VITO CRIMI PERDE LA TESTA, DA’ UNO SCHIAFFO ALLA LIBERTA’ DEI DEPUTATI ED ESPELLE I DISSIDENTI -QUANTA TRISTEZZA

 

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Raffaele   Lanza

 

DI   RAFFAELE  LANZA

 

IL BANCO DI PROVA DI UN GRANDE MOVIMENTO/PARTITO  E’ LA LIBERTA’  DEI PROPRI PARLAMENTARI”

La vita politica e amministrativa dell’Italia, pur avendo registrato altre volte in passato periodi neri e poco felici, non aveva però mai toccato, prima d’ora, punte di caduta così basse da suscitare legittima indignazione e giustificato allarme per le condizioni di generale degrado economico, civile e sociale in cui versa l’intera comunità. E il fenomeno del malgoverno ed ingovernabilità italiana era lucidamente sotto i riflettori dei parlamentari pentastellati. Una nave da guerra che sparava contro le degenerazioni del potere. Adesso la situazione generale e partitica è tanto degenerata che il virus del potere -più forte e pericoloso del Covid 19- è entrato anche nella testa       dei denuncianti il malcostume italiano. 

 

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Nomi e cognomi. Il primo che sembra aver perduto la testa è Vito Crimi, capo politico del Movimento Richiama alla responsabilità , parla di valori e pubblica su un post l’espulsione dei dissidenti Libertà parlamentare, libertà di giudizio. 

La liberta’, questa parola tanto amata ma trascurata, dov’è finita?  La liberta’ di voto, diritto sacro ed irrinunciabile di ogni parlamentare, dov’è finita? La libertà di espressione?  Dov’è finita anch’essa? Ma scherziamo forse?

Il Movimento necessita di nuove elezioni e, soprattutto di un vero leader della caratura di Giuseppe Conte. Sentite Crimi cosa ha diffuso:

Ieri al Senato il MoVimento 5 Stelle ha votato sì. Non lo ha fatto a cuor leggero, è evidente. Ma lo ha fatto – diffonde Vito Crimi -. Lo ha fatto con coerenza, nel rispetto dell’orientamento emerso in seguito all’ultima consultazione, dove la maggioranza dei nostri iscritti si è espressa a favore. E lo ha fatto con coraggio, assumendosi la responsabilità di una scelta che non guarda all’interesse esclusivo del MoVimento o al facile consenso, bensì agli interessi di tutti i cittadini italiani e della nostra comunità nazionale. Quello di chi ha votato sì è un voto unitario, una responsabilità collettiva, non del singolo”. “I compromessi con sé stessi, con i propri credo, convinzioni e valori, sono quelli più difficili. Riuscire ad affrontarli e sostenerli per il bene di un Paese che sta vivendo il momento più difficile della sua storia recente non è una sconfitta, è un valore aggiunto in termini di etica e dignità. I 15 senatori che hanno votato no sono venuti meno all’impegno del portavoce del MoVimento che deve rispettare le indicazioni di voto provenienti dagli iscritti. Tra l’altro, il voto sul nascente Governo non è un voto come un altro. È il voto dal quale prendono forma la maggioranza che sostiene l’esecutivo e l’opposizione. Ed ora i 15 senatori che hanno votato no si collocano, nei fatti, all’opposizione”. “Per tale motivo – conclude Crimi durissimo – non potranno più far parte del gruppo parlamentare del MoVimento al Senato. Ho dunque invitato il capogruppo a comunicare il loro allontanamento, ai sensi dello Statuto e del regolamento del gruppo. Sono consapevole che questa decisione non piacerà a qualcuno, ma se si pretende rispetto per chi la pensa diversamente, lo stesso rispetto si deve a chi mette da parte le proprie posizioni personali e contribuisce al lavoro di un gruppo che non ha altro obiettivo che quello di servire i cittadini e il Paese”.

 Senatori M5S assenti: “Espulsi se ingiustificati”

Ma non è finita. Sembra che stia entrando il virus dei dittatori nel Movimento pentastellato,rischiano adesso  sanzioni anche i sei senatori ieri assenti durante il voto di fiducia al governo Draghi. Nelle prossime ore, viene spiegato, verranno verificate le ragioni dell’assenza. Se non motivate da comprovate motivazioni di salute o necessità e urgenza sarà riservato loro lo stesso trattamento dei colleghi che hanno votato no, ovvero l’espulsione dal gruppo parlamentare. Che, stando allo Statuto, comporterebbe anche l’espulsione dal M5S.

Diversi tra coloro che hanno avuto l’espulsione o’ stanno valutando di adire le vie legali, ricorrere al giudice contro quella che reputano un’ingiustizia. Che potrebbe indurli, tra le altre cose, a chiedere un risarcimento per danno di immagine. “C’è il quesito ‘truffaldino’ che è stato sottoposto alla base -. Per dirne una: il nostro Statuto mette nero su bianco che il voto di fiducia va dato a un premier espressione del Movimento, vi sembra che Draghi lo sia?”.

Barbara Lezzi non ci sta e Giuseppe D’Ambrosio già aderisce al Gruppo misto

Forse un nuovo soggetto politico si delinea all’orizzonte. Un soggetto con le medesime idee dei  pentastellati ma più libero nelle scelte e nei voti

e nei programmi.   Carlo Sibilia sul massimo social afferma:”Ad oggi il Covid-19 ha prodotto qualcosa come 2,72 milioni di casi, quasi 95.000 decessi solo in Italia. Dal punto di vista economico si contano 662mila posti di lavoro persi (fonte INPS) e 4,3 miliardi di euro cassa integrazione erogati. Stime di Banca Italia parlano di redditi calati del 8,8%. Il nostro rapporto debito pil in pandemia è passato da 130% al 160%. Circa 121 miliardi di incremento del debito sono risultati necessari per affrontare le conseguenze dell’emergenza. Sono numeri da bollettino di guerra”.  “Acuire divisioni, giocare a spaccare, pensare alla politica senza tenere conto di questi numeri e di questa situazione significa aver perso un giro di giostra. Significa essere fuori dalla storia. Significa non aver capito le parole e le scelte del Presidente della Repubblica. Ovvero che il governo ‘non debba identificarsi con alcuna formula politica’”. “Ora la scelta sta a noi su che ruolo giocare : quello di consentire al Paese di ripartire al più presto guardando al futuro o quello di sbraitare, litigare, dividerci e spaccarci osservando gli altri, quelli dei quali ci siamo sempre detti migliori, spendere i 220 miliardi del recovery plan e smantellare quanto di buono fatto con il Presidente Giuseppe Conte. Anche i nostri iscritti hanno indicato la via e dobbiamo rispettarla”, conclude..

