Stamane una verifica dei lavori di riqualificazione del PalaCatania

palacatania

Foto n.m.

Oggi, alle ore 10,30, il sindaco Salvo Pogliese e l’assessore alle Sport e alle politiche comunitarie Sergio Parisi, si recheranno nel Pala Catania di Corso Indipendenza, per un sopralluogo di verifica dello stato di avanzamento del cantiere per i lavori di ripristino e riqualificazione del maggiore impianto sportivo cittadino al coperto, capace di ospitare fino a 4 mila spettatori.

Da oltre un mese, infatti, sono in corso i lavori per rendere più moderno e funzionale il palazzo dello Sport, grazie ai fondi di 1,2 milioni di euro stanziati dalla giunta Pogliese, nell’ambito dei fondi comunitari del Pon Metro.

Tra  gli interventi che si stanno realizzando, la sistemazione del contro soffitto dove spesso si sono verificati infiltrazioni di acqua piovana che hanno reso utilizzabile a singhiozzo l’impianto fino alla sua definitiva chiusura; il ripristino del parquet danneggiato; la sostituzione della pavimentazione con relativa messa a norma per le vie di fuga, il rifacimento degli impianti elettrici e idrici secondo criteri di risparmio energetico, con l’installazione di luci a Led e, infine, i nuovi arredi per gli spogliatoi.

Nei mesi scorsi, su input del sindaco Pogliese e dell’assessore Parisi, era stato redatto e approvato dalla giunta il progetto per concretizzare importanti interventi di ristrutturazione del Pala Catania venticinque anni dopo la sua realizzazione, validando una scelta progettuale dell’Amministrazione Comunale di inclusione sociale, tenuto conto della valenza polifunzionale dell’impianto che ricade in una popolosa zona della città..

«NOTAI AL FIANCO DELLE IMPRESE: FOCUS SU NUOVI STRUMENTI PER COPRIRE LE PERDITE D’ESERCIZIO

Incontro organizzato dal Consiglio Notarile di Catania e Caltagirone

 

Webinar regionale sulle strategie governative per fronteggiare l’emergenza

CATANIA 

Leggi e norme in evoluzione richiedono un costante aggiornamento, soprattutto in riferimento al ruolo del notaio che, nell’esercizio della sua funzione pubblica, deve attenersi a precise regole fissate dalla legge. Questo l’obiettivo del ciclo di incontri organizzato dal Consiglio Notarile di Catania e Caltagirone, per approfondire novità e criticità in un contesto mutevole e sempre più articolato. Questa mattina riflettori puntati sulle imprese – colpite duramente dalla crisi provocata dalla pandemia – e sulla disciplina che regolamenta associazioni e fondazioni, durante l’evento online “Enti e società: problematiche notarili vecchie e nuove nel mondo che cambia” (22 aprile 2021).

«Il nostro ruolo è centrale nella gestione delle imprese, sia nella loro fase di startup, sia purtroppo nei momenti di crisi, oggi accentuati dalla grave situazione economica causata dall’emergenza sanitaria – ha esordito il presidente della categoria etnea Andrea Grasso, durante il webinar moderato dai notai Maristella Portelli e Donata Galeardi, che ha visto la partecipazione del consigliere nazionale del Notariato Diego Barone – in questo scenario, molteplici sono stati gli interventi da parte del Governo per tamponare gli effetti negativi di una congiuntura economica tanto rilevante quanto inaspettata, e scongiurare la chiusura di molte aziende, soprattutto Pmi. Era inevitabile, dunque, soffermarsi sulla sospensione della disciplina in tema di riduzione obbligatoria del capitale a copertura di perdite, per tutelare la potenzialità produttiva delle imprese in bonis, dalle conseguenze di un evento eccezionale e incolpevole».

Nello specifico si fa riferimento all’articolo 6 del decreto Liquidità, che «prevede interventi e proroghe specifiche – ha spiegato il notaio Luca Prinzi (Enna) – per evitare che la perdita di capitale dovuta alla crisi da Covid possa portare all’immediata liquidazione, con la conseguente perdita di operatività per molte imprese. La sospensione di riduzione del capitale derivante da perdite superiori al terzo del capitale sociale, inizialmente fissata al 31 dicembre 2020, potrà infatti essere rinviata fino al 2025. Si tratta di un tema complesso, per cui è necessario avere un quadro chiaro, valutando le possibili criticità e le relative applicazioni».

