Sorpresi a Catania dai Carabinieri gruppo di giovanissimi ,senza cervello,che mettevano pietre e ferro sui binari per esiti tragici dei treni

Banda di giovanissimi mette in pericolo la corsa dei treni e danneggia la stazione ferroviaria
T raccogliere Ammettere binari trenitalia - agriturismoparcodelchiese.it
Catania,
I Carabinieri della Stazione di Grammichele (Catania) hanno denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Catania sei minorenni (tra i quali quattro infraquattordicenni), tutti residenti in un comune del calatino ove frequentano la stessa scuola secondaria di primo grado, gravemente indiziati per i reati di danneggiamento e attentato alla sicurezza dei trasporti.
L’attività di indagine, avviata a seguito della denuncia presentata da un capotecnico della società “Ferrovie dello Stato Italiane – F.S.I.”, secondo cui, alle ore 21 del 18 maggio u.s., il macchinista del treno proveniente da Catania e diretto a Caltagirone, nel rallentare in avvicinamento della stazione ferroviaria di Grammichele era riuscito a fermarlo tempestivamente dopo aver notato la presenza di insolito materiale – idoneo a compromettere la sicurezza del trasporto con il “possibile svio del treno” – posizionato lungo i binari da ignoti. L’immediato intervento di personale specializzato delle F.S.I. ha consentito di sgomberare la sede ferroviaria dal seguente materiale: pietre di grosse dimensioni, materiale ferroso (come cartellonistica stradale preventivamente sradicata dagli alloggiamenti) e rastrelliere di ferro per biciclette.
I Carabinieri della Stazione di Grammichele hanno immediatamente predisposto servizi mirati, finalizzati ad individuare gli autori del reato, e soprattutto ad evitare che un comportamento del genere venisse reiterato con esiti ben più tragici. Così, la notte scorsa, sono stati sorpresi sei minorenni, mentre erano intenti a collocare nuovamente -non si comprendono le ragioni – pietre e tubi di ferro sui medesimi binari. Nella circostanza, alcuni dei predetti giovanissimi sono stati altresì bloccati mentre lanciavano sassi contro la facciata della stazione ferroviaria, danneggiando una finestra precedentemente murata con forati.
Ministero della giustizia | Dettaglio scheda istituto
Foto Casa circondariale di Catania. I magistrati valuteranno i comportamenti delittuosi dei giovani vandali che cercavano la tragicità nella stazione ferroviaria – Archivi Sud Libertà
Dopo aver identificato i giovani e convocato i genitori in caserma, tali comportamenti costeranno adesso molto cari a questi giovani senza controllo alcuno visto che  è stata informata la competente Autorità Giudiziaria per le valutazioni di competenza, mentre sono tuttora in corso gli accertamenti tesi a verificare se gli odierni indagati siano gli stessi responsabili anche dell’evento verificatosi lo scorso 18 maggio.

Con i cani antidroga “Fanda” e “Jachpot” la Finanza scopre un traffico illecito di droga,(54 Kg), armi e riciclaggio

Sequestrati al porto di Civitavecchia 54 chili di droga, armi e oltre 200 mila euro in contanti

Roma,

Oltre 54 chilogrammi di hashish, 210 mila euro in contanti e un’arma da fuoco con relative cartucce sono stati intercettati al porto di Civitavecchia dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma.

Le Fiamme Gialle del Gruppo di Civitavecchia, con l’ausilio del cane antidroga “Fanda”, hanno scovato – occultati all’interno di un autoarticolato proveniente da Barcellona – 4 borsoni contenenti 551 panetti di hashish.

L’autista del veicolo, un Italiano di 70 anni, è stato arrestato per l’ipotesi di reato di traffico di droga. Inoltre, su un carro attrezzi sbarcato da Olbia, grazie al fiuto del cane “Jackpot”, i Finanzieri hanno rinvenuto e sequestrato una pistola calibro 7,65 marca Browning di fabbricazione belga, illegalmente detenuta, 19 cartucce e banconote di vario taglio per oltre 210 mila euro. Anche in questo caso l’autista, un Italiano di 34 anni, è stato arrestato per le ipotesi delittuose di porto illegale di arma e riciclaggio.

Le misure sono state adottate allo stato delle attuali acquisizioni probatorie e, in attesa di giudizio definitivo, vale la presunzione di non colpevolezza.