Si apprendono altre prese di posizioni.”Stasera il mio NO a questo governo sarà netto, convinto e consapevole. Oltre ogni minaccia, oltre ogni pressione, oltre ogni possibile conseguenza personale alla quale potrei andare incontro”, annuncia il deputato M5S, Francesco Forciniti che aggiunge: “”Se tre anni fa qualcuno mi avesse detto che il Movimento 5 Stelle – dopo avere vinto le elezioni e ricevuto un mandato popolare fortissimo – mi avrebbe costretto a scegliere fra il votare la fiducia a un governo del genere, oppure il dover essere espulso, gli avrei sonoramente riso in faccia”. “Io voglio continuare a dare il mio contributo nel Movimento e per il Movimento, ma se il Movimento decide di regalare quindici anni di lotte, sacrifici e battaglie a coloro i quali hanno devastato questo Paese negli ultimi trent’anni, assecondando la manovra di palazzo che ha portato alla deposizione di Conte, legittimando Mario Draghi come presidente del consiglio, accettando di rimanere fuori da tutti i ministeri sensibili dal punto di vista economico e sociale (lavoro, salute, scuola, università, sviluppo economico, trasporti, finanze), accontentandosi di piazzare una simbolica bandierina politica al ministero degli Esteri, e non essendo neanche in grado di tollerare un minimo di dissenso interno rispetto a questo scempio, allora succeda quel che succeda. Sentirò comunque di avere dato tutto”.

 

Draghi ottiene la fiducia al Senato: dopo le parole adesso i fatti

 

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Il governo Draghi ottiene la fiducia ma non supera la soglia della maggioranza assoluta.            Alzano la scure i dissidenti pentastellati: sono 15 che votano ‘no’ a cui vanno aggiunti 6 assenti che non rispondono alla ‘chiama’. A questi si aggiungono i voti di Fdi, unica formazione all’opposizione, e poi i no dal gruppo Misto di Alfonso Ciampolillo, Elena Fattori, Michele Gianrusso, Carlo Martelli, Paola Nungnes e Luigi Paragone. Cinque i senatori in congedo: Umberto Bossi, Giorgio Napolitano, Salvatore Sciascia, Liliana Segre e Orietta Vanin dei 5 Stelle. Otto gli assenti e di questi 6 M5S: Giuseppe Auddino, Elena Botto, Antonella Campagna, Emanuele Dessì, Vincenzo Garruti, Nunzia Nocerino. In missione: Pier Ferdinando Casini, Eugenio Comincini di Iv e Francesco Castiello di M5S. Due gli astenuti: Tiziana Drago del Misto e Albert Laniece delle Autonomie.

 Ecco l’intervento del premier a palazzo Madama.

Il primo pensiero che vorrei condividere, nel chiedere la vostra fiducia, riguarda la nostra responsabilità nazionale – è l’esordio- Il principale dovere cui siamo chiamati, tutti, io per primo come presidente del Consiglio, è di combattere con ogni mezzo la pandemia e di salvaguardare le vite dei nostri concittadini. Una trincea dove combattiamo tutti insieme. Il virus è nemico di tutti. Ed è nel commosso ricordo di chi non c’è più che cresce il nostro impegno. Prima di illustrarvi il mio programma, vorrei rivolgere un altro pensiero, partecipato e solidale, a tutti coloro che soffrono per la crisi economica che la pandemia ha scatenato, a coloro che lavorano nelle attività più colpite o fermate per motivi sanitari. Conosciamo le loro ragioni, siamo consci del loro enorme sacrificio e li ringraziamo. Ci impegniamo a fare di tutto perché possano tornare, nel più breve tempo possibile, nel riconoscimento dei loro diritti, alla normalità delle loro occupazioni. Ci impegniamo a informare i cittadini con sufficiente anticipo, per quanto compatibile con la rapida evoluzione della pandemia, di ogni cambiamento nelle regole“.

Intorno alle 20.40 la replica in Senato. Replica breve “Gli interventi del dibattito hanno dimostrato – comclude il premier-la consapevolezza del disastro economico, sanitario, sociale, educativo e culturale. È con questa consapevolezza che questo governo costruirà nei fatti con sia la sua credibilità. Ringrazio per la stima ma anche questa dovrà essere giustificata e validata nei fatti del governo da me presieduto”

Caltanissetta, arresti per disarticolare un sodalizio criminale

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Dalla prima mattinata odierna militari della Compagnia Carabinieri di Caltanissetta, supportati in fase esecutiva dall’Arma territoriale di Catania, Canicattì e Mussomeli, dal personale dello Squadrone eliportato “Cacciatori di Sicilia”, dalle unità cinofile di Palermo Villagrazia e di Nicolosi, nonché da una squadra della CIO del 12° Reggimento “Sicilia”, sono impegnati ad eseguire una Ordinanza di Custodia Cautelare in carcere e degli arresti domiciliari nei confronti di 11 soggetti di nazionalità italiana per i reati di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti e reati  affini. 
L’ordinanza, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Caltanissetta trae origine da una ampia attività investigativa, condotta dalla Sezione Operativa del N.O.R.M. Carabinieri e coordinata dai Pubblici Ministeri della Direzione Distrettuale Antimafia, ed ha consentito di disarticolare un’associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti sul capoluogo nisseno e nel vicino comune di San Cataldo, nonché nel Comune di Catania. 
Le attività hanno avuto inizio a gennaio 2019, a seguito delle dichiarazioni rese alla P.G. operante da parte di un collaboratore di giustizia, affiliato al clan Cappello di Catania il quale riferiva di rilevanti forniture di sostanze stupefacenti provenienti da Catania ed immesse sul mercato clandestino di Caltanissetta. 

