REGIONE SICILIA: ALLA RICERCA DEI VERI SPRECHI E DEI “FURBETTI”

 

NECESSARIO UN INTERVENTO DEL PROCURATORE DELLA CORTE DEI CONTI DELLA SICILIA

  QUATTRO MESI DI STIPENDIO AI DUE GIORNALISTI UFFICIO STAMPA ERSU DI PALERMO E CATANIA,  D.MATRANGA (CAPO DEL COBAS-CODIR SICILIA) E GIAMPIERO PANVINI (COMMISSARIO DELL’IST.CIECHI -ARDIZZONE-DI CT) PRONTI IN “LIQUIDAZIONE”  LA STRATOSFERICA SOMMA DI ”  Euro 70.915.70

DI   RAFFAELE   LANZA

Pubblichiamo il decreto di impegno spesa aI due giornalisti dell’Ersu di Palermo e Catania.  Poi, alla fine della lettura, i nostri spunti e proposte

”                                                                                                                          

Visto lo Statuto della Regione siciliana,

Vista la legge  23.3 1971 N.7  “Ordinamento degli Uffici e dell’Amministrazione regionale;

Visto il D.P.R. 28.2.1979 n.70 “Approvazione Testo Unico delle leggi sul Governo italiano e della Regione Siciliana;

Vista la legge n. 15.5.2008 n.10 “Norme sulla dirigenza e sui rapporti di lavoro nella Regione siciliana;

Vista la legge n. 16.12.2008 n.19  ” Norme per la riorganizzazione dei Dipartimenti regionali e del Governo e dell’Amministrazione regionale;

Visto il Dlgs      23.6.2011  n. 118 ” Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili, degli schemi di bilancio della Regione,degli Enti locali e dei loro organismi a norma degli art. 1 e 2        della legge 5 Maggio 2009 n.42 e successive modificazioni ed integrazioni , in particolare l’art. 43 e l’allegato 4/2 al punto 5/2 nella parte in cui prevede che per la spesa corrente , l’imputazione  dell’impegno per la legge  regionale  16.12.2008  n.19 Rimodulazione degli assetti organizzativi dei Dipartimenti regionali ai sensi  dell’art. 13, comma 3 della legge regionale 17. 3.2016  Modifica del decreto del Presidente della Regione 18.1.2013 n.6 e succ. modificazioni ed integrazioni; 

Visto il DDG 3845 DEL 3.9.2020 con il quale il Dirigente generale del Dipartimento della Funzione pubblica (Madonia n.d.r.) ha conferito al dott. Giovanni Stimolo l’incarico ad interim del Servizio 8 Trattamento economico del personale a tempo determinato a decorrere dal 31.8.2020;

Visto il vigente CCRL;

Vista la L.R. n.9 del 12 maggio 2020 Legge di Stabilità regionale n. 2020-2022;

Vista la Legge .n.10 del 12 maggio 2010 sul Bilancio di previsione della Regione siciliana   triennio 2020-2022;

Vista la Delibera di Giunta n.172 del 14.5.2020   -Approvazione del Documento Tecnico di accompagnamento e del Bilancio gestionale triennio 2o2o-2o22;

Visto il paragrafo 8/3 punto 2 dell’Allegato 4/2 del Dlgs 118/2011 e s.m.int.;

Visto il DP DEL 27:6.2019 N.12   Regolamento di attuazione del Titolo  II della Legge regionale; 

Visto il Capitolo 190001 “Stipendi ed altri assegni fissi da erogare al personale a tempo  determinato con qualifica diversa da quella dirigenziale in servizio negli uffici   dell’Amministrazione regionale (Spese obbligatorie) -l’art 14 Gestione stipendiale accentrata presenta una disponibilità pari a 8.00.00.25;

Considerato che l’impegno per il pagamento degli emolumenti stipendiali  dei giornalisti dell’Ersu di Catania e Palermo deve essere assunto   nei limiti degli stanziamenti di spesa previsti per l’esercizio 2019 nel Bilancio di previsione 2019    – 2012 approvato con legge regionale 22 febbraio 2019 n.2 “Bilancio di previsione della Regione siciliana nel trienno 2019-2021”;

Ritenuto di dover impegnare per il pagamento degli emolumenti stipendiali    per il periodo da settembre a dicembre e Tredicesima mensilità 2020 in favore dei giornalisti dell’Ersu di Catania e Palermo sul capitolo 190001- art 14   la somma di   Euro 70.915.70;   sul capitolo 10901 la somma di Euro 602800 per Irap; sul capitolo 108006 la somma di 402900

per il pagamento degli oneri per l’Amministrazione e sul capitolo 108171 la somma di Euro 19. 217.00 per il pagamento degli oneri a carico dell’Amministrazione (Casagit e Inpgi)riportati dettagliatamente negli allegati prospetti che fanno parte integrante del presente provvedimento.

                                                                                                                                  DECRETA

ai sensi del Dls 118/2011 e s.mod.e int.

ART.1- E’ impegnata sul bilancio della Regione siciliana-esercizio finanziario  2020 la somma complessiva di Euro 70.915.70 necessaria per il pagamento degli emolumenti stipendiali per il periodo da settembre a dicembre e Tredicesima mensilità 2020 in favore dei giornalisti  dell’ERSU di Palermo e Catania: sig. Dario Matranga e Giampiero Panvini, gravante sul Capitolo 19001- Art 14 –  Codice gestionale U.O.I. OI.OI.OI.OO2; 

ART2- E’ impegnata per il periodo da settembre a dicembre e Tredicesima mensilità 2020 sul Bilancio della Regione siciliana  2020: sul Capitolo 108006 la somma di euro 6.02800            per il pagamento degli oneri per l’Amministrazione,Codice gestionale U.O.I. OI.OI.OI.OO2; SUL CAPITOLO 108171 -Codice gestionale U.O.I. OI.OI.OI.OO2 LA SOMMA DI EURO 19.217.00 per il pagamento degli oneri a carico dell’amministrazione ( Casagit e Inpgi)

ART 3- E’ impegnata sul bilancio della Regione siciliana la somma di euro 6.02.800 necessaria per il pagamento dell’IRAP ai giornalisti dell’Ersu di Palermo e Catania per il periodo da settembre e dicembre e Tredicesima mensilità 2020 sul capitolo 109001 (Imposta regionale sulle attività produttive..)