Le due operazioni, coordinate dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia, rientrano nel più ampio dispositivo di contrasto ai traffici illeciti messo in campo dalla Guardia di Finanza negli scali aeroportuali e portuali di accesso alla Capitale.

 

Ciriaco De Mita, 94 anni, non è più tra noi

Eterno Ciriaco De Mita, Eletto sindaco di Nusco con oltre l'80% - Rai News
Ciriaco De Mita non è più tra noi. Aveva 94 anni – Foto Archivi Sud Libertà

 

 Ciriaco De Mita. Ex premier e segretario della Dc,  94 anni, non è più con noi. Sindaco di Nusco (Avellino) in carica, è deceduto la scorsa notte nella clinica Villa dei Pini di Avellino, dove era ricoverato dal 5 aprile a seguito di un attacco ischemico che l’aveva costretto in un primo momento al ricovero nell’ospedale Moscati. Le sue condizioni si erano aggravate negli ultimi giorni.

Sequestro beni ad imprenditore edile mafioso del Clan “Casalesi”per 6,5 milioni di euro

 

Sequestrati tra Campania e Abruzzo beni per 6,5 milioni di Euro a imprenditore edile

Napoli,

In data odierna, -comunica la Finanza – i Finanzieri del Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata e i Carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale di Napoli hanno eseguito, tra le province di Napoli, Caserta e L’Aquila, un decreto di sequestro di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per un valore di circa 6.500.000 di euro.

Il provvedimento è stato emesso dalla Sezione per le Misure di Prevenzione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, – su richiesta della Direzione distrettuale antimafia della Procura di Napoli – nei confronti di un membro del clan ZAGARIA.

Lo stesso, attualmente detenuto, imprenditore nel campo dell’edilizia, originario di Casapesenna (CE), ma stabilmente domiciliato a Caserta, risulta condannato in via definitiva per associazione mafiosa avendo partecipato all’organizzazione operante nella provincia di Caserta e in altre aree del territorio nazionale, denominata clan dei Casalesi – fazione ZAGARIA, a seguito dell’indagine condotta dal ROS dei Carabinieri denominata SISTEMA MEDEA diretta dalla Procura della Repubblica di Napoli e conclusa il 14 luglio 2015, con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, nei confronti, tra gli altri, del “proposto” per i reati di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione, intestazione fittizia di beni, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, turbata libertà degli incanti, finanziamento illecito a partiti politici ed altri delitti aggravati dalle finalità mafiose.

Le indagini economico-patrimoniali condotte dal G.I.C.O. della Guardia di Finanza hanno consentito di individuare un cospicuo patrimonio in capo allo stesso e ai componenti del proprio nucleo familiare, non giustificato rispetto ai redditi e alle attività economiche dichiarate.

Il sequestro, in particolare, riguarda 33 immobili, di cui 26 ubicati in provincia di Caserta, 6 nella provincia di Napoli e 1 nella provincia de L’Aquila, 4 terreni in provincia di Napoli, 3 società con sede in provincia di Caserta operanti nel settore edile e immobiliare, 5 autoveicoli e rapporti finanziari.

 

Maxoperazione antimafia a Palermo: disarticolati i Clan mafiosi Del Noce e Cruillas

Vertici del mandamento mafioso della Noce in stato di fermo

I 40 anni della polizia di Stato: «cresciuta assieme a Bergamo» - Video - Cronaca, Bergamo
Foto Archivi Sud Libertà

Palermo,

Maxiperazione antimafia a Palermo, la Polizia di Stato smantella i vertici del mandamento mafioso della Noce. Cinque indagati hanno già scontato una condanna.

La Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Palermo ha delegato oggi la Polizia di Stato a dare esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del capoluogo, nei confronti di 9 indagati (di cui 8 in carcere ed 1 agli arresti domiciliari), ritenuti a vario titolo responsabili di associazione di tipo mafioso ed estorsione con l’aggravante del metodo mafioso.

Il provvedimento restrittivo scaturisce da una complessa attività di indagine avviata dalla Squadra Mobile di Palermo e dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine, nel 2020 e coordinata dalla locale Procura della Repubblica –DDA -, che avrebbe consentito di ricostruire l’organigramma delle famiglie mafiose del mandamento della Noce/Cruillas che comprende le famiglie mafiose della Noce, Cruillas/Malaspina ed Altarello.