Diritti umani, Zaki può diventare cittadino onorario di Aci S.Antonio.

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Caruso: “Ammirevole l’impegno del Consiglio oltre i confini fisici”

Patrick Zaki potrà diventare un cittadino santantonese: nel corso della seduta straordinaria del Civico Consesso tenutasi nella serata di ieri in modalità a distanza, seduta per la quale i consiglieri hanno rinunciato al gettone di presenza, è stata approvata una mozione
finalizzata alla concessione della cittadinanza onoraria allo studente e attivista egiziano detenuto nella repubblica di Al-Sisi dopo essere stato catturato dagli agenti dei servizi segreti.
  Era partito dall’Italia, dove stava frequentando un master universitario in studi di genere, all’Università di Bologna, il 7 febbraio del 2020: avrebbe dovuto far visita ai parenti, in patria  ma è stato arrestato con l’accusa di aver pubblicato notizie false con l’intento di disturbare la pace sociale, di aver incitato proteste contro l’autorità pubblica, di aver sostenuto il rovesciamento dello stato egiziano, di aver usato i social network per minare l’ordine sociale e la sicurezza pubblica, e di aver istigato alla violenza.
“Aci Sant’Antonio, grazie ai suoi consiglieri comunali ha fatto un importantissimo primo passo – ha dichiarato il Sindaco, Santo Caruso –Questo impegno al di là dei confini fisici è ammirevole: l’iniziativa ‘Cento Città per Patrick’ è importantissima ai fini dell’ottenimento della cittadinanza italiana, e sono fiero delle adesioni santantonesi.

Come messo in evidenza all’atto della presentazione della mozione, Patrick potrebbe essere uno dei nostri figli, all’estero per l’Erasmus: la difesa dei diritti umani resta uno dei temi fondamentali di questa società, così profondamente spaccata nei dibattiti quotidiani e così terribilmente frammentata, sfaccettata, arrivando a trovare contrapposizioni profonde nello spazio esiguo di distanze fisiche davvero ridotte.
“Abbiamo avviato l’iter per la cittadinanza a Patrick Zaki – ha continuato – ma al tempo stesso abbiamo dato ad Aci Sant’Antonio l’opportunità di sollevarsi, issarsi sul dibattito democratico per
mettere in evidenza l’importanza della libertà di pensiero.
“Ci sono battaglie che si combattono mettendo in pratica gli intenti,battaglie che non hanno confini fisici e che segnano strade importanti sotto il profilo morale: per questo – ha concluso – ribadisco il profondo orgoglio per la votazione positiva di questo atto di indirizzo che rafforza una volontà mia, e non soltanto. Adesso si partirà con le procedure per portare a compimento l’iter della cittadinanza onoraria,con un passaggio finale che spetterà sempre ai consiglieri, prima del
definitivo conferimento.”

Draghi spiega al Senato le responsabilità nazionali e ringrazia il predecessore Giuseppe Conte

 

Responsabilità nazionale :Il premier in Aula per il voto di fiducia, si sofferma su questo concetto: “Grazie Mattarella, mai emozione così intensa”. E sottolinea: “Avviare una Nuova Ricostruzione, come nel Dopoguerra”.

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Il primo pensiero che vorrei condividere nel chiedere la vostra fiducia riguarda il principale dovere a cui siamo chiamati tutti, io per primo”, che è quello della “responsabilità nazionale, è di combattere con ogni mezzo la pandemia e di salvaguardare le vite dei nostri concittadini. Una trincea dove combattiamo tutti insieme. Il virus è nemico di tutti”. Così il premier Mario Draghi, prendendo la parola in Aula al Senato per il voto di fiducia.

“Prima di illustrarvi il mio programma – dice Draghi – vorrei rivolgere un altro pensiero, partecipato e solidale, a tutti coloro che soffrono per la crisi economica che la pandemia ha scatenato, a coloro che lavorano nelle attività più colpite o fermate per motivi sanitari. Conosciamo le loro ragioni, siamo consci del loro enorme sacrificio e li ringraziamo. Ci impegniamo a fare di tutto perché possano tornare, nel più breve tempo possibile, nel riconoscimento dei loro diritti, alla normalità delle loro occupazioni”. Inoltre, “ci impegniamo a informare i cittadini con sufficiente anticipo, per quanto compatibile con la rapida evoluzione della pandemia, di ogni cambiamento nelle regole”.

GOVERNO – “Nel ringraziare, ancora una volta il presidente della Repubblica per l’onore dell’incarico che mi è stato assegnato, vorrei dirvi che non vi è mai stato, nella mia lunga vita professionale, un momento di emozione così intensa e di responsabilità così ampia” dice il premier.

Draghi nel suo discorso cita anche Giuseppe Conte. “Ringrazio il mio predecessore Giuseppe Conte che ha affrontato una situazione di emergenza sanitaria ed economica come mai era accaduto dall’Unità d’Italia” dice il premier. L’Aula tributa all’ex premier un lunghissimo e sentito applauso, anche se non manca qualche ‘buu’. (probabilmente di Italia Viva e Salvini)

Nelle sue dichiarazioni programmatiche, Draghi puntualizza che “un esecutivo come quello che ho l’onore di presiedere è semplicemente il governo del Paese, non ha bisogno di un aggettivo che lo definisca”.

