“Il Mistero della bicicletta abbandonata”, giallo di Pietruccio Montalbetti che sfiora la tematica della violenza nazi-fascista

 

DI  L. CORIONI

Passeggiando per il Parco adiacente la casa, il protagonista del romanzo Luca Righi (agente di un corpo speciale formato da ex partigiani a caccia degli autori dei crimini avvenuti durante la seconda guerra mondiale) nota una bicicletta incustodita, accostata ad una staccionata, nello stesso posto da giorni. In realtà, sembrerebbe parcheggiata, e quindi di proprietà di qualcuno, dato che a volte è girata da una parte e altre volte dalla parte opposta. Inoltre, una serie di eventi strani fanno sì che in lui nasca il sospetto che questi ultimi siano collegati al fantomatico velocipede.

“Il Mistero della Bicicletta abbandonata” di Pietruccio Montalbetti  è un vero e proprio noir che, ambientato nel dopoguerra, sfiora tematiche inquietanti e dolorose riguardanti le violenze perpetrate dai nazi-fascisti ma anche l’aspetto umano e valoroso dei partigiani italiani.

Con questa narrazione, Montalbetti (chitarrista storico dei DIK DICK da anni prestato alla narrativa9, esalta la parte opscura e la parte pura di un periodo storico che se da una parte ha decretato la sconfitta della coscienza umana, dall’altra ha messo in luce la possibilità della stessa coscienza di essere riabilitata affinchè il tragico episodio di crudeltà e ferocia non si ripeta più.

 

Note  d’autore

Pietruccio Montalbetti, fondatore e chitarrista storico dei Dick Dick, indimenticabile band musicale italiana degli anni Sessanta, si misura ormai da anni anche nella narrativa. Ha pubblicato diverse opere, tra cui: I ragazzi della via Sthendal (2010, Aerostella), Sognando la California (2011, Aerostella), Io e Lucio Battisti (2013, Salani Editore), Settanta a Settemila (2014, Ultra), Amazzonia. Io mi fermo qui 82018, Zona Music Books).

 

SANGIORGIO: «UN ANNO DIFFICILE PER I COMMERCIALISTI, CONTINUEREMO A GARANTIRE EFFICIENZA, PER ASSICURARE FORMAZIONE PROFESSIONALE

La responsabilità dei dottori commercialisti e degli esperti contabili -  Società e Rischio - Insurance Connect srl

 

La sospensione delle elezioni consiliari – a data da destinarsi – protrarrà il mandato dell’attuale Consiglio oltre il 31 dicembre 2020

 

CATANIA –

 La rivoluzione del Covid-19 con i suoi effetti sulle abitudini e sugli stili di vita; l’aggiornamento costante sulle misure fiscali urgenti a sostegno della liquidità di famiglie, lavoratori e imprese in crisi; lo smartworking e la continua ricerca di soluzioni operative per garantire tempestività ed efficienza; la rinuncia degli incontri in presenza e gli appuntamenti online diventati ormai un rituale. Questo il 2020 dell’Ordine dei Commercialisti di Catania, che però non ha voluto rinunciare al tradizionale appuntamento con gli iscritti per lo scambio di auguri: «Un’occasione per dare il dovuto riconoscimento a chi da anni onora la nostra professione – ha spiegato il presidente dell’Ordine Giorgio Sangiorgio in occasione dell’incontro online – Non potevamo annullare questo evento che da anni rappresenta una tappa importante per momenti di riflessione e confronto, e per rivolgere un pensiero verso i colleghi che non ci sono più».

Seppur virtualmente il presidente ha consegnato le targhe per i 60 anni di iscrizione all’Ordine a Gaetano Siciliano e per i 50 anni a Gianfranco Orecchio.  Il riconoscimento per i 40 anni è andato a Giovanni Marco AloisioAngelo Castorina, Simone Garofalo, Giuseppe Grasso, Salvatore Torrisi e Antonino Zocca; la cerimonia si è chiusa con le targhe per i 30 anni consegnate ad Antonio Anfuso, Giuseppe Cardillo, Massimo Costanzo, Nino Ferraro, Giuseppe Lamagna, Angelo Leone, Lucia Lombardo, Remo Longo, Giuseppina Muscarà, Dina Nici, Alessandro Raddante, Enzo Spampinato, Domenico Strano, Salvatore Tropea e Rosario Vinciguerra.

