FIDUCIA ALLA MANOVRA, L’ESAME ADESSO AL SENATO

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La manovra sul bilancio va avanti, il governo pone la fiducia sul , nell’aula del Senato. Lo annuncia il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, in aula. Il testo recepisce le osservazioni dei tecnici. Il percorso parlamentare della manovra si è aperto oggi a Palazzo Madama con le repliche dei relatori, il voto finale arriva dopo la votazione sulla ‘Nota di variazione del Governo’.

Una curiosità dettata da una polemica sull’inammissibilità dichiarata dal presidente Elisabetta Alberti Casellati del subemendamento sulla commercializzazione della cannabis light Stralciate anche altre 14 norme, tra le quali la Tobin Tasx sulle transazioni finanziarie allo 0,04% e il rinvio al 2022 dello stop al mercato tutelato dall’energia. Si apprende che : a dichiarare inammissibili le 15 norme del ddl  la presidente del Senato Casellati, che aveva sospeso la seduta per dichiarare tali inammissibilità.

Drammatico incidente stradale tra Scordia e Palagonia: muore sul colpo un sedicenne

 

L’incidente nella notte lungo la strada provinciale.

Auto contro muretto tra Scordia e Palagonia: muore un sedicenne

Drammatico incidente stradale sulla strada Scordia-Palagonia. Un morto e tre feriti gravi il bilancio dell’incidente avvenuto intorno intorno alle 4,    Il sedicenne Antonio Fragapane che viaggiava insieme ad altri amici su una Fiat Punto 1300 che procedeva in direzione Palagonia è deceduto all’istante dopo il violentissimo impatto contro un muretto

. I tre giovani sono stati trasportati presso gli ospedali di Lentini, Caltagirone e Catania. Per due di loro la prognosi è riservata. I giovani avevano trascorso una serata presso un locale di Scordia.  I carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile di Palagonia, supportati dai colleghi della locale stazione, stanno eseguendo accurati rilievi.

La salma del giovane è stata trasportata presso la camera mortuaria del cimitero di Scordia dove il medico legale, Francesca Berlich, ha effettuato una ispezione cadaverica. Il ragazzo sarebbe morto per un trauma cranico conseguente all’impatto con l’asfalto. Nei prossimi giorni sarà eseguita l’autopsia su disposizione del magistrato di turno che segue le indagini.

Gran Bretagna: Johnson si conferma Primo ministro

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Boris Johnson ha riconquistato il suo seggio parlamentare  I conservatori hanno infatti ottenuto la maggioranza al Parlamento britannico, conquistando almeno 364 seggi su 650 (66 in più) quando sono noti i risultati di 649 collegi. I laburisti di  Jeeremy Corbyn si fermano a 203, avendo perso seggi in alcune delle loro roccaforti storiche nell’Inghilterra settentrionale e centrale. In termini politici, con la conferma dei risultati degli exit poll Johnson conferma che procederà con la Brexit entro il 31 gennaio , come nelle intenzioni della regina dell’Inghilterra, avendo un ampio margine parlamentare per approvare la legislazione necessaria, il Withdrawal Agreement Bill, entro la data stabilita per l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea.

 Per il premier si è trattato di una “storica” vittoria che consentirà al governo “di rispettare la volontà democratica” del popolo. La Brexit “è ora una decisione incontestabile, inconfutabile” del popolo britannico, spiega ancora, aggiungendo che “quello uscito dalle urne è “un mandato storico, dobbiamo essere all’altezza della sfida”.

La Regione Sicilia è affondata, la Corte dei conti dichiara l’inconsistenza della manovra , inefficienza dei dirigenti regionali, interessi e “zone oscure”

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di Raffaele Lanza

La Regione siciliana è nel baratro. Una classe dirigenziale padrona del territorio da più di venti anni a questa parte l’ha trascinata nella palude. Abbiamo sempre detto, anzi gridato che i dirigenti della Regione siciliana costituiscono il miglior Clan di spillasoldi alla cassa regionale. O gli incarichi ben retribuiti,  doppi, triplici e molteplici in tantissimi altri casi, specie al dipartimento dei beni culturali , la lotta per il passaggio nella fascia di promozione superiore, la servitù degli operatori A e B, ex Contrattisti, messisi spontaneamente al servizio esclusivo dei dirigenti, saltando le fascie intermedie direttive, le pattuizioni di distribuzione denaro sulle trattative e gare, l’omissione dei dirigenti ancora- nonostante le vibrate denunce negli anni 2014-17 del Sindacato SIAD  autonomo di Catania sul fenomeno assenteismo alla Soprintendenza di Catania laddove persino il Capo personale(un dirigente architetto di Adrano oggi in pensione) si presentava in stanza alle ore 9,30-11 – di timbrare il badge e presentarsi all’ufficio – ripetiamo da oltre un ventennio- a qualsiasi orario in ufficio, le false missioni archeologiche nei siti periferici di competenza, hanno creato lo sconquasso.   La Guardia di Finanza di Catania, probabilmente, avrà raccolto molti elementi ma per l’antico legame con la Soprintendenza etnea retta all’epoca da Vera Greco (priva dei titoli rispetto ad altri ma con referente politico Raffaele Lombardo) e successivamente Maria Grazia Patanè (nomina – è notorio -“illecita ed incompetente” perchè proveniente dalla Biblioteca regionale) ha lasciato correre….

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La Regione siciliana è in preda ai ladroni. E’ diventato un deserto dove ognuno fa i suoi comodi e se ne fotte dell’utente.

La volontà del Presidente Nello Musumeci di fare il guardiano attento rimettere ogni cosa a posto non basta più. Musumeci non è il diretto responsabile dei guai e delle criticità della Regione. E’ vero e non è onesto chi afferma il contrario. Ma qui indirizziamo al Musumeci l’assunto che lui era sommariamente consapevole, quale deputato, del disastro gestionale di Crocetta, ex governatore . Quindi l’affermazione che “Io non c’ero in questi venti anni “, non è sufficiente.   

Occorre rigore, maggiore rigore e ancora rigore. “Le attuali politiche di riduzione del disavanzo e per il contenimento della spesa della Regione siciliana sono inefficaci. La contestazione era già piovuta e i rintocchi della campana funerea provengono  dalla Corte dei conti oggi in udienza per la parifica del bilancio 2018.

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Oggi è un  giorno difficile, della verità per i conti della Regione siciliana. La Corte dei Conti si pronuncia, con sei mesi di ritardo rispetto alla consuetudine sulla parifica del bilancio 2018 per un lungo confronto con gli uffici siciliani, sul rendiconto generale trentennale e  contesta un buco senza precedenti da coprire tutto nel 2019. 

La Regione siciliana dovrà  appostare nell’esercizio finanziario per il 2019, le coperture, pari a 1,103 miliardi di euro, del disavanzo. Un altro miliardo dovrà invece, essere coperto negli esercizi considerati nel bilancio di previsione e in ogni caso non oltre la durata della legislatura regionale.

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La contestazione parte da considerazioni complesse della magistratura contabile per la quale l’azione di riduzione del deficit da parte della regione è inefficace. Per i giudici dal “raffronto tra i dati degli equilibri di bilancio nelle varie fasi del ciclo 2018, risulta chiara l’inconsistenza della manovra finanziaria La Regione non è stata in grado di raggiungere nemmeno gli obiettivi ‘minimi’ che essa stessa si era data con la legge di stabilità”.

Ma la Regione deve rettificare i conti anche per consentire la redazione del  bilancio di previsione 2020. 

Registriamo un commento del M5 . “Se Musumeci vuol esser credibile a Roma occorre che si presenti con un piano di riforme tale che possa rassicurare il governo nazionale sulla buona volontà di quello regionale nel sanare un bilancio ormai distrutto dalla mala politica in anni e anni di malefatte sulle spalle dei siciliani. Se non intende farlo ha due strade: dimettersi o spegnere tutte le luci di ospedali, scuole e città e mettere in vendita Palazzo d’Orleans” dice il deputato regionale del M5S Luigi Sunseri, a commento del pesante giudizio della Corte dei Conti in sede di parifica sullo stato di salute delle finanze regionali.

“Pesantissima la bocciatura della magistratura contabile – aggiunge Sunseri – quando sottolinea che la Regione non è stata nemmeno in grado di raggiungere gli obiettivi minimi che essa stessa si era data con la legge di stabilità e quando evidenzia la resistenza al passaggio dalla logica emergenziale alla logica anticipatoria che è l’essenza della programmazione di bilancio e dell’attuale riforma contabile”.

Si prevede – prosegue Sunseri- un periodo davvero nero per la nostra terra. Faremo in modo che il governo centrale ci dia una mano. Per l’ennesima volta vogliamo essere chiari. Quello che dice la Corte l’ho detto decine e decine di volte in aula e in commissione Bilancio: ripianare il disavanzo di un bilancio in archi temporali troppo ampi, rispetto all’ordinario ciclo di bilancio, presenta profili di incostituzionalità perché ciò ha evidenti ricadute negative in termini di equità. La lunghissima dilazione temporale finisce per confliggere con elementari principi di equità intergenerazionale. E a pagarne le conseguenze saranno i nostri figli. …..

 

 

CONDANNATA FACEBOOK: IL TRIBUNALE ORDINA DI RIATTIVARE SUBITO LA PAGINA E FISSA UNA PENALE DI 800 EURO PER OGNI GIORNI DI RITARDO

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Sentenza storica contro Facebook. Stavolta il colosso americano è messo in ginocchio dai giudici romani ai quali non piace l’arbitrio e l’incompetenza mista a vibrata prepotenza di Facebook.Il Tribunale Civile di Roma ha accolto infatti il ricorso dell’associazione in seguito alla disattivazione della pagina ufficiale avvenuta il 9 settembre scorso e ha ordinato a Facebook “l’immediata riattivazione della pagina dell’Associazione di Promozione Sociale CasaPound”.    La sentenza a firma del giudice Stefania Garrisi è davvero eclatante  perchè apre la strada a tantissimi  ricorsi presentati da utenti “censurati” ingiustamente da Facebook per segnalazioni infondate o “direttamente interessate”.
Il Tribunale di Roma ha inoltre fissato la penale di 800 euro per ogni giorno di violazione dell’ordine impartito, successivo alla conoscenza legale dello stesso, condannando Facebook alla rifusione delle spese di giudizio, liquidate in 15.000 euro.

“Afferma  Gianluca Iannone  gestore dell’associazione :  “Il tribunale civile ha riconosciuto le nostre ragioni e ora tutte le nostre pagine andranno riattivate altrimenti ci sarà una multa di 800 euro per ogni giorno di mancata riattivazione. E’ una vittoria importante – ribadisce Iannone – perché si era trattato di una chiusura pretestuosa nei confronti di un Movimento che ha rappresentanti eletti nei consigli comunali con il simbolo della tartaruga frecciata. Questa è una vittoria di Casapound e di tutto un mondo politico non allineato“.

Tutti convengono che il rapporto tra un utente di Facebook e il gigante social ‘non è assimilabile al rapporto tra due soggetti privati qualsiasi in quanto una delle parti, appunto Facebook, ricopre una speciale posizione’. “E deve dunque Facebook  rispettare i principi costituzionali”.

Ecco il passaggio della sentenza. “E’ infatti evidente il rilievo preminente assunto dal servizio di Facebook (o di altri social network ad esso collegati) con riferimento all’attuazione di principi cardine essenziali dell’ordinamento come quello del pluralismo dei partiti politici (49 Cost.), al punto che il soggetto che non è presente su Facebook è di fatto escluso (o fortemente limitato) dal dibattito politico italiano, come testimoniato dal fatto che la quasi totalità degli esponenti politici italiani quotidianamente affida alla propria pagina Facebook i messaggi politici e la diffusione delle idee del proprio movimento. Ne deriva che il rapporto tra FACEBOOK e l’utente che intenda registrarsi al servizio (o con l’utente già abilitato al servizio come nel caso in esame) non è assimilabile al rapporto tra due soggetti privati qualsiasi in quanto una delle parti, appunto FACEBOOK, ricopre una speciale posizione: tale speciale posizione comporta che FACEBOOK, nella contrattazione con gli utenti, debba strettamente attenersi al rispetto dei principi costituzionali e ordinamentali finchè non si dimostri (con accertamento da compiere attraverso una fase a cognizione piena) la loro violazione da parte dell’utente. Il rispetto dei principi costituzionali e ordinamentali costituisce per il soggetto FACEBOOK ad un tempo condizione e limite nel rapporto con gli utenti che chiedano l’accesso al proprio servizio”.

E’ stato riaffermato nel caso il principio della libera espressione. Riteniamo noi di SUD LIBERTA’- che abbiamo notificato ad Ottobre scorso- ricorderemo -specifica denuncia sull’oscurità di tre anni di pagine del Quotidiano antimafia SUD LIBERTA’per la paradossale motivazione”segnalazione di uno o più utenti nascosti nell’anonimato”, che vi siano pure gli estremi del reato penale perchè Facebook è incorso in questa fattispecie, in evidente abuso di potere dominante. Ma qui occorre aprire e depositare alla Cancelleria penale di Catania altro ricorso con la valutazione del caso.  Adesso auspichiamo che la lezione serva a Zuckemberg e compagni e sblocchi tutte le altre “censure” operate ingiustamente ed arbitrariamente prima ancora della corretta decisione/sentenza di un Tribunale italiano.

 

Presepe: il diavolo schiacciato dalla Madonna

 

di  Don Aldo Buonaiuto

                                                      IL  PRESEPE E’ LA SINTESI DELLA BELLEZZA

Di fronte all’escalation di profanazioni e strumentalizzazioni sacrileghe della fede, viene da chiedersi se in Italia esista veramente la tanto sbandierata libertà religiosa. Giustamente deprechiamo l’assenza di libertà per i credenti in zone del mondo nelle quali portare al collo il Crocifisso o in tasca il Vangelo può mettere a repentaglio la vita. La nostra coscienza collettiva si infiamma di sdegno quando apprendiamo di violazioni della sfera intima tra popolazioni costrette a ripudiare le loro convinzioni più profonde, poi però siamo i primi, in casa nostra, a mettere alla berlina le tradizioni e i valori trasmessi da generazioni. Solo un esempio tra i tanti avvenuti negli ultimi giorni, con una sconcertante escalation di protervia e negazione delle fondamenta etiche su cui poggia la civiltà occidentale e in particolare italiana: per promuovere l’ennesima manifestazione a favore di una sessualità “fluida” è stato preso indebitamente a prestito (per essere sfregiato) il dogma dell’Immacolata concezione di Maria.

In queste ultime settimane abbiamo subito, in un clima di complice e inquietante indifferenza, un accanimento mai cosi violento contro la figura della Vergine Maria e dei più venerati e sacri simboli cristiani. Non sarebbe il caso di reintrodurre il reato di vilipendio della religione e di far tornare blasfemia e bestemmia qualcosa di più di un banale illecito amministrativo? Ma che forma di emancipazione antropologica e filosofica può mai essere quella di chi disprezza in modo blasfemo e sistematico i fondamenti della nostra religiosità? Qualcuno si è forse interrogato sul motivo autentico del vergognoso tiro al bersaglio contro la fede? Da sacerdote esorcista, a quotidiano contatto con le ferite dell’umanità traviata dal male, sperimento in maniera sempre più virulenta quanto odio susciti la Santa Famiglia di Nazareth.

In una società biecamente ripiegata sul tornaconto edonistico di un consumismo narcisistico, quei due giovani che fuggono da casa per salvare il loro bambino da morte sicura, suscitano uno sguaiato sorriso cinico e satanico, come per dire: “Ma chi glielo ha fatto fare? A che cosa è servito tutto questo sacrificio?”. Una derisione scandalosa e volgare che specula su un dato oggi inaccettabile per una certa maggioranza impegnata solo ad assecondare le più basse pulsioni. Due coetanei degli odierni millenials che scelgono la purezza come testimonianza di fedeltà a Dio, alla vita e alla famiglia fanno rabbia, scatenano gli istinti peggiori nelle dilaganti sacche di “cuori di tenebra” annidate anche in settori insospettabili della nostra contemporaneità.

Commovente la rievocazione da parte di Papa Francesco della sua partecipazione giovanile ad un simposio ecumenico sulle Sacre Scritture, quando ha ricordato l’assenza di riferimenti alla Madonna: “Mi sentivo orfano!” ha osservato Bergoglio riannodando i fili della sua memoria privata. L’odio antico che oppone il drago alla Vergine Maria si perpetua e muta sembianze nelle varie epoche storiche come una serpe che cambia pelle ma conserva il proprio veleno mortale, con l’obiettivo di opporsi irriducibilmente alla cultura della gratuità, su cui si basa il patto d’amore tra il Creatore e la barca di Pietro. Perché l’amore non si può comprare, ciò che ha valore non ha prezzo.

Finchè ci sarà la carità come Stella Cometa del popolo di Dio, il diavolo verrà schiacciato misteriosamente dal piede di Maria così come la tentazione è stata respinta da Gesù nel deserto. Perché questo è il punto: chi si dona gratuitamente al bene comune (come ha fatto duemila anni fa la Santa Famiglia e come fa oggi la Chiesa della misericordia) diventa un obiettivo da distruggere. Non si può sopportare che i discepoli di un Dio morto in croce vadano per il mondo a praticare la condivisione di quegli insegnamenti divini che non possono conciliarsi con i disvalori effimeri della società del consumo.

Quando scendo sulle strade delle schiave per soccorrere l’umanità fragile e umiliata, quale profitto arreca quell’incontro? La Chiesa tanti (non solo all’esterno della cristianità) vorrebbero abbatterla proprio perché è nel mondo ma non sarà mai del mondo, nonostante sui media faccia scalpore solo chi cade in trappola e scivola nella palude mondana. Ma quante tenebre hanno congiurato per impedire lungo XIX secoli che l’Immacolata diventasse dogma? E quegli insulti schifosi alla Signora della grotta di Lourdes, anche dalle autorità dell’epoca, a quali centrali occulte dovevano rispondere? Ecco perché il Presepe è la sintesi della bellezza che resiste al disprezzo e allo spregio e che trapassa l’oscurità per tramandare ai nuovi nati la Buona Novella: la vita è sacra, luminosa e ha senso solo se votata alla gratuità dell’Amore.

*  (  Don A.Buonaiuto, Fondatore di “In Terris”)

Siracusa: ritorna subito in sella il sindaco Francesco Italia

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SIRACUSA

Veloce svolta a Siracusa .Francesco Italia torna a ricoprire la carica di sindaco di Siracusa. Il Consiglio di giustizia amministrativa ha accolto la richiesta di sospensiva presentata dall’ex primo cittadino dopo la sentenza del Tar che ha disposto il ritorno al voto in 9 sezioni su 123 e l’annullamento della proclamazione a sindaco e dei consiglieri comunali. Con il primo cittadino, torna in carica anche la giunta comunale.

Udienza al 15 gennaio del nuovo anno come fissato dal presidente del Consiglio di giustizia amministrativa Rosanna De Nictolis  per l’esame e la valutazione  del ricorso contro la sentenza del Tar 

 

Fondo salva Stati-Mes- Raggiunta la maggioranza, tensioni al Senato

 

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Il Senato ha approvato la risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni del premier Giuseppe Conte in vista del Consiglio Ue con 164 voti a favore, 122 contrari e due astensioni. Respinte due risoluzioni delle opposizioni.   Tensioni in aula.

La votazione ha registrato  posizioni ‘dissidenti’ tra i senatori pentastellati. Chi non solo ha votato contro la risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni del premier Conte ma ha votato a favore di quelle dell’opposizione. Ugo Grassi, in base ai tabulati, ha votato sì al documento a prima firma Bernini (Fi).

A quella a prima Candiani (Lega) ha detto sì, oltre a Grassi, anche Francesco Urraro, mentre si sono astenuti Paragone e Lucidi (come hanno fatto pure sul documento Bernini, rispetto al quale Francesco Urraro ha votato no). “Si è troppo marginalizzato il tema del Mes ….
Annuncia voto contrario anche Gianluigi Paragone: “La mia non è una dichiarazione in dissenso prodromica a un cambio di gruppo. Voglio solo invitare il mio gruppo e il governo a stare attenti a una questione: il Mes sta dentro un’architettura neoliberista dell’Europa, che ci nega una seria e incisiva politica espansiva”. E ancora: “Con queste sue politiche, l’Europa ci nega la possibilità di crescere“.

Il presidente del Consiglio Conte ha poi lasciato l’aula del Senato, ancora animata dal dibattito sul Mes, per raggiungere la Festa dell’Istituto Italo-Latino Americano, nel quartiere Parioli di Roma.

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Il gioielliere di Nicolosi che uccise i banditi in fuga, alle spalle, condannato dalla Corte d’Assise

Non fu legittima difesa: Guido Gianni, 57 anni,sparò mentre i banditi fuggivano. Adesso annuncia di fare ricorso

 

Uccise due rapinatori e ne ferì un terzo, gioielliere di Nicolosi a processo

CATANIA

(ore 13.33)

L’episodio risale al 2008.  Adesso la Corte d’assise di Catania ha formulato la sentenza: gioelliere condannato a 13 anni di reclusione, per duplice omicidio e tentativo di omicidio, , Guido Gianni, di 57 anni, che il 18 febbraio di quell’anno, a Nicolosi,  uccise due rapinatori e ne ferì un terzo che avevano assaltato il suo negozio, minacciando di uccidere la moglie con una pistola poi risultata a salve e senza il tappo rosso.

Il Pm aveva chiesto la condanna a 17 anni. I difensori avevano chiesto l’assoluzione per legittima difesa. I giudici  invece hanno deciso per una pena detentiva di 13 anni e hanno disposto un risarcimento per le parti civili: i familiari delle due persone uccise, Davide Laudani e Sebastiano Catania, e il ferito, Fabio Pappalardo.

Non ci stanno I legali del gioielliere, gli avvocati Orazio Gulisano e Michele Liuzzo, che hanno annunciato ricorso, hanno vibratamente sostenuto la tesi della legittima difesa e che la mente di Gianni in quel momento fosse «offuscata» dall’aggressione subita dalla moglie da parte dei rapinatori. Sul caso i carabinieri approfondirono le indagini.

Il dramma e la rapina Non erano ancora le 19 quando quel 18 febbraio del 2008 un giovane si presentò alla gioielleria con annesso laboratorio di oreficeria. La signora Mariangela, titolare dell’esercizio commerciale, credeva fosse un normale cliente e aprì la porta blindata. Alle spalle del primo bandito però, che era a volto scoperto, arrivarono i due complici camuffati con un passamontagna azzurro e tenendo in mano una pistola, ritrovata e risultata giocattolo, ma perfettamente simile a una vera e priva del tappo rosso d’identificazione. I banditi chiesero soldi e gioielli, minacciando la signora.

Il marito della donna, che lavorava nel retrobottega, intervenne armato di una pistola  detenuta regolarmente e che già anni prima gli aveva permesso di sventare un’altra rapina. Il gioielliere sparò un paio di colpi in aria a scopo intimidatorio ma la reazione dei malviventi portò prima all’aggressione della moglie dell’uomo, minacciata e percossa e poi ad una colluttazione con Gianni, nel frattempo uscito dal retrobottega.

Minacciato dal rapinatore, l’orafo sparò durante la colluttazione e dalla ricostruzione dei periti il gioielliere avrebbe ferito e colpito mortalmente due rapinatori non frontalmente ma mentre fuggivano, – di qui l’accusa del Pm- centrandoli alle spalle. Morirono in due, entrambi ventunenni: Davide Laudani e Sebastiano Catania, di Aci Catena; uno fu trovato a terra davanti la gioielleria, l’altro poco lontano, agonizzante e, morì durante i soccorsi.

Cartabia Presidente della Consulta

Consulta, Cartabia eletta presidente

Il giudice Marta Cartabia(nella foto sopra ) è il nuovo presidente della Corte Costituzionale, eletta dai giudici riuniti al palazzo della all’unanimità, con 14 voti a favore e la sua scheda bianca.

Cartabia, milanese di San Giorgio su Legnano, 56 anni, prima donna a salire sullo scranno più alto a palazzo della Consulta, era stata nominata giudice della Corte Costituzionale dal Quirinale e aveva giurato davanti al Presidente della Repubblica a settembre del 2011: il suo mandato da presidente della Consulta – di cui dal novembre 2014 era vicepresidente – scadrà dunque a settembre del prossimo anno, essendo di nove anni la durata della carica di giudice costituzionale.

 

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