“Si è detto e scritto che questo governo è stato reso necessario dal fallimento della politica. Mi sia consentito di non essere d’accordo – sottolinea – Nessuno fa un passo indietro rispetto alla propria identità ma semmai, in un nuovo e del tutto inconsueto perimetro di collaborazione, ne fa uno avanti nel rispondere alle necessità del Paese, nell’avvicinarsi ai problemi quotidiani delle famiglie e delle imprese che ben sanno quando è il momento di lavorare insieme, senza pregiudizi e rivalità”.

“Il governo – spiega – farà le riforme ma affronterà anche l’emergenza. Non esiste un prima e un dopo. Siamo consci dell’insegnamento di Cavour: ‘le riforme compiute a tempo, invece di indebolire l’autorità, la rafforzano’. Ma nel frattempo dobbiamo occuparci di chi soffre adesso, di chi oggi perde il lavoro o è costretto a chiudere la propria attività”.

Afferma  Draghi: “Nei momenti più difficili della nostra storia, l’espressione più alta e nobile della politica si è tradotta in scelte coraggiose, in visioni che fino a un attimo prima sembravano impossibili. Perché prima di ogni nostra appartenenza, viene il dovere della cittadinanza”.

“Siamo cittadini di un Paese – prosegue il premier – che ci chiede di fare tutto il possibile, senza perdere tempo, senza lesinare anche il più piccolo sforzo, per combattere la pandemia e contrastare la crisi economica. E noi oggi, politici e tecnici che formano questo nuovo esecutivo siamo tutti semplicemente cittadini italiani, onorati di servire il proprio Paese, tutti ugualmente consapevoli del compito che ci è stato affidato. Siamo cittadini di un Paese che ci chiede di fare tutto il possibile per combattere la pandemia e contrastare la crisi economica, siamo semplicemente cittadini italiani onorati di servire il proprio Paese. Questo è lo spirito repubblicano del mio governo”.

EUROPA ED EURO – E, “sostenere questo governo significa condividere l’irreversibilità della scelta dell’euro, significa condividere la prospettiva di un’Unione Europea sempre più integrata che approderà a un bilancio pubblico comune capace di sostenere i Paesi nei periodi di recessione”.

“Senza l’Italia non c’è l’Europa. Ma, fuori dall’Europa c’è meno Italia – scandisce – Non c’è sovranità nella solitudine. C’è solo l’inganno di ciò che siamo, nell’oblio di ciò che siamo stati e nella negazione di quello che potremmo essere”.

“Siamo una grande potenza economica e culturale – evidenzia il premier – Mi sono sempre stupito e un po’ addolorato, in questi anni, nel notare come spesso il giudizio degli altri sul nostro Paese sia migliore del nostro. Dobbiamo essere più orgogliosi, più giusti e più generosi nei confronti del nostro Paese. E riconoscere i tanti primati, la profonda ricchezza del nostro capitale sociale, del nostro volontariato, che altri ci invidiano”.

OCCUPAZIONE – “La diffusione del virus ha comportato gravissime conseguenze anche sul tessuto economico e sociale del nostro Paese. Con rilevanti impatti sull’occupazione, specialmente quella dei giovani e delle donne. Un fenomeno destinato ad aggravarsi quando verrà meno il divieto di licenziamento” dice il presidente del Consiglio.

“La pandemia ha finora colpito soprattutto giovani e donne, una disoccupazione selettiva ma che presto potrebbe iniziare a colpire anche i lavoratori con contratti a tempo indeterminato. L’aumento nella diseguaglianza – ricorda il premier – è stato attenuato dalle reti di protezione presenti nel nostro sistema di sicurezza sociale, in particolare dai provvedimenti che dall’inizio della pandemia li hanno rafforzati. Rimane però il fatto che il nostro sistema di sicurezza sociale è squilibrato, non proteggendo a sufficienza i cittadini con impieghi a tempo determinato e i lavoratori autonomi”.

Il premier sottolinea che “la mobilitazione di tutte le energie del Paese nel suo rilancio non può prescindere dal coinvolgimento delle donne. Il divario di genere nei tassi di occupazione in Italia rimane tra i più alti di Europa: circa 18 punti su una media europea di 10. Dal dopoguerra ad oggi, la situazione è notevolmente migliorata, ma questo incremento non è andato di pari passo con un altrettanto evidente miglioramento delle condizioni di carriera delle donne. L’Italia presenta oggi uno dei peggiori gap salariali tra generi in Europa, oltre una cronica scarsità di donne in posizioni manageriali di rilievo”.

“Una vera parità di genere non significa un farisaico rispetto di quote rosa richieste dalla legge – prosegue – richiede che siano garantite parità di condizioni competitive tra generi. Intendiamo lavorare in questo senso, puntando a un riequilibrio del gap salariale e un sistema di welfare che permetta alle donne di dedicare alla loro carriera le stesse energie dei loro colleghi uomini, superando la scelta tra famiglia o lavoro”.

“Garantire parità di condizioni competitive significa anche assicurarsi che tutti abbiano eguale accesso alla formazione di quelle competenze chiave che sempre più permetteranno di fare carriera – digitali, tecnologiche e ambientali. Intendiamo quindi investire, economicamente ma soprattutto culturalmente, perché sempre più giovani donne scelgano di formarsi negli ambiti su cui intendiamo rilanciare il Paese. Solo in questo modo riusciremo a garantire che le migliori risorse siano coinvolte nello sviluppo del Paese”.

Sottolinea ancora il presidente del Consiglio che “amento dell’occupazione, in primis, femminile, è obiettivo imprescindibile: benessere, autodeterminazione, legalità, sicurezza sono strettamente legati all’aumento dell’occupazione femminile nel Mezzogiorno”.

VACCINI – “Gli scienziati in soli 12 mesi hanno fatto un miracolo: non era mai accaduto che si riuscisse a produrre un nuovo vaccino in meno di un anno. La nostra prima sfida è, ottenutene le quantità sufficienti, distribuirlo rapidamente ed efficientemente” afferma il presidente del Consiglio.

