Palermo: arrestati due coltivatori di cannabis, 140 esemplari

 

Agrumi e serre di cannabis, scoperta piantagione di droga - Live Sicilia

Carabinieri della Compagnia di Misilmeri hanno tratto in arresto due palermitani con l’accusa di coltivazione e produzione di sostanza stupefacente.
Nel corso di un servizio mirato al contrasto dei reati in materia nel territorio del Comune di Bolognetta, i militari hanno sorpreso i due, un 32enne e un 24enne residenti nel quartiere Sperone di Palermo, intenti ad irrigare un’estesa piantagione di cannabis da quasi 140 esemplari.
Le piante, con fusti alti fino a 2 metri e in ottimo stato di maturazione, erano state messe a dimora in un’area impervia e difficile da raggiungere, della superficie di quasi 200 mq, all’interno di un terreno di pertinenza degli arrestati ubicato alla periferia del paese.
Tutti gli esemplari sono stati estirpati ed in parte campionati per le analisi di rito a cura del competente laboratorio del Comando Provinciale di Palermo; la restante parte, sequestrata, seguirà le disposizioni dell’Autorità Giudiziaria.
Nella zona sono state rinvenute anche alcune cisterne per l’irrigazione.
Contestualmente all’arresto del 32enne e del 24enne, posti agli arresti domiciliari su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, in attesa della convalida dinanzi al G.I.P. di Termini Imerese, sono state denunciate altre due persone perché ritenute coinvolte nel medesimo reato.
Una volta cresciute, estirpate, essiccate, triturate e vendute al dettaglio, le piante avrebbero potuto fruttare diverse migliaia di euro, alimentando un sempre florido mercato illegale, che vede il territorio della provincia di Palermo come un importante luogo di produzione.

STALKER CHE NON SI RASSEGNAVA A RICERCARE L’EX CONVIVENTE,ARRESTATO DAI CARABINIERI

Stalker uccide la sua vittima: l'omicidio è aggravato e non assorbe il  reato di stalking | Quotidiano Giuridico

 

 

SIRACUSA

Una donna di 47 anni, perseguitata da tempo dal suo ex convivente che evidentemente non voleva rassegnarsi alla fine della loro storia, si è rivolta con fiducia ai Carabinieri di Cassaro (SR) denunciandolo.
Nonostante i ripetuti dinieghi, l’uomo, un 52enne di un piccolo centro montano della provincia, continuava a contattare ed a ricercare la donna all’interno e nei pressi dei luoghi da lei frequentati, con il malsano intento di ricucire il loro rapporto ormai terminato.
Dopo la denuncia, l’Autorità Giudiziaria aveva emesso nei confronti dell’uomo la misura del divieto di avvicinamento alla donna nel raggio di 100 mt con prescrizione di non contattarla ma tale misura è risultata inefficace , l’uomo non ha affatto desistito. 
In almeno due occasioni ha  raggiunto ed approcciato la donna all’interno di un bar nel quale era seduta ad un tavolino con amici ed in più circostanze l’ha contattata telefonicamente, utilizzando anche i cellulari di terze persone per indurla a rispondere con l’inganno e forse anche per evitare di lasciare traccia telematica delle proprie telefonate. 
Per le ripetute violazioni alle prescrizioni imposte, i Carabinieri hanno richiesto ed ottenuto dall’Autorità Giudiziaria l’aggravamento della misura del divieto di avvicinamento con quella degli arresti domiciliari. 
L’uomo quindi, in esecuzione di apposita ordinanza emessa dal Tribunale di Siracusa, è stato arrestato e posto agli arresti domiciliari presso la sua abitazione. 

Messina, maxi evasione fiscale internazionale nel settore delle scommesse online

 

Messina,

I Finanzieri del Comando Provinciale di Messina, all’esito di articolate indagini di polizia giudiziaria e tributaria, hanno eseguito, a Malta, un decreto di sequestro di beni del valore di 3,5 milioni di euro, nei confronti del legale rappresentante di una società maltese che aveva stabilito, a Messina, una stabile organizzazione che esercitava abusivamente l’attività di raccolta delle scommesse on line.