«Volevo anche ringraziare tutto il Consiglio per l’impegno costante negli ultimi 4 anni e, in particolar modo, in questo difficile 2020 – ha continuato Sangiorgio – Nonostante i rapporti ridotti e annullati tra noi e le false speranze di tornare alla normalità nutrite a luglio, abbiamo integrato e implementato la nostra piattaforma telematica per i corsi e seminari online. Il tutto, in una continua e frenetica corsa per rimanere al passo con i decreti, per assicurare la formazione professionale e far sentire la nostra presenza agli iscritti».

«Gli appuntamenti con la formazione – ha aggiunto il consigliere Dario Scelfo – hanno incontrato diverse criticità, ma non ci siamo fermati, cercando di proseguire nel percorso già intrapreso: garantire a tutti i colleghi il know-how necessario per lo svolgimento della professione». Non solo attività professionale, ma anche sociale: «Nonostante il lockdown siamo stati vicini ai nostri clienti, dai privati alle aziende, per dare supporto e sostegno in un momento difficile – ha continuato Sangiorgio – Nel mese di aprile abbiamo inoltre avviato una raccolta fondi per l’acquisto di un ventilatore polmonare e per la donazione di buoni pasto alla parrocchia di padre Arquimedes Sanchez, nel quartiere di Picanello». Ed è proprio il parroco a «ringraziare di cuore e pregare per tutta la comunità. Il vostro aiuto è stato molto importante, simbolo di solidarietà e fraternità. Valori che devono caratterizzare questo Natale, in cui bisogna riscoprire le cose essenziali. Ciò che non si dona, è qualcosa che si perde».

«La sospensione delle elezioni consiliari – a data da destinarsi – protrarrà il nostro mandato oltre il 31 dicembre 2020. Ci impegneremo a proseguire il nostro operato nei confronti degli iscritti e della collettività come fatto finora, mantenendo alto il livello di efficienza», hanno concluso Sangiorgio, Alberto Leone (vicepresidente dei Commercialisti di Catania),  Maurizio Stella (consigliere segretario) e Rosario Marino (tesoriere).

 

 

La Procura di Messina indaga su medici e dipendenti delle case di riposo

Procura di Messina

Giro di vite giudiziario nelle case di riposo dove muoiono con più facilità gli anziani ricoverati. La Procura di Messina (nella foto) ha iscritto nel registro degli indagati cinque  persone, tra dipendenti della casa per anziani “Come d’incanto” e personale dell’Asp, con l’accusa di avere colposamente causato la morte di 33 ospiti della struttura durante il lockdown di marzo scorso.
    L’indagine è stata avviata dopo i decessi avvenuti tra marzo e giugno.

Il reato contestato è la  la cooperazione colposa, mediante omissione, in omicidio colposo. Alcuni degli indagati non avrebbero compiuto tempestivamente le azioni necessarie ad impedire la diffusione del contagio da Covid-19 tra gli ospiti della casa. Omissioni che non avrebbero consentito una tempestiva assistenza sanitaria e la somministrazione di terapie.
I vertici della casa di riposo e alcuni dei medici che operavano nel centro, secondo la Procura, avrebbero poi taciuto la presenza dei pazienti contagiati e il rischio della diffusione del contagio.
A due medici del 118 e dell’Asp, invece, la Procura contesta di aver eseguito solo 24 tamponi, nonostante fosse stata segnalata la presenza di 50 anziani con febbre alta e tosse, e di aver sottovalutato l’urgenza di conoscere l’esito degli esami. Indagato anche il dirigente medico dell’ASP di Messina, all’epoca commissario emergenza Covid”: si sarebbe limitato a prescrivere l’isolamento fiduciario degli ospiti presenti nella struttura e non avrebbe fatto immediatamente tamponare il resto degli anziani, né avrebbe evacuato la casa di riposo.

 

Aci Sant’Antonio rinnova il ricordo del sisma del 26 dicembre 2018 : una candela alla finestra

Terremoto, Di Maio a Fleri: “Domani sarà dichiarato lo stato di emergenza”  – LiveUnict

 Caruso:“Anche se non possiamo incontrarci la memoria va coltivata”