“Abbiamo bisogno – aggiunge il premier – di mobilitare tutte le energie su cui possiamo contare, ricorrendo alla Protezione civile, alle Forze armate, ai tanti volontari. Non dobbiamo limitare le vaccinazioni all’interno di luoghi specifici, spesso ancora non pronti: abbiamo il dovere di renderle possibili in tutte le strutture disponibili, pubbliche e private. Facendo tesoro dell’esperienza fatta con i tamponi che, dopo un ritardo iniziale, sono stati permessi anche al di fuori della ristretta cerchia di ospedali autorizzati. E soprattutto imparando da Paesi che si sono mossi più rapidamente di noi disponendo subito di quantità di vaccini adeguate. La velocità è essenziale non solo per proteggere gli individui e le loro comunità sociali, ma ora anche per ridurre le possibilità che sorgano altre varianti del virus”.

SANITA’ – “Sulla base dell’esperienza dei mesi scorsi dobbiamo aprire un confronto a tutto campo sulla riforma della nostra sanità. Il punto centrale è rafforzare e ridisegnare la sanità territoriale, realizzando una forte rete di servizi di base: case della comunità, ospedali di comunità, consultori, centri di salute mentale, centri di prossimità contro la povertà sanitaria. È questa la strada per rendere realmente esigibili i ‘Livelli essenziali di assistenza’ e affidare agli ospedali le esigenze sanitarie acute, post acute e riabilitative. La ‘casa come principale luogo di cura’ è oggi possibile con la telemedicina, con l’assistenza domiciliare integrata” afferma Draghi.

“Da quando è esplosa l’epidemia, ci sono stati – i dati ufficiali sottostimano il fenomeno – 92.522 morti, 2.725.106 cittadini colpiti dal virus, in questo momento 2.074 sono i ricoverati in terapia intensiva. Ci sono 259 morti tra gli operatori sanitari e 118.856 sono quelli contagiati, a dimostrazione di un enorme sacrificio sostenuto con generosità e impegno. Cifre che hanno messo a dura prova il sistema sanitario nazionale, sottraendo personale e risorse alla prevenzione e alla cura di altre patologie, con conseguenze pesanti sulla salute di tanti italiani” dice Draghi.

“L’aspettativa di vita, a causa della pandemia, è diminuita: fino a 4-5 anni nelle zone di maggior contagio; un anno e mezzo-due in meno per tutta la popolazione italiana. Un calo simile non si registrava in Italia dai tempi delle due guerre mondiali”.

SCUOLA – Parlando poi della scuola, solo dobbiamo tornare rapidamente a un orario scolastico normale, anche distribuendolo su diverse fasce orarie, ma dobbiamo fare il possibile, con le modalità più adatte, per recuperare le ore di didattica in presenza perse lo scorso anno, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno in cui la didattica a distanza ha incontrato maggiori difficoltà”.

“Occorre rivedere – prosegue – il disegno del percorso scolastico annuale. Allineare il calendario scolastico alle esigenze derivanti dall’esperienza vissuta dall’inizio della pandemia. Il ritorno a scuola deve avvenire in sicurezza. È necessario investire in una transizione culturale a partire dal patrimonio identitario umanistico riconosciuto a livello internazionale”.

“Siamo chiamati disegnare un percorso educativo che combini la necessaria adesione agli standard qualitativi richiesti, anche nel panorama europeo, con innesti di nuove materie e metodologie, e coniugare le competenze scientifiche con quelle delle aree umanistiche e del multilinguismo. Infine è necessario investire nella formazione del personale docente per allineare l’offerta educativa alla domanda delle nuove generazioni”.

“La globalizzazione, la trasformazione digitale e la transizione ecologica – ricorda ancora Draghi – stanno da anni cambiando il mercato del lavoro e richiedono continui adeguamenti nella formazione universitaria. Allo stesso tempo occorre investire adeguatamente nella ricerca, senza escludere la ricerca di base, puntando all’eccellenza, ovvero a una ricerca riconosciuta a livello internazionale per l’impatto che produce sulla nuova conoscenza e sui nuovi modelli in tutti i campi scientifici. Occorre infine costruire sull’esperienza di didattica a distanza maturata nello scorso anno sviluppandone le potenzialità con l’impiego di strumenti digitali che potranno essere utilizzati nella didattica in presenza”.

PRE VISIONI – “Le previsioni pubblicate la scorsa settimana dalla Commissione europea indicano che sebbene nel 2020 la recessione europea sia stata meno grave di quanto ci si aspettasse – e che quindi già fra poco più di un anno si dovrebbero recuperare i livelli di attività economica pre-pandemia – in Italia questo non accadrà prima della fine del 2022 – dice Draghi – in un contesto in cui, prima della pandemia, non avevamo ancora recuperato pienamente gli effetti delle crisi del 2008-09 e del 2011-13”.

NUOVA RICOSTRUZIONE – “Oggi noi abbiamo, come accadde ai governi dell’immediato Dopoguerra, la possibilità, o meglio la responsabilità, di avviare una Nuova Ricostruzione” scandisce nelle comunicazioni in Aula.

“L’Italia si risollevò dal disastro della Seconda Guerra Mondiale con orgoglio e determinazione e mise le basi del miracolo economico grazie a investimenti e lavoro. Ma soprattutto – rimarca il premier – grazie alla convinzione che il futuro delle generazioni successive sarebbe stato migliore per tutti. Nella fiducia reciproca, nella fratellanza nazionale, nel perseguimento di un riscatto civico e morale. A quella Ricostruzione collaborarono forze politiche ideologicamente lontane se non contrapposte. Sono certo che anche a questa Nuova Ricostruzione nessuno farà mancare, nella distinzione di ruoli e identità, il proprio apporto. Questa è la nostra missione di italiani: consegnare un Paese migliore e più giusto ai figli e ai nipoti”.

“Spesso mi sono chiesto se noi, e mi riferisco prima di tutto alla mia generazione, abbiamo fatto e stiamo facendo per loro tutto quello che i nostri nonni e padri fecero per noi, sacrificandosi oltre misura” dice Draghi.