Altro tema affrontato durante l’incontro è stato quello delle procedure per l’adeguamento al codice del Terzo Settore di associazioni e fondazioni. «Organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale e Onlus si sono attivate per modificare il proprio statuto – ha commentato la componente della redazione CNN notizie Daniela Boggiali – nelle associazioni lo statuto dev’essere modificato dall’assemblea, nelle fondazioni dal CdA, rispettando i criteri di maggioranza stabiliti dallo statuto stesso». E ha sottolineato: «Un cambiamento necessario, affinché gli enti no profit possano ottenere il riconoscimento della personalità giuridica – con il quale viene riconosciuta la sussistenza di alcuni requisiti e di un patrimonio dell’ente – per procedere all’iscrizione al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore, che dovrebbe essere ufficializzato a fine aprile. Per organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale e Onlus costituite prima del 3 agosto 2017 è stata concessa una proroga fino al 31 maggio 2021: le modifiche agli statuti avvengono attraverso le modalità e le maggioranze previste per le deliberazioni dell’assemblea ordinaria». Poi, ha aggiunto: «Tra le novità – legate anche all’attuale situazione emergenziale – la possibilità di svolgimento delle assemblee attraverso mezzi di telecomunicazioni e la preferenza per via elettronica o corrispondenza».

Decreto sostegni, spicca il condono di 5000 euro delle vecchie cartelle solo a chi non supera un tetto di reddito

AGENZIA ENTRATE: ECCO LE LINEE GUIDA E IL MODELLO PER CONTRIBUTO A FONDO  PERDUTO - AliAutonomie

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto sostegni che “è più o meno quello che sta già circolando. Tre quarti dell’importo sarà destinato alle imprese”, ha annunciato il premier Mario Draghi in conferenza stampa, al termine del Cdm. “Siamo consapevoli che si tratta di un intervento parziale e per questo” c’è l’ipotesi di “un secondo stanziamento in occasione della presentazione del Def”, ha aggiunto.

“I pagamenti inizieranno l’8 aprile per chi avrà fatto domanda, quindi 11 miliardi entreranno nell’economia nel mese di aprile”, ha quindi sottolineato Draghi aggiungendo che si tratta di “un “intervento significativo nei confronti dei meno abbienti, di coloro che hanno perso il lavoro e i sussidi di disoccupazione. Quindi si pensa a un’estensione del reddito di emergenza sia della platea sia degli importi stanziati”.

Sulle imprese c’è una parte destinata al ristoro o indennizzo delle imprese che operano nella montagna, molte poste di questo decreto sono indirizzate al turismo e c’è un provvedimento per gli autonomi per tutti i lavoratori inclusi i lavoratori del settore agricolo, con decontribuzione da due miliardi e mezzo, abbiamo aggiunto un miliardo e mezzo al miliardo precedentemente” stanziato, ha detto ancora Draghi ricordando che “il turismo è il settore più colpito e vale veramente la pena continuare a investire, perché a fine pandemia tornerà, perché fortunatamente è l’Italia, quindi quella del turismo è un’industria prospera e in grado di occupare molte persone”.

Riguardo lo  stralcio delle cartelle “questo in effetti è un condono, ma di multe di oltre 10 anni fa, che noi abbiamo contenuto nell’importo di 5000 euro” che al netto di sanzioni varie “corrispondono circa a 2500 euro” e “dentro un tetto, uno scaglione di reddito per cui questo azzeramento” permette “all’amministrazione di perseguire la lotta all’evasione in modo più efficiente”. “E’ chiaro che in questo caso qualcosa non funziona se uno Stato permette l’accumulo di milioni di cartelle che non si riescono ad esigere e per questo” nel decreto è prevista “una modifica delle norme della riscossione, in altre parole di vuole una riforma -spero piccola- del meccanismo di controllo e scarico delle cartelle”. “Il fatto di accedere a un condono non elimina il problema, permette un piccolo sollievo ma un vero sollievo viene da una riforma del meccanismo”, se si deve fare un condono “si deve fare per una parte piccola della platea dei contribuenti e forse quella che ha meno disponibilità e per importi molto limitati”.

Dunque sì alla cancellazione di vecchie cartelle, ma solo con un reddito Irpef che non superi i 30mila euro. Il colpo di bianchetto sulle cartelle varrà fino al 2011, mentre inizialmente avrebbe dovuto coprire il periodo 2000-2015. Fino al 2015, la mediazione raggiunta in Cdm, la cancellazione dovrebbe essere legata alla riforma per l’efficientamento del sistema della riscossione chiesta da Lega e Fi. Si tratta di vecchie cartelle fino a 5000 euro di importo, che a questo punto verranno cancellate solo per chi ha un reddito Irpef sotto i 30mila euro e non per tutti, come inizialmente previsto e caldeggiato da Lega, Fi e anche M5S, pur con alcuni distinguo.