Firmato dal dirigente regionale –direttore dr Giovanni Stimolo _con firma digitale- e dall’istruttore direttivo S.Ocello il 15 Settembre 2020

Acireale/ Il neo-commissario Panvini incontra il personale dell'Oasi Cristo Re: “La situazione è grave, ma restiamo uniti!” - La Voce dell'Jonio

Il “Commissario” dell’Istituto Ciechi G.Panvini -Da circa due decenni percepisce  una elevata somma-
per “l’attività di Ufficio  Stampa all’Ersu” di “Caporedattore”- anche in assenza di redattori giornalisti

SUD LIBERTA‘ – L’abbiamo pubblicata così come ci è stata consegnata ed appare oggi- per la norma sulla Trasparenza- sul sito Internet della Regione siciliana    (Aggiornamento: la pagina dei due decreti ai giornalisti Pamvini e Dario Matranga ”  successivamente è scomparsa. “Non è stata più trovata)

CHE INDECENZA ALLA REGIONE, SIGRA MADONIA, DIRIGENTE GENERALE, ANCHE LA PAGINA SUL SITO DELLA REGIONE SICILIANA , HA FATTO TOGLIERE O NON HA PIU’ GARANTITA.   VERGOGNA, VERGOGNA. E ,FORSE MUSUMECI NON SA NULLA, AVREBBE  CORRETTO LA QUESTIONE.

I due giornalisti interessati sono per l’Ersu di Palermo Sig. Dario Matranga – Segretario generale del Cobas-Codir comparto regionale siciliano. Per l’Ersu di Catania Giampiero Pamvini, commissario  dell’Ist.Ciechi “Ardizzone Gioeni”di Catania. Ambedue per soli quattro mesi – vedi il decreto sopra -fruiranno di una somma complessiva di oltre settantamila euro -comprensiva dei relativi oneri.               Ambedue da circa vent’anni  sono riusciti a formalizzare una “delibera” al proprio Consiglio di amministrazione dell’Ersu di Palermo e Catania , enti  autonomi di sottogoverno tenebroso-“controllati” (si fa per dire) dal Dipartimento alla Formazione, dove la Procura di Palermo ha notificato-ricorderemo- provvedimenti di arresto ed altro ad impiegati corrotti ed arraffoni,  presieduti da un governante -presidente con il quale hanno dichiarato di avere la qualifica di “Caporedattore” per la presenza di personale agli Uffici Stampa.

La differenza sul piano economico è sostanziale: una cosa è dichiarare  “di essere coordinatore o capoufficio stampa(personale amm/vo o precario nell’ufficio), una cosa è dichiarare di essere caporedattore che dà diritto (ma qui è-inequivocabilmente -calpestato ed inosservato) ad un’altra ed elevata indennità stipendiale riconducibile all’apice del contratto giornalistico. Una apparente mistificazione lessicale insomma.       Caro Matranga, caro Panvini , non siamo stupidi e nemmeno i siciliani-appena aperti gli occhi- lo saranno.

In realtà gli atti di organizzazione degli uffici stampa di Catania e Palermo -Ersu- non sono per nulla conformi alle disposizioni vigenti in materia stampa e di pubblica amministrazione perchè il personale che coadiuva il  “capo redattore Dario Matranga” dell’Ersu di Palermo nonchè quello di Catania – visibile sui siti delle due strutture-è del tutto privo del requisito dell’iscrizione all’albo nazionale dei giornalisti e nell’esercizio delle funzioni istituzionali non può – salvo che ambedue gli uffici, in assenza temporanea dei due giornalisti, abbiano operato così abusivamente per vent’anni o meno- e  “afferma la legge: ” non possono i dipendenti intrattenere rapporti diretti con la stampa, e in generale con i media”.  Il personale di questi due uffici stampa devono avere dall’Ersu cioè altre mansioni che non rientrano nelle previsioni delle norme sulla stampa.   Sappiamo ad esempio che la Procura della Corte di conti ha recentemente obiettato sulla qualifica dei 24 giornalisti “caporedattori”dell’Ufficio stampa centrale-documantazione  della Presidenza regionale poi “mandati a casa”- è notorio – dal governatore di turno   

Ersu Catania, assegnate borse di studio al 100% degli studenti idonei – LiveUnictNuova Isola delle Femmine: Piano Regione Sicilia Tutela Qualità Aria: Finisce al Csm il caso del processo sull'inquiname...

 

E’ anche logico -che l’Ufficio stampa, sostanziandosi essenzialmente nella funzione di comunicazione all’esterno dell’attività istituzionale dell’ente pubblico, risponde ad esigenze di carattere continuativo.     “Che ci azzecca” allora un giornalista “caporedattore ” all’Ersu di Catania o all’Ersu di Palermo per l’invenzione di una delibera interna sottomano con la penna in prestito al Presidente dell’Ersu protempore, se nessuno dei componenti l’ufficio stampa è tale da definirsi “redattore”?

I redattori sono solo quelli che entrano nelle previsioni legislative di operare solo come giornalisti iscritti all’Albo  . Affermare il contrario realizza un falso e l’ipotesi investigativa da parte dell’Autorità giudiziaria di Palermo e Catania ed in particolare l’attento Procuratore della Corte dei conti  sarà o dovrebbe essere-   di accertare la peculiarità del lavoro giornalistico del personale degli Uffici Stampa di Catania e Palermo

Motivi di giustizia – e di disparità- con l’ufficio Stampa centrale ricostituito in parte sorprendentemente con il risorto Contratto dei dipendenti regionali anzichè quello giornalistico-  ci hanno indotto a richiedere chiarimenti sul decreto confezionato dalla Regione siciliana per dare i superstipendi/emolumenti al Matranga,capo sindacale dei dipendenti regionali della Sicilia, e al Panvini in perenne veste di Commissario Ist. Ciechi di Catania, e quindi “assente” dal proprio Ufficio Stampa.

Il dott Giovanni Stimolo, Direttore del Servizio regionale economico,da noi interpellato, ha risposto alla nostre domande pacatamente. “Sono vent’anni – spiega il dirigente che cerchiamo di scoprire e capire questa matassa , vorremmo capire meglio la posizione giuridica di questi due giornalisti. Io tuttavia- tengo a precisare dr. Lanza – mi sono occupato della parte economica. Loro cioè hanno consegnato i contratti-registrati- e io ho solo preso atto della loro regolarità. Eventuali modifiche giuridiche sulla loro posizione di “redattore” anzichè di caporedattore” , -come Lei sostiene- in coerenza con la Corte dei conti,    devono essere suggerite dal dirigente generale della Funzione pubblica del Personale della Regione siciliana.Tale qualifica di “caporedattore”comunque io non l’ho trascritta nel decreto di impegno spesa. E’ lì che deve richiedere specifiche domande, al la dott.ssa  Carmen Madonia.”    Invìi una denuncia e/o segnalazione alla drssa.Madonia”