In particolare, nel quadro delle linee di azione strategica del Corpo, finalizzate all’individuazione delle più insidiose condotte evasive / elusive a carattere transnazionale, l’attività costituisce l’esito di complesse investigazioni dirette dalla Procura della Repubblica di Messina, nonché di una verifica fiscale, eseguite dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Messina, nei confronti di una società maltese, ritenuta, secondo ipotesi investigativa, una stabile organizzazione di società estera non dichiarata in Italia.

Nel merito, veniva approfondita l’operatività, in Italia, della nominata società estera che, mediante diversi portali web dedicati, riconducibili a plurimi marchi – già colpiti da specifici provvedimenti di inibizione da parte dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli – era risultata operare, sulla base di apposite concessioni rilasciate da Autorità estere e, pertanto, non valide in Italia, la raccolta di giochi pubblici a distanza e scommesse tramite rete fisica, avvalendosi di centri trasmissione dati (CTD) e punti vendita ricarica (PVR). In tale contesto, quindi, gli accertamenti di carattere tributario (consistiti anche in data mining, controlli incrociati e riscontri contabili), opportunamente integrati da mirate indagini di polizia giudiziaria, evidenziavano come i predetti centri trasmissione dati, formalmente costituiti quali società o ditte individuali giuridicamente autonome, operassero, in realtà, quali centri per la ricezione di proposte di scommessa, pubblicizzando nei confronti dei clienti scommettitori il palinsesto della società mandante maltese, contribuendo in tal modo alla raccolta delle scommesse sul territorio nazionale per conto della casa-madre estera.

L’esame di tutti gli elementi raccolti consentiva di ipotizzare, pertanto, una stabile organizzazione occulta, in Italia, della nominata società maltese, presupposto, questo, per proporre all’Agenzia delle Entrate il recupero a tassazione in Italia dei redditi ivi prodotti dalla società estera. A seguito di tale condotta, la filiale italiana della società maltese avrebbe dovuto dichiarate al fisco italiano oltre 85 milioni di euro di ricavi, per un totale di imposte dirette evase pari ad oltre 3,5 milioni di euro. A valle delle indagini svolte, condividendo l’impianto accusatorio elaborato dai Finanzieri e dalla Procura della Repubblica di Messina, il competente Giudice delle Indagini Preliminari del locale Tribunale disponeva il sequestro preventivo finalizzato alla confisca, anche per equivalente, nei confronti del rappresentante legale della casa-madre maltese, del citato importo di 3,5 milioni di euro, corrispondente all’imposta evasa. Si evidenzia come, attesa la residenza estera del soggetto, per la materiale esecuzione del sequestro si sia reso necessario dare esecuzione a specifico European Investigation Order e Freezing order for execution, emessi dalla Procura della Repubblica di Messina, nell’ambito di mirata attività rogatoriale internazionale. A tal riguardo, con riferimento all’intervenuta cooperazione giudiziaria internazionale tra Italia e Malta, in perfetta sinergia tra l’Autorità Giudiziaria italiana e quella maltese, ci si è avvalsi delle possibilità offerte dal recentissimo Regolamento UE 2018/1805/UE del 14 novembre 2018, in forza del quale, a decorrere dal 19 dicembre 2020, sono applicabili negli Stati membri dell’Unione Europea le disposizioni sul riconoscimento reciproco dei provvedimenti di congelamento e di confisca emessi da altro Stato membro.

L’operazione testimonia la costante attenzione dell’Autorità Giudiziaria e della Guardia di Finanza di Messina nel contrasto ai più articolati fenomeni di evasione fiscale internazionale, vieppiù attinenti al delicato settore della raccolta illegale di scommesse on line, fortemente esposto in termini di possibile inquinamento del mercato di riferimento e della correlata economia legale, in danno degli operatori economici e degli altri contribuenti onesti.

Oltre 15 milioni di falsi prodotti “Made in Italy” sequestrati dalle Fiamme gialle

Sequestrati oltre 15 milioni di prodotti recanti la falsa indicazione “made in italy” per un valore di 25 milioni di euro

Lotta continua ai prodotti falsi e contraffatti.La Guardia di Finanza di Torino ha sequestrato oltre 15 milioni di prodotti falsamente riportanti l’etichettatura “Made in Italy”, in quanto interamente prodotti ed importati dalla Repubblica popolare cinese, dalla Turchia, dalla Polonia e dal Pakistan.

L’operazione è stata avviata nelle scorse settimane quando, su alcuni scaffali espositivi della grande distribuzione organizzata, grazie al costante controllo economico del territorio delle Fiamme gialle volto a prevenire e reprimere fenomeni commerciali fraudolenti, sono stati individuati accessori d’abbigliamento (biancheria intima, calze, collant) e articoli per la casa (cavatappi, colini, mestoli, posate, pentole e coperchi) recanti in modo mendace l’origine italiana.

I “Baschi Verdi” del capoluogo piemontese hanno tempestivamente intrapreso mirate indagini di polizia economico-finanziaria riuscendo a ricostruire l’intera filiera distributiva, risultata essere ramificata su buona parte del territorio nazionale, ed a individuare i soggetti coinvolti nelle attività illegali, il cui modus operandi prevedeva che la merce, una volta importata, venisse, successivamente, etichettata, presso i magazzini aziendali, con i simboli tipici dell’italianità, di modo da indurre in errore gli acquirenti sulla reale origine della stessa.

La situazione di illeciità è estesa a tutta l’Italia ma.in atto-Torino, Roma, Brescia, Treviso, Bari, Firenze e Lecce sono le province interessate, in concomitanza, dal maxi intervento dei militari delle Fiamme Gialle torinesi, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, conclusosi con il sequestro di oltre 15.000.000 di articoli, con un valore commerciale stimato di circa 25 milioni di euro, per i quali è stato accertato come sulle confezioni fossero riportate, falsamente, la dicitura “Made in Italy” ovvero altra indicazione grafica inequivocabilmente riconducibile alla origine italiana dei prodotti, quale la bandiera tricolore.

Sono otto gli importatori, italiani e cinesi, denunciati all’Autorità giudiziaria, che dovranno rispondere sia dei reati di frode in commercio e falsa indicazione di origine qualitativa, sia delle violazioni amministrative previste dalla normativa di settore a tutela del Made In Italy.

L’attività della Guardia di Finanza di Torino s’inserisce nell’ambito dell’azione di prevenzione e repressione delle condotte ingannevoli nei confronti dei cittadini riguardanti, in particolare, la vendita di beni con mendaci indicazioni di provenienza, volta alla tutela, al contempo, dei cc.dd. “Distretti industriali”, che da tempo rappresenta uno dei principali obiettivi strategici di polizia economico-finanziaria perseguiti del Corpo.

Maltrattamenti,insulti,minacce presso una RSA di Varazze:arrestate tre operatrici sanitarie

Maltrattamenti presso una RSA di Varazze - Arrestate 3 operatrici socio-sanitarie

L’’emergenza pandemica ha spesso posto in evidenza la necessità di tutelare e salvaguardare coloro che non sono in grado di provvedere autonomamente a sé stessi.La Guardia di Finanza con l’attività che appresso descriviamo interviene a difesa delle fasce più deboli della società   Militari del Comando Provinciale Guardia di Finanza di Savona, in data odierna hanno dato infatti esecuzione a tre ordinanze di custodia cautelare (arresti domiciliari) emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Savona, nei confronti di altrettante operatrici socio sanitarie in servizio presso una R.S.A. di Varazze.

I reati contestati alle tre donne arrestate dai Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Savona, tutte italiane di 48, 58 e 64 anni, riguardano diversi episodi di violenza e maltrattamenti nei confronti di più ospiti della struttura. I provvedimenti restrittivi sono stati disposti al termine di una complessa indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Savona – P.M. Dr.ssa Chiara Venturi, e durata alcuni mesi, durante la quale sono stati documentati numerosi e reiterati episodi di violenze fisiche e verbali.

Dall’attività investigativa svolta, sono emersi bruschi strattonamenti dei pazienti durante le operazioni di pulizia personale e cambio degli abiti, fino ad arrivare a veri e propri schiaffi, accompagnati da insulti, minacce e imprecazioni proferiti dalle tre operatrici, cui corrispondono grida di dolore, pianti e implorazioni delle vittime. Molto spesso, durante l’orario di lavoro, gli anziani pazienti erano lasciati incustoditi, senza che venissero soddisfatte le loro reiterate richieste di assistenza, attivate dagli ospiti anche attraverso i campanelli posti nelle vicinanze dei letti.

Gli inermi anziani venivano anche minacciati di essere lasciati senza i pasti, fino al rischio di essere legati al letto e percossi, solo per aver “disturbato” le operatrici con le loro richieste di assistenza, peraltro più che legittime e pienamente rientranti nei doveri lavorativi delle tre arrestate. Le condotte contestate alle arrestate sono di assoluta gravità e durezza, prive dei più elementari sentimenti di umana compassione. Comportamenti per i quali l’A.G. ha contestato altresì l’aggravante dell’abuso di prestazione d’opera e della minorata difesa delle vittime, molte delle quali non autonome a causa delle infermità che le affliggono.

Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari, oltre ai locali della R.S.A., sono in corso, altresì, le perquisizioni delle abitazioni in Genova, Varazze e Savona delle tre operatrici, per ricercare ulteriori elementi di prova ed acquisire le cartelle cliniche di alcuni ospiti della struttura, anche in previsione di possibili ulteriori sviluppi investigativi. 

Corse clandestine: i Carabinieri di Noto li vedono sui social, li rintracciano e li denunciano all’Autorità giudiziaria per competizione non autorizzata ed altro

Corse di cavalli clandestine nelle strade deserte di Pasqua: 4 denunciati  nel Lazio - La Stampa

Foto di Corse clandestine (Google)

Non sfugge nulla ai Carabinieri, specialisti anche degli illeciti sui social. Vediamo la storia, cos’è successo.All’alba del 9 Novembre, lungo la S.S. 124, nel tratto compreso tra i comuni di Noto e Palazzolo Acreide (SR), si è disputata una corsa clandestina tra due cavalli di due distinte scuderie.
Organizzatori e partecipanti hanno invaso, con decine di motoveicoli, l’intero asse viario, per agevolare la gara e consentire ai due calessi di correre lungo la carreggiata.
Durante le concitate fasi della gara si è registrato anche un sinistro stradale, quando uno scooter con a bordo 3 persone ha impattato con un altro scooter provocando lesioni a due uomini.
L’eccitazione è stata tanta che tutta la gara è stata postata su Facebook da parte di alcuni dei partecipanti: gli autori di reato sempre più spesso pubblicano le loro “gesta” sui social networks, prevalentemente Facebook, Twitter ed Instagram, per ottenere qualche like in più. 
In questo caso però oltre ai like hanno guadagnato una denuncia da parte dei Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Noto, che hanno visto il loro lavoro agevolato ed attraverso il video hanno identificato con certezza 8 soggetti, denunciandoli all’Autorità Giudiziaria per maltrattamenti di animali e competizione non autorizzata. 
I Carabinieri della Stazione di Rosolini, Comune dal quale proviene la maggior parte degli indagati, stanno raccogliendo, insieme ai colleghi delle stazioni CC di Avola e Noto, altre fonti di prova a carico degli attuali indagati e di altri soggetti in fase di identificazione, che verranno anche sanzionati amministrativamente per aver violato gli obblighi derivanti dalla normativa in materia di contrasto alla diffusione del Covid-19 vigente al momento della gara. 

Nel corso delle indagini i Carabinieri sono inoltre riusciti a risalire ad entrambe le scuderie a cui appartengono i due cavalli che sono stato impegnati nella corsa. Anche se al momento solo uno dei due animali è stato rintracciato e sequestrato, insieme al calesse con cui aveva corso, fantini e proprietari degli animali sono stati denunciato per maltrattamenti di animali e competizione non autorizzata.

Quello delle corse clandestine di cavalli è un fenomeno tristemente diffuso nella provincia. Le gare, organizzate in totale riservatezza attraverso messaggi in gruppi privati WhatsApp o Telegram, vengono organizzate alle prime luci dell’alba in strade poco trafficate e si svolgono nell’arco di pochi minuti, in totale disprezzo delle norme del codice della strada e del codice penale, finché i partecipanti si dileguano velocemente, anche attraverso i campi, per sfuggire all’intervento delle forze dell’ordine. I partecipanti scommettono tra loro cifre considerevoli, che arrivano anche a 10.000 euro, e per vincere spesso i cavalli vengono dopati e maltrattati. Dalle prime indagini sembra che anche la gara in questione rientrasse nella tipologia appena descritta e che dietro ad essa ci fossero importanti scommesse: i carabinieri stanno ora verificando questa ipotesi.
Le investigazioni dei Carabinieri di Noto (SR) non si fermano infatti qui. Accertamenti sono in corso sulle scuderie che insistono nel territorio della Compagnia di Noto (SR) al fine di verificare, unitamente a personale della locale ASP, lo stato di salute degli animali con particolare attenzione all’eventuale rinvenimento nel sangue degli animali di sostanze dopanti, chiaro indizio del loro utilizzo nelle gare clandestine

Perseguiva e minacciava l’ex fidanzata,stalker 33enne in arresto

Meriti di essere uccisa", stalker a processo - Cronaca -  ilrestodelcarlino.it

RAGUSA

I Carabinieri di Vittoria (Ragusa) hanno arrestato un 33enne italiano per atti persecutori nei confronti di una donna di origini straniere che aveva posto fine alla loro relazione iniziata da poche settimane. La vicenda si è sviluppata con un’accelerazione e un’intensità tali che i militari sono stati costretti ad effettuare numerosi servizi di osservazione e protezione nei pressi della casa della donna, temendo per la sua incolumità fisica.

Si apprende infatti che la donna,  nel mese di novembre, aveva avviato una relazione sentimentale con l’uomo, ma il comportamento di quest’ultimo era apparso fin da subito particolarmente violento nei suoi confronti, per motivi di gelosia.  Dopo poche settimane durante le quali  la donna aveva ogni volta tollerato reiterate minacce e violenze,  decideva di chiudere definitivamente la relazione, denunciando l’uomo per il reato di maltrattamenti in famiglia e minacce presso la Stazione dei Carabinieri di Vittoria. 
Da quel momento la donna è stata ripetutamente tempestata di videochiamate, telefonate e messaggi ad ogni ora del giorno e della notte, subendo reiterate minacce da parte dell’uomo che non accettava la fine della relazione. Ma il 33enne non si è fermato nemmeno dopo la denuncia per maltrattamenti in famiglia presentata qualche giorno prima dalla donna. L’escalation di molestie ha portato, nella notte di ieri, l’ex fidanzato a presentarsi sotto casa di lei e la donna, terrorizzata, ha chiesto aiuto ai Carabinieri contattando il N.U.E. 112.. La pattuglia dei Carabinieri ha sorpreso il ragazzo nei pressi dell’abitazione della donna e, a seguito di perquisizioni personale e veicolare, è stato trovato in possesso di un coltello a serramanico, della lunghezza complessiva di 19 cm, nascosto nella tasca dei pantaloni.
Il 33enne è stato arrestato e sottoposto agli arresti domiciliari presso la propria abitazione su disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Ragusa, in attesa dell’udienza di convalida.

POLIAMBULATORIO DI BELPASSO COME UNA “POLVERIERA”

DISFUNZIONI ED ILLECITI CONSENTITI DALLA DIREZIONE “FACENTE FUNZIONE ” DI PATERNO’ : GROSSI PROBLEMI PER IL DIRETTORE GENERALE DR LANZA

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Sembra non essere passato un anno da quando abbiamo scritto (l’8 dicembre 2018) le contestazioni sollevate contro i dirigenti “facenti funzioni” di Paternò e Belpasso:   la disapplicazione in tutta l’Asp di fondamentali norme sulla sicurezza dei lavoratori dovuta a croniche carenze igienico sanitarie in tutti i presidi e distretti; la gravissima insufficienza del personale infermieristico e degli operatori socio sanitari nonché uno scorretto utilizzo delle risorse umane; la mancanza quasi ventennale dell’indizione di concorsi interni all’Asp Catania atti ad individuare anche  le figure dei coordinatori, la politica clientelare che ha generato invenzioni di coordinatori pupilli dei primari.    Tutto è rimasto immutato. Allora riportiamo integralmente quello scritto- visto che il dialogo si svolge con i sordi- e aggiungiamo alcuni ingredienti maturati nel frattempo. 

       POLIAMBULATORIO DI BELPASSO: RAPPRESENTANTI SINDACALI “D’ACCORDO” CON I DIRIGENTI ASL INCAPACI, DISFUNZIONI E MANSIONI STRAVOLTE

Ma la carenza infermieristica si avverte notevolmente nel  Distretto della provincia etnea, quello di Belpasso, un Poliambulatorio dove nel passato era stata più volte lamentata dagli operatori infermieristici la carenza in pianta organica di infermiere od operatore professionale Collaboratore. Richiesta  disattesa dai vertici dirigenziali dell’Asp di Catania.

Le attese diventano quindi  estenuanti per una visita, specialisti alla ricerca di un infermiere che li aiuti, i quattro infermieri in servizio a Belpasso – qualificate con autentico spirito di sacrificio ed abnegazione si devono distribuire tra visite, assistenza, registrazione visite, relazioni informative con gli utenti, richieste di materiale sanitario da inviare all’Ospedale di Paternò, costrette quasi tutte- due sono prossime al pensionamento – a superare abbondantemente gli orari contrattuali , anche di un’ora o due, per poter lasciare le consegne ai colleghi dei turni successivi.   Vi sono incongruenze all’interno del personale infermieristico: una operatrice, Sigra Anna Motta, fruisce della legge 104 che consente permessi e giorni di congedo mensili. Ciò causa un ulteriore inevitabile limitazione del servizio e costringe le operatrici in  organico a svolgere le mansioni più disparate.       Sindacati intervengono?     Non ne parliamo, i rappresentanti sindacali del sindacato autonomo dell’Asl di Paternò non intervengono per timore di ritorsione dei dirigenti nei loro confronti. I rappresentanti provinciali sono poi – è coro unanime al distretto di Belpasso- dei veri fantasmi, resta il paradosso che le operatrici professionali di Belpasso- abbandonate da decenni dai sindacati- mantengono la carità dell’iscrizione sindacale (14 euro di detrazione) per timori di natura probabilmente di  mobbing, ai fannulloni sindacalisti allineati con la direzione Asl.    Una vergogna.

 

 

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Una vergogna pure il declassamento di una Operatrice professionale qualificata D6, cioè con funzioni direttive, a trascrivere pure – perchè l’addetto protocollista incaricato (sig. Campisi) con apposito Ordine di servizio non intende assolvere a tale compito – il protocollo generale dell’Ufficio del Poliambulatorio di Belpasso. Possibile che il dirigente responsabile della struttura dr. Alfio Reina e la vice dott.ssa Borzì  non riconducano alla norma di liceità  le irregolarità tanto palesi  e le disfunzioni verificatesi sotto i loro occhi?           Possibile che il  “distante coordinatore “Sig Merennino, con ambizioni personali di carriera, e la dott Zago responsabile generale  “facente funzioni” del distretto di Paternò e Belpasso non sappiano che tale circostanza genera “sfruttamento” ed arricchimento illecito amministrativo da parte dell’Asl direzione generale nei confronti di una infermiera professionale direttiva-D6- non tutelata da alcuno?

Non si comprende neppure il silenzio del direttore generale dell’Asl, dr. Lanza  e del dirigente, recentemente promosso ai vertici di Catania sanitaria,  dr. Torrisi.

 Se  l’Autorità Giudiziaria od anche, per carità di patria, un’ispezione dell’Asl, dovesse approfondire questi aspetti che denunciamo,certamente si esprimerebbe in termini di condanna dell’omesso intervento del  direttore generale e dei dirigenti dell’Ambulatorio di Belpasso che non potevano non sapere del Protocollo amministrativo , rifiutato da un dipendente “amministrativo” (si fa per dire, visto che era ausiliario) e non hanno segnalato o trascurato le criticità esistenti causando l’indebito “arricchimento dell’Asp con sfruttamento provato e documentato delle lavoratrici. 

 Ma dulcis in fondo i dirigenti dell’Asl nella consapevolezza della cronica carenza di personale a Belpasso per il susseguirsi di congedi per pensionamenti di numerose unità di personale infermieristico hanno persino “inventato”, una disposizione di servizio,a firma della dott.Zago , passata inosservata tra i distratti sindacati locali, che  dispone da diverso tempo  l’invio all’Ospedale di Paternò di una o due unità infermieristiche di Belpasso in dispregio della normativa e della giurisprudenza consolidata che consente la mobilità solo in via temporanea ed eccezionale.        Tale circostanza-si apprende – è stata programmata tramite il   ” Coordinatore infermieristico” dell’Ospedale di Paternò, ovviamente avallata dal direttore di servizio,(Zago) da oltre un anno e mezzo.

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Ma qui la situazione è resa ancora più grave dalla disattenzione e probabili illeciti consumati della direzione generale dell’Asl che mantiene nelle mansioni di “amministrativo” un ex infermiere generico od  ausiliario, negli Uffici amministrativi dell’ambulatorio di Belpasso (si apprende  sia  un ex assessore comunale) anzichè alle mansioni previste dalla qualifica originaria nell’osservanza dell’ordinamento giuridico. 

Una cosa di non poco se consideriamo che una persona può rappresentare di fronte a tanta carenza, una boccata d’ossigeno per l’intero personale infermieristico e specialistico. Si impone dunque una indagine  dell’Autorità Giudiziaria per sapere chi e e perchè si sia creata in tanti anni una situazione a dir poco illecita  ed intollerabile tra la  cronica  indifferenza dei dirigenti dell ‘Asp 3 di Catania, autentici “sfruttatori” del personale.

 

SERVIZI  Asl BELPASSO SEDE TEL/FAX ORARI AL PUBBLICO
Igiene pubblica

. pareri igienico sanitari
. pratiche edilizie,
. trasporto salme;
. esposti;
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e Giovedì

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VACCINAZIONI
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Da Lunedì a Venerdì
09.00-12.30
Lunedi
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GUARDIA MEDICA Piazza municipio 095/918167 Notturno
20.00-08.00
Prefestivo
08.00-08.00
Festivo
08.00-08.00
Ortopedia e Traumatologia

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Piazza municipio 095797581 Numero Verde rete fissa
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Numero Verde cellulare
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Ostetricia e Ginecologia

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800553131
Numero Verde cellulare
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0941536790
Otorinolaringoiatria / Audiologia

– Ambulatorio

Piazza municipio 095/7975803 Numero Verde rete fissa
800553131
Numero Verde cellulare
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0941536790
Neurologia

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Pneumologia

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Cardiologia

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Piazza municipio 095/7975814 Numero Verde rete fissa
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Numero Verde cellulare
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Oculistica

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Diabetologia

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Numero Verde cellulare
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Medicina legale, fiscale e necroscopica

– rinnovo patente ed altre certificazioni

Piazza municipio

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Giovedì 

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SUD LIBERTA’ : OSPEDALE DI GRAVINA( A CALTAGIRONE) E DISTRETTO DI BELPASSO:CAOS, MANCANO INFERMIERI . I DIRIGENTI ASP LI “SFRUTTANO” OLTRE IL CONSENTITO

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Sanità   catanese nella palude. A Caltagirone e a Belpasso.  Eclatante gesto di protesta  lanciato dal Sindacato ” NurSind,” sindacato delle professioni infermieristiche, per richiamare le attenzioni dei vertici della sanità regionale, sulla situazione dell’ospedale Gravina di Caltagirone

Il Gravina, si avvia va verso un “progressivo smantellamento per ragioni estranee alle logiche di un buon funzionamento della pubblica sanità”.Gli infermieri, fino a quando non interverrà l’assessore regionale alla salute e o il direttore generale, rimarranno incatenati e in sciopero della fame.. Decisi a tutto…..

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Le contestazioni:   la disapplicazione in tutta l’Asp di fondamentali norme sulla sicurezza dei lavoratori dovuta a croniche carenze igienico sanitarie in tutti i presidi e distretti; la gravissima insufficienza del personale infermieristico e degli operatori socio sanitari nonché uno scorretto utilizzo delle risorse umane; la mancanza quasi ventennale dell’indizione di concorsi interni all’Asp Catania atti ad individuare anche  le figure dei coordinatori, la politica clientelare che ha generato invenzioni di coordinatori pupilli dei primari.     

       SITUAZIONE CAOTICA- ED ILLECITA – ANCHE A BELPASSO

Ma la carenza infermieristica si avverte anche in un altro Distretto della provincia etnea, quello di Belpasso, un Poliambulatorio dove nel passato era stata più volte richiesta la carenza in pianta organica di infermiere. Richiesta anche qui disattesa dai vertici dirigenziali dell’Asp di Catania. Le attese diventano quindi  estenuanti per una visita, specialisti alla ricerca di un infermiere che li aiuti, i quattro infermieri in servizio a Belpasso – qualificate con autentico spirito di sacrificio ed abnegazione si devono distribuire tra visite, assistenza, registrazione visite, relazioni informative con gli utenti, richieste di materiale sanitario da inviare all’Ospedale di Paternò, costrette quasi tutte- due sono prossime al pensionamento – a superare abbondantemente gli orari contrattuali , anche di un’ora o due, per poter lasciare le consegne ai colleghi dei turni successivi. 

 Se qui le infermiere in servizio- osserviamo noi di SUD LIBERTA’ – dovessero coalizzarsi e attivare un contenzioso, l’Autorità Giudiziaria certamente si esprimerebbe in termini di condanna del direttore generale e dei dirigenti dell’Ambulatorio di Belpasso che non hanno segnalato o trascurato le criticità esistenti causando l’indebito “arricchimento dell’Asp con sfruttamento provato e documentato delle lavoratrici.   Ma dulcis in fondo i dirigenti dell’Asl nella consapevolezza della cronica carenza di personale a Belpasso per il susseguirsi di congedi per pensionamenti di numerose unità di personale infermieristico hanno persino “inventato”, una disposizione di servizio, passata inosservata tra i distratti sindacati locali, che  dispone dadiverso tempo  l’invio all’Ospedale di Paternò di una o due unità infermieristiche in dispregio della normativa e della giurisprudenza consolidata che consente la mobilità solo in via temporanea.        Tale circostanza-si apprende – è stata programmata tramite un Coordinatore infermieristico dell’Ospedale di Paternò, ovviamente avallata dal direttore di servizio, da oltre un anno e mezzo.

Risultati immagini per foto del l distretto sanitario belpasso

 

Ma qui la situazione è resa ancora più grave dalla disattenzione e probabili illeciti consumati della direzione generale dell’Asl che mantiene nelle mansioni di “amministrativo” un infermiere generico od  ausiliario, negli Uffici amministrativi dell’ambulatorio di Belpasso (si apprende che sia  un ex assessore comunale) anzichè alle mansioni previste dalla qualifica originaria nell’osservanza dell’ordinamento giuridico. 

Una cosa di non poco se consideriamo che una persona può rappresentare di fronte a tanta carenza, una boccata d’ossigeno per l’intero personale infermieristico e specialistico. Si impone dunque una indagine  dell’Autorità Giudiziaria per sapere chi e e perchè si sia creata in tanti anni una situazione a dir poco illecita  ed intollerabile tra la  cronica  indifferenza dei dirigenti dell ‘Asp 3 di Catania, autentici “sfruttatori” del personale.