Le più recenti operazioni condotte dalla Squadra Mobile di Palermo su questo mandamento avevano permesso di disarticolare la struttura organizzativa consentendo l’arresto e la condanna di numerosi affiliati, tra capi e gregari, delle famiglie mafiose che compongono il mandamento.

Cinque gli arrestati sono già stati condannati a vario titolo per l’appartenenza a Cosa Nostra, affiliazione che comporta “l’assoluta accettazione delle regole dell’agire mafioso e conseguentemente la messa a disposizione del sodalizio di ogni energia e risorsa personale per qualsiasi richiesto impiego criminale nell’ambito delle finalità proprie della stessa Cosa nostra, “offrendo a questa un contributo anche materiale permanente, e sempre utilizzabile, già di per sé idoneo a potenziare l’operatività complessiva dell’organizzazione criminale”.

Sarebbe stata così documentata l’ascesa al vertice del mandamento Noce/Cruillas di colui che sarebbe ritenuto l’attuale capo, dopo aver sofferto un lungo periodo di detenzione in carcere. La sua ascesa ai vertici di cosa nostra “sarebbe già stata favorita, negli anni passati, dai fratelli Lo Piccolo, alla presenza dei quali, peraltro, sarebbe stato ritualmente “combinato”, e sempre per volere di questi sarebbe stato, allora, posto a capo del suddetto sodalizio mafioso”, dicono gli inquirenti.

La sua storia criminale- comunicano gli investigatori alla stampa – gli avrebbe permesso così di riorganizzare ed imporre nuove regole all’intero del mandamento, attraverso riunioni che sarebbero state registrate dalla polizia giudiziaria, rese riservate dai partecipanti, secondo un collaudato protocollo di riservatezza, consistente nell’avviarsi, senza telefonino, in lunghe passeggiate lungo le pubbliche vie con i vertici delle altre famiglie mafiose.

La riorganizzazione avrebbe comportato l’ascesa criminale di uomini di sua totale fiducia ed il contestuale ridimensionamento di quelli ritenuti nel mirino delle forze dell’ordine. L’indagine avrebbe evidenziato “alcuni soggetti di vertice dell’organizzazione tra cui colui che avrebbe assunto il controllo della cassa della famiglia acquisendone direttamente la gestione (“u vacilieddu”), nella sua strategia rientrerebbe la presunta estensione a tappeto delle estorsioni, con imposizione del pizzo a tutti gli esercizi commerciali, strategia questa criticata da alcuni affiliati poiché sarebbero state coinvolte attività di poco conto e ciò avrebbe creato malcontento”.

 

Catania: mercoledì 25 maggio seduta comunale sui regolamenti occupazioni suolo pubblico e dehors

mUNICIPIO

Catania,

I regolamenti per le occupazioni di suolo pubblico per ristoro all’aperto e dehors, per la gestione delle sponsorizzazioni del Comune di Catania e la concessione del patrocinio sono i primi punti all’ordine del giorno della seduta del Consiglio comunale che il presidente Giuseppe Castiglione ha convocato, in aula consiliare, per mercoledì 25 maggio alle ore 19.
Al vaglio dell’Aula, dopo l’apertura con le comunicazioni di presidente e consiglieri e l’approvazione dei verbali, ci sono diversi altri argomenti: l’autorizzazione alla  Acoset S.p.A., società in house, per l’acquisizione di una partecipazione nella “Catania Acque S.p.A” società costituita in vista dell’affidamento del Servizio Idrico Integrato nell’Ato Catania; la nomina del liquidatore del Fondo di assistenza e previdenza per il personale della Polizia municipale; le azioni di contrasto alla diffusione epidemiologica del Covid-19 nelle strutture comunali – variazione del bilancio 2021/2023, competenza 2022.
In trattazione anche le delibere su: mercati storici “Piazza Carlo Alberto”, “Pescheria” e “Mercato dei Fiori” – riperimetrazione;
mercati rionali Città di Catania – Montessori, Monte Po, Barriera del Bosco, S. Giorgio, Librino, Picanello, Piazza Eroi d’Ungheria, Canalicchio, S.G. Galermo, piazza S. Pio X, Cibali, Villaggio S. Agata – riperimetrazione;
regolamento procedure sanzionatorie amministrative;
fondo perequativo degli enti locali, conferma delle agevolazioni previste da delibera di Giunta municipale del  2021, ratifica della scheda (Alleg. 2) come da intesa con la Regione Siciliana;
approvazione del Programma Triennale delle Opere Pubbliche 2022-2024 e dell’Elenco annuale dei lavori per l’anno 2022;
adozione regolamento dei servizi cimiteriali e funebri di polizia mortuaria;
riconoscimento legittimità debito fuori bilancio relativo all’esecuzione di sentenze, giuste ordinanze del Tribunale civile di Catania, per pagamento a diverse famiglie delle spese di giudizio del servizio di assistenza per l’autonomia e la comunicazione in favore di alunni con disabilità delle scuole dell’infanzia, le scuole primarie e secondarie di primo grado;
ratifica deliberazione di Giunta comunale n.40 del 2022, avente per oggetto: variazione al bilancio di previsione 2021/2023, competenza 2022, Pon Metro 14-20, Poc Metro 14-20, Po Fers Sicilia 2014/2020 (Agenda Urbana);
approvazione regolamento di contabilità in attuazione dell’armonizzazione degli schemi e dei sistemi contabili previsti da decreto legislativo del 2011.