In data 30 Novembre SUD LIBERTA’ ha inviato un’e-mail al direttore generale della Funzione Pubblica. Eccola: Richiesta informazioni -e risposte- per intervista sul Quotidiano “Sud Liberta”    Pubblichiamo il testo integrale

Carmen Madonia, dirigente generale Funzione Pubblica Pers.
“Buongiorno Dott.ssa Carmen Madonia
…. desidero rivolgerLe alcune domande sull’Ufficio stampa dell’Ersu di Catania ed impegno spesa con  Vs decreto n.4161(a firma del dirigente
Giovanni Stimolo ed istr.dir.Ocello) comprensivo stipendi D.Matranga (per l’Ersu di Palermo) e Pamvini (per l’Ersu di Catania)
da settembre a dicembre 2020 più tredicesima mens.   Euro  70.915.60    art14  Cap190001  eccetera
Domanda:  Si apprende dal Vs dirigente Settore Economia con il quale lo scrivente ha avuto breve colloquio che ambedue i giornalisti precitati “rivestono la qualifica di “CAPOREDATTORE” in coerenza con un Contratto registrato regolarmente e presentato alla Regione.  Alzando il velo sull’Ufficio stampa dell’Ersu di Catania, Lei dottssa Madonia, dirigente generale della funzione pubblica della Regione Sicilia, è a conoscenza che da tanti anni – il drStimolo precisa- “saranno almeno vent’anni che cerchiamo di capire questa cosa, faccia una segnalazione-denuncia al dirigente generale”-  il giornalista Pamvini, ex funzionario dell’Ersu, afferma di essere “Caporedattore” senza che vi siano giornalisti all’interno della struttura etnea?        Il personale collocato nell’Ufficio stampa dell’Ersu -così anche all’Ersu di Palermo-  è quasi tutto amministrativo non risulta cioè iscritto all’Albo Giornalisti ed è pertanto arbitrario -oltre che illecito – dichiarare di rivestire la qualifica di “CAPOREDATTORE” in assenza di tale requisito  perchè le persone che collaborano con i giornalisti dell’Ersu di Catania e Palermo non possono definirsi “Redattori”, qualifica che spetta solo agli iscritti all’Albo prof. Elenco Prof/Pubblic.
Si desidera sapere quindi se in questi venti anni è stata solo una svista della Regione oppure intenzionalmente si vuole proseguire – come prova il Vs decreto -su un percorso che già la Corte dei conti ha censurato con gli ex 24 giornalisti degli ex Presidenti della Regione sicilia.
2)  Perchè il decreto in oggetto non cita la qualifica dei giornalisti (uno dei quali fra l’altro perennemente nelle vesti di Commissario dell’Ist.Ciechi Catania)?  Un’altra svista?
3)  Ricordo  alla dirigente generale che queste circostanze delineate fanno molta ombra alla Regione impegnata nella ricostituzione dell’Ufficio stampa centrale con altre modalità e, comunque ,più economiche, ricondotte alla qualifica contrattuale di “funz.direttivo”.        Vi è una vergognosa disparità che mette in cattiva luce anche il Presidente della Regione siciliana On Dr.Nello Musumeci che, con la Sua onestà  dovrebbe comunque intervenire soprattutto sotto il profilo economico dei due giornalisti da segnalare alla Corte dei conti
La Sua opinione a riguardo Dottssa Madonia e quali correttivi- se intenderà attuarli- porrà in essere?
Si richiede gentilmente una risposta – possibilmente in tempi brevi – alle domande sopra formulate.
           Cordiali    Saluti
30 Nov. 2020                                      Dr. Raffaele   Lanza                                       Direttore di Sud  Libertà

Un sollecito telefonico ed una risposta che dal 30 Novembre non è mai arrivata al Quotidiano “SUD LIBERTA”   nè al suo direttore  .  I lettori potranno farsi una idea di come funzionano le cose in Sicilia, come viene praticata alla Regione ed enti “padronali” che ruotano nell’ambito regionale quali l’Ersu, la norma -burletta sulla Trasparenza  e come viene “distribuito il denaro pubblico”     

 

 

 


Bisogna sempre avere il coraggio delle proprie idee e non temere le conseguenze perché l’uomo è libero solo quando può esprimere il proprio pensiero senza piegarsi ai condizionamenti “ (Charlie Chaplin).

La Regione siciliana senza progetti esecutivi o cantierabili. Il Movimento 5stelle comunica all’Ars

 

Recovery plan,Comunicato M5S all’Ars: “ Nessun documento è passato all’Ars”

La solita, inutile, sterile e rancorosa propaganda politica contro il governo Conte. I programmi che Musumeci sventola oggi sotto gli occhi dei siciliani non erano altro che aria fritta che l’Europa, senza progetti esecutivi o meglio ancora cantierabili, avrebbe rispedito al mittente. Altro che, ponte,  porto di Marsala o Metro di Palermo, saremmo rimasti con un pugno di mosche in mano”.

Lo affermano di deputati del M5S all’Ars, in risposta alle critiche di Musumeci alla programmazione del governo Conte per le risorse del recovery Fund.

“Il cliché del governo Musumeci  – comunicano i parlamentari regionali 5 stelle della Sicilia  – è  sempre lo stesso: sparare ad alzo zero contro il governo nazionale per distrarre l’attenzione dallo sfacelo  che sta causando in casa in casa nostra. Poi  -aggiungono – vorremo sapere con chi il governo Musumeci ha concertato queste proposte da inviare a Roma, non certo con l’Ars, visto che nessun documento su questa materia è passato dalle parti di Palazzo dei Normanni. Ma come, le opposizioni  a Roma sbraitano  perché , a suo dire, poco coinvolte, e Musumeci qui fa molto peggio, ignorando totalmente il Parlamento, sperando probabilmente di accontentare, con questa manovra carbonara, i deputati e i partiti che più gli servono per sorreggere il suo  governo?”. 

 “Altro che schiaffo all’isola  – concludono i deputati M5S –,  a Musumeci ricordiamo che  alla Sicilia sono destinati il  10 per cento delle risorse, mica bruscolini. I veri schiaffi ai siciliani  li dà, senza soluzione di continuità, la sua maggioranza parlamentare: uno degli ultimi, con la complicità di parte dell’opposizione,  quello relativo all’aumento delle pensioni e delle liquidazioni regalato a se stessi, in piena pandemia,  dalla quasi totalità dei deputati, tranne il M5S, forse anche dal presidente stesso, che però sulla vicenda non ha mai proferito parola”.