Il decreto legge sostegni da 32 miliardi di euro ”si muove su margini di bilancio definiti dallo scostamento”. Si articola in ”5 linee di intervento”, afferma il ministro dell’Economia, Daniele Franco, nel corso della conferenza stampa che segue il Cdm. “Il principale contributo” è per le partite iva, con una platea potenziale di 5,7 milioni di soggetti. L’Agenzia delle entrate stima che circa 3 milioni riceveranno i fondi”, per una media di ”3.700 euro per soggetto”.

Il decreto prevede un capitolo salute e sicurezza, su cui ”stanziamo quasi 5 miliardi di euro. La posta principale e l’acquisto di vaccini e farmaci per 2,8 miliardi di euro”, ha affermato ancora il ministro dell’Economia. Altre risorse saranno destinate ”per la logistica e ogni altro intervento per la gestione della crisi pandemica che in buona parte” saranno gestiti da parte del commissario straordinario. Inoltre è previsto un intervento ” per creare un fondo per la produzione di vaccini in Italia”.

Il secondo pilatro del decreto legge sostegno ”è costituito da interventi per il sostegno del lavoro e per il contrasto della povertà, dove stanziamo circa 8 miliardi di euro’, ha aggiunto. “Vi sono vari interventi” per il settore del turismo. ”Poi che questi siano la risposta definitiva probabilmente no, probabilmente dovremmo tornarci su però sotto vari profili il decreto cerca di dare un sostegno al settore”, ha detto ancora. Le aziende del settore turistico, ricorda il ministro, ”ricevono interventi orizzontali, sono parte dell’intervento principale da 11 miliardi”. Poi c’è ”una parte di intervento di cui non abbiamo accennato prima che prevede un sostegno ai soggetti per i pagamenti delle bollette elettriche. Il settore è interessato anche dagli ”interventi per i lavoratori stagionali”, e sono previste misure ”per l’industria della neve che è stata colpita fortemente”. Infine ”vi sono alcuni interventi specifici per alcune filiere, come quella dei centri storici, quella collegata agli eventi”.

Draghi ottiene la fiducia al Senato: dopo le parole adesso i fatti

 

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Il governo Draghi ottiene la fiducia ma non supera la soglia della maggioranza assoluta.            Alzano la scure i dissidenti pentastellati: sono 15 che votano ‘no’ a cui vanno aggiunti 6 assenti che non rispondono alla ‘chiama’. A questi si aggiungono i voti di Fdi, unica formazione all’opposizione, e poi i no dal gruppo Misto di Alfonso Ciampolillo, Elena Fattori, Michele Gianrusso, Carlo Martelli, Paola Nungnes e Luigi Paragone. Cinque i senatori in congedo: Umberto Bossi, Giorgio Napolitano, Salvatore Sciascia, Liliana Segre e Orietta Vanin dei 5 Stelle. Otto gli assenti e di questi 6 M5S: Giuseppe Auddino, Elena Botto, Antonella Campagna, Emanuele Dessì, Vincenzo Garruti, Nunzia Nocerino. In missione: Pier Ferdinando Casini, Eugenio Comincini di Iv e Francesco Castiello di M5S. Due gli astenuti: Tiziana Drago del Misto e Albert Laniece delle Autonomie.

 Ecco l’intervento del premier a palazzo Madama.

Il primo pensiero che vorrei condividere, nel chiedere la vostra fiducia, riguarda la nostra responsabilità nazionale – è l’esordio- Il principale dovere cui siamo chiamati, tutti, io per primo come presidente del Consiglio, è di combattere con ogni mezzo la pandemia e di salvaguardare le vite dei nostri concittadini. Una trincea dove combattiamo tutti insieme. Il virus è nemico di tutti. Ed è nel commosso ricordo di chi non c’è più che cresce il nostro impegno. Prima di illustrarvi il mio programma, vorrei rivolgere un altro pensiero, partecipato e solidale, a tutti coloro che soffrono per la crisi economica che la pandemia ha scatenato, a coloro che lavorano nelle attività più colpite o fermate per motivi sanitari. Conosciamo le loro ragioni, siamo consci del loro enorme sacrificio e li ringraziamo. Ci impegniamo a fare di tutto perché possano tornare, nel più breve tempo possibile, nel riconoscimento dei loro diritti, alla normalità delle loro occupazioni. Ci impegniamo a informare i cittadini con sufficiente anticipo, per quanto compatibile con la rapida evoluzione della pandemia, di ogni cambiamento nelle regole“.