Asìa Napoli: entro fine anno il piano Industriale e il piano assunzioni giovani

Il numero dei disoccupati è sceso dai 30.000 d'inizio 2021 a 17.000. Il nuovo numero di Mercato del lavoro news analizza lo sviluppo della disoccupazione legato alla pandemia. Nella foto la sede del Centro di mediazione al lavoro di Bolzano (Foto: ASP)
la Sicilia detiene il più alto numero di disoccupati in Italia Segue la Campania, Napoli

Napoli,

Lungo confronto ieri, in commissione Ambiente, presieduta da Carlo Migliaccio, con l’assessore Paolo Mancuso e l’amministratore unico di Asìa Domenico Ruggiero.

All’ordine del giorno il futuro Piano industriale dell’azienda e il fabbisogno del personale, ma sono state discusse anche le tante criticità connesse all’igiene urbana, segnalate dai consiglieri intervenuti: la gestione delle campane per la raccolta degli abiti usati – su cui è intervenuta Alessandra Clemente (Misto) – non funziona e si richiede una nuova governance per evitare le scene di accaparramento che si registrano quotidianamente in prossimità dei cassonetti; per Aniello Esposito (PD) nella zona orientale, contrariamente a quanto promesso quando si decise di collocarvi il sito di compostaggio, ancora ci sono strade sporche e maleodoranti, il servizio di raccolta è fallimentare; per Maria Grazia Vitelli (PD) vanno affrontate criticità specifiche, come i rifiuti da street food e il recente cambio di campane per la differenziata nella Municipalità V e il servizio di raccolta dei cartonati nelle aree di maggiore presenza commerciale; per Rosario Andreozzi (Napoli solidale Europa verde) serve un lavoro vero sul Piano industriale e sui costi dei servizi che l’azienda offrirà, censire i grandi evasori garantendo le fasce più deboli, per un servizio realmente all’altezza di una città normale; Salvatore Flocco (Movimento 5 Stelle) ha ricordato la necessità di vigilare sugli appalti esterni di Asìa e sul rispetto delle norme stradali da parte dei mezzi di raccolta e sull’area di trasbordo dei rifiuti in prossimità dell’aeroporto; bisogna puntare alla creazione di una vera azienda di igiene urbana, ha proposto Toti Lange (Misto), solo così si può chiudere il ciclo integrato dei rifiuti a Napoli, una città oggettivamente sporca, che può essere riqualificata attraverso una attenta analisi dei flussi in entrata, un rinnovato rapporto con i territori e con le associazioni di categoria dei commercianti; infine, per andare concretamente incontro ai bisogni dei cittadini, potrebbero essere istituiti alcuni servizi extra a prezzi calmierati. Massimo Cilenti (Napoli Libera) ha ricordato i problemi di gestione dei rifiuti e dell’igienizzazione nelle aree periferiche della città, che hanno necessità specifiche da affrontare con un Piano industriale serio, che analizzi entrate e uscite tenendo conto del reale fabbisogno di personale dell’azienda; per Massimo Pepe (Azzurri Noi Sud Napoli Viva), bisogna fornire risposte chiare ai cittadini, intervenendo anche sullo snellimento delle procedure amministrative; per Gennaro Acampora (PD) vanno riorganizzati i distretti, con la rotazione dei responsabili, e avviata una nuova politica di incentivazione della produttività dei lavoratori.