«INFRASTRUTTURE SICILIA, SINERGIA PUBBLICO/PRIVATO PER COLMARE IL GAP DEGLI ULTIMI 50 ANNI»

 

 

Ance Catania, assessore regionale Marco Falcone (nella foto “Press” sopra) presente a insediamento nuovo Consiglio Generale

CATANIA

«In questi anni grazie all’Ance non sono mai mancati suggerimenti, consigli, supporti, confronti costruttivi: abbiamo fatto tanto, e tanto altro potremo fare. Grazie al nuovo presidente Rosario Fresta per avermi invitato; grazie al presidente uscente Giuseppe Piana, con cui abbiamo condiviso anni proficui; grazie per avermi dato la possibilità di portare i saluti del presidente Musumeci e di essere vicino all’Associazione in un momento critico come quello che stiamo vivendo».

Così l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone ha accolto l’invito dei Costruttori etnei, partecipando questa mattina all’insediamento del nuovo Consiglio generale composto dai vicepresidenti Giuseppe Costantino e Salvatore Messina, dal tesoriere Gaetano Vecchio e dai consiglieri Marco Colombrita, Giuseppe Coppola, Marcello La Rosa, Antonio Pinzone, Nunziato Vecchio.

«Le mascherine che indossiamo oggi – ha continuato Falcone – sono il simbolo di quella limitazione che crea non pochi problemi, mettendo in difficoltà il sistema economico, il settore privato così come la tenuta dei Lavori Pubblici. Non a caso Ance nei giorni scorsi, in ragione anche della pandemia, ha chiesto e ottenuto da parte di RFI lo spostamento dei due lotti del raddoppio ferroviario Giampilieri-Fiumefreddo: la scadenza della gara è stata spostata a gennaio, per consentire a quante più imprese di poter partecipare a un progetto strategico di tale portata. In Sicilia, nonostante le difficoltà, stiamo cercando di andare avanti per consentire all’Isola di muoversi nei binari dello sviluppo. C’è stato il Covid, ci sono stati alcuni freni, malgrado questo nel 2020 attraverso gli Urega abbiamo mandato in gara ben 245 milioni di euro di appalti, più di 90, il miglior risultato degli ultimi dieci anni. Mancano ancora 30 giorni alla fine dell’anno e noi avvieremo gli appalti più importanti di quest’anno – a Catania e Siracusa – confidando di arrivare a 290 mln con 105 gare. L’Onsai (Osservatorio nazionale sui Servizi di Architettura e Ingegneria) ha certificato che in Sicilia nel 2019 e nel 2020 c’è stato un aumento dell’88% degli affidamenti ai liberi professionisti come architetti e ingegneri, grazie ai concorsi di progettazione e ai bandi tecnici. Siamo passati da 292 a 555 affidamenti e siamo ancora al 30 novembre. Tutto ciò grazie alle linee guida per i “bando tipo” varati nel 2018. Siamo riusciti a snellire e migliorare gli iter, trasformando la spesa pubblica in cantieri e lavoro per imprese e liberi professionisti».

Prossimo step, da parte della Regione Siciliana, sarà entro gennaio la realizzazione della piattaforma informatica che consentirà alle aziende di avere un cassetto digitale e di raggiungere quella “semplificazione” burocratica tanto attesa dalla categoria. «Siamo certi che la sinergia pubblico/privato, nel solco già tracciato – ha commentato Fresta – consentirà di migliorare ulteriormente il sistema, mettendo in campo azioni e strumenti tesi a valorizzare il nostro territorio. Grazie all’assessore per questa importante testimonianza che dà spiragli di luce e speranza in un momento davvero buio per tutto il comparto. Noi saremo collaborativi e propositivi, cercando di contribuire per recuperare il terreno perso negli ultimi 50 anni, colmando il gap infrastrutturale della nostra Isola».

Trapani: sulla rotta del tonno rosso

 

 

Sabato 12 e domenica 13 settembre dalle 18,00 alle 22,30 la Tonnara di Bonagia di Valderice, in provincia di Trapani, ospiterà Sulla rotta del tonno rosso. Riti, colori & cibo di Tonnara, manifestazione culturale ed enogastronomica, organizzata dalla cooperativa Scarlatti, in partnership con il Comune di Valderice, per promuovere il tonno rosso e gli interventi di recupero delle Muciare (storiche imbarcazioni) della Tonnara di Bonagia, finanziati dalla Comunità europea. Protagonisti gli chef, Peppe Giuffrè e Rosario Matina, che proporranno le loro ricette con la preziosa carne rossa e degustazioni gratuite. L’evento è sostenuto dall’assessorato Agricoltura, Sviluppo Rurale e Pesca della Regione siciliana, dipartimento della Pesca Mediterranea. L’area sarà contingentata, accesso previa misurazione della temperatura e obbligo di mascherina.

 

Il calendario dell’evento Sulla rotta del tonno rosso. 

La manifestazione prenderà il via alle ore 18.00 di sabato 12 settembre alla Tonnara di Bonagia con un talk show, dove si alterneranno interventi sulla storia dei luoghi che ospitano l’evento e sul tonno, al cooking show dello chef Peppe Giuffrè. Interverranno lo scrittore Ninni Ravazza, l’architetto Arianna Maggio, progettista del murales che si trova al molo di Bonagia, l’ingegnere Azzurra Tranchida, progettista della riqualificazione delle Muciare, Natale Allotta, presidente dell’associazione Tonnara nel cuore, Nino Castiglione dell’associazione Salviamo le tonnare, Giuseppe Coppola dell’associazione Tonnaroti di Bonagia, l’europarlamentare Giuseppe Milazzo, componente della commissione Pesca al Parlamento Europeo. Aprirà l’incontro il sindaco di Valderice, Francesco Stabile, modera la giornalista Milvia Averna.

 

Domenica 13 settembre, protagonista del percorso gastronomico Il tonno da viaggio e del cooking show sarà invece lo chef Rosario Matina, fino alle 22.30. Durante la manifestazione, l’amministrazione comunale ricorderà Lorenzo Carpitella, ultimo tonnaroto e capobarca, scomparso nei giorni scorsi.

La Tonnara di Bonagia cenni storici e il recupero delle Muciare

 

L’antica Tonnara di Bonagia, probabilmente di epoca normanna, è un grande baglio che comprendeva magazzini e stalle, la chiesa del SS. Crocefisso dove pregare prima della mattanza, l’alloggio del rais e della ciurma, i forni e la cucina, nonché la torre di guardia che ne segnala la presenza. In un mondo in cui le tonnare vanno progressivamente scomparendo, quella di Bonagia che si affaccia su un piccolo porticciolo, antico riparo per le barche da pesca, oggi turistico, può vantare la capacità di riuscire non soltanto a mantenere in vita la memoria storica, ma di renderla attuale.

 

 

 

La Tonnara di Bonagia è una costruzione a pianta quadrata, distrutta da un attacco barbarico nel 1624 e ristrutturata nel 1626, come riporta la data incisa sull’ingresso. Inglobata negli edifici della Tonnara, è la torre di avvistamento, una tra le più belle di Sicilia che, oggi, ospita il Museo della Tonnara, dove sono conservati, reperti archeologici rinvenuti in mare, strumenti di lavoro e un modello raffigurante una tonnara con la riproduzione di reti per la cattura dei tonni e la camera della morte. Al suo esterno ci sono numerose ancore e imbarcazioni, le cosiddette Muciare, utilizzate per la pesca del tonno, per cui l’amministrazione comunale di Valderice ha approvato in giunta, il progetto di recupero per 125 mila euro.

 

ECCO L'”ESERCITO” DELLA REGIONE SICILIANA: NUOVA PIANTA ORGANICA – 1113 DIRIGENTI E 12577 IMPIEGATI

La Cassazione «salva» i vecchi assenteisti - Il Sole 24 ORE

 

Il Presidente della Regione siciliana approva la nuova pianta organica della struttura .  Afferma con specifico decreto Musumeci :”Rifacendomi al Regolamento di attuazione della legge 16 dicembre 2008 n.19 Rimodulazione degli assetti organizzativi dei Dipartimenti regionali e vista la legge 2019 n.14 “Collegato alla legge di stabilità regionale per l’anno 2019 in materia di pubblica amministrazione e personale ed in particolare “Misure per il ricambio generazionale nell’amministrazione regionale”

Visto pure il decreto con il quale è stata approvata la rideterminazione della dotazione organica del personale della dirigenza e del comparto non dirigenziale in esecuzione della delibera n.421/19

Il 25 giugno scorso l’assessore alle autonomie locali e della Funzione pubblica aveva proposto alla Segreteria della Giunta regionale di rideterminare le dotazioni organiche della dirigenza e del comparto non dirigenziale

 

 

Sì, sono di destra. Ma i migranti li chiamo fratelli». Parla Nello ...

Nella foto d’Archivio il Presidente della Regione Sicilia Musumeci. Recentemente ,nella qualità pure di Assessore ai Beni culturali,aveva definito la stragrande
maggioranza dei dipendenti regionali “Fannulloni che si grattano la pancia….”

Pertanto in esecuzione della delibera n. 297 del 16 luglio scorso    della giunta regionale Musumeci approva  la nuova riderminazione della pianta organica della Regione siciliana Così distribuita”:

DIRIGENZA : 1113 DI CUI 8 DI SECONDA FASCIA  E 1105 DI TERZA FASCIA

 PER IL COMPARTO NON DIRIGENZIALE: CATEGORIA D        4036

 

CATEGORIA  C    :         3479

CATEGORIA  B     :         2235

CATEGORIA   A    :          2827    

IL PERSONALE REGIONALE RAGGIUNGE DUNQUE UN TOTALE DI 12577 ELEMENTI (Comparto non dirigenziale)

La compagnia Albastar riattiva il ritorno del volo quotidiano per Roma Fiumicino, cancellato da Alitalia

 

Centinaia di cittadini, rappresentanti e autorità per il volo simbolico degli aeroplanini a Birgi. Ombra: «Il territorio sostenga le compagnie volando». Da agosto anche il volo per Lourdes

E’ stato annunciato, in occasione del flash mob che si è svolto all’aeroporto Vincenzo Florio di Trapani Birgi, questa mattina, il ritorno del volo quotidiano per Roma Fiumicino, cancellato da Alitalia nei giorni scorsi, e riattivato tempestivamente dal management di Airgest, società di gestione dello scalo, grazie alla compagnia aerea Albastar, già presente con le rotte per Cuneo e Milano Malpensa. Le tariffe dei biglietti in vendita dal 18 giugno, saranno low cost, e ci sarà una tariffa concorrenziale per chi è stato lasciato a terra da Alitalia, che potrà chiedere il rimborso del biglietto e partire ugualmente da Trapani. La presidente della compagnia spagnola, con sede anche a Catania, oltre che a Palma Di Maiorca, Milano e Bergamo, Daniela Caruso ha anticipato che stanno lavorando per basare, a breve, un aeromobile a Trapani, un Boeing 737-800 da 189 posti in classe unica, e subentrare anche nella tratta verso Milano Linate. È, ad agosto, si potrà raggiungere Lourdes, via  Roma con lo stesso biglietto.

«La notizia è doppiamente positiva – ha affermato Salvatore Ombra – non solo perché, dopo l’abbandono di Alitalia, una importante tratta è stata subito riattivata ma anche e soprattutto perché volerà in orari più consoni per professionisti e turisti stessi, con partenza la mattina presto e rientro la sera, punto su cui avevamo esortato la vecchia compagnia, senza risposta. Adesso il territorio deve rispondere volando e acquistando i biglietti, visto che non vivono di finanziamenti statali».

Ed è stata proprio la nuova fascia oraria del Trapani-Roma ad entusiasmare le centinaia di partecipanti alla manifestazione che ha coinvolto autorità, cittadini e rappresentanti di varie associazioni trapanesi, da quelle più strettamente legate al turismo a quelle che operano nel mondo del sociale e della salute. Presente persino una delegazione di Bagheria, con tanto di bandiere della Trinacria, per esprimere la propria solidarietà all’aeroporto di Trapani per le ingiustizie subite, nel nome di una Sicilia unita.

Le richieste al governo nazionale del flash mob di Trapani Birgi

Prima del volo simbolico degli aeroplanini di carta tricolore, davanti alla sede dell’aeroporto di Trapani Birgi, durante il momento di confronto pubblico, da parte del management di Airgest sono arrivate alcune richieste rivolte al governo nazionale per aiutare lo scalo a riprendere il proprio progetto di rilancio. In generale, è stata chiesta maggiore attenzione per i piccoli aeroporti, la concretizzazione del provvedimento che sospende l’addizionale comunale, promesso dal sottosegretario Giancarlo Cancellieri, un’impostazione delle politiche di settore meno “Alitaliacentriche” e, ancora, il ristoro dei danni da chiusura.

Ad intervenire oltre al presidente di AirgestSalvatore Ombra, sono stati, il deputato Eleonora Lo Curto, in rappresentanza della Regione siciliana, il presidente  della Camera di commercio di Trapani, Pino Pace, quello dell’associazione industriali, Gregory BongiornoRosalia D’Alì del Distretto turistico e i sindaci di Trapani, Giacomo Tranchida e di Marsala, Alberto Di Girolamo, in rappresentanza dei sindaci di quasi tutti i comuni del comprensorio trapanese presenti all’incontro, insieme, ai segretari dei maggiori partiti politici e ai sindacati, per la CISL Palermo Trapani il segretario Leonardo La Piana, UIL Trapani, Eugenio Tumbarello e Giuseppe Tumbarello della UIL trasporti Trapani e, ancora, Filippo Cutrona, segretario generale CGIL Trapani. Per il territorio sono intervenuti Caterina Loria del comitato “Se volo resto”, Fabio Lo Bono di Confesercenti e Rosi Napoli presidente dell’associazione ristoratori trapanesi.

 

 

Alitalia abbandona l’aeroporto di Trapani Birgi”. Ombra: “E’ un delitto!”

Catania, sciopero del trasporto aereo: Alitalia riprogramma alcuni voli -  Catania News

Il presidente di Airgest lancia un appello affinché questo omicidio non si compia. Chiede l’intervento del presidente della Regione e di ogni rappresentante politico territoriale. Mercoledì 17 giugno grande adunanza in aeroporto

A pochi giorni dalla riapertura ufficiale dopo il lockdown dell’aeroporto di Trapani Birgi, la compagnia aerea Alitalia, attraverso una call conference con la dirigenza di Airgest, società di gestione dello scalo, ha improvvisamente e unilateralmente comunicato di cancellare da luglio le proprie rotte, quotidiane, da Trapani Birgi verso Roma Fiumicino e Milano Linate, nonostante i biglietti già venduti. E, inoltre, Alitalia ad oggi non ha mai firmato il contratto con il comune di Marsala che le avrebbe garantito, in modo di rapido e diretto, oltre 600 mila euro grazie alla legge regionale 24/2016.

«Non siamo in grado di guadagnarci e allora andiamo via. Con queste poche parole ci hanno liquidati – denuncia il presidente di AirgestSalvatore Ombra -. L’incontro con cui ci hanno annunciato il sostanziale abbandono è durato pochi minuti e si è svolto alla presenza di Andrea Benassi, revenue management di Alitalia Gianluigi Lo Giudice, vice presidente Ground Operation».

La notizia della fuga di Alitalia da Trapani, giunge dopo alcuni interventi polemici del presidente di AirgestSalvatore Ombra che aveva sostenuto che le politiche del governo nazionale a vantaggio della cosiddetta compagnia di bandiera avrebbero messo in fuga le low cost e fatto schizzare in alto il prezzo dei biglietti. «Non voglio pensare che sia una vendetta – afferma Ombra – ma la tempistica è sospetta ed è fuori da ogni logica. La compagnia Alitalia così ampiamente sostenuta dallo Stato non può, riteniamo, abbandonare senza conseguenze un aeroporto e il suo territorio». Pertanto Mercoledì  17 giugno si svolgerà  la mobilitazione del territorio…..

A questo punto – afferma Salvatore Ombra – ogni nostro tentativo di rilanciare l’aeroporto sembra essere vittima di politiche contrarie che non trovano spiegazioni. Lanciamo un appello al territorio, alla stampa, a tutto il personale politico locale, regionale e nazionale ma anche alle categorie produttive e agli operatori del turismo a scendere in piazza e manifestare affinché questo omicidio non si compia. Chiediamo, innanzitutto, un intervento forte del presidente della Regione, Nello Musumeci, per bloccare questa decisione insana».

«Programmeremo iniziative di protesta fino a che Alitalia non farà un passo indietro e mercoledì 17 giugno ci sarà un’adunanza popolare all’aeroporto Vincenzo Florio. Tutti i trapanesi stanchi di subire possono venire in aeroporto, dove ci sono le giuste distanze, per farsi sentire e dire basta al soffocamento della nostra economia e della nostra terra».

Salgono a 52 le persone colpite dal coronavirus, altri casi in Sicilia

 

PALERMO –

Crescono i casi di coronavirus a Catania.  Sono stati segnalati altre casi oggi a Catania (due) e a Palermo, i tamponi risultati positivi sono stati trasferiti  dal dipartimento competente della  Regione siciliana all’Istituto superiore di sanità per l’eventuale autenticità.. I tre nuovi casi si aggiungono ai 7 comunicati un’ora fa dal dipartimento di Protezione civile nazionale. 

Il  commissario straordinario per l’emergenza, Angelo Borrelli afferma che sono 52 le persone decedute finora in Italia: “Con le 18 persone morte oggi, 15 in Lombardia e 3 in Emilia Romagna, il numero delle vittime  continua a salire2″,ma se vediamo il rapporto abbiamo 66 persone guarite. Così il totale dei guariti da coronavirus sale a 149”.

 

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Angelo Borrelli

“Il totale delle persone ancora malate di coronavirus è di 1.835, un incremento di 258 rispetto a ieri sera“, ha spiegato ancora il commissario straordinario per l’emergenza .. “Quello che è confortante è che il 50% dei 258 è di persone asintomatiche o in isolamento domiciliare, il 40% è ricoverato con sintomi e il 10% è in terapia intensiva”. “I tamponi effettuati finora – ha aggiunto Borrelli – sono oltre 23mila” e in particolare 23.345. I casi confermati dall’Istituto superiore di sanità “sono 668”, mentre le regioni che vedono il maggior numero di contagiati sono “la Lombardia con 1077 persone positive e in cura, in Emilia Romagna 324 e Veneto 271”. Al momento, ha spiegato il commissario, “non ci sono criticità nelle terapie intensive”.

 

 

AFFONDAMENTO DELLA REGIONE SICILIANA: LA CLASSE DIRIGENZIALE, SENZA MERITI ED IDEE,VA AVANTI CON COSPICUO AUMENTO DI STIPENDIO

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Palermo

Cambio di marcia della giunta regionale presieduta dal suo Presidente Musumeci.   Le osservazioni critiche della Corte dei conti, la pioggia delle lamentele sulla gestione economica dell’apparato regionale  costringono il governatore ad un cambio di passo.   Mantenimento del divieto di assunzione, riduzione delle spese di amministrazione e gestione del 5%, chiusura delle liquidazioni entro il 30 giugno con trasferimento degli eventuali contenziosi a una struttura-veicolo, trasformazione in Agenzia della Seus Spa e del Parco scientifico e tecnologico, conferimento della Resais a Sas per creare sinergie amministrative e organizzative con un amministratore unico.

Il taglio della spesa proposto dall’assessore all’Economia Gaetano Armao era del 3 per cento ma la giunta ha deciso di aumentarlo di 2 punti, portandolo al 5%. La chiusura delle liquidazioni nel prospetto dell’assessore era al 31 dicembre ma nella delibera è stata anticipata di sei mesi. Tempi un po’ più lunghi del previsto invece per la dismissione delle partecipazioni azionarie che la Regione detiene in due società, e in particolare il Distretto tecnologico trasporti navali commerciali e da diporto e il Consorzio di ricerca per l’innovazione tecnologica/Sicilia e agrobiopesca.

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Staremo a vedere cosa succederà ancora alla Regione , che nei giorni scorsi ha visto approvato il contratto dei dirigenti regionali con l’aumento mensile di oltre duecento euro a soggetto, una classe che-sì- attendeva da anni l’approvazione contrattuale ma alla Regione siciliana -da decenni -ha sigillato francamente solo il fallimento di una struttura che ha alimentato clientele con esponenti mafiosi e referenti politici di bassa qualità e non ha saputo sfruttare e valorizzare i fondi europei a disposizione    Quindi una classe dirigenziale che , senza idee e alcun merito, ulteriormente fa cadere nel precipizio tutti i servizi ed unità operative compresi gli organi politici.

SUD SENZA FUTURO PARADIGMA DELLA LATITANZA DEL PUBBLICO POTERE

 

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di Raffaele   Lanza

La fibrillazione e confusione politica nazionale ci ripiomba anche quest’anno nell’atmosfera biblica della torre di Babele, quantunque siano significativi i miglioramenti delle proposte e dei progetti  di interesse generale.    La politica, salvo alcune eccezioni, non è considerata più un servizio ai cittadini ma solo ed unicamente un privilegio esclusivo da conquistare ad ogni costo .  Il motto comune è diventato: levati tu , che mi siedo io sulla poltrona.

Si è accresciuta la comunicazione sui social. L’azienda statunitense californiana Facebook -fondata da Zuckbenger-  condannata dai tribunali italiani e, in particolare dai giudici romani per antidemocraticità e metodi  inusitati e violenti per   inauditi oscuramenti di pagine di giornali e quotidiani, è diventata tuttavia la maggiore attrazione di vetrina  dei politici- squillo.

Nel Sud si vuole intervenire, il premier italiano ha studiato pure un piano di rilancio per eliminare e/o attenuare la disparità sociale/economica con il Nord.   Ma i fatti e le cronache che registriamo dicono ancora che proprio il Sud e la Sicilia in particolare sono divenuti cimiteri dei bisogni inappagati e archivio dell’insipienza amministrativa .   In quasi tutti i settori della pubblica amministrazione e ,in primis nella Regione siciliana dove sono avvenuti ed ancora sono in corso migliaia di prepensionamenti di funzionari direttivi e dirigenti in prevalenza, ci sono e si allargano ogni giorno dei vuoti: colpa della legge che non consente assunzioni, dicono gli amministratori; e colpa degli amministratori, aggiungiamo noi, perennemente immersi in una guerra di accaparramento per piazzare i loro clienti e incapaci di chiuderle, quelle guerre.

La Regione siciliana con i  privilegi di una classe dirigenziale collegata per natura probabilmente mafiosa o quasi  a referenti politici di dubbia credibilità,e a segreterie politiche dislocate in ogni città siciliana, come fabbriche di clientele,   è sostanzialmente affondata anche se un salvagente economico è stato recentemente lanciato,per ispirazione programmatica, dal governo nazionale per spalmare il debito sicilianoin dieci anni.  La vicenda è nota e si foggia sui modelli comportamentali che finora ha avuto con la sua classe dirigente la Regione siciliana.   Ricorderemo l’inequivocabile grido d’allarme della Corte dei conti.  ”    L’esame comparato dei principali saldi risultanti dai documenti costituenti il ciclo del bilancio 2018 della Regione siciliana, dimostra l’inefficacia delle politiche pubbliche rispetto ai vincoli di riduzione del deficit di bilancio e del disavanzo di amministrazione intrinseci al quadro normativo e ribaditi più volte”, si legge nella relazione delle sezioni riunite della Corte dei conti, riunita a Palermo, per l’udienza di parifica del rendiconto della Regione per il 2018, alla presenza del governo Musumeci. Per i giudici dal “raffronto tra i dati degli equilibri di bilancio nelle varie fasi del ciclo 2018, risulta chiara l’inconsistenza della manovra finanziaria: l’equilibrio di parte corrente e l’equilibrio finale 2018 registrano valori a consuntivo, rispettivamente -651,9 milioni di euro e -667,0 milioni di euro, notevolmente superiori ai dati di tendenziale del Defr 2018-2020 i cui saldi risultavano comunque viziati dalla sottostima degli stanziamenti a copertura del disavanzo e di quelli per accantonamento ai fondi. In altre parole — la Regione non è stata in grado di raggiungere nemmeno gli obiettivi ‘minimi’ che essa stessa si era data con la legge di stabilità”. Inoltre, “né il Defr 2018-2020, né il bilancio di previsione – pur essendo stati approvati ad esercizio ampiamente in corso – né l’assestamento, sono informati al rispetto del principio di continuità degli esercizi finanziari, per non parlare degli esiti dei giudizi di parifica, al punto che, in talune fasi, l’attività della Regione sembra abbia avuto, piuttosto, finalità elusive“.
Manca ancora dunque  l’interlocutore pubblico.  Ed aumenta la povertà insieme alla disoccupazione. Nel 2018, in Italia- secondo i rilevamenti Istat –le famiglie in condizione di povertà assoluta sono un milione 822 mila (7,0 per cento), per un totale di oltre 5 milioni di individui poveri.

IL   DRAMMA DEL SUD FOTOGRAFATO DAI NUMERI E DALL’ISTAT

Le famiglie che, rispetto al 2017, vedono peggiorare la loro situazione sono quelle dove è presente un solo genitore, (dal 9,1 per cento all’11,4 del 2018), soprattutto se con minori (dall’11,8 per cento al 16,8 del 2018). L’incidenza della povertà assoluta rimane elevata fra i minori (12,6 per cento pari a un milione 260 mila minori) e raggiunge il minimo fra gli ultrasessantaquattrenni (4,6 per cento), continua l’Istat.

Nel 2018, quasi la metà dei giovani di 18-34 anni (47,8%) evidenzia l’assenza di deprivazione nelle cinque dimensioni del benessere considerate (Salute; Lavoro, Istruzione e formazione; Benessere soggettivo; Coesione sociale; Territorio); un terzo (33,5%) ne ha solo una mentre il 18,7% (quasi 2 milioni di giovani) risulta multi-deprivato, cioè è deprivato in due o più dimensioni del benessere. Lo rileva l’Istat nel Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes).