La notte fra Natale e Santo Stefano saranno passati 730 giorni dal sisma del 26 dicembre 2018, e sarà passato un anno dalla fiaccolata che lo scorso anno fra le strade della frazione di Santa Maria La Stella ha preso vita per ricordarlo.
Quest’anno le restrizioni dettate dall’emergenza epidemiologica e sanitaria da Covid-19 costringono di fatto a non riunirsi, e una manifestazione come quella del 2019 non sarà possibile, ma l’Amministrazione Comunale, di concerto con il Comitato Sisma Santo Stefano di Aci Sant’Antonio ha deciso ugualmente di fare qualcosa per rinnovare il ricordo: in un video promosso sui canali social nel quale scorrono le immagini della distruzione e quella della ricostruzione, e nel quale viene ricordato che da poco è stato stanziato quasi un milione di euro per 43 famiglie santantonesi, il Sindaco, Santo Caruso, invita la cittadinanza ad accendere una candela, la sera di Santo Stefano, e metterla alla finestra, sul davanzale, per mostrare che la memoria
resiste.
“La memoria va coltivata – ha dichiarato il primo cittadino – e se è vero che, giustamente, non è possibile incontrarsi, è anche vero che il ricordo può essere acceso esattamente come lo scorso anno, con una fiamma, e ognuno può farlo da casa, mostrando all’esterno che la memoria è viva, che noi non dimentichiamo. Perché se è vero che è stato fatto tanto, già all’indomani del sisma, c’è ancora tanto da fare, e chi è stato drammaticamente colpito ha bisogno di sentire che la comunità c’è e che non si è mai voltata dall’altra parte”.

Avvio in Sicilia g.27-500 dosi – Piano di vaccinazioni antiCovid- Obbligatoriamente per i sanitari

 

L’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, commentando sulla distribuzione e il piano di vaccinazione antiCovid ha dichiarato: “Con il governo nazionale si è lavorato molto in queste giornate perché la vaccinazione potesse partire entro la fine dell’anno. Quella del 27 dicembre è una giornata simbolica non solo per l’Italia, ma per tutta l’Europa.

Sanità, la Fials Sicilia: "Soddisfatti per gli interventi annunciati  dall'assessore Razza" - Giornale di Sicilia
    Saranno alcune centinaia le prime dosi che arriveranno. Novemila in tutta Italia, poco più 500 per la nostra regione e quindi ci sarà la possibilità di dare l’avvio a un anno che sarà quello delle vaccinazioni che è molto atteso dai cittadini che hanno un desiderio di ritorno alla normalità”. Lo ha detto, a margine della presentazione dell’iniziativa ‘Sicilia per l’Italia’, l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, commentando l’avvio del piano nazionale di vaccinazione contro il coronavirus.

    “Sappiamo che dobbiamo lavorare molto per spiegare come sia importante la vaccinazione e la campagna vaccinale – ha aggiunto Razza – e il contribuito di ognuno è in questo momento indispensabile”. Su chi saranno i primi a ricevere il vaccino anti covid19, l’esponente del governo regionale siciliano ha osservato: “La fase 1 è stata approvata dal Parlamento nazionale, quindi toccherà agli operatori della sanità,-obbligatoriamente –  chi è negli ospedali, chi lavora più a contatto con i pazienti positivi e coloro i quali sono impegnati nell’emergenza”.
    : “E’ uno sforzo organizzativo che si aggiunge agli sforzi fatti negli ultimi giorni. . La Sicilia è stata l’unica regione in poche ore ad avere un quadro completo di tutti i cittadini rientrati dal Regno Unito nelle ultime settimane. Il 70% di loro aveva già fatto il tampone molecolare prima di arrivare in Sicilia. Tutti gli altri sono stati controllati”.

Tratto in arresto dalle Fiamme gialle boss estortore che minacciava la ” gambizzazione” dei debitori

Palermo, la Guardia di Finanza arresta i fratelli Tuttolomondo, ex  proprietari della squadra rosanero - AMnotizie.it - Quotidiano di  informazione

 

Nell’ambito di attività d’indagine a contrasto della criminalità organizzata, delegate dalla Procura della Repubblica di Catania – Direzione Distrettuale Antimafia, i finanzieri del Comando Provinciale di Catania hanno tratto in arresto, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP presso il locale Tribunale, un noto pregiudicato, appartenente ad un clan di Calatabiano, articolazione territoriale di un altro noto clan .

L’attività investigativa, condotta dai militari del G.I.C.O. del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Catania, ha consentito di accertare che, a fronte del mancato pagamento di una somma di denaro, l’esponente del clan ha compiuto gravissimi atti di intimidazione e violenza a danni di un suo debitore.

In particolare, in un primo momento, il soggetto tratto in arresto unitamente ad altri due sodali, ha più volte minacciato ritorsioni nei confronti del debitore, fino a prospettargli la “gambizzazione” nel caso in cui non avesse onorato il pagamento.

In un secondo episodio di aggressione, avvenuto a luglio del 2019, l’appartenente al clan ha prima investito con l’auto e ha poi violentemente percosso il debitore, causando significative lesioni personali, tra cui un trauma cranico-facciale e un altro trauma al torace e all’addome.

Nel terzo episodio, avvenuto a luglio di quest’anno, sempre il soggetto tratto in arresto ha compiuto, con altri due sodali, un’aggressione con spranga di ferro a danni del debitore, inseguito fino a casa per minacciarlo.

In esito alla complessa attività d’indagine, che ha coinvolto esponenti del clan di Calatabiano, su richiesta di questo Ufficio, il GIP presso il Tribunale di Catania ha emesso nei confronti dell’appartenente al clan un’ordinanza di custodia cautelare.

Disco verde al vaccino Pfizer BionTech dall’Agenzia “Ema”

Un ricercatore in un laboratorio in una foto di archivio © EPA

 

Disco verde dell’Agenzia “Ema” -Comitato scientifico del farmaco Chmp, per il vaccino da distribuire nell’Ue e in Italia. Il Chmp “ha completato la sua rigorosa valutazione di Comirnaty –  concordando sulla conclusione che sono ora disponibili dati sufficientemente solidi sulla qualità, sicurezza e l’efficacia del vaccino, tali da raccomandarne un’autorizzazione condizionata. Si ha insomma, secondo Ema,  un quadro controllato e solido per sostenere le campagne di vaccinazione a livello dell’Ue e proteggere i cittadini dell’Unione”.

Uno studio clinico molto ampio, ricorda l’Ema, ha dimostrato che Comirnaty è efficace nel prevenire Covid a partire dai 16 anni d’età. Il trial ha coinvolto complessivamente circa 44mila persone, a metà delle quali è stato somministrato il vaccino mentre all’altra metà un’iniezione placebo; i partecipanti non sapevano se avevano ricevuto l’uno o l’altro. L’efficacia è stata calcolata in oltre 36mila over 16, inclusi anziani ultra 75enni, che in precedenza non avevano avuto alcun segno di infezione da Sars-CoV-2. E’ emersa una riduzione del 95% del numero di casi Covid sintomatici nei vaccinati (8 su 18.198 hanno mostrato segni di malattia), rispetto al gruppo controllo (162 casi su 18.325). Si è osservata inoltre un’efficacia del 95% circa nei partecipanti a rischio di Covid-19 in forma grave (asmatici, pazienti con malattie polmonari croniche, diabete, ipertensione, obesità).

L’elevata efficacia è stata mantenuta indipendentemente dal genere o dal gruppo etnico. Comirnaty viene somministrato attraverso due iniezioni nel braccio, a distanza di almeno 21 giorni l’una dall’altra. Gli effetti indesiderati più comuni sono stati generalmente lievi o moderati, e si sono attenuati entro pochi giorni dalla vaccinazione. Includevano dolore e gonfiore al sito di iniezione, stanchezza, mal di testa, dolori muscolari e articolari, brividi e febbre.

Si apprende infine che, secondo gli scienziati “ non ci sono evidenze che il vaccino non funzioni contro questa nuova variante del coronavirus Sars-CoV-2“.

Scoperta frode informatica da 120 milioni di euro in cryptovaluta

 

 

Operatori della Polizia postale di Firenze e della Sezione financial cybercrime del Servizio polizia Postale di Roma, in collaborazione con i militari della Guardia di finanza in servizio alla Sezione di polizia giudiziaria della Procura della Repubblica di Firenze, hanno concluso un’indagine ad alto impatto tecnologico, la prima a livello mondiale nel settore delle cryptovalute.

Eseguita la misura cautelare del divieto di esercitare attività d´impresa e di ricoprire uffici direttivi di imprese, emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Firenze, nei confronti di un 34enne amministratore unico di una società italiana che gestisce una piattaforma di scambio di cryptovalute (exchange), ritenuto responsabile di una frode informatica di 120 milioni di euro, di bancarotta fraudolenta e di autoriciclaggio.

L´attività si inquadra in una più ampia strategia finalizzata al contrasto alla criminalità economica ed in particolare degli illeciti arricchimenti attraverso l´utilizzo indebito di piattaforme online e di strumenti informatici.

Cryptovalute

L’indagato è accusato di essere il responsabile di un “buco” di circa 120 milioni di euro sulla piattaforma hackerata Bitgrail, e di aver truffato oltre 230mila risparmiatori.

L’attività investigativa è stata avviata nel febbraio del 2018, a seguito di una denuncia, presentata dall’amministratore unico della piattaforma di exchange, relativa al furto di un´ingente somma della cryptovaluta denominata “Nano” Xrp, per un controvalore di circa 120 milioni di euro, realizzato sfruttando un bug del protocollo Nano ed effettuando illecite transazioni, tutte relative a gennaio 2018.

Nonostante la sua apparente condotta collaborativa, sin dalle prime dichiarazioni l’uomo ha indotto gli investigatori a non escludere un suo coinvolgimento nella vicenda, soprattutto a seguito di dichiarazioni contrastanti e contraddittorie rilasciate da lui stesso e dai suoi soci collaboratori.

Con gli sviluppi dell´attività investigativa, coordinata dal Servizio polizia postale e delle comunicazioni di Roma con il supporto dell´Fbi statunitense, è emerso il coinvolgimento dell´uomo nei reati contestati.

Le indagini hanno dimostrato che le illecite sottrazioni di cryptovaluta sono avvenute in più volte, a partire da giugno 2017, e che il 34enne non le ha impedite consapevolmente,  omettendo di implementare la sicurezza della piattaforma con uno dei metodi disponibili resi noti dal Team Nano developers (società americana creatrice della cryptovaluta), così procurando agli hacker, non ancora individuati, un enorme ingiusto profitto, per l´ammontare di circa 11.500.000 Xrb, equivalenti a circa 120 milioni di euro, danneggiando più di 230.000 persone in tutto il mondo, con l´aggravante di aver commesso i fatti con abuso della qualità di operatore del sistema.

Tenendo aperta la piattaforma nonostante la consapevolezza dei fatti, l’uomo ha continuato ad attrarre nuovi utenti, passati nell´arco di pochi mesi da 70mila a circa 217mila, beneficiando della notorietà dovuta al fatto di essere il primo e unico exchange italiano a trattare Xrb (poi divenuto Nano), approfittando inoltre dell´incremento crescente di valore della cryptovaluta, pur essendo consapevole della mancanza di fondi in Xrb sufficienti alla copertura dei wallets personali delle migliaia di utenti della piattaforma, su scala mondiale, procurando a sé un ingiusto profitto corrispondente ai “profits” ricavati dai depositi e dal trading, in vertiginoso aumento nel periodo intercorrente tra dicembre 2017 e febbraio 2018 proprio in corrispondenza dell´exploit dell´Xrb (Nano) sul mercato.

Gli investigatori, inoltre, attraverso accertamenti informatici e analisi di operazioni bancarie online, accertavano che l´uomo, tre giorni prima della presentazione della denuncia, aveva trasferito sul proprio conto personale, 230 cryptomonete Bitcoin Btc (che al cambio nel periodo di riferimento corrispondeva a circa 1,7 milioni di euro), riconducibili ai clienti della piattaforma di scambio.

Questi valori, nel mese di maggio 2018, sono stati in parte trasformati in moneta legale convertendoli nella somma di euro 514.690, che, successivamente, cercava a più riprese di prelevare, nel tentativo di “svuotare” il conto.

Franco Gabrielli sigla per l’Italia accordo di collaborazione con l’Albania

 

gabrielli albania

 

Firmata dal capo della Polizia Franco Gabrielli, e dal suo omologo albanese Ardi Veliu, una dichiarazione d’intenti fra il Dipartimento della pubblica sicurezza e la Direzione generale della Polizia di Stato della Repubblica di Albania.

Sotto il profilo operativo, si tratta di un altro importante risultato nel consolidato rapporto di collaborazione tra i due Paesi e consente la costituzione di un tavolo tecnico permanente tra i due Capi della Polizia, dedicato alle tematiche strategiche in materia di lotta alla criminalità organizzata e al narcotraffico.

capo polizia albania

Il tavolo tecnico, fortemente voluto anche dall’Ambasciatore d’Italia a Tirana, Fabrizio Bucci, sarà la sede opportuna sia per condividere le nuove esigenze operative sia per approfondire le iniziative da sviluppare, rafforzando così la cooperazione bilaterale di polizia.

La dichiarazione di intenti richiama le disposizioni contenute nell’accordo di cooperazione tra il Governo della Repubblica Italiana e il Consiglio dei Ministri della Repubblica di Albania nella lotta contro la criminalità, firmato a Tirana il 19 giugno 2007, che contempla la possibilità di concordare incontri tra gli organi competenti dei due Paesi per verificare lo stato di attuazione dell’accordo, dei risultati raggiunti e per individuare le successive fasi del programma di collaborazione.

Un lungo legame fra i due Paesi che può contare su una significativa presenza italiana in Albania, in termini quantitativi e qualitativi, attraverso i progetti Ipa e Pameca V e l’Ufficio dell’esperto per la sicurezza, accompagnata da una altrettanto consistente attività operativa, fondata sul costante ed intenso scambio informativo, sulla partecipazione alle squadre investigative comuni e sulla ricerca di latitanti.

Allo stesso modo è il supporto italiano offerto alle Autorità albanesi nel contrasto alla coltivazione delle piante di cannabis, in attuazione del Protocollo operativo del 2012, mediante servizi di sorveglianza aerea dei territori albanesi, con la collaborazione della Guardia di Finanza.

Regione Siciliana e Polo Museale troppo distanti dalle proposte dell’Ordine Architetti

I segreti di Palazzo d'Orleans: la stanza nascosta che smista le  comunicazioni

Nella foto l’interno di una stanza di Palazzo D’Orleans

“QUALITA’: DUE PASSI AVANTI E QUATTRO INDIETRO»

L’Ordine degli Architetti catanesi: «Dopo la brevissima stagione dei concorsi di progettazione, si torna al passato con affidamenti interni e bandi restrittivi»

«Due passi avanti e quattro indietro: avevamo intrapreso con la Regione Siciliana un percorso virtuoso, volto a valorizzare le professionalità in tema di architettura e paesaggismo, ma purtroppo dobbiamo ricrederci alla luce delle ultime scelte fatte in tema di opere pubbliche». Il presidente degli Architetti di Catania Alessandro Amaro fa riferimento a due questioni in particolare: il progetto di restyling dell’area a verde davanti Palazzo d’Orleans, al centro di numerose polemiche; e il nuovo polo museale che nascerà all’interno dell’ex ospedale Vittorio Emanuele di Catania, oggetto di un bando pubblicato proprio in questi giorni per “il restauro, la rifunzionalizzazione e l’allestimento” del padiglione che ospiterà il Museo dell’Etna.

«Nell’ultimo anno siamo riusciti a portare avanti la battaglia legata ai Concorsi di progettazione in due fasi – continua Amaro – che mette finalmente al centro il “progetto”, ampliando la platea dei partecipanti, riducendo i tempi burocratici e garantendo trasparenza nei processi d’affidamento. Basti pensare al Centro Direzionale della Regione Siciliana, che accoglierà tutti gli edifici dell’Amministrazione; e alla Cittadella Giudiziaria del capoluogo etneo, un’opera riuscita, nata da un iter condiviso, che rilancerà l’architettura contemporanea di qualità».

«Adesso invece torniamo indietro nel tempo, con l’affidamento dei progetti agli uffici interni dell’Ente e con bandi restrittivi che aprono le porte solo ai grandi studi, escludendo giovani e professionisti d’eccellenza. Nel primo caso – quello del “Giardino” voluto da Musumeci – con progetti superati che ci catapultano a 40 fa (palle in marmo, catene nere e fontane); nell’altro caso, invece, con un bando che solleva non poche perplessità per le sue “legittime” ma fin troppo specifiche e dettagliate richieste».

Per progettare il nuovo Museo dell’Etna, infatti, si richiede un architetto con Diploma di Specializzazione in Beni architettonici e del paesaggio, che in un solo mese (questo il tempo a disposizione) dovrà produrre 20 schede in formato A3 e 5 tavole in formato A1, un portfolio con curricula (di max 40 pagine!) e una descrizione tecnica illustrativa dettagliata (”azioni e soluzioni da rispettare, ridefinizione degli spazi, percorsi fluidi e avvincenti”), che dovrà praticamente contenere il progetto preliminare: «Requisiti che la stessa Regione non richiede per un analogo bando su Messina: la progettazione della “Cittadella della Cultura” (ex Complesso ospedaliero Regina Margherita)».

«Perché opere di grande valenza estetica e culturale devono finire nel tritacarne? Chiederemo ufficialmente di modificare le procedure – conclude Amaro – per rimettere al centro il progetto e non i progettisti sulla base di requisiti e fatturati. Credevamo fosse una questione ormai superata – già discussa e condivisa in diversi incontri – ma evidentemente non è così. “