“È una domanda che ci dobbiamo porre – prosegue – quando non facciamo tutto il necessario per promuovere al meglio il capitale umano, la formazione, la scuola, l’università e la cultura. Una domanda alla quale dobbiamo dare risposte concrete e urgenti quando deludiamo i nostri giovani costringendoli ad emigrare da un paese che troppo spesso non sa valutare il merito e non ha ancora realizzato una effettiva parità di genere. Una domanda che non possiamo eludere quando aumentiamo il nostro debito pubblico senza aver speso e investito al meglio risorse che sono sempre scarse. Ogni spreco oggi è un torto che facciamo alle prossime generazioni, una sottrazione dei loro diritti”.

“Quando usciremo, e usciremo, dalla pandemia, che mondo troveremo? Alcuni pensano che la tragedia nella quale abbiamo vissuto per più di 12 mesi sia stata simile ad una lunga interruzione di corrente. Prima o poi la luce ritorna, e tutto ricomincia come prima. La scienza, ma semplicemente il buon senso, suggeriscono che potrebbe non essere così” afferma il presidente del Consiglio.

AMBIENTE – “Proteggere il futuro dell’ambiente, conciliandolo con il progresso e il benessere sociale, richiede – aggiunge il premier – un approccio nuovo: digitalizzazione, agricoltura, salute, energia, aerospazio, cloud computing, scuole ed educazione, protezione dei territori, biodiversità, riscaldamento globale ed effetto serra, sono diverse facce di una sfida poliedrica che vede al centro l’ecosistema in cui si svilupperanno tutte le azioni umane”.

Draghi cita il Papa: “Il riscaldamento del pianeta ha effetti diretti sulle nostre vite e sulla nostra salute, dall’inquinamento, alla fragilità idrogeologica, all’innalzamento del livello dei mari che potrebbe rendere ampie zone di alcune città litoranee non più abitabili. Lo spazio che alcune megalopoli hanno sottratto alla natura potrebbe essere stata una delle cause della trasmissione del virus dagli animali all’uomo. Come ha detto papa Francesco ‘Le tragedie naturali sono la risposta della terra al nostro maltrattamento. E io penso che se chiedessi al Signore che cosa pensa, non credo mi direbbe che è una cosa buona: siamo stati noi a rovinare l’opera del Signore'” afferma il presidente del Consiglio.

Il premier spiega che “la risposta della politica economica al cambiamento climatico e alla pandemia dovrà essere una combinazione di politiche strutturali che facilitino l’innovazione, di politiche finanziarie che facilitino l’accesso delle imprese capaci di crescere al capitale e al credito e di politiche monetarie e fiscali espansive che agevolino gli investimenti e creino domanda per le nuove attività sostenibili che sono state create. Vogliamo lasciare un buon pianeta, non solo una buona moneta”.

TURISMO – Poi il turismo. “Anche nel nostro Paese alcuni modelli di crescita dovranno cambiare. Ad esempio il modello di turismo, un’attività che prima della pandemia rappresentava il 14 per cento del totale delle nostre attività economiche. Imprese e lavoratori in quel settore vanno aiutati ad uscire dal disastro creato dalla pandemia. Ma senza scordare che il nostro turismo avrà un futuro se non dimentichiamo che esso vive della nostra capacità di preservare, cioè almeno non sciupare, città d’arte, luoghi e tradizioni che successive generazioni attraverso molti secoli hanno saputo preservare e ci hanno tramandato”.

INFRASTRUTTURE – “In tema di infrastrutture – sottolinea – occorre investire sulla preparazione tecnica, legale ed economica dei funzionari pubblici per permettere alle amministrazioni di poter pianificare, progettare ed accelerare gli investimenti con certezza dei tempi, dei costi e in piena compatibilità con gli indirizzi di sostenibilità e crescita indicati nel Programma nazionale di ripresa e resilienza”.

“Particolare attenzione – aggiunge il premier – va posta agli investimenti in manutenzione delle opere e nella tutela del territorio, incoraggiando l’utilizzo di tecniche predittive basate sui più recenti sviluppi in tema di Intelligenza artificiale e tecnologie digitali. Il settore privato deve essere invitato a partecipare alla realizzazione degli investimenti pubblici apportando più che finanza, competenza, efficienza e innovazione per accelerare la realizzazione dei progetti nel rispetto dei costi previsti”.

Vulcano Etna impazzito in queste ore del pomeriggio, fenomeno di espulsione di pietre laviche su Nicolosi e Paesi vicini- Danni già visibili

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Vulcano impazzito in queste ore, cieli pressochè neri per gli incredibili fenomeni che sta provocando l’Etna.  Non si tratta più di cenere e lapilli come nel passato ma espulsione di vere pietre vulcaniche che hanno coperto le pubbliche strade e le automobili.   Non è neppure consigliabile uscire a piedi per il rischio di scivolamento e le pietre che ti avvolgono  Il gigantesco nuvolone nero si è rovinato sopra Nicolosi alta, e i paesi vicini.  

Danni ingenti già visibili sia nell’edilizia urbanistica che nell’agricoltura. Ma soprattutto per gli automobilisti che si ritrovano con i tettucci e le portiere colabrodo come prese a sassate da tante persone  Fenomeno davvero strano ed inusitato. L’Etna impensierisce sempre più.

 

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Catania, tutela agroalimentare, denunciato titolare azienda per frode in commercio, etichette non conformi e falso ideologico

 

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 SEQUESTRATI VARI QUINTALI DI ALIMENTI – IN TOTALE QUATTRO DENUNCE FRA CUI DUE PER TRUFFA AGGRAVATA
Nelle scorse settimane, sul territorio nazionale, i Reparti Tutela Agroalimentare (RAC) hanno controllato numerose aziende riscontrando; una ditta, in provincia di Catania, sul sito  on-line commercializzava pistacchio e formaggi provenienti dall’estero come prodotti a Denominazione di Origine Protetta.
Denunciato il titolare dell’azienda per frode in commercio (515c.p.);  etichettatura con indicazioni non ammesse, in provincia di Parma; sequestrati 602 kg di Parmigiano DOP e 1.250 etichette non conformi; certificata nella Banca Dati dell’anagrafe bovina, in provincia di Salerno, la nascita in azienda di due vitelli in realtà nati altrove. Denunciato il titolare dell’allevamento per falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico (art.483 c.p.); rinvenute etichette prive delle indicazioni obbligatorie sulla provenienza dei prodotti, in provincia di Roma, sequestrati 2,5 quintali di ortofrutta di vario tipo. Diffidato il proprietario ad ottemperare ad una corretta etichettatura del prodotto; 2 supermercati campani, pur avendo aderito ad un bando comunale per la solidarietà alimentare, non applicavano la scontistica pattuita introitando indebitamente circa 25mila euro. Denunciati i due titolari degli empori per truffa aggravata (art.640 c.p.). 

Catania, riaprono oggi -finalmente – i musei e siti culturali del Comune

giapponesi

Con il ritorno della Sicilia in “zona gialla”, hanno riaperto al pubblico i musei e siti culturali del Comune chiusi da due mesi quale misura precauzionale anticovid per l’isola. La prima a presentarsi al botteghino di Castello Ursino, stamattina, -informa il Comune – poco dopo le 10,00 è stata una coppia americana che ha visitato le splendide sale del maniero federiciano e le esposizioni del museo civico. “La ripartenza della Cultura è segnale importante di ritorno alla normalità -hanno detto il sindaco Salvo Pogliese e l’assessore Barbara Mirabella-.

I servizi e i siti culturali aperti e attivi sono la cifra identitaria di una comunità cittadina. Il 2021 sarà l’anno del rilancio della nostra rete museale con l’affidamento esterno della gestione dei servizi che nei prossimi giorni approderà in consiglio comunale per allinearci finalmente alle altre grandi città italiane. Ma novità importanti ci saranno anche per il Museo Belliniano che cambierà volto con l’apertura di una galleria virtuale permanente, la prima del suo genere per Catania. Una cultura che si rilancia è il segno di una città che sta tornando a vivere e sprigionare energia malgrado questa terribile pandemia”. Gli orari di fruizione dei musei sono articolati dal lunedì al venerdì, con esclusione dei giorni festivi, secondo le modalità previste dalle norme anti-Covid. Questo il calendario: Museo civico di Castello Ursino, Palazzo della Cultura, Galleria d’Arte Moderna, Chiesa monumentale San Nicolò L’Arena e percorso canale di gronda: dalle ore 9 alle ore 19; Mediateca comunale di via Antonino di Sangiuliano, dalle 8,30 alle 13,30; Biblioteca Bellini di via Passo Gravina, dalle ore 8,30 alle ore 19,15; Archivio Storico Comunale, dalle ore 9 alle ore 13. Le visite della Cripta di Sant’Euplio sono organizzate su richiesta. I Musei Belliniano ed Emilio Greco resteranno temporaneamente chiusi al pubblico, per i lavori di ristrutturazione del Palazzo Gravina Cruyllas che diede i natali al Cigno catanese.

MAFIA NISSENA. IL TRIBUNALE DI CALTANISSETTA, SU INDAGINE DELLE FIAMME GIALLE, SEQUESTRA BENI PER OLTRE 68 MILIONI DI EURO (9 IMPRESE PIU’ 192 IMMOBILI)

Sequestrati beni e società, per un valore complessivo di 68 milioni di euro, a tre imprenditori di Gela

Scoperta la provenienza mafiosa del capitale investito nella rivendita di automobili per alimentare un “mercato del credito irregolare”

CALTANISSETTA,

Il Tribunale di Caltanissetta, Sezione Misure di Prevenzione, su proposta avanzata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta ha emesso dunque tre decreti di sequestro di beni ai sensi della normativa antimafia, nei confronti di L. S. (70 anni), L. R. (45 anni) e L. F. A. (65 anni), imprenditori gelesi noti nel settore immobiliare e soprattutto in quello della commercializzazione di autovetture, anche di lusso.

Le attività investigative che hanno portato all’adozione dei provvedimenti di sequestro sono state svolte da personale della D.IA. e della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Caltanissetta che in queste ore sta provvedendo a dare esecuzione ai provvedimenti di sequestro di prevenzione.

Gli imprenditori colpiti dall’odierna misura di prevenzione patrimoniale, attualmente indagati per concorso esterno in associazione mafiosa, sono stati ritenuti soggetti di elevata e qualificata pericolosità sociale in ragione della loro contiguità e complicità con organizzazioni criminali riconducibili a cosa nostra. In particolare le attività investigative hanno fatto emergere una sorta di opportunismo affaristico con esponenti della famiglia mafiosa dei “RINZIVILLO”.

Le indagini di natura economico patrimoniale hanno fatto emergere il reinvestimento da parte degli indagati di ingenti capitali di illecita provenienza in numerose società, formalmente intestate ai famigliari dei predetti, attive nel settore dell’edilizia e della rivendita di autovetture.

Il provvedimento ablativo, trae origine dalle risultanze criminologiche compendiate nell’ambito di complesse e articolate attività investigative che sono state nel tempo coordinate dalla DDA della Procura della Repubblica di Caltanissetta e delegate sia alla D.I.A. che alla Guardia di Finanza nissena.

Le odierne attività investigative hanno comportato una meticolosa analisi dei rapporti economici tra i menzionati imprenditori ed appartenenti alle famiglie mafiose di Gela protrattisi per anni; invero già nel giugno del 2006, la DIA aveva effettuato un sequestro preventivo della concessionaria L. S.r.l., nell’ambito dell’operazione “TERRA NUOVA 2”, ed aveva in quel contesto deferito all’A.G., per il reato di riciclaggio allora contestato con l’aggravante dell’art. 7 della L. 203/91, L. S. e suoi familiari.

Detto procedimento fu successivamente archiviato a seguito di una “pseudo collaborazione” del medesimo L. S. che, nel frattempo, aveva riferito, ad altri uffici investigativi, di episodi estorsivi asseritamente subiti nel tempo tentando in tal modo di accreditarsi quale vittima della criminalità organizzata. Successive acquisizioni probatorie costituite dalle dichiarazioni rese da numerosi collaboratori di giustizia dell’area gelese, hanno consentito di far luce sulla reale natura dei rapporti tra i componenti della famiglia L. e le organizzazioni mafiose operanti sul territorio.

Nel luglio del 2019, pertanto il G.I.C.O. della Guardia di Finanza di Caltanissetta dava esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. di Caltanissetta nell’ambito dell’operazione “CAMALEONTE”, nei confronti di L. F. A., del fratello L. S., nonché del figlio di quest’ultimo, L. R., tutti indagati per il delitto di cui agli artt. 110, 416 bis c.p. e altro in quanto “… pur non essendo stabilmente inseriti nel sodalizio mafioso denominato “Cosa Nostra” operante in Catania, Gela, Vittoria e territori limitrofi, concorrevano nell’associazione mafiosa suddetta contribuendo sistematicamente e consapevolmente alle attività ed al raggiungimento degli scopi di tale organizzazione mafiosa, e segnatamente della famiglia mafiosa di Gela (Rinzivillo ed Emmanuello)…” .

La provenienza mafiosa del capitale investito nella rivendita di automobili si affiancava a un vero e proprio “mercato del credito irregolare”, mediante il quale la famiglia degli imprenditori è riuscita ad accaparrarsi una vasta platea di clienti; il sistema, artatamente costituito, prevedeva una dilazione, mediante assegni post-datati, per il pagamento delle autovetture che, in caso di insolvenza, venivano recuperate e registrate fittiziamente come noleggi; l’elevata capacità di intimidazione ha consentito di ridurre al minimo il rischio di insolvenza, presentandosi agli occhi dei malcapitati con le “diverse facce”, ora di commerciante disponibile, ora di operatore di recupero crediti inflessibile. Questo surrogato del circuito finanziario legale produce effetti negativi che ricadono nel tessuto dell’economia sana, incidendo sia sulla libertà d’impresa che sulle relazioni di concorrenza e ha consentito al gruppo L. di affermarsi come una delle concessionarie di autoveicoli di alta gamma di riferimento del sud Italia.

I profili criminologici degli odierni proposti, complessivamente acquisiti nell’ambito delle passate  investigazioni, sono stati corroborati da accurati accertamenti economico-patrimoniali delegati dalla Procura nissena alla DIA e ai militari delle Fiamme Gialle, consentendo di ricostruire, riesaminare e riattualizzare la storia imprenditoriale “affaristica” di L. S.,  L. R.,  L.S.,  L. F. A., con ciò portando all’emissione dei provvedimenti di sequestro, emessi dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Caltanissetta, ritenendo in modo incontrovertibile la sfera imprenditoriale fortemente permeabile alla criminalità organizzata.

Il valore complessivo delle misure di prevenzione patrimoniale ammonta ad oltre 68 milioni di euro e riguarda 9 imprese (8 con sede in provincia di Caltanissetta e 1 in a Varese) 192 immobili [siti in Gela (CL), Marina di Ragusa (RG) e Vittoria (RG)], nonché 40 terreni (siti nel gelese) e 47 rapporti bancari, finanziari e assicurativi.

Ragusa,controllo a tappeto del territorio dai Carabinieri, un arresto e una denuncia in stato di libertà.

 

Risultato immagini per immagine di carabinieri

Archivi- Sud Libertà
RAGUSA
Proseguono i controlli a tappeto dei Carabinieri del Comando Provinciale di Ragusa nel territorio di comuni di Vittoria e Chiaramonte Gulfi. I Carabinieri della Compagnia Vittoria hanno svolto mirati servizi, con il supporto dei colleghi dello Squadrone Eliportato Carabinieri “Sicilia”, finalizzati al contrasto del traffico di armi clandestine e sostanze stupefacenti, nonché alla prevenzione e repressione dei reati contro il patrimonio con particolare attenzione ai furti nelle abitazioni.
Numerose le pattuglie impegnate sull’intero territorio, attraverso l’allestimento di molteplici posti di controllo sia diurni che notturni, con servizi di perlustrazione estesi nelle aree rurali del Comune di Vittoria e Chiaramonte. 
All’esito di serrati controlli e rastrellamenti effettuati dai Reparti operanti, durante i quali sono state effettuate 14 perquisizioni di abitazioni e casali nonché il controllo di 83 persone a bordo di 41 veicoli, sono stati conseguiti i seguenti risultati, i Carabinieri della Stazione di Chiaramonte Gulfi, congiuntamente a personale dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Sicilia” Squadra Falco 11, hanno denunciato in stato di libertà un pensionato incensurato di anni 70 per omessa custodia di armi e munizioni che teneva appeso al muro nella camera da letto senza alcuna cautela.
Il fucile e le cartucce venivano sottoposte a sequestro e custodite presso i locali del comando stazione procedente; i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Vittoria, congiuntamente a personale dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Sicilia” a seguito di una perquisizione domiciliare, in Vittoria hanno tratto in arresto nella flagranza del reato un pensionato, incensurato, di anni 76 per la detenzione di un fucile sovrapposto con matricola abrasa e di oltre complessivamente 40 cartucce caricate a pallettoni e di varie tipologie di cui non ha saputo dire la provenienza, rinvenuti, occultati all’ interno del suo garage. Tutto il materiale è stato sottoposto a sequestro e custodito presso il reparto procedente.   Vista  l’ età anagrafica, del pensionato, è stato collocato agli arresti domiciliari su direttiva del magistrato competente.