Intorno alle 20.40 la replica in Senato. Replica breve “Gli interventi del dibattito hanno dimostrato – comclude il premier-la consapevolezza del disastro economico, sanitario, sociale, educativo e culturale. È con questa consapevolezza che questo governo costruirà nei fatti con sia la sua credibilità. Ringrazio per la stima ma anche questa dovrà essere giustificata e validata nei fatti del governo da me presieduto”

Risanamento delle aree da bonificare in Sicilia, specie a Gela, Priolo,Biancavilla e Milazzo-Focus a Catania

 

OLTRE 500 GLI SPAZI INTERESSATI: «PIANI DI INTERVENTO PER MILIONI DI EURO, OPPORTUNITÀ DA NON SPRECARE»

CATANIA –

Risanamento e riqualificazione delle aree da bonificare: interventi in tempi brevi attraverso innovative soluzioni tecnico-operative. In Sicilia sono 550 i siti contaminati, con una particolare attenzione da rivolgere ai 4 Siti di Interesse Nazionale (Gela, Priolo, Biancavilla e Milazzo). Sono questi i temi al centro della dodicesima edizione del workshop Sicon, che quest’anno, seppur virtualmente a causa della pandemia, si è tenuto a Catania.

Presente all’evento anche il direttore generale per il Risanamento Ambientale del ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Giuseppe Lo Presti: «Negli ultimi anni è stata rafforzata la collaborazione tra Ministero, Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e agenzie regionali. Stiamo lavorando nella direzione di una crescita del Paese, puntando a una nuova gestione del settore per rispondere tempestivamente alle sfide di rilancio europeo, in ottica di riuso delle aree attraverso una transizione green. In quest’ambito, rientrano alcune modifiche apportate con il decreto Semplificazioni e con gli interventi dell’ultimo documento firmato il 30 gennaio, attraverso il quale sono stati stanziati 100 milioni di euro per la bonifica e definiti i criteri per l’individuazione delle aree e delle relative modalità d’intervento. A questi si aggiunge anche la creazione di un tavolo tecnico permanente di condivisione con gli organismi regionali, al fine di dare una nuova veste normativa alla materia. Si può sempre fare di più e meglio».

Tra i promotori dell’iniziativa anche l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Catania (presidente Giuseppe Platania) e la Fondazione (Mauro Scaccianoce). «Non possono passare inosservati i numeri che riguardano i siti contaminati e le superfici interessate a terra e a mare, che costituiscono un’emergenza da affrontare senza remore. Bisogna bonificare i territori, restituendoli ai cittadini e realizzando servizi, infrastrutture verdi, insediamenti industriali sostenibili, impianti per il trattamento dei rifiuti e di depurazione dell’acqua. Senza dimenticare gli interventi di messa in sicurezza per contenere il rischio idrogeologico. Oggi si presenta una grande opportunità: il PPR (Piano Ripresa e Resilienza) prevede un programma di investimenti che l’Italia deve presentare alla Commissione Europea nell’ambito del Recovery Fund, con almeno il 37% della spesa da destinare alla sostenibilità ambientale, cioè circa 77 miliardi di euro». Considerazioni a cui si aggiungono quelle del presidente dei Geologi di Sicilia Giuseppe Collura: «La pianificazione territoriale e il recupero delle aree mitiga i rischi per la salute e per l’ambiente, limitando il consumo del suolo. La bonifica consentirà di dare nuova vita a zone considerate inaccessibili e inservibili, rendendole attrattive per la società».

«Il workshop – ha commentato il rettore dell’Università di Catania Francesco Priolo – è interdisciplinare, poiché il risanamento dei siti contaminati riguarda tutti, dagli Enti agli Ordini professionali. Rappresenta una grande opportunità di confronto per sviscerare le problematiche attraverso casi studio e presentare e studiare soluzioni tecnico-operative. Un’ulteriore dimostrazione di come non si possa lasciare spazio all’improvvisazione: occorrono competenze e conoscenze». Confronto e interdisciplinarità sono le basi solide del Sicon, come espresso anche in altri interventi: «Il confronto tra aspetto scientifico e giuridico-amministrativo è la chiave di successo del workshop. Quello di oggi è un tema attuale e complesso, che richiede attenzione non solo per i risvolti ambientali, ma anche per quelli legati all’economia circolare che può derivare dal recupero delle aree. Il risanamento e la rigenerazione sono il punto di partenza per modelli di sviluppo sostenibile e di ripresa del Paese. Un passo in avanti per cicatrizzare e guarire le ferite provocate dall’uomo. Basti pensare all’amianto che confligge con le bellezze naturali o ai mari massacrati dal rilascio di materiali che hanno distrutto i fondali. Serve ricostruire un sano rapporto tra uomo e natura», hanno dichiarato Calogero Foti (responsabile Dipartimento Acqua e Rifiuti dell’assessorato dell’Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità della Regione Siciliana), Gaspare Viviani (presidente GITISA), Vincenzo Belgiorno, (presidente ANDIS) e Silvia Paparella (general manager del partner dell’evento RemTech).

Le ultime riflessioni sono state affidate a Enrico Foti (direttore del DICAR UniCT), Maria Boni (rettore dell’Università “Sapienza” di Roma) e Carlo Collivignanelli (rettore dell’Università di Brescia): «È importante riversare i risultati di questi studi all’interno del mondo universitario, per offrire esperienze significative agli studenti e crescere culturalmente nella direzione della sensibilizzazione. Senza ricerca, non c’è tecnologia da applicare. Il confronto interdisciplinare del Sicon consente di raggiungere grandi risultati, analizzando i fattori di rischio e proponendo nuove soluzioni».

Conte già al lavoro , pensa al nuovo gruppo, al rimpasto con uomini che non “disseminano mine”, e al futuro dei giovani

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DI     RAFFAELE   LANZA

Fiducia al “photofinish” ottenuta in Senato, già  il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è al Quirinale per esporre l’intera situazione a Mattarella. Ma non per dimettersi, come vorrebbero Partito democratico e Movimento Cinque Stelle nell’ottica di battezzare formalmente il nuovo inizio con i responsabili.     E’ una questione di principio istituzionale

Con la costituzione di un gruppo si potranno riequilibrare a favore dei giallorossi le commissioni parlamentari del Senato. Alcune sono in mano alle opposizioni. Due, in particolare,pilastri del giorno,  sono fondamentali e devono essere assegnate a persone che non hanno cattiva coscienza: Bilancio e Affari costituzionali. Nella prima deve tra l’altro transitare il Recovery Plan, nella seconda la riforma della legge elettorale in senso proporzionale.

Soltanto in seguito, e quindi non prima di febbraio, si aprirebbe la partita del rimpasto di governo. Rimpasto e non Conte ter, perché Conte non intende dimettersi, non vi sono motivi validi. .Vuole soprattutto il rilancio del Sud, aprire le porte del lavoro ai giovani disoccupati che sono in mortificante attesa.

Una certezza c’è già comunque. Il vicepresidente Andrea Orlando del Pd è il più accreditato all’ingresso dell’esecutivo.Qui si ipotizzano due caselle: Interno o Giustizia,-Orlando preferisce la Giustizia – in questo secondo caso dirottando Alfonso Bonafede ai Servizi. E poi c’è l’Agricoltura….. Ballano poi il ministero della Famiglia e un posto da sottosegretario agli Esteri. Di due ministeri Conte avrà bisogno per soddisfare e riscontrare l’interesse dei   “costruttori” che hanno ceduto al suo appello o si faranno avanti nei prossimi giorni. Certamente, uno andrà al gruppo di Bruno Tabacci alla Camera. Un altro, forse,  a Riccardo Nencini, che ieri ha strappato con Italia Viva alla seconda chiama.

Conte sa benissimo infine anche che potrebbe sdoppiare qualche ministero, ad esempio Infrastrutture e Trasporti, ma anche Rapporti con il Parlamento e Riforme, Cultura e Turismo e Sport e Giovani. Sono poltrone in più che serviranno per i nuovi equilibri. Intanto oggi c’è lo scostamento di bilancio da approvare.

Oggi 827 decessi per Covid. La Sicilia passa in zona gialla. La Calabria ha il nuovo commissario Guido Longo

 

 

 

Liguria e Sicilia in zona gialla. Il ministero della Salute ha reso noto che il ministro Roberto Speranza “firmerà una nuova ordinanza con cui si dispone l’area arancione per le Regioni Calabria, Lombardia e Piemonte e l’area gialla per le Regioni Liguria e Sicilia. L’ordinanza sarà in vigore dal 29 novembre”.

Oggi sono 28.352 i nuovi contagi da coronavirus in Italia . Da ieri sono stati registrati altri 827 morti che portano il totale a 53.677 dall’inizio dell’emergenza legata all’epidemia. Nelle ultime 24 ore sono stati eseguiti 222.803 tamponi. I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 3.782, con un calo di 64 unità.

CAMPANIA – Sono 2.924 i nuovi contagi da Coronavirus in Campania . Da ieri sono stati registrati altri 63 morti.

 

In Calabria  Guido Longo è il nuovo commissario alla sanità . Il Consiglio dei ministri ha nominato “il dottor Guido Longo quale Commissario ad acta per l’attuazione del vigente Piano di rientro dai disavanzi del Servizio sanitario della Regione Calabria”.

Dovrà attuare quanto segue:  “l’incarico prioritario di attuare i Programmi operativi 2019-2021 di prosecuzione del Piano di rientro nonché di tutti gli interventi necessari a garantire, in maniera uniforme sul territorio regionale, l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza in condizioni di efficienza, appropriatezza, sicurezza e qualità, nei termini indicati dai Tavoli tecnici di verifica, ivi compresa l’attuazione del decreto legge 10 novembre 2020 n. 150″.

Nell’ambito della cornice normativa vigente, si affidano al Commissario ad acta” diversi interventi e tra questi “l’adozione di ogni necessaria iniziativa al fine di ricondurre il livello di erogazione dei livelli essenziali di assistenza agli standard di riferimento, in particolare con riguardo all’adesione agli screening oncologici, all’assistenza territoriale ed alla qualità e sicurezza dell’assistenza ospedaliera” oltre che il “completamento ed attuazione del piano di riorganizzazione della rete ospedaliera, della rete di emergenza-urgenza e delle reti tempo dipendenti, in coerenza con il fabbisogno assistenziale” e la “definizione ed attuazione delle reti cliniche specialistiche“.

Tra gli interventi anche il “monitoraggio delle procedure per la realizzazione dei Nuovi Ospedali secondo quanto previsto dalla normativa vigente e dalla programmazione sanitaria regionale”, la “definizione dei tetti di spesa e dei conseguenti contratti con gli erogatori privati accreditati per l’acquisto di prestazioni sanitarie in coerenza con il fabbisogno assistenziale, con l’attivazione, in caso di mancata stipula del contratto e ridefinizione delle tariffe delle prestazioni sanitarie, nel rispetto di quanto previsto dalla normativa vigente”.

Prevista anche l’attuazione “dei nuovi compiti assegnati al Commissario ad acta dal decreto legge 10 novembre 2020, n. 150” e tra questi l’adozione del “Programma operativo per la gestione dell’emergenza Covid-19 previsto dall’articolo 18 del decreto legge 17 marzo 2020″.

CATANIA: LA PLAIA IN FIAMME- UN VERO INFERNO

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Il Comando provinciale dei vigili del fuoco ha reso noto di liberare dal litorale della Plaia dove si è sviluppato un pauroso incendio di vaste proporzioni, delle numerose autovetture in sosta     E’ in corso l’evacuazione di centinaia di bagnanti via mare, con gommoni dei Vigili del Fuoco Sommozzatori e di Vigili del Fuoco della Sezione Navale di Catania. 

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Nella foto d’Archivio il boschetto della Plaia

Si apprende  che tra i bagnanti bloccati dalle fiamme vi sono anche 40 bambini  rimasti bloccati nei lidi Azzurro e nella colonia Don Bosco. Sono stati tutti messi in salvo da motovedette della capitaneria di porto. Sul posto stanno operando anche mezzi aerei del Corpo forestale e dei pompieri. Gli interventi sono coordinati dalla sala operativa attivata nel primo pomeriggio in Prefettura.

A Catania e provincia , informa il Comando provinciale Vigili del fuoco -sono 36 le posizioni di intervento di soccorso aperte attualmente a causa del forte vento di scirocco che rende critica la situazione incendi in diverse parti del territorio. Si tratta principalmente di incendi di bosco, sterpaglie e coltureIncendi occasionali o il vandalo Nerone?  Indagini sono in corso per l’accertamento delle responsabilità oltre che l’acquisizione di notizie sul reale stato di pulizia del boschetto della Plaia da parte del Comune di Catania e dell’assessorato all’ecologia competente.

PATTO PER CATANIA: CONFRONTI TRA LE PARTI PER “DISCUTERE” SUL FINANZIAMENTO DI 739 MILIONI DI EURO

Il Patto, in quanto strumento di programmazione unitaria che mette a sistema la pianificazione degli investimenti della Regione/Città Metropolitana a valere sulle diverse fonti finanziarie disponibili, mette a disposizione anche risorse per 332 milioni di euro del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC). Un finanziamento totale quindi di 739 milioni di euro.

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Amministrazioni, Imprese e Professionisti a confronto su prospettive e sviluppi

 

CATANIA

«Il Patto per Catania rappresenta uno strumento importantissimo per la messa a sistema delle risorse disponibili, nazionali ed europee; è un’occasione che la città non può assolutamente perdere. Per questo abbiamo organizzato un incontro con le principali parti sociali coinvolte, al fine di comprendere l’effettivo stato degli interventi previsti e la loro eventuale riprogrammazione».

Il presidente dell’Ance di Catania Giuseppe Piana presenta così il convegno che si terrà lunedì 8 luglio, alle 9.00, nella sede dell’associazione etnea (Viale Vittorio Veneto 109, II piano), sezione autonoma di Confindustria.

Un incontro organizzato dai Costruttori edili, unitamente agli Ordini professionali degli Architetti, Ingegneri, Geologi e Geometri, intitolato “Patto per Catania – prospettive e sviluppi”. Interverranno per i saluti istituzionali il sindaco Salvo Pogliese e l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone. A seguire il presidente Piana introdurrà le relazioni di Fabio Finocchiaro (responsabile unico del Patto e direttore dell’ufficio comunale Politiche Comunitarie e Fondi strutturali), Maurizio Caserta (ordinario Economia politica all’Università di Catania), Emiliano Abramo (presidente Comunità Etnea Sant’Egidio), e Biagio Bisignani (direttore dell’ufficio comunale Urbanistica e ad interim di quello dei Lavori Pubblici).

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Nella foto Marco Falcone della Giunta Musumeci, Assessore alle Infrastrutture

Seguirà una tavola rotonda – coordinata dal giornalista Domenico Ciancio Sanfilippo – sul cronoprogramma delle opere e sulle criticità emerse. Prenderanno la parola: l’assessore regionale Marco Falcone e gli assessori del Comune di Catania Giuseppe Arcidiacono (Lavori Pubblici), Barbara Mirabella (Attività e Beni culturali), Sergio Parisi (Sport e Politiche comunitarie), Alessandro Porto (Protezione Civile e Smart Cities). Parteciperanno inoltre i presidenti: Giuseppe Piana (Ance Catania), Antonello Biriaco (Confindustria Catania), Alessandro Amaro (Architetti), Giuseppe Collura (Geologi), Giuseppe Platania (Ingegneri), Agatino Spoto (Geometri). Le conclusioni saranno affidate a Paolo La Greca, ordinario di Pianificazione Urbanistica presso l’Ateneo catanese.

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Nella foto d’Archivio l’arch. Giuseppe Piana

«La  riprogrammazione del Patto – ha aggiunto Giuseppe Piana – rappresenta per l’Amministrazione comunale e per l’intera città, insieme al partenariato economico-sociale, una grande opportunità per la definizione di progetti di sviluppo a livello territoriale. È anche questo – ha aggiunto – il senso di quanto previsto dal Decreto Crescita, convertito in legge lo scorso 27 giugno, che ha avviato una revisione dei numerosi documenti programmatori finanziati con il Fondo FSC, nell’obiettivo di migliorare la qualità degli interventi, accelerandone la spesa, finanziare opere medio-piccole immediatamente cantierabili ed elaborare progetti territoriali che possano costituire la base per i prossimi programmi dei fondi europei».

«CATANIA CONNESSA, CONDIVISA E PARTECIPATA»:PROPOSTE PER VALORIZZARE IL PRG

«CATANIA CONNESSA, CONDIVISA E PARTECIPATA»

ECCO LA “SMART CITY” DEGLI STUDENTI UNIVERSITARI

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Un contributo di idee al nuovo Prg della città per valorizzare le zone dismesse

 – “App” per individuare parcheggi liberi con gli smartphone; lampioni pubblici che come alberi catturano anidride carbonica per restituire ossigeno; pavimenti che producono energia dal movimento dei pedoni. E poi co-working, bike sharing, bio-panchine, cestini fotovoltaici. Può Catania diventare una smart city, una “città intelligente”? La risposta è affermativa e i progetti esistono già su carta, nelle tavole tecniche e nei rendering realizzati dagli oltre settanta studenti universitari che hanno partecipato al seminario di progettazione organizzato dall’Ordine e dalla Fondazione degli Ingegneri, dal Centro Provinciale di Studi Urbanistici (CePSU), in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura Unict (Dicar), e con il patrocinio dell’Amministrazione comunale e della sua Direzione Urbanistica.