 

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La multi-deprivazione è più alta tra i giovani adulti di 25-34 anni (20,9% contro 15,2% dei giovani di 18-24 anni) e nel Mezzogiorno (23,9% contro 14,3% al Nord e 18,0% al Centro) -prosegue l’Istat -. Rispetto al 2012 la condizione dei giovani è peggiorata: è diminuita di quasi 4 punti percentuali la quota di quelli senza alcun tipo di disagio, sono invece aumentati sia i giovani deprivati per una sola dimensione (+2,6 punti percentuali), sia i multi-deprivati (+1,3 punti percentuali). Il peggioramento rispetto al 2012 ha riguardato la dimensione relativa alla Coesione sociale, che include le relazioni sociali e la partecipazione politica (da 17,6% nel 2012 a 24,9%), e le caratteristiche del territorio in cui si vive (da 12,9% a 15,7%); al contrario, migliorano le condizioni per le dimensioni Lavoro e Istruzione (da 22,2% nel 2012 a 19,6%) e Benessere soggettivo (da 11,5% a 7,6%), prosegue l’Istat.            L’Istat precisa che nel Nord e al Centro,  la quota di giovani senza alcun disagio cala rispettivamente di 8,4 e 4,8 punti percentuali. Invece nel Mezzogiorno, dove le difficoltà già nel 2012 erano maggiori, la situazione è sostanzialmente stabile (-0,8 punti percentuali).

 

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Tre quarti dei giovani multi-deprivati lo sono in due dimensioni, un quinto in tre e un residuale 5% di giovani in 4 o 5 dimensioni del benessere. Le dimensioni che più incidono sulla multi-deprivazione sono quelle relative alla Coesione sociale (il 69,5% dei multi-deprivati sono deprivati in questo dominio), al Lavoro, formazione e istruzione (il 58,1% dei multi-deprivati sono deprivati in questo dominio) e alla dimensione che descrive le caratteristiche del territorio nel quale vivono i giovani (47,3% dei multi-deprivati)…..

Altro problema italiano: crediamo nell’oroscopo , nei maghi   e al contempo ci professiamo cristiani .Per l’Osservatorio antiplagio sono circa 13 milioni gli italiani che si rivolgono ai maghi: nel Belpaese gli “specialisti” dell’occulto sono circa 150.000 , con punte elevatissime a Napoli e in Sicilia, zone interne, e contribuiscono ad un giro di affari annuo che pesa oltre 4 miliardi di euro. Il Codacons fornisce i numeri: due anni fa, l’associazione dei consumatori ha registrato un aumento di tre milioni di italiani che ne facevano ricorso rispetto al 2001. Per un paradosso, spesso chi si rivolge ai maghi spera in un futuro di prosperità, ma lo fa a caro prezzo: un consulto può variare dai 50 ai mille euro per attività che registrano un picco di evasione delle tasse.
E se il pronostico sul prossimo futuro e sulla politica sembra raggelante perchè il colloquio si svolge con i sordi e con chi è stato disponibile solo a parole, nel mondo germogliano figure nuove che condiscono l’ottimismo e fanno ben sperare. Ricordiamo qui-noi di Sud Libertà- alcune belle figure che lasciano ben sperare nel futuro. Eccole:

1. Greta Thunberg


Greta Thunberg – 

Scelta come persona dell’anno, i giovani del Duemila come l’ispirazione per ritornare ad appropriarsi del proprio futuro. Scetticismi e dietrologie a parte, la giovanissima attivista svedese è ormai una personalità a tutti gli effetti, in grado di parlare con scioltezza del disastro climatico della nostra epoca alle convention internazionali piuttosto che nelle assemblee delle Nazioni Unite, fino ad arrivare al campo a lei più familiare, quello delle piazze con i suoi coetanei. La battaglia per il clima è forse l’eredità più importante che il decennio degli Anni Dieci ci lascia, con milioni di ragazzi e ragazze che prendono in mano il vessillo del pianeta che soffre portando alla classe dirigente l’istanza del futuro firmata dalle generazioni che, tacciate di lassismo e dipendenza tecnologica, dimostrano di essere ancora in grado di scendere in strada con la forza delle idee. Il 2020 (o comunque il decennio in entrata) ci dirà se la sfida climatica può essere vinta o se, come qualcuno sospettano, la deriva del riscaldamento globale sia ormai una corsa contro il tempo troppo impegnativa per il genere umano. Sulla scia di Greta si consolida una protesta importante, con lo “Skolstrejk for klimatet” iniziato a Stoccolma diventato ormai il fenomeno globale dei Fridays for Future. Quello che i millennials hanno iniziato a rivendicare.

 

2. Fabiola Gianotti


Fabiola Gianotti – Foto © Cern

Quando lo scorso anno il matematico Alessio Figalli si guadagnò l’eccezionale premio della Fields Medal, la scienza italiana riceveva il secondo importantissimo riconoscimento nel giro di pochissimi anni. Il primo, con record annesso, lo aveva già ottenuto con la nomina della scienziata romana alla direzione del Cern, il più grande laboratorio di fisica delle particelle al mondo. Fabiola Gianotti ha ottenuto forse il riconoscimento di maggior prestigio. Lei, una fisica dichiaratasi credente, convinta sostenitrice della tesi per cui scienza e fede possono coesistere, a guida dell’avveniristico centro in cui l’acceleratore di particelle prova a spiegare l’origine del tutto. E nel 2019 un altro record: il lavoro svolto nei suoi cinque anni da dirigente in Svizzera le vale il secondo mandato alla guida del Cern. Nessun altro prima di lei c’era riuscito.

 

3. Abiy Ahmed Ali


Abiy Ahmed Ali

Premio Nobel per la Pace . E gli sforzi condotti da Abiy Ahmed Ali per il suo Paese, l’Etiopia, sono stati estremamente impegnativi e volti non solo alla stabilità della propria Nazione ma anche  di un’area in crisi come il Corno d’Africa. Veniva eletto nel 2018, al termine di una protesta di massa contro il premier precedente Desalegn, soprattutto per ragioni etniche, ereditando un Paese logorato da due decenni di rapporti gelidi con la vicina Eritrea, tragico lascito del conflitto armato di fine anni Novanta. In qualche mese riorganizza la sua Etiopia, promuove riforme sul piano interno e riallaccia rapporti su quello esterno, invitando il dittatore eritreo Isaias Afewerki a trattare la riaperture delle ambasciate e il ritorno a una relazione cordiale fra due Stati che, a ben vedere, fino al 1991 era uno solo. L’abbraccio con Afewerki segna la fine della “guerra fredda” e la ripresa dei rapporti fra Asmara e Addis Abeba, con conseguenti influssi positivi anche nelle regioni vicine, martoriate dall’emergenza profughi e dall’influsso del jihadismo di al-Shabaab. Il Nobel è idealmente un riconoscimento anche per l’Africa, capace di sconfiggere i propri rancori e di lavorare per la pace.

 

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