L’amministratore unico di Asìa, Domenico Ruggiero, ha spiegato che è dal personale che l’azienda deve necessariamente ripartire. Entro la prima decade di giugno sarà bandito il concorso per 650 assunzioni nel triennio 2022 – 2024; tra queste, le assunzioni dei 242 lavoratori ex bacino CUB.

Chiariti i requisiti di accesso al concorso: occorrerà il diploma di scuola media inferiore e non verrà attribuito alcun punteggio aggiuntivo ai titoli di studio superiori. Dopo questo primo passo sarà possibile elaborare, entro fine anno, un Piano industriale con una visione di ampio respiro, che porti l’azienda a essere ‘smart’, con costi abbattuti e un netto miglioramento del servizio.

L’assessore Mancuso ha definito la questione rifiuti in città un terreno complesso, serve un salto culturale che porti il Piano industriale ad agire in base alle necessità dei territori e non delle risorse disponibili, completando con il riciclo il percorso del rifiuto in un’ottica metropolitana.

 

V I D E O –

La Finanza individua lavoratori in “nero” filmati da un drone

 

 

Lavoratori in nero individuati grazie all'ausilio di un drone

 

 

Per garantire la legalità nelle lavorazioni agricole, interessate da una fase di particolare operosità, i Finanzieri del Comando Provinciale di Pordenone e i Funzionari dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Pordenone-Udine hanno effettuato, tra San Vito al Tagliamento e Morsano al Tagliamento, una serie di interventi “sui campi”, rintracciando, in sole 4 aziende agricole, ben 23 lavoratori “in nero”.

I controlli hanno preso spunto dalle indicazioni pervenute, a livello centrale, sia dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che dal Comando Generale della Guardia di Finanza, confermate e supportate, a livello locale, da quelle impartite dal Prefetto di Pordenone, che, sul tema, aveva indetto uno specifico tavolo di confronto affidando la regìa delle attività alla Guardia di Finanza ed all’Ispettorato del Lavoro.

L’intensificazione delle lavorazioni agricole, calendarizzate in base alle stagioni, richiede, infatti, nei periodi di punta, un fabbisogno di manodopera difficilmente risolvibile con risorse locali, affrontato, in tempi recenti, affidando le fasi di semina, potatura, impianto e raccolta alle sempre più numerose imprese che propongono “servizi connessi all’agricoltura”. Queste realtà, gestite da stranieri, riescono, infatti, a reclutare – spesso tra i loro connazionali, in genere privi di specifiche abilità professionali – i lavoratori necessari a soddisfare le esigenze delle aziende locali. Per vincere, però, la loro stessa concorrenza, sono costrette ad abbattere sempre più il costo orario della manodopera, inquinando il mercato del lavoro a favore di un profitto, per loro, comunque marginalmente basso, ma a completo svantaggio degli attori più deboli e bisognosi della filiera: i lavoratori stessi.

Dopo una breve fase di studio della realtà locale, le Fiamme Gialle del Friuli Occidentale hanno, quindi, individuato – grazie all’impiego di un drone ed alla conoscenza del territorio – gli appezzamenti di terreno sui quali era evidente una diffusa presenza di lavoratori intenti nelle lavorazioni agricole tipiche di questa stagione: la messa in campo delle barbatelle, la coltivazione d’uva e la raccolta degli asparagi. La bontà della selezione, confermata dalla successiva elaborazione dei dati, è stata, quindi, tradotta in pratica, con l’effettuazione, in due giornate, di 4 controlli “sui campi”, eseguiti, assieme ai Funzionari dell’Ispettorato del Lavoro, cinturando le aree e provvedendo all’identificazione integrale di tutti i lavoratori presenti.

Gli interventi hanno permesso di individuare 4 aziende agricole, di cui una con il 100% di lavoratori in nero (7 su 7) ed altre 3 con un rapporto irregolari/lavoratori complessivi di molto superiore al 50% (7 su 13; 5 su 8 e 4 su 7). Per tutte e 4, superata la soglia del 10% di irregolari sui lavoratori complessivi, è stata, in ogni caso, disposta la sospensione dell’attività. In particolare, tra i lavoratori irregolari, 4 sono risultati “richiedenti asilo” e 3, denunciati alla Procura della Repubblica di Pordenone, immigrati clandestini.

Il loro datore di lavoro, un italiano, è stato anch’egli segnalato all’Autorità Giudiziaria per impiego di manodopera priva di permesso di soggiorno. La sanzione per l’impiego di lavoratori in nero – riconteggi dei contributi previdenziali ed assicurativi a parte – è pari a 1.800 € per risorsa, maggiorati del 20% in caso di assunzione di lavoratori stranieri clandestini o richiedenti asilo. I due interventi confermano come, anche nella Destra Tagliamento, la guardia sulla legalità nelle lavorazioni nei campi non possa essere abbassata, attesa l’evidente, perdurante, convinzione che l’impiego di manodopera in nero – in danno ed a totale scapito, prima, delle persone in stato di bisogno e, poi, dell’Erario – generi un profitto tale da rendere accettabile il rischio di subire un controllo.

La tecnologia, indispensabile per selezionare gli obiettivi, si è rivelata,- dicono i finanzieri – in questo caso, fondamentale per individuare, con speditezza, i campi maggiormente affollati. L’attività, in ogni caso, oltre a confermare la stretta sintonia tra i due organi di controllo, continuerà, con cadenza regolare, verso le aree interessate dalle diverse colture stagionali.

 

 

Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell’iniziativa dal titolo “La memoria di tutti. L’Italia, Palermo trent’anni dopo”, promossa dalla Fondazione Giovanni e Francesca Falcone

 

Palermo – Il Presidente Sergio Mattarella con Maria Falcone, Presidente della Fondazione Falcone, in occasione dell’intervento all’iniziativa dal titolo “La memoria di tutti, Palermo 30 anni dopo”, oggi 23 maggio 2022.
(Foto di Paolo Giandotti – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

 Palermo, 23/05/2022 (II mandato)

Sono trascorsi trent’anni da quel terribile 23 maggio quando la vita della nostra Repubblica sembrò fermarsi come annientata dal dolore, dalla paura.

Il silenzio assordante dopo l’inaudito boato rappresenta in maniera efficace il disorientamento che provò il Paese di fronte a quell’agguato senza precedenti, in cui persero la vita Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani.

Del tutto al contrario di quanto avevano immaginato gli autori del vile attentato, allo smarrimento iniziale seguì l’immediata reazione delle Istituzioni democratiche.

Il dolore e lo sgomento di quei giorni divennero la drammatica occasione per reagire al violento attacco sferrato dalla mafia; a quella ferocia la nostra democrazia si oppose con la forza degli strumenti dello Stato di diritto.

Altrettanto significativa fu la risposta della società civile, che rifiutò di subire quella umiliazione e incoraggiò il lavoro degli investigatori contribuendo alla stagione del rinnovamento.

Poc’anzi notavamo con il Presidente della Camera, che neanche questo la mafia aveva previsto. Come non aveva preventivato il movimento culturale che, a partire da quei giorni, ha animato il Paese, trasformando questa dolorosa ricorrenza in un’occasione di crescita continua per promuovere nuove forme di cittadinanza attiva.

Per questo vorrei ringraziare, in particolare, Maria Falcone, che – con la Fondazione che presiede – si adopera affinché la memoria di Giovanni Falcone e del suo sacrificio non sollecitino soltanto un ricordo ma contribuiscano ad alimentare l’impegno per l’affermazione dello Stato di diritto anzitutto nella società civile.

Nel 1992 Giovanni Falcone e Paolo Borsellino vennero colpiti perché, con professionalità e determinazione, avevano inferto colpi durissimi alla mafia, con prospettive di ulteriori seguiti di grande efficacia, attraverso una rigorosa strategia investigativa capace di portarne allo scoperto l’organizzazione.

La mafia li temeva per questo: perché capaci di dimostrare che non era imbattibile e che lo Stato era in grado di sconfiggerla attraverso la forza del diritto.

Onorare oggi la memoria di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino vuol dire rinnovare quell’impegno, riproponendone il coraggio e la determinazione. L’impegno contro la criminalità non consente pause né distrazioni.

Giovanni Falcone diceva che «l’importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio ma incoscienza».

Agiva non in spregio del pericolo – come poc’anzi ha detto Maria Falcone – o alla ricerca di ostentate forme di eroismo bensì nella consapevolezza che l’unico percorso possibile fosse quello che offre il tenace perseguimento della legalità, attraverso cui si realizza il riscatto morale della società civile.

La fermezza del suo operato nasceva dalla radicata convinzione che non vi fossero alternative al rispetto della legge, a qualunque costo, anche a quello della vita. Con la consapevolezza che in gioco fosse la dignità dei compiti rivestiti, delle funzioni attribuite e la propria personale dignità.

Coltivava il coraggio contro la viltà, frutto della paura e della fragilità di fronte all’arroganza della mafia. Falcone non si abbandonò mai alla rassegnazione o all’indifferenza ma si fece guidare senza timore dalla “visione” che la sua Sicilia e l’intero nostro Paese si sarebbero liberati dalla proterva presenza della mafia.

Questa “visione” gli conferiva la determinazione per perseguire con decisione le forme subdole e spietate attraverso le quali si manifesta l’illegalità mafiosa.

Falcone era un grande magistrato e un uomo con un forte senso delle istituzioni. Non ebbe mai la tentazione di distinguere le due identità perché aveva ben chiaro che la funzione del magistrato rappresenta una delle maggiori espressioni della nostra democrazia e, in qualunque ruolo, ha sempre inteso contribuire, con competenza e serietà, all’affermazione dello Stato di diritto.

La portata della sua eredità è resa evidente anche dalle modalità della celebrazione di oggi, attraverso la quale viene rinnovato l’impegno contro la mafia.

Poco meno di tre settimane fa, qui a Palermo, presso l’aula-bunker, ha avuto luogo la sessione conclusiva della Conferenza dei Procuratori europei, dedicata alla commemorazione di Falcone. È stato un omaggio di alto significato perché fu il primo ad intuire e a credere nel coordinamento investigativo sia nazionale sia internazionale, quale strumento per far emergere i traffici illeciti che sostenevano economicamente le mafie.

Insieme a Paolo Borsellino avviarono un metodo nuovo d’indagine, fondato sulla condivisione delle informazioni, sul lavoro di gruppo, sulla specializzazione dei ruoli; questo consentì di raggiungere risultati giudiziari inediti, ancorati ad attività istruttorie che poggiavano su una piena solidità probatoria.

Le visioni d’avanguardia, lucidamente “profetiche”, di Falcone non furono sempre comprese; anzi in taluni casi vennero osteggiate anche da atteggiamenti diffusi nella stessa magistratura, che col tempo, superando errori, ha saputo farne patrimonio comune e valorizzarle.

Anche l’ordinamento giudiziario è stato modificato per attribuire un maggior rilievo alle obiettive qualità professionali del magistrato rispetto al criterio della mera anzianità, non idoneo a rispondere alle esigenze dell’Ordine giudiziario.

Le esperienze innovative di quegli anni si sono tradotte, all’indomani dei drammatici attentati, in leggi che hanno fatto assumere alla lotta contro la mafia un livello di incisività ed efficacia mai raggiunto fino ad allora.

Con la determinazione di fare giustizia, facendo prevalere il diritto, ripristinandolo. Per consentire alle persone pienezza di libertà e maggiori opportunità di futuro contro la presenza delle mafie che ne ostacola e talvolta ne impedisce l’effettiva libertà.

Da queste drammatiche esperienze si dovrebbe trarre un importante insegnamento per il futuro: evitare di adottare le misure necessarie soltanto quando si presentano condizioni di emergenza.

È compito delle Istituzioni – di tutte le Istituzioni – prevedere e agire per tempo, senza dover attendere il verificarsi di eventi drammatici per essere costretti a intervenire.

È questa consapevolezza che dovrebbe guidare costantemente l’azione delle Istituzioni per rendere onore alla memoria dei servitori dello Stato che hanno pagato con la vita la tutela dei valori su cui si fonda la nostra Repubblica.

Con la stessa consapevolezza stiamo affrontando una stagione difficile, dolorosa, segnata prima dalla pandemia e poi dalla guerra nel cuore d’Europa, che sta riproponendo quegli stessi orrori di cui l’Italia conserva ancora il ricordo e che mai avremmo immaginato che si ripresentassero nel nostro Continente.

Ancora una volta sono in gioco valori fondanti della nostra convivenza.

La violenza della prevaricazione pretende, nella nostra Europa, di sostituirsi alla forza del diritto.

Con tragiche sofferenze per le popolazioni coinvolte e per quelle che, da remoto, patiranno le conseguenze del conflitto. Con grave pregiudizio per il sistema delle relazioni internazionali e per le prospettive di sviluppo delle condizioni dell’umanità.

Il ripristino degli ordinamenti internazionali, anche in questo caso, è fare giustizia. Porre cioè la vita e la dignità delle persone al centro dell’azione della comunità internazionale.

Raccogliere il testimone della “visione” di Giovanni Falcone significa affrontare con la stessa lucidità le prove dell’oggi, perché a prevalere sia – ovunque, in ogni dimensione – la causa della giustizia; al servizio della libertà e della democrazia.

Domani- 22- Festa di S. Rita, festa del popolo, per l’ascolto di cui ha bisogno, e benedizione delle rose

 

Foto quadrata di Santa Rita da Cascia

Una festa di tutti  che, in tutto il mese di maggio, si recano  al Santuario di Cascia da ogni angolo del mondo per partecipare agli eventi ritiani, fermarsi accanto all’urna della Santa e parlarLe di una possibile “grazia” o intercessione familiare

 

A ricordo della vita familiare di Rita, vissuta cristianamente con semplicità e laboriosità, numerose famiglie partecipano alla festa, ricevendo in dono una pergamena ricordo ed una rosa.

LA  PREGHIERA AL POPOLO UCRAINO E ALLE PERSONE CHE SOFFRONO

La  preghiera del 22 maggio, andrà in particolare al popolo ucraino e a tutti quelli che soffrono per le guerre, perché sia fatta la pace, dovere e diritto di ognuno di noi. Che l’amore di Rita tocchi ovunque i cuori di coloro che hanno bisogno di una carezza, di conforto e coraggio, e doni la libertà del dialogo col prossimo e con Dio a chi è prigioniero dell’odio, per sé e gli altri”. Questo è il messaggio e la sintesi di Suor Maria Rosa Bernardinis, Madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia, che con la Comunità agostiniana e il Comune di Cascia si prepara alla festa della santa.

La Chiesa di SRita di Catania
Novena.
Nove giorni per prepararsi alla festa del 22 maggio. Al termine di ogni celebrazione in Basilica, i fedeli possono avvicinarsi all’urna d’argento e cristallo che custodisce il corpo di Rita.La domenica di maggio che precede la festa – Processione dello Stendardo
La processione, oggi chiamata “dello Stendardo”, fu istituita dal Comune di Cascia nel 1731 per ringraziare l’allora beata Rita della sua protezione sulla città in occasione del terremoto del 1730. Nel tempo, nella processione fu portato anche lo “Stendardo processionale”, fatto dipingere dal Comune di Cascia nel 1614, che si portava in processione il 22 maggio festa della Santa. In questo, è raffigurato l’ingresso di Rita nel monastero agostiniano di Santa Maria Maddalena, in un lato, e la santa in atto di ricevere la stimmate, nell’altro.


20 Maggio

Presentazione Riconoscimento Internazionale Santa Rita.
Ogni anno, un importante personaggio dell’informazione mediatica presenta alla comunità, le donne protagoniste del Riconoscimento, che mira a individuare le donne di oggi “portatrici del messaggio ritiano nel mondo”.

21 Maggio

Riconoscimento Internazionale Santa Rita.
Le donne protagoniste del prestigioso riconoscimento ricevono una pergamena che attesta la loro opera di donne ritiane, che si sono distinte, cioè, per aver contribuito a portare il dialogo e la pace, ai nostri giorni. Il Riconoscimento Intemazionale Santa Rita da Cascia è stato istituito nel 1988 dal Comune di Cascia per mettere in risalto il fatto che anche oggi vi sono persone che vivono i valori del perdono, di pace, di solidarietà, di dedizione, di fede, di amore, già incarnati dalla umile donna di Roccaporena di Cascia.

Transito di Santa Rita.
La cerimonia liturgica del Transito ricorda la morte di Rita: il momento in cui la sofferenza della donna si trasforma in pace e il suo nome entra nella storia.

Fiaccola.
Ogni anno Cascia rivive la tradizione della sera in cui furono in tanti, ad accorrere al monastero per accompagnare Rita nel suo ritorno al Padre. Migliaia di fiammelle accese creano uno spettacolo unico, mentre un atleta giunge con la fiaccola sul sagrato della Basilica. La fiaccola viene così consