Gestione Inps sotto la lente della Corte dei conti

Corte dei conti: «L'inefficenza crea zone oscure dove si insinua la  corruzione» - Il Sole 24 ORE
Corte dei conti – Archivi Sud liberta’

 

l conto consuntivo 2020 dell’INPS mostra un avanzo di 88,415 miliardi di euro (in diminuzione di 20,491 sul 2019), un risultato d’esercizio negativo per 25,200 miliardi e un patrimonio netto che scende da 39,759 a 14,559 miliardi.

E’ quanto emerge dalla relazione sulla gestione 2020 dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, approvata dalla Sezione controllo enti della Corte dei conti con Delibera n.79/2022, in cui si evidenzia, nell’ambito delle entrate correnti (373,684 miliardi, in crescita di 18,460 sul 2019), un valore di quelle contributive pari al 60,25% di quelle accertate (225,150 miliardi, in valore assoluto).

La crisi pandemica – ha aggiunto la Corte – ha inciso negativamente sulle entrate contributive per 11,061 miliardi di euro – determinando, invece, un aumento delle uscite per prestazioni istituzionali pari a 28,461 miliardi (359,517 miliardi in termini assoluti).

Sul fronte delle agevolazioni contributive (17,471 miliardi), la Corte ha raccomandato la verifica preventiva sui requisiti di accesso alla riduzione del cuneo contributivo, per i casi di richieste di esonero contributivo derivanti dall’assunzione dei beneficiari. Sono state 237 (per un totale di 1.244.000 euro) le istanze di sgravio accolte, riferibili al credito di imposta per effetto di assunzioni di percettori di Reddito di cittadinanza.

Su 13.181 ispezioni in materia previdenziale, 8.477 hanno rilevato irregolarità. Sono 144.014 i lavoratori trovati in posizione irregolare, di cui 2.455 (circa il 2%) totalmente in nero. L’ammontare accertato della sorte contributiva omessa/evasa è di 375,808 milioni di euro nel 2020, rispetto ai 532,204 del 2019. Il numero di ispettori in forza all’Istituto è in costante calo, dai 1.073 del 2019 ai 1.020 nel 2020 (-4,9%).

Per il 2020, infine, la Corte ha dato atto all’Ente dei risultati raggiunti nella mitigazione del rischio di povertà, svolta mediante l’erogazione, sia di prestazioni a sostegno del reddito di Cassa integrazione guadagni ordinaria, con causale Covid-19 (1.765.228.806 ore autorizzate, a fronte di 673.222.022 utilizzate), sia delle indennità Covid-19 (c.d. bonus) per una spesa di 6,002 miliardi.

Le analisi complessivamente svolte dalla Corte si sono estese all’assetto organizzativo dell’Istituto, ai temi generali della riscossione dei crediti contributivi, della gestione del contenzioso e delle misure assistenziali, nonché alle previsioni statistico-attuariali della spesa pensionistica.

Controllo del territorio e lotta allo spaccio . Arresti a Palermo

A Cosenza la droga scorre a fiumi: genitori costretti a pagare i debiti dei  figli
Lotta allo spaccio dei stupefacenti

 

Palermo,

Lotta alla droga. È di due persone arrestate per spaccio, 2 armi e 700 g di sostanze stupefacenti sequestrati, il bilancio di un servizio straordinario di controllo del territorio eseguito dai Carabinieri di Palermo e articolato nel fine settimana nel quartiere Zen2.
I militari della locale Stazione Carabinieri, del Nucleo Radiomobile e del Nucleo Cinofili Carabinieri di Palermo Villagrazia, con il supporto di altro personale della Compagnia San Lorenzo, sono stati impegnati in una serie di servizi finalizzati al contrasto del fenomeno dello spaccio di stupefacenti e al controllo della circolazione stradale.
Nel corso delle attività due fratelli, sorpresi a spacciare sostanze stupefacenti, sono stati arrestati e l’Autorità Giudiziaria, al termine dell’udienza per direttissima, ha convalidato gli arresti eseguiti e applicato nei confronti di entrambi la misura dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria.
I Carabinieri del Nucleo Radiomobile, inoltre, attirati da un forte odore di sostanza stupefacente, con l’ausilio dei Vigili del Fuoco, hanno fatto accesso in un garage abusivo di via Marchese Pensabene, chiuso con un lucchetto, rinvenendo al suo interno un fucile calibro 12 a canne mozze, modificato artigianalmente, una pistola con matricola abrasa calibro 40, oltre 500 munizioni e 650 grammi complessivi tra marijuana e hashish.  
Le armi ed il munizionamento verranno inviati al RIS dei Carabinieri di Messina per le analisi balistico-dattiloscopiche e per verificare se siano state impiegate per la commissione di altri delitti. La droga sequestrata verrà analizzata dal Laboratorio Analisi Sostanze Stupefacenti del Comando Provinciale Carabinieri di Palermo.
Nelle attività su strada sono state identificate 86 persone, sottoposti a controllo 54 mezzi ed elevate sanzioni per violazioni al codice della strada per un importo totale di circa 3mila euro.

 

“I colori dell’inclusione: Integrazione, Famiglia, Impresa” è il volume che sarà presentato oggi ,5 novembre alla Sala Nassirya del Senato

ROMA

I colori dell’inclusione: Integrazione, Famiglia, Impresa” è il volume presentato il 5 novembre alla Sala Nassirya del Senato con rappresentanti del mondo istituzionale, accademico, manageriale, giornalistico. Un modello per la società e per le aziende del futuro che coinvolgeranno sia il pubblico che il privato

Diversità e Inclusione: al Senato il confronto sull’impresa che sarà. In un libro il futuro dei rapporti sociali e delle strategie aziendali

Il concetto di inclusione rappresenta il valore fondante della coesione sociale, la quale a sua volta costituisce un aspetto fondamentale per la stabilità del Paese. Senza inclusione non ci può che essere una dialettica distruttiva” sottolinea la Senatrice Paola Binetti 12ª Commissione Igiene e Sanità

Negli ultimi anni si sente sempre più spesso parlare di Diversità e Inclusione. Come dice una nota attivista statunitense: Diversità è essere invitati alla festa. Inclusione è essere invitati a ballare (Diversity is being invited to the party. Inclusion is being asked to dance – Verna Myers). La diversità è un fatto, linclusione è una scelta. La prima rappresenta la pluralità dei punti di vista; col termine inclusione si intende la capacità di costruire un ambiente dove ognuno sia benvenuto e rispettato. Questi elementi sono applicabili a qualsiasi contesto della società odierna, ma in particolare si prestano ad essere al centro dell’azienda del futuro, sia in ambito pubblico che privato. Un’analisi delle trasformazioni del nostro mondo e delle prospettive future è quella proposta nel libro “I colori dell’inclusione: Integrazione, Famiglia, Impresa”, Serarcangeli Editore, scritto da Gianluca Bucci, Professional Coach e fondatore Accademia Italiana Soft Skills, insieme al Manager Coach Danilo Bascucci e con il contributo di professionisti di diversi settori.

L’ANALISI DI UN MONDO CHE CAMBIA – Per affrontare il tema dellinclusione si deve partire dalla diversità, dai concetti di uguaglianza, quella dapprima negata e poi a fatica conquistata nella storia da tante minoranze. Attraverso un viaggio nel tempo si sono toccati i temi dellevoluzione del concetto di diversità e di come le imprese stanno applicando dei nuovi protocolli inclusivi, che coinvolgono tutta lazienda ad ogni livello gerarchico. La meraviglia è che tutto questo è diventato non solo unesigenza per un efficace successo aziendale, ma un vero e proprio ingaggio emotivo orientato ad un migliore benessere organizzativo. Al centro cè la persona, il rispetto per ognuno, laccoglienza e il dare voce a tutti. Nessuno escluso.

La diversità è un fatto, l’inclusione è una scelta – spiega l’autore Gianluca Bucci – Per questo bisogna affrontare il tema dell’inclusione partendo dalla prima. L’inclusione è un valore aziendale, ma non ha una valenza solo intellettuale, ma anche emotiva, culturale, sociale. Vogliamo affrontare l’evoluzione del concetto di inclusione negli ultimi 100 anni, attraverso molteplici analisi che permettono di arricchire il dibattito con diversi punti di vista. Inclusione e diversità sono due facce della stessa medaglia, che possono essere connesse e valorizzate. Obiettivo finale è rivolgerci alla società e a un sistema economico in continua evoluzione per suggerire una maggiore inclusione, che permetta una massimizzazione dei profitti senza trascurare la dimensione sociale”.

Il concetto di inclusione rappresenta il valore fondante della coesione sociale, la quale a sua volta costituisce un aspetto fondamentale per la stabilità del Paese – sottolinea la Senatrice Paola Binetti – Senza inclusione non ci può che essere una dialettica distruttiva, perché si finisce con accentuare le rivalità e si stressano le ragioni della diversità, invece di apprezzare le differenze che ci caratterizzano nell’appartenenza alla realtà umana a cui tutti apparteniamo”.

IL CONTENUTO – Il volume “I colori dell’inclusione” è la testimonianza di un viaggio che ha l’ambizioso obiettivo quello di “innescare e sviluppare” una cultura dell’inclusione e della diversità attraverso preziose testimonianze ed esperienze vissute nella vita quotidiana. Si parte con la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani approvata dalle Nazioni Unite nel 1948, punto cardine nella storia dell’umanità, e propone una riflessione sull’evoluzione e il riconoscimento dei diritti dell’individuo, tra eventi storici, aneddoti, fenomeni sociali: un insieme di strumenti per capire perché è necessaria l’inclusione affinché le diversità vengano abbattute. A offrire un esempio di come mettere in pratica questi concetti è offerto dalla società biofarmaceutica Gilead Sciences, impegnata nella scoperta e nello sviluppo di farmaci innovativi, che ha reso integrazione e coesione valori fondamentali della propria mission. Storie di individui si intrecciano al percorso aziendale, proponendo un modello moderno e vincente di lavoro. Proprio al mondo del lavoro e a come si debba applicare a questo ambito il concetto di inclusione è dedicata ampia parte del testo. Un capitolo a parte è dedicato all’attualità: cosa accadrà nel passaggio tra un’epoca postpandemica che ha segnato la cesura tra la fase precedente e quella che potremmo definire postmoderna? Da qui l’inizio di un percorso di riorganizzazione aziendale. “Digitalizzazione” e “smart working” sono espressioni entrate nell’uso frequente durante i mesi di pandemia, ma quale sarà il loro futuro negli anni a venire resta oggetto di indagine e di riflessione.

L’APPUNTAMENTO – Il libro “I colori dell’inclusione: Integrazione, Famiglia, Impresa” viene presentato oggi,il 5 novembre a Roma, presso la Sala Nassirya del Senato della Repubblica, su iniziativa della Senatrice Paola Binetti, alla presenza di rappresentanti delle istituzioni, dell’informazione, del mondo accademico. I relatori saranno la Sen. Paola BinettiMembro della 12ª Commissione permanente Igiene e Sanità; On. Stefania PezzopaneMembro della VIII Commissione (Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici); Gianluca BucciProfessional coach Fondatore Accademia Italiana Soft Skills; Michelangelo SimonelliSenior Director Governament Affairs Italy Gilead; Daniel Della Seta, giornalista, autore e conduttore “L’Italia che va” Radio Rai; Piero DamossoCaporedattore TG1; Prof.ssa Maria Caterina FedericiDocente di Sociologia Generale presso l’Università degli Studi di Perugia; Prof. Raffaele FedericiDocente di Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi presso l’Università degli Studi di Perugia; Salvatore CimminoAtleta e Manager Leonardo Finmeccanica; Giuseppe TriestePresidente di FIABA Onlus Fondo Abbattimento Barriere Architettoniche; Prof. Stefano MazzoleniDocente del Dipartimento di Ingegneria elettrica e dell’informazione presso Politecnico di Bari. In apertura anche un videomessaggio del Presidente del Comitato Paralimpico Luca Pancalli. Un panel in grado di declinare il tema dell’inclusione in ogni suo aspetto, con particolare attenzione alle interconnessioni economiche e sociali. In virtù delle loro esperienze, i relatori potranno raccontare l’impegno di diversi ambiti, dalla disabilità allo sport, nel superare e valorizzare le diversità con il fine di favorire l’inclusione. Grande attenzione anche per gli strumenti necessari per questo processo: la scienza e la tecnologia che hanno permesso l’abbattimento di barriere fisiche e le scienze sociali che hanno consentito di eliminare le barriere ideologiche e morali.

 

Peggioramento generale della situazione epidemiologica: misure più strette e vietati gli spostamenti al di fuori del comune

 

Zona arancione oggi e domani: regole e misure più rigide in tutta Italia per spostamenti, bar, ristoranti nel weekend del 9 e del 10 gennaio secondo le previsioni del  nuovo decreto Covid. Più rigidità perchè i dati finora forniti dal Ministero Salute non sono per niente favorevoli. Il coprifuoco scatta alle 22 e dura fino alle 5. Se non per motivi di lavoro, di necessità e di salute sono vietati gli spostamenti al di fuori del comune e tra le regioni. “Saranno comunque consentiti, negli stessi giorni, gli spostamenti dai Comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti, entro 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia”, prevede il decreto. Bar e ristoranti devono limitarsi all’asporto e alla consegna a domicilio, chiusura per centri commerciali. Restano aperti alimentari, farmacie, parafarmacie, tabaccherie ed edicole, anche all’interno degli stessi centri commerciali.

 

Calabria, Emilia Romagna, Lombardia, Sicilia e Veneto non cambieranno colore lunedì, come stabilisce l’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza che entra in vigore oggi”Dobbiamo tenere il massimo livello di attenzione perché il virus circola molto e l’indice del contagio è in crescita”, ha twittato il ministro annunciando la firma. L’ordinanza, siglata in una giornata caratterizzata da 17.533 contagi e 620 morti, è il frutto dell’analisi condotta sui dati del monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità (Iss)-ministero Salute, relativo al periodo 28 dicembre 2020-3 gennaio 2021: Calabria, Emilia Romagna e Lombardia hanno un Rt puntuale significativamente maggiore di 1″ altre 6 lo superano nel valore medio (Liguria, Molise, Sardegna, Sicilia, Umbria, Valle d’Aosta), altre 4 hanno un valore uguale, la Puglia, o che lo sfiora, Lazio, Piemonte, Veneto”.

Il Veneto, infine, “mostra un tasso di incidenza particolarmente elevato, rispetto al contesto nazionale”. Tra il 15 e il 28 dicembre, evidenzia il documento, “l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1.03 in aumento da quattro settimane e per la prima volta, dopo sei settimane, sopra uno”. Nel report “si osserva un peggioramento generale della situazione epidemiologica nel Paese. L’incidenza nazionale a 14 giorni torna a crescere dopo alcune settimane di decrescita, aumenta anche l’impatto della pandemia sui servizi assistenziali e questo si traduce in un aumento generale del rischio”. “C’è nel Paese un peggioramento della situazione epidemiologica generale e aumenta l’impatto sui servizi assistenziali.

Etna anche oggi in eruzione Spettacolo con cenere , lapilli e fessura eruttiva colma di lava

 

Ist.naz.di Geofisica-Video

 

Spettacolo Etna che continua.    Il vulcano coperto di neve, di nuovo in eruzione anche ieri sera e questa mattina con l’attività esplosiva al cratere di Sud-Est che è stata d’intensità variabile e al momento appare visibile sul vulcano un lungo cono di fumo e cenere L’emissione di cenere  ha provocato la caduta di terra nera su Catania e molti comuni dell’Hinterland. L’’aeroporto Fontanarossa  comunica comunque che lo scalo aereo funziona regolarmente..

L’Ingv – l’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia – ha registrato, per quanto riguarda l’attività effusiva, come la colata lavica prodotta dalla fessura di Sud sia inattiva, mentre la colata proveniente dalla fessura di Sud-Ovest al momento sia meno alimentata. Si apprende anche dall’analisi tecnica e più dettagliata delle immagini televisive si sono osservati tre flussi piroclastici che si sono sviluppati, due in concomitanza con l’apertura della fessura eruttiva dalla quale fuoriesce un fiume di lava.

Istat; disoccupazione sale al 7,8

 

Istat senza vertice, incognita su chi arriverà dopo Alleva ...

OCCUPATI E DISOCCUPATI (MENSILI)

A maggio continua il calo degli occupati (-84 mila). Tasso di disoccupazione al 7,8% (+1,2 p.p.)

torna a crescere il numero di persone in cerca di lavoro, a fronte di un marcato calo dell’inattività. Dopo due mesi di decisa diminuzione, aumenta anche il numero di ore lavorate pro capite. La diminuzione dell’occupazione su base mensile (-0,4% pari a -84mila unità) coinvolge soprattutto le donne (-0,7% contro -0,1% degli uomini, pari rispettivamente a -65mila e -19mila), i dipendenti (-0,5% pari a -90mila) e gli under 50 mentre aumentano leggermente gli occupati indipendenti e gli ultracinquantenni. Nel complesso il tasso di occupazione scende al 57,6% (-0,2 punti percentuali).

Ad aprile 2020 occupati in calo su base mensile (-274mila). Tasso di disoccupazione al 6,3% (-1,7 punti)

OCCUPATI E DISOCCUPATI (MENSILI)

A marzo 2020 occupati in lieve calo (-27mila). Tasso di disoccupazione all’8,4% (-0,9 punti percentuali)

febbraio 2020 occupazione sostanzialmente stabile. Tasso di disoccupazione al 9,7% (-0,1 p.p.)

Si registra pure la diminuzione del numero di inattivi (-1,6%, pari a -229mila unità): -1,7% tra le donne (pari a -158mila unità) e -1,3% tra gli uomini (pari a -71mila), con conseguente calo del tasso di inattività che si attesta al 37,3% (-0,6 punti). Il calo congiunturale dell’occupazione, spiega Istat, determina una flessione rilevante anche rispetto al mese di maggio 2019 (-2,6% pari a -613mila unità), che coinvolge entrambe le componenti di genere, i dipendenti temporanei (-592mila), gli autonomi (-204mila) e tutte le classi d’età; le uniche eccezioni risultano essere gli over50 e i dipendenti permanenti (+183mila). Il tasso di occupazione scende in un anno di 1,5 punti. Inoltre, nell’arco dei dodici mesi, calano in misura consistente le persone in cerca di lavoro (-25,7%, pari a 669mila unità), mentre aumentano gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+8,7%, pari a +1 milione 140mila).

Su base trimestrale, confrontando il periodo marzo-maggio 2020 con quello precedente (dicembre 2019-febbraio 2020), l’occupazione risulta in evidente calo (-1,6%, pari a -381mila unità) per entrambe le componenti di genere. Diminuiscono nel trimestre anche le persone in cerca di occupazione (-22,3% pari a -533mila), mentre aumentano gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+6,6% pari a +880mila unità).

A gennaio occupati in lieve calo (-40mila). Tasso di disoccupazione stabile al 9,8%.

Ernesto Bassignano, monumento della canzone d’autore, nel “Mestiere di vivere” guarda al presente e al futuro

Nove brani,nove capitoli duna stessa Resistenza”. Un percorso fatto di sguardi rivolti al passato, ma con un’analisi lucida e spietata del presente e del futuro
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Immagine Archivio Sud Libertà

di  Lucilla  Corioni

Un disco intenso e diretto, sia dal punto di vista testuale che musicale, che segna una nuova partenza per il cantautore romano/piemontese. Si tratta di “Il mestiere di vivere” (Helikonia) di Ernesto Bassignano, un artista che è un vero e proprio monumento della canzone d’autore e di impegno civile in Italia.
Questo nuovo lavoro discografico è un percorso fatto sì di sguardi rivolti al passato, ma con un’analisi lucida e spesso spietata del presente e del futuro. Nove tracce in tutto per raccontare e raccontarsi.

VIDEO

Video di “Ufficio Stampa e I.C.Comunicazioni”

“Il mestiere di vivere”, nono album dell’ormai lunga carriera di “Bax”, è un’opera ispirata che ha visto al lavoro, nella direzione artistica e nella produzione, una squadra di giovani musicisti capitanata da Stefano Ciuffi Edoardo Petretti.

Come già fu vent’anni fa con l’album “La luna e i falò” e quaranta con “Moby Dick”, Bassignano si cimenta ancora una volta col suo grande corregionale Cesare Pavese. Lo fa per territorialità, concettualità e ammirazione, ma ancor di più perché ne riconosce l’inquietudine.

La difficoltà di confrontarsi, alla sua non più tenera età, con le improvvise novità politiche e culturali, gli impazzimenti di un mondo preda della tecnologia e della freddezza nei rapporti, molto più che con la storia, la cultura e la solidarietà umana, spingono l’autore a guardare anche oltre, ad un futuro che appare molto difficile. Però, a differenza del suo grande corregionale Cesare, “perduto nella pioggia” delle sue Langhe, Ernesto lotta, resiste e tenta, se non di vincere, almeno di restare a galla.

Questo album rappresenta un sontuoso passo avanti espressivo e musicale nella sua carriera: alla chitarra, al piano e al violoncello si aggiungono, senza forzare e in maniera delicata e pastello, i colori del contrabbasso, della batteria e dei fiati, per dare alle composizioni un vestito tanto ricco quanto agile e diretto. Si va dai brani intimisti e riflessivi a quelli divertiti e ironici, ci si fa trasportare all’epoca del Derby di Milano e poi dai giochi da “Giullare verticale” di un istrionico David Riondino; e alla fine arriva un omaggio molto intenso che richiama gli epici anni del Cantacronache con “Un paese vuol dire”, che rivisita con un altro andamento il brano omonimo, una perla di Mario Pogliotti.

“Il mestiere di vivere”, nel suo complesso, appare un lungo e intenso recital, un vero e proprio concept-album coerente ed esaustivo, per dissertare e dibattere in modo poetico e attuale sull’odierno nostro male di vivere. E sopravvivere.

“IL MESTIERE DI VIVERE” traccia dopo traccia (guida all’ascolto)

Foto Ufficio Stampa e I.C.Comunicazioni

1- AMIAMOCI DI PIÙ

Il primo di nove capitoli d’una stessa resistenza. Quella di un anziano poeta civile che tenta di opporsi a tempi inquinati, cinici, veloci, fasulli , furbetti, disimpegnati. L’autore sogna di poter essere ancora protagonista della rivolta dei cuori semplici, di quei sessantottardi illusi, un po’ artisti e un po’ politici, che volevano cambiare il mondo e oggi, battuti ma mai domi, cercano nuovi slogan, nuove parole d’ordine, nuovi appelli non a volare ma a restare coi piedi a terra e la mente reattiva e aperta all’amore.

2- COMMESSO VIAGGIATORE

Parla di un sognatore, anonimo poeta, perso in un’anonima città. Un pittore della domenica che resiste al caos e allo smog dipingendo piante tropicali e grandi avventure, con la fantasia di chi riesce a fare di quattro gerani sul poggiolo una giungla inestricabile e di uno squarcio di cielo fra i tetti una via lattea luminosissima.

Il ritratto di Ernesto Bassignano, che si trova sulla retrocopertina del disco, è di Riccardo Mannelli. La foto di copertina e quelle del booklet sono dell’archivio dell’Istituto storico della Resistenza di Cuneo)

3 – GLI OCCHI DI MIO FIGLIO

Si sente un po’ di commozione in questo brano “voce e chitarra”, rivolto al figlio di Ernesto e a tutti i suoi coetanei: un popolo intero di abbandonati da una società che li ha dotati di tecnologia ma non di cultura e amore per se stessi, per la storia del proprio Paese, per il coraggio di lottare come i propri padri e i propri nonni. Un popolo di ragazzi che guarda l’orizzonte con gli occhi vuoti, resiste non sa come e si siede sul baratro giocando a chi rischia di più con un’insicurezza camuffata da coraggio.

4 – IL MESTIERE DI VIVERE

La canzone che dà il titolo all’album è un bilancio, un ripasso di decenni con i conti che non tornano. Un trovarsi, guardandosi allo specchio, comunque sempre uguale. Giullare e militante, poeta triste e anche naturalmente clown, pronto a parare delusioni e frustrazioni con una risata e un po’ di amici complici, paragonando esperienze con un filo di nostalgia. Però senza strafare con l’“amarcord”, per non rischiare di fare il brontolone vecchio che si piange addosso ricordando un’epoca rivoluzionaria finita male.

5- IL GIULLARE VERTICALE

Un brano anomalo, un divertissement di Bax, musicato questa volta dai suoi complici Petretti e Ciuffi su stilemi a metà strada tra jazz e musica d’avanguardia. Chi lo recita è un illustre attore, regista e scrittore, fiorentino pungente e sarcastico, quell’artista a tutto tondo che è David Riondino, frequentatore assiduo d’ogni kermesse d’autore che si rispetti e vecchio sodale di Bassignano. Il risultato è davvero straordinario sia per le note ardite che per la verve.

6 – LA VITA L’E’ QUELA CHE L’È

La sesta resistenza è l’omaggio sentito, comico e un filo sguaiato agli scapigliati protagonisti di quel mitico “Derby club” meneghino. Il periodo del dopoguerra con Fo, Nebbia, Carpi e Strehler produsse Cochi e Renato, ma soprattutto il genio del dottor Enzo Jannacci, musicista sghembo e provocatorio cui dobbiamo tutti moltissimo. Un ricordo straziante del mondo cabarettistico italiano, altro illustre scomparso.

7 – QUELLA NOTTE CHE

Dedicata ai terremotati di Lazio, Umbria e Marche, è quasi una ninna-nanna fatta di speranza in una ricostruzione fisica umana e culturale per una terra piagata che ogni volta si ricompone, si rinnova, prova a curare ferite indicibili. La resistenza di gente straordinaria che non molla i propri campanili, le opere d’arte, le tradizioni antiche e rurali che sono patrimonio fondamentale d’una nazione.

8 – GLI ARTISTI

Un brano cupo, che tenta con difficoltà di rappresentare il mondo di quegli artisti un po’ “maledetti” la cui arte è quasi impossibile descrivere, comprendere, appunto rappresentare. Se non con una serie di immagini e di colori e impressioni: gli inafferrabili, chiusi nel proprio mondo e perennemente convinti di essere incompresi, rabbiosi, inavvicinabili.

9 – UN PAESE VUOL DIRE

Ed ecco la traccia finale: un altro commosso omaggio, attraverso le parole e i pensieri dell’autore de “La luna e i falò”. Qui non c’è solo l’amata terra piemontese, ma un Paese intero che resiste , resiste, canta ogni anno da decenni “bella “ciao”… e poi però crolla sotto i colpi spietati d’un secolarismo fatto di malastampa, malativù, di balle colossali, di verità nascoste e straziate, di inciuci infiniti che lo allontanano sempre di più dalle radici contadine, dalla forza della ricostruzione, da Domenico Modugno: un Paese che gridava “volare” e ci credeva. Un Paese che non conosce e non vuole ricordare la sua fiera e bella lunga storia, per consegnarsi mani e piedi alla sottocultura d’un progresso fatto di niente.

ERNESTO BASSIGNANO, IL RAGAZZO CON LA CHITARRA

Ernesto Bassignano è un vero e proprio monumento della canzone d’autore e di impegno civile in Italia. Uno che di storie ne ha da raccontare: dal gruppo di Teatro Politico di Strada con Gian Maria Volontè al Folkstudio (era uno dei “quattro ragazzi con la chitarra e un pianoforte sulla spalla” insieme ad Antonello Venditti, Francesco De Gregori e Giorgio Lo Cascio), dall’attività di produttore discografico durante la quale ha scoperto e lanciato Sergio Caputo, Grazie De Michele e vari altri a quella di critico musicale per Paese Sera e Gr1, sino alla conduzione su Radio Rai del mitico “Ho perso il trend”.

Il suo debutto come cantautore solista avviene con un Ep pubblicato proprio dal Partito Comunista, e quindi distribuito fuori da quelli che sono i normali canali della promozione discografica.

Nel 1973 firma con la Ariston, che a luglio pubblica il suo primo album, “Ma…”: si tratta di un disco dal forte contenuto politico e militante; sono presenti tre delle quattro canzoni dell’Ep, e cioè “Compagno dove vai”, “Veniamo da lontano” (che Bassignano presentava già al Fokstudio), e “Compagni compagni”.

Per il secondo album, nel 1975, passa alla Rca: “Moby Dick”, prodotto da Rino Gaetano, contiene una canzone dedicata al cantautore cileno Víctor Jara (ucciso durante il golpe dell’11 settembre), mentre la title track è un duro attacco alla Democrazia Cristiana.

Dal 1980 inizia la carriera radiofonica, conducendo molti programmi in Rai, e quella di critico musicale presso Paese Sera.

Non abbandona però l’attività di cantautore, continuando ad incidere album come “D’Essai”, “Bassingher” e “La luna e i falò”; in quest’ultimo torna a collaborare con De Gregori, che suona l’armonica a bocca nel brano “Stelle da rubare”, già pubblicato due anni prima su 45 giri.

Dal 1990 è autore per Umberto Bindi. L’ultimo album dell’artista ligure, “Di Coraggio non si muore”, prodotto da Renato Zero per la Fonopoli, contiene quattro brani di Bassignano.

Dal 1999 al 2011, è l’anima, insieme al giornalista sportivo Ezio Luzzi, della fortunatissima trasmissione di satira sociale di RadioUno “Ho perso il trend”.

Gli altri album successivi sono “Trend & Trend” (2007, CNI); “Aldilà del mare” (2009 Rai Trade); “Vita che torni” (2014 Joe&Joe) e “Il grande Bax” (2016, Egea Music) che segna un’inversione di marcia: supera le orchestrazioni eccessive e veste i suoi testi di arrangiamenti semplici ed espressivi, riportando la sua musica alla “giovinezza scapigliata”, ai tempi del Folkstudio.

 

La Tav ” verrà ridiscussa integralmente”. Il governo invia una lettera alla Francia e alla società italo-francese incaricata di realizzare l’opera

La vicenda Tav si concluderà in coerenza con l’identità di chi ha criticato le spese gonfiate dell’opera “Sulla Tav la situazione si sta risolvendo positivamente” afferma a sorpresa  il vicepremier Di Maio. “Quindi ora parliamo di altro e andiamo avanti. Andiamo avanti con altre opere, con Quota 100, con investimenti produttivi per le imprese, con il Reddito di Cittadinanza e con tutto ciò di cui il Paese ha bisogno, ora. Ce lo chiedono gli italiani”. “Le ‘teste dure’ o frasi come ‘vediamo chi va fino in fondo’ non mi appartengono, sono folklore che non fa bene all’Italia. Siamo stati eletti per servire gli italiani e e’ quello che faremo con responsabilità“.

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Ho chiarito che questo governo e le forze politiche che lo sostengono si sono impegnati a ‘ridiscutere integralmente’ questo progetto e che abbiamo intenzione di interloquire con la Francia e con l’Unione europea alla luce delle più recenti analisi costi-benefici da noi acquisite. Lo scrive il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in un un comunicato stampa sul massimo social a proposito della lettera inviata a Telt. “Ovviamente non vogliamo che nel frattempo si perdano i finanziamenti europei già stanziati”.

Il sottosegretario alle Infrastrutture, Michele Dell’Orco di M5S spiega che “l’opera verrà ridiscussa integralmente come previsto da Contratto. Il buon senso ha prevalso. Priorità rimane la semplificazione del codice degli appalti e un grande piano di manutenzione di ponti e strade”. Intanto Telt, la società italo-francese incaricata di realizzare la Torino-Lione, ha ricevuto una lettera da parte del governo italiano. ….”.

Matteo Salvini   assicura come il governo “andrà avanti ancora a lungo”. Ma sul contratto con gli alleati,  è netto: “Ricordo che nel contratto c’è la revisione dell’opera, si può rivedere il progetto, risparmiare sui costi, ma non sta scritto da nessuna parte che l’opera debba essere cancellata”. “Resto convinto che si debba fare”, spiega ancora Salvini, che ribadisce come sia “importante che si dia un segnale di partenza e apertura”. In ogni caso, “se un accordo non si trova al governo si può trovare nel Parlamento o nel Paese”, continua il vicepremier: “Io sono disponibile a tutto, a un pronunciamento del Parlamento, a un pronunciamento degli italiani con un referendum”.

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– , Fico ha ripercorso la storia del Movimento 5 Stelle e, in particolare, la posizione del M5S nei confronti della Torino-Lione: “Nel 2005 – ha ricordato Fico – la prima riunione dei meetup che nascevano fu fatta a Torino, perché quel giorno c’era la grande manifestazione per dire no alla Tav. Eravamo circa un centinaio e c’era anche Beppe Grillo, e dopo la riunione andammo tutti alla manifestazione”. Il no alla Tav, ha sottolineato Fico, “non era una posizione ideologica o per dire no a qualcosa, ma era per dire di cambiare rotta rispetto a delle opere che non servono e non servivano”. Inoltre, ha proseguito Fico, “la prima uscita pubblica da parlamentari del Movimento 5 Stelle Camera e Senato, nel 2013 fu una visita ai cantieri della Tav per comprendere a che punto ci trovavamo, per dire l’ennesimo no documentato e non ideologico alla Tav. Quindi è una lotta che ha attraversato ogni periodo storico del Movimento 5 Stelle e ogni regione che ha contribuito a far nascere e a far crescere il Movimento”.

(Ag)

Nulla di fatto sulla Tav, Conte interviene per smentire ” notizie non veritiere sui giornali, occorre solo dialogare con la Francia”

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Conferenza stampa a sorpresa- di smentite notizie -convocata a Palazzo Chigi dopo il vertice notturno che ha segnato ancora una volta un nulla di fatto sulla vicenda Tav “Vorrei fare un chiarimento preliminare – dice il presidente del Consiglio – vorrei ricordare e invitare a considerare che non esiste alcuna comunicazione o mia dichiarazione, neanche prima che assumessi la responsabilità di governo, sull’essere favorevole o contrario” al Tav, “non ho mai preso posizione” al riguardo e ho “dichiarato da subito di affrontare” la questione “con estremo senso di responsabilità, senza atteggiamenti pregiudiziali, con equilibrio, essendo guidato unicamente dalla tutela dell’interesse dei cittadini”, “garante dell’interesse nazionale”.

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“Io non ho mai detto che avremmo affidato all’analisi costi-benefici la decisione finale” sul Tav, scandisce ancora Conte, “la decisione va imputata al governo. Io stesso ieri sera ho manifestato – non muovendo da alcuna posizione pregiudiziale – forti dubbi e perplessità sulla convenienza dell’opera, non sono affatto convinto che questo è il progetto infrastrutturale di cui l’Italia ha bisogno“. “Credo sia d’obbligo – sottolinea – procedere a un’interlocuzione con i nostri partner, Francia e Ue, e per condividere dubbi e perplessità” sul Tav. “In ordine all’analisi costi-benefici, se ci sono rilievi” da parte dei partner, “ci piacerà instaurare un contradditorio, e crediamo questo sia il modo più trasparente di procedere sia al nostro interno che con i partner”.

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In freezer anche la storia dei  bandi.”E’ un tema che stiamo sviscerando e approfondendo nei suoi aspetti tecnici e giuridici”, afferma Conte. Ieri al vertice a Palazzo Chigi sul Tav “tutti gli esponenti politici – io stesso – abbiamo portato esperti al tavolo per consentire il dialogo”, attuando “una sorta di stress test durato molte ore. Io stesso avevo dubitato sulla fondatezza” del dossier commissionato dal Mit, ma dopo la riunione di ieri “mi sono convinto che l’eleborato realizza il suo compito: cioè attua una plausibile e fondata analisi costi-benefici“.

Abbiamo due forze politiche che stanno esprimendo sensibilità differenti”, ma nel vertice di ieri sul Tav “non abbiamo litigato – assicura – C’è un proficuo confronto, franco e serrato, a fuoco c’è l’interesse nazionale e dei cittadini. Non stiamo affatto litigando”. Al tavolo di discussione, “le due forze politiche hanno legittimamente posizioni diverse, raccogliendo anche le istanze del territorio” sottolinea il premier, spiegando che “questo crea uno stallo”. “Come ho spiegato ieri – puntualizza – rispetto le posizioni e le istanze ma non permetterò che pregiudizialmente si affermi l’una o l’altra posizione”.

 

LA TAV DIVENTA LO “SPECCHIO DELLA DISTANZA DI IDEE TRA GLI SCHIERAMENTI POLITICI ITALIANI”

 

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La Tav, la Torino-Lione è diventato lo specchio della distanza di idee fra i componenti dell’esecutivo e degli schieramenti politici.

Tav, no Tav , il  ministro  Tria – ancora spera “in un’evoluzione positiva” – i Toninelli, contrario alla grande opera che Parigi attende. Nel mezzo il premier Conte, che vorrebbe conciliare ogni cosa e sta “studiando bene il dossier” sulla linea ferroviaria e  con diplomazia assicura come si arriverà alla “migliore decisione possibile nell’interesse del Paese”.

Nella vicenda si inserisce supplemento di analisi voluto dal Mit che dimezzerebbe gli svantaggi dell’opera, considerando i soli costi a carico dell’Italia. Dati “non scientifici” per Toninelli, ma un dossier che potrebbe comunque rimettere le carte in tavola come ulteriore argomento di discussione. Palazzo Chigi nella mattinata di ieri ha tenuto in ogni caso a precisare che il premier “non ha aperto a nessuna ipotesi di mini-Tav”né tantomeno “ha mai richiesto un ulteriore contributo all’analisi costi-benefici dell’opera”, contributo sollecitato appunto dal solo ministero dei Trasporti. ”

.Troppa incertezza per l’opposizione, che in giornata ha parlato di “sceneggiata” e bollato il titolare del Mit come “inadeguato”, tanto che il Pd – spiega il dem Marino – “ha deciso di presentare una mozione di sfiducia contro Toninelli alla Camera ed al Senato, dopo l’ultima vergognosa operazione della Commissione costi/benefici, un orpello inutile voluto da questo indegno ministro dei trasporti. Per il bene di Torino e dell’Italia, la Tav si deve ultimare e Toninelli deve andare a casa”.

Anche la Francia attende ma chiede tempi più brevi. Occorre una soluzione al più presto. L’impresa si profila ardua …Anche per un campione della diplomazia come Giuseppe Conte..