Durante il corso accademico di “Architettura e composizione architettonica III”, tenuto dal prof. Riccardo Dell’Osso, fra lezioni teoriche e attività pratiche, sono nate ben 24 idee – una per ogni gruppo di lavoro – tradotte in proposte fattive per il futuro urbanistico di Catania che verrà disegnato nel nuovo e atteso Piano Regolatore Generale.

Nulla di utopico o inattuabile, ma tutti “sogni” urbani con un forte potenziale di fattibilità, nel pieno rispetto del costruito esistente e soprattutto attraverso la virtuosa valorizzazione di quei luoghi oggi degradati o inutilizzati. Dall’area portuale percorrendo l’intero waterfront che interessa la fascia di Ognina, fino alle aree interne della città, come gli Orti di Susanna in zona Cibali o il complesso dell’Ascoli Tomaselli in via Passo Gravina: connessione, condivisione e partecipazione sono le parole chiave di quel linguaggio architettonico espresso dagli studenti, che nell’occasione si sono avvalsi anche di video e realtà aumentata per far conoscere le loro idee urbane.

Ad avvalorare questi progetti sono giunti personalmente, oltre ai docenti universitari, anche professionisti avviati ed esperti a livello nazionale, trasformando il seminario da attività didattica a vero e proprio contributo professionale per la città etnea. Proprio per questo alla presentazione dei lavori erano presenti numerosi rappresentanti dell’Amministrazione comunale di Catania – gli assessori Barbara Mirabella, Sergio Parisi e Alessandro Porto, i dirigenti Biagio Bisignani (Direzione Urbanistica) e Fabio Finocchiaro (Direzione Politiche comunitarie) – tutti concordi nel definire i progetti di “Catania Smart City” un esempio eccellente di urbanistica partecipata, ricco di visioni innovative da approfondire, e quindi un valore aggiunto per gli studi in corso sul nuovo Prg.

«Una smart city è una città fondata sul capitale umano che contribuisce allo sviluppo urbano – ha detto il presidente dell’Ordine Ingegneri Giuseppe Platania, sottolineando il valore sociale dell’iniziativa – Non basta la presenza delle infrastrutture materiali e digitali se non c’è l’intelligenza collettiva che partecipa, gestisce e alimenta la sostenibilità economica e ambientale. Oggi abbiamo la conferma che i giovani possono e devono rientrare a pieno titolo tra le professionalità chiamate a contribuire alla trasformazione della città. Ribadiamo anche in questa sede la necessità e l’opportunità di rilanciare lo strumento del concorso di idee». «La rigenerazione di Catania non può che partire dai professionisti del futuro – ha aggiunto il presidente della Fondazione Ingegneri Mauro Scaccianoce – basta guardare le tavole architettoniche dei nostri giovani per avere subito una visione concreta di come potrebbe essere la città».

«Grazie alla possibilità di condividere spazi di abitazione, lavoro, studio, mezzi di trasporto, le infrastrutture tecnologiche e umane delle smart city permettono di ridurre sprechi e inquinamento, e di conseguire una maggiore inclusione sociale dei residenti negli spazi pubblici», ha affermato il presidente del CePSU Pierluigi Bella.

Numerosi i docenti del Dicar Unict in sala: il vicedirettore Vincenzo Sapienza, Paolo La Greca – anche in qualità di presidente nazionale del Centro Studi Urbanistici – Riccardo Dell’Osso (direttore diOpen Source Lab), Santi Cascone, Francesco Martinico. Ciascuno nel proprio intervento ha sottolineato l’importanza che gli studi universitari non rimangano chiusi nelle aule ma siano conosciuti dall’intera comunità, perché è nell’interesse comune per la città che nascono iniziative come “Catania Smart City”.

Durante la giornata sono intervenuti inoltre: il presidente di Ance Catania Giuseppe Piana, i componenti del Laboratorio universitario per la Pianificazione del Territorio e dell’Ambiente (Lapta) Luca Barbarossa e Riccardo Privitera, il co-founder di Whole Urban Regeneration Simone Grasso, il docente universitario Andrea Rapisarda, ed Emanuele Spampinato in rappresentanza di Confcommercio.