – LiveUnict

Diventa critica anche in Sicilia la situazione generale della pandemia.Sono 562 i casi di coronavirus nelle ultime 24 ore, con undici morti (389 in totale dall’inizio dell’epidemia), uno dei dati più alti di sempre. Effettuati 7412 tamponi. I ricoverati sono 565 in regime ordinario (+23 da ieri) e 83 in terapia intensiva (+6), 7202 in isolamento domiciliare. Ben 198 i guariti, anche questo dato molto significativo (5551 in tutti), e 7850 casi attualmente positivi e 13790 quelli dall’inizio della pandemia.

Sul fronte della distribuzione territoriale sono 192 i nuovi casi a Palermo; 170 a Catania; 66 a Trapani; 53 a Messina; 34 a Ragusa; 20 a Siracusa; 19 a Caltanissetta; 5 a Enna e 3 a Agrigento. Sette le vittime a Palermo, due a Catania, una a Messina e una a Marsala.

Nel resto del Paese  sono stati 15.199 casi oggi (ieri 10.874), con il record di tamponi (177.848, 33mila più di ieri, con una incidenza rispetto ai nuovi casi pari all’8,5%). Balzo anche dei decessi, 127 oggi contro gli 89 di ieri, per un totale che sale a 36.832.

Crescita leggermente meno ripida invece per le terapie intensive, +56 oggi contro il +73 di ieri, 926 in tutto, e per i ricoveri ordinari, +603 (ieri +778), per un totale di 9.057.

 

Sentenza storica della Procura di Caltanissetta: la Mafia, “Supercosa” agi’ in gruppo e Messina Denaro-condannato all’ergastolo- era tra i mandanti

 

Messina Denaro in una foto col cappello

La difesa del boss ha chiesto invece l’assoluzione “perché il fatto non sussiste”.

C’è posta per te   Si dovrebbe dire così adesso per la notifica del provvedimento giudiziario emesso dalla Corte d’Assise di Caltanissetta.Il boss latitante Matteo Messina Denaro è stato infatti condannato all’ergastolo per le stragi mafiose di Capaci e via D’Amelio in cui furono uccisi i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e gli agenti della scorta.   Questa storica notifica va recapitata invece ad un “fantasma”  Ma è molto più chiaro adesso il mosaico della Mafia ricostruito dalle Procure siciliane

Lo ha deciso la Corte d’assise di Caltanissetta, presieduta da Roberta Serio, dopo una camera di consiglio fiume iniziata poco dopo le 10 di questa mattina. Il latitante è accusato di essere tra i mandanti delle stragi del 1992. Il collegio si è riunito oggi dopo una breve udienza, durante la quale l’avvocato d’ufficio dell’imputato, Salvatore Baglio, ha replicato al contenuto di una memoria depositata dal pm Gabriele Paci in una delle ultime udienze. Al termine della lunga requisitoria durata otto udienze, il Procuratore aggiunto Gabriele Paci ha chiesto la condanna all’ergastolo per la ‘primula rossa’ di Cosa nostra. La difesa del boss ha chiesto invece l’assoluzione “perché il fatto non sussiste”.

Tra le parti civili del processo, iniziato nel 2017, ci sono i familiari degli agenti di scorta dei due giudici ma anche i figli del giudice Paolo Borsellino e il fratello Salvatore. Parte civile anche l’Avvocatura dello Stato, in rappresentanza della Presidenza del consiglio e del ministero dell’Interno. Le parti civili sono rappresentate dagli avvocati Vincenzo Greco, Santi Centineo, Roberto Avellone, Giuseppe Crescimanno.

Durante la lunga requisitoria il Procuratore aggiunto,  aveva parlato di “unanimità dei consensi al progetto sulle stragi di Totò Riina collegiale”. “Totò Riina – aveva detto Gabriele Paci nella requisitoria- può contare su un gruppo di persone fidate che chiama “supercosa”, ai quali affida il compito di organizzare la missione romana. Questo rafforza Riina non soltanto perché ha un gruppo segreto che fa capo a lui, ma perché questo gruppo gli consentirà tra le varie opzioni operative di optare per quella che era più funzionale alla realizzazione dei suoi interessi. Scartata la missione romana sceglie quella di Capaci. Indipendente dall’esito la supercosa rafforzò i propositi di Totò Riina, con un gruppo di persone pronto ad uccidere. Nell’ottobre del ’91, con l’appoggio di Messina Denaro, Totò Riina, seppe che aveva questa disponibilità di uomini e mezzi”.

“Borsellino da tempo era nel mirino di Matteo Messina Denaro, perché poco prima delle Stragi aveva chiesto l’arresto del padre e per aver patrocinato la collaborazione di alcuni pentiti”, aveva ancora detto il procuratore aggiunto Gabriele Paci, ricostruendo davanti alla Corte d’Assise di Caltanissetta gli anni precedenti agli attentati di Capaci e via d’Amelio, nel processo in cui il latitante è accusato di essere uno dei mandanti. Per Matteo Messina Denaro, il magistrato era colui che aveva scritto l’ordine di cattura nei confronti del padre, Francesco Messina Denaro, a cui viene sostanzialmente imposta la latitanza”, aveva aggiunto il pm Paci.

Nel gennaio 1990 Borsellino aveva chiesto la sorveglianza speciale e il divieto di dimora per don Ciccio, ma il Tribunale di Trapani rigettò la richiesta, ma sulla base delle stesse accuse nell’ottobre dello stesso anno venne emesso un ordine di cattura nei confronti del capomafia”. “Avere il consenso di Matteo Messina Denaro – aveva detto ancora il Pm Paci, che oggi è reggente della Procura – gli consentiva di avere delle spie in ogni anfratto di Cosa Nostra che potevano portare alla luce quelli che erano i dissensi interni. Matteo Messina Denaro serve proprio a questo, a stanare e uccidere i riottosi”.

“Quando nel 1991 comincia la guerra di mafia Paolo Borsellino opera nel trapanese, nel territorio gestito da Matteo Messina Denaro. Abbiamo ripercorso quegli anni maledetti – aveva continuato il Pm Paci – Totò Riina, per iniziare la stagione stragista dovette veramente convincere i rappresentati provinciali della bontà del suo progetto, riuscire a costruire il consenso. Non è sostenibile che Totò Riina avrebbe comunque intrapreso a prescindere quella strada senza avere il consenso di Cosa Nostra, perché se ci fosse stato il dissenso di una delle province ci sarebbe stata una guerra. La storia di quegli anni non sarebbe stata la stessa. Messina Denaro non può aver prestato consenso con riserva. Fu lui più di tutti l’uomo che aiutò Riina a stroncare sul nascere le voci del dissenso interno”. Oggi è arrivata la sentenza, con la condanna a vita per il boss latitante.

Su Matteo Messina Denaro adesso c’è una condanna al carcere a vita dunque con “isolamento diurno per la durata di 18 mesi” e lo condanna anche”al pagamento delle spese processuali”. La Corte ha poi dichiarato l’imputato “interdetto dai pubblici uffici” e “decaduto dalla responsabilità genitoriale”. La condanna sarà, inoltre, pubblicata sul sito del Ministero della Giustizia”.

Ma non è tutto. Dovrà pagare pure il  risarcimento delle parti civili che si sono costituite. Ecco le provvisionali decise dai giudici, fino a 500mila euro in favore di ciascuna dei fratelli e dei figli degli agenti di scorta morti nelle stragi mafiose. Ma anche dei figli del giudice Paolo Borsellino, Manfredi, Lucia e Fiammetta. Trecentomila euro in favore di altri fratelli di agenti di scorta e parenti dei due giudici uccisi. E poi 100mila euro anche a figli di altrui agenti, tra cui l’autista sopravvissuto alla strage di Capaci.

 

 

Luca Busi: “Il destino delle nostre aziende sospese in un limbo politico e burocratico”

 

Luca Busi, Ad dell’azienda siciliana che imbottiglia e distribuisce Coca-Cola

«SUGAR E PLASTIC TAX RINVIATE DI SOLI SEI MESI

«Confidiamo nel buon senso del Governo: chiediamo di congelare le tasse per tutto il 2021, per salvaguardare posti di lavoro e non affossare le imprese»

«Plastic e Sugar Tax rimangono sempre dietro l’angolo. Pesano come macigni sulle nostre teste e sui nostri 151 lavoratori a rischio. Noi, imprenditori del settore, continuiamo a rimanere sospesi in questo limbo politico e burocratico che potrebbe radicalmente cambiare il destino delle nostre aziende». Sono le parole di Luca Busi, amministratore delegato di Sibeg (stabilimento siciliano che imbottiglia e distribuisce le bevande a marchio The Coca-Cola Company), a poche ore da proclami e articoli che parlano di sospensione delle tasse su zucchero e plastica, velando il semplice slittamento di sei mesi, «con l’entrata in vigore delle tasse a luglio 2021 – continua Busi – in piena stagione estiva, con modifiche in corsa sui listini dei prezzi, criticità da risolvere con l’Agenzia delle Dogane in riferimento ai dubbi applicativi delle imposte e tutte le disastrose conseguenze economiche del caso, in considerazione del trend negativo del Pil che sembrerebbe non dar tregua al Paese».

«Da più parti leggiamo plauso e soddisfazione per una scelta che, in realtà, implica solo una lenta agonia – continua Busi – e che, in controtendenza con tutte le misure adottate in questa seconda fase della pandemia, annienta uno dei pochi settori rimasti in piedi a seguito del Coronavirus: l’industria dell’agroalimentare e del beverage made in Italy, centrale per una ripartenza che stenta ad arrivare. La moratoria, rispetto all’entrata in vigore prevista il 1° gennaio 2021, continua a prospettarsi come una misura punitiva, in un contesto che vede traballare nuovamente le aperture dei locali, con un paventato lockdown che metterebbe in ginocchio l’intero settore Horeca, i consumi della popolazione e, di conseguenza, tutto il comparto».

«Chiediamo ancora una volta al premier Conte di ascoltare i nostri appelli – conclude Busi – e di sospendere le tasse almeno per tutto il 2021, lasciando alle aziende un po’ di ossigeno per respirare. Siamo scoraggiati perché mai avremmo pensato, in un momento delicato come questo, di ricevere una notizia che nel giro di pochi mesi vedrà: calo del fatturato, rimodulazione dell’organico, aumento fisiologico del costo dei prodotti e un cambiamento drastico dell’assetto delle nostre imprese. Il sistema è oggi troppo instabile per lasciar oscillare, tra un Dpcm e l’altro, scelte determinanti come quella relative all’applicazione delle tasse. Confidiamo ancora in un’apertura, in un percorso sostenibile, in una stabilità che ci possa consentire di affrontare uno dei periodi più bui della storia economica, sociale e sanitaria italiana”

Roberto Padovan, musicista, racconta il viaggio dell’esistenza

 

COMMENTI SONORI ALTERNATIVI. Il Viaggio Esistenziale di ROBERTO PADOVAN in  sette brani strumentali | Mincio&Dintorni

di Lucilla Corioni

“Commenti sonori alternativi” è un progetto strumentale con la funzione di un vero e proprio accompagnamento musicale alla quotidianità.
La scelta di sette capitoli, come fosse un romanzo “suonato”, ha fatto sì che Roberto Padovan (compositore di musiche, arrangiatore e produttore discografico) potesse raccontare il viaggio dell’esistenza attraverso alcune, quindi in questo caso sette, bellezze del sentire.
Il respiro, l’osservazione, il movimento, l’abilità visionaria, l’incontro, il timore vinto, la capacità di elaborazione della memoria.
Padovan quindi si mette e ci mette in viaggio, portando con sé solo il ricordo gentile di una vita intensa – non priva di sofferenza – che gli fa incontrare personaggi reali e altri fantastici, dai quali si lascia coinvolgere e istruire a nuove scoperte.
In Aria incontra un camminatore instancabile che esplora i vicoli deserti di una grande città immaginando di prendere il volo, sospeso tra decollo imminente e desiderio di restare.
Nel brano successivo, Landscape, si ritrova lontano dalla Capitale smarrito tra paesaggi lirici e anti-metropolitani, osservando con sorpresa ogni genere di magnificenza che aveva dimenticato, mentre viene catturato da un mantello naturale composto da composizioni floreali e rocce morbide, quasi vive, che a loro volta sembrano guardarlo.
Ecco quindi d’incanto (nel brano Balkan) spuntare una banda di zingari, immigrati dall’antica India probabilmente nel V° Secolo, che vivono in una specie di Paese dei Campi, mescolati a gruppi di nomadi giunti dall’Europa e dalle Americhe. Coinvolto in una Rumelaj (una meravigliosa danza tradizionale rom), stremato, si addormenta tra le braccia di una donna anziana per risvegliarsi, tra le note celtiche di un canto echeggiante (Irish Mood) sulle Scogliere di Moher (“le scogliere della rovina”), impressionanti e suggestive faraglioni a picco sul mare situati vicino al villaggio di Doolin sulla costa occidentale del Clare.
Un tuffo nel vuoto lo fa naufragare dentro una commedia di Goldoni, tra gli intrighi e gli espedienti del miglior amico di Arlecchino, ovvero Brighella, al quale chiede un modo per ritornare sui suoi passi…
La notte è alle porte e le ombre (Shadows) inquietanti della prima sera preludono al crepuscolo delle incertezze, dove un delicato dubbio pare sussurrare alla morte, alle tenebre interiori e alla sua memoria combattuta e affaticata.
Infine, il risveglio con Crepuscolare (il commento conclusivo)
Il viaggio è stato solo un sogno dove – come in una poesia crepuscolare di Guido Gozzano – la metafora del vespro indica lo spegnimento di quei poeti che, agli albori del Ventesimo Secolo, non avevano emozioni particolari da cantare, se non una vaga malinconia del ricordo.
La vicenda della vita, dalla nascita alla scoperta del declino sino alla morte, è così compiuta, come una colonna sonora.
Ma l’artista Padovan parrebbe ironicamente suggerire che, come ogni film muto, anche la vita silente può avere il suo commento sonoro alternativo.
L’album è prodotto da Long Digital Playing Srls (www.longdigitalplaying.com) e distribuito da Believe Digital.
Note d’autore
Pianista, arrangiatore e compositore. Ha studiato presso: Accademia di Musica Moderna di Milano, Scuola civica di Musica di TorinoConservatorio Antonio Vivaldi di Alessandria. Ha lavorato con RCA BMG Ariola, Wea, CGD, High Tide, Evolution Music.
Ha collaborato come session man ed arrangiatore con: Dino, Wilma Goich, Ronnie Jones, Gino Santercole, La Strana Società, Valerio Liboni, Ryan Paris, Tony Hadley (Spandau Ballet), Luisa Corna, Luca Bonaffini, Luigi Venegoni, Paolo Handel e Davide Marchi.
Realizza musiche originali per programmi RAI.

roberto padovan Archivi - LC COMUNICAZIONE

Nel 2019 esce con due album:
“High’n’Low”, con il Gruppo TNT (Parodi, Narbona, Padovan) un jazz inconsueto che ama stupire. Hammond, chitarra e batteria che fa rivivere alcuni standard che hanno fatto la storia.
“Reiki Piano Meditation”, dedicato a Isabel Damiani, dove Padovan accompagna la disciplina orientale del reiki in 7 tracce.

Il Sindaco Caruso di Aci Sant’Antonio: “Il commissario Covid dell’Asp, Liberti, non si rende conto che la “richie sta di fornire certezze sul numero dei contagiati, è obbligo…”

 

Covid-19, i numeri non tornano: discrepanze fra il dato dell’ASP e le comunicazioni -verificate-  al sindaco. di Aci Sant’Antonio  .Caruso: “Serve chiarezza,e l’informazione sul Coronavirus non deve essere fuorviante, i cittadini mi hanno comunicato che i soggetti positivi al Covid-19 sono più degli 11 resi noti dall’ASP, da Liberti,  che alza solo muri di parole

In seguito alle dichiarazioni del Commissario del Team Covid dell’Azienda Sanitaria Provinciale, Giuseppe Liberti,  (dirigente medico presso l’A.O “Cannizzaro” e nominato commissario nell’ambito dell’emergenza Covid-19 con decreto n.380 del 7 maggio scorso dall’assessore regionale alla Salute Razza   n.d.r.)  che su ‘La Sicilia’ del 19 ottobre 2020 ha dichiarato che “le cose non stanno come le ha raccontate il Sindaco Caruso”, il primo cittadino di Aci Sant’Antonio, che ha sollevato la questione delle discrepanze fra i dati comunicati dall’ASP e quelli pervenuti a lui in qualità di Sindaco, risponde:

Roghi ad Aci Sant'Antonio, il sindaco Caruso: "Allarmante ipotesi di dolo" - Giornale di Sicilia

Mi sono trovato al centro di una polemica che mi amareggia. Io so per certo,avendo avuto contatti con cittadini che in modo responsabile hanno comunicato a me il loro stato di salute ufficiale, che i soggetti positivi al Covid-19 sul nostro territorio sono più degli 11 resi noti nei giorni scorsi, eppure nell’ultima comunicazione dell’ASP non si fa cenno a modifiche. Sapevo che erano in numero maggiore anche all’atto della precedente comunicazione, ma anche in quel caso non è seguita alcuna rettifica.
“Il fatto che renda note le discrepanze non è certo votato alla ricerca di uno scontro: se lo faccio presente è piuttosto per trovare un punto di incontro, per affiancare chi deve fornire i numeri ufficiali.  Leggere, come risposta a questo, un’accusa legata alla presunta mancata lettura dei dati ufficiali è assurdo: gran parte dei miei cittadini vede, sui social, come le mie comunicazioni avvengano tempestivamente, a volte in tarda serata e a volte, quando non possibile, al mattino (per una questione legata ad una più capillare diffusione in base all’orario), ma sempre e comunque dopo aver appreso il dato ufficiale.
“Il fatto che non sia l’unico sindaco a lamentare questo (anche se,pare, l’unico sulla stampa, vista la risposta dell’ASP rivolta proprio a me) dovrebbe far riflettere.

Nella foto d’archivio l’infettivologo Giuseppe Liberti ,Commissario ad acta-Covid- presso l’Asp

Chiedere certezze sui numeri è d’obbligo, perché questo permette di far scattare un preciso protocollo (legato, ad esempio, alle Ordinanze regionali sulla trattazione dei rifiuti di soggetti positivi) che va incontro alle esigenze non solo di chi si trova nella sfortunata condizione di avere contratto il Covid-19, ma dell’intera cittadinanza. È incredibile che non si valuti questo e si risponda con un attacco, che si cerchi lo scontro anziché mostrare interesse per ciò che viene sollevato e lavorare per arrivare a una soluzione condivisa.
“C’è poi la questione della sanificazione delle scuole: non capisco come Liberti possa lasciarsi andare a dichiarazioni da scaricabarile affermando che la competenza sulle scuole è solo del primo cittadino, e mi chiedo come faccia a non sapere, ad esempio, che un sindaco non può certo decidere se tenere aperto o chiuso un istituto. Ci sono delle difficoltà oggettive, legate ad esempio ad una puntuale azione di tracciamento, e fare presenti le difficoltà non significa per forza voler additare questo o quello.
“Sarebbe opportuno, a mio modo di vedere, pensare a forme di collaborazione che partano anche da segnalazioni, piuttosto che alzare muri di parole. Tutti noi, che siamo prima di tutto cittadini, abbiamo bisogno anzitutto di sinergie”.

Napoli, ritorna la faida con l’esecuzione del “boss” Riso

Colpito in auto con tre colpi di pistola: omicidio di camorra a Miano -  IlGiornale.it

Napoli

Napoli ritorna come città dal  chiaro stampo camorristico ed  inquieto, e mette in mostra singolari esecuzioni – nella zona di Miano.

Un commando di sicari  ha freddato il pregiudicato  Alessandro Riso, 28 anni con  un turbolento passato già scandito da precedenti penali. Il giovane è stato scaricato – come si vede nei film di questo genere -da un’auto in corsa sul piazzale esterno dell’ospedale Cardarelli intorno alle 21,30 di mercoledì, quando era già morto.

Alcuni anni fa Alessandro Riso sfuggì miracolosamente ad un vero e proprio attentato: gli furono inferte 12-13 coltellate, ma riuscì a sopravvivere. . Non si esclude che l’agguato mortale possa essere scattato davanti al negozio di detersivi di via Vittorio Veneto, sempre nel quartiere Miano, sulla cui saracinesca gli investigatori avrebbero anche trovato due fori. A terra, invece, c’erano sei bossoli. Le segnalazioni del raid in via Vittorio Veneto sono giunte alle forze dell’ordine circa 15 minuti prima dell’arrivo al Cardarelli del corpo esanime di Alessandro Riso. 
 Secondo quanto si è appreso il negozio di detersivi del quale si diceva poco sopra apparterebbe allo zio dei fratelli Cifrone, dell’omonimo clan camorristico di Miano. Anche Alessandro Riso è ritenuto dalla Direzione Distrettuale Antimafia appartenente allo stesso clan. 

Gli investigatori ritengono che  Riso potrebbe essere stato ucciso dai suoi ex amici di gruppo. Forse perché sospettato di aver  tradito qualche elemento dei Cifrone.  Oppure ucciso dal clan  dei Balzano –  perché considerato  ancora un fedelissimo della famiglia che dopo la capitolazione dei Lo Russo avrebbe avuto ambizioni di riscossa. Vedremo in seguito gli sviluppi.

 

BLITZ DELLA FINANZA NELLE SEDE DELL’AST TRASPORTI “PRESIEDUTA” DA GAETANO TAFURI E SOCIETA’ DEI “MISTERI”

 

di     R.LANZA

Blitz della guardia di finanza nella sede dell’Ast, l’azienda regionale che si occupa del trasporto extraurbano. Le ipotesi di reato sono corruzione e abuso d’ufficio.

L’AST   oggi è Società per Azioni – circa 900 dipendenti -per  garantire servizi migliori ai cittadini utenti.Il processo di riorganizzazione che ha interessato negli anni la struttura aziendale non ha erogato tuttavia servizi di qualità.  Orari non controllati, assenze degli autisti incaricati, corse che saltano frequentemente, sporcizia sui sedili e posti a sedere, degli autobus,linguaggio spesso scurrile degli operatori, indifferenza verticistica e delle direzioni cittadine.

AST SpA opera in un territorio di 11.891 kmq di superficie, pari al 47% della superficie regionale fornendo i propri servizi ad una popolazione di 3.456.649 di abitanti, 69% della popolazione regionale residente in 128 comuni.

Rete Urbana
Comuni Serviti 14
Popolazione Servita 666.267
Km Percorsi 2.956.937
Rete ExtraUrbana
Numero di Linee 114
Popolazione Servita 3.456.649
Km Percorsi 14.763.0

Recentemente l’assessore regionale Falcone, aveva respinto l’idea di una presunta compagnia aerea controllata dalla Regione Siciliana. “Apprendiamo da indiscrezioni di un progetto – dichiarò Falcone alla Stampa tramite il portavoce Stampa Fabio De Pasquale -per la costituzione di una compagnia aerea, annunciato dal presidente dell’Ast, azienda partecipata della Regione. Si ritiene opportuno precisare che si tratta di una iniziativa personale del presidente, avvocato Gaetano Tafuri, mai concordata con il governo Musumeci e della quale non conosciamo, neppure informalmente, i contenuti”. 

Resta un mistero l’operato pure di Gaetano Tafuri e sui motivi che lo spingerebbero a pensare ad una compagnia di bandiera regionale con la controllata Ast – senza una intesa con l’attuale Giunta regionale e il Presidente Musumeci così come resta un mistero la sua autonomina ed occupazione della poltrona presidenziale. E perchè non è intervenuto finora il Presidente della Regione Musumeci?    E’ per caso soddisfatto il governatore della qualità dei servizi erogati dall’AST nelle varie città siciliane?  Perchè non attua un sondaggio nelle varie fermate degli autobus?     Perchè alla guida di questa azienda non si promuove
Nello Musumeci - Wikipedia?
un personaggio di rispetto lontano da interessi particolari, politici ed economici.Ad esempio un generale in pensione dei Carabinieri ?             Quelli attuali, caro Presidente Musumeci, – sembrano al pubblico personaggi dubbi, titolari di troppi incarichi politici anche nel periodo della Mafia dei governatori,  che non hanno eliminato i disagi e il malessere della popolazione -utenza siciliana    Occorrerebbe mandarli subito a casa. 

Tafuri : dopo l’esperienza di Commissario della Metro -CircumEtnea- il 5 settembre del 2018 si è autonominato amministratore unico dell’azienda Ast Aeroservizi  che gestisce in toto l’Aeroporto di Lampedusa. L’ autonomina di Presidente è avvenuta in seno ad un’assemblea dei soci, in quell’occasione presieduta da Giovanni Amico. Amico, dirigente Ast distaccato parzialmente presso AST Aeroservizi con la qualifica di “DG – Accoutable Manager”. Ex amministratore unico della società che gestisce l’aeroporto di Lampedusa  dal 2006.  Tafuri sa bene di aver a che fare con una Società molto amata a Bruxelles e che può contare su un contributo Ue di parecchi miliardi di euro.

I suoi poteri si ampliano a tal punto che, forse non si rende conto , che così  controlla se stesso, perchè  le due società sono in rapporto diretto. Ma Tafuri trova l’espediente singolare nel testo unico in materia di società a partecipazione pubblica) che stabilisce quanto segue: “non è consentito nominare, nei consigli di amministrazione o di gestione, amministratori della società controllante a meno che la nomina risponda all’esigenza di rendere disponibili alla società controllata particolari e comprovate competenze tecniche degli amministratori della Società controllante o di favorire l’esercizio dell’attività di direzione e coordinamento.

 

All'Ast Tafuri, il "fedelissimo" - Live Sicilia
Gaetano   Tafuri
Apprendiamo adesso che nei giorni scorsi    la Guardia  di finanza ha perquisito la sede dell’Ast in via Caduti Senza Croce di Palermo ascoltando tra gli altri presidente, vice presidente e direttore generale.
 L’incarico era quello  di acquisire alcuni atti amministrativi relativi ad incarichi e appalti aggiudicati o ancora in corso di aggiudicazione.

Sulle indagini Fiamme gialle e inquirenti mantengono provvisoriamente il silenzio. L’unica certezza sembra essere che gli indagati in questa prima fase sarebbero almeno cinque. Al momento dell’accesso i finanzieri hanno chiesto ai vertici dell’Ast di essere presenti e consegnare, fra le altre cose, anche i loro smartphone.   Vedremo appresso gli sviluppi.

Ballottaggi in diversi comuni siciliani, già le certezze

 

In via di definizione elettorale le operazioni di scrutinio nelle varie sezioni comunali interessate.  Vi sono alcune certezze. Apprendiamo ad es. che Franco Miccichè, autonomista a capo di liste civiche che ha incassato il sostegno di Lega, FI e Diventerà Bellissima, è il nuovo sindaco di Agrigento. Il verdetto arriva al termine di in uno dei 4 ballottaggi che coinvolgono altrettanti comuni siciliani (al voto anche a Carini, Augusta e Floridia): ha raggiunto oltre il 60% delle preferenze e i numeri non lasciano dubbi sulla vittoria finale.

Marco Carianni è, invece, il nuovo sindaco di Floridia: il 24enne, al secondo turno, ha battuto Salvo Burgio con 4.540 voti; è il più giovane sindaco che la città abbia mai avuto.

A Carini Monteleone esprime pubblicamente felicità per il risultato a suo favore:   ma  “c’è Lo spoglio delle schede e non c’è ancora un risultato ufficiale nella sfida con Salvatore Totò Sgroi (centrodestra).

Ad Augusta il vincitore del ballottaggio è  Giuseppe Di Mare con  “Benvenuto futuro”. L’altro candidato al ballottaggio è Giuseppe Gulino. Non ci sono ancora risultati ufficiali dello scrutinio in corso.

L’affluenza definitiva per i ballottaggi di ieri e oggi nei quattro comuni coinvolti, si è attestata al 40,13%, in forte calo rispetto al 58,04% del primo turno: un contrazione del 17,91%. Il numero degli elettori ad Agrigento si è fermato al 42,62%, con un -20,37% circa rispetto al 2012, l’ultima volta che si era verificato un ballottaggio (in quel caso a votare si recò oltre il 60% degli aventi diritto). Affluenza minore rispetto alle precedenti elezioni anche a Carini dove ha votato il 32,05% (-14,53%), ad Augusta dove si è recato alle urne il 42,95% (-18,84%) ed infine a Floridia il 43,68% (17,80).

 

Ballottaggi, oggi alle 14 si chiudono le operazioni di voto

elezioni comunali reggio calabria 2020

 

Urne aperte anche oggi  dalle 7 in Sicilia fino alle 14  per i ballottaggi. Si prosegue con il voto in quattro comuni: Agrigento, unico capoluogo di provincia; Carini, nel Palermitano; Augusta e Floridia nel Siracusano.Le operazioni di scrutinio avranno inizio oggi dopo il completamento delle operazioni di voto.
Ricorderemo che nella città dei Templi – dove si concentrano le attenzioni degli osservatori politici -a contendersi la poltrona di primo cittadino sono il sindaco uscente Lillo Firetto, sostenuto da liste di centro, che al primo turno ha ottenuto il 27,8% dei consensi, e Franco Miccichè, appoggiato da Vox e liste civiche, che ha ottenuto il 36,6% dei voti.

 

Elezioni amministrative Agrigento, Firetto non si apparenta, Miccichè  invece sì | SICILIATV.ORG

Franco Miccichè                                                                    Lillo Firetto

A Carini la sfida è tra l’uscente Giovì Monteleone del centrosinistra, che ha ricevuto il 37,5% delle preferenze, e Totò Sgroi del centrodestra, che ha ottenuto il 33,5% dei consensi.
Ad Augusta la contesa è tra l’ex sindaco Pippo Gulino che ha conquistato il 31,4% delle preferenze e Giuseppe Di Mare che si è fermato al 27,1%.
A Floridia il duello sarà tra Marco Carianni che ha ottenuto il 26,1% dei voti, sostenuto da liste civiche, e Salvo Burgio, che ha conquistato il 17,2% dei consensi, sostenuto da FdI e lista civica.

LA REGIONE DICHIARA ZONA ROSSA ANCHE RANDAZZO

 

Randazzo - Cittadina sui fianchi settentrionali del vulcano Etna

Randazzo, la cittadina ai fianchi dell’Etna, da stamane è zona rossa.

Da stamane Randazzo è considerata zona rossa.  Novantasette casi positivi al Covid accertati attraverso il tampone molecolare e altri sessanta con quello rapido: un vero cluster territorializzato è stato individuato a Randazzo, in provincia di Catania. .     Randazzo diventa la quarta zona rossa nell’isola.

Con apposita ordinanza il  presidente della Regione Nello Musumeci, d’intesa con l’assessore alla Salute Ruggero Razza, per contrastare la diffusione del coronavirus, ha disposto restrizioni fino alle 24 del 26 Ottobre.Salvo poi ad attenzionare i nuovi dati sulla cittadina randazzese.

. Si aggiunge a Sambuca di Sicilia (fino al 7 novembre), a Mezzojuso (24 ottobre) e a Galati Mamertino (24 ottobre).

Ai posti di blocco gli automobilisti dovranno informare i militari sui motivi dell’ingresso od uscita dal paese. Sono, comunque, consentiti l’asporto e la vendita al domicilio, sempre all’interno del territorio comunale. Sarà possibile transitare per l’ingresso e l’uscita di prodotti alimentari, sanitari e di beni o servizi essenziali. Inoltre, è consentita la circolazione dei residenti o domiciliati (anche di fatto) nel Comune esclusivamente per garantire le attività necessarie per la cura e l’allevamento degli animali, nonchè per le attività imprenditoriali non differibili in quanto connesse al ciclo biologico di piante, purchè condotti a titolo individuale.

La Sicilia la settimana scorsa  ha fatto registrare il più alto numero di nuovi positivi mai registrato (2.998) e un tasso di positività (i positivi in rapporto ai tamponi) quasi doppio rispetto alla settimana scorsa (6,44% contro il 3,77%). La percentuale dei positivi rispetto ai tamponi nell’ultima settimana è di circa tre volte superiore alla media l’aumento di oltre un terzo in una sola settimana del totale dei positivi (da 4401 a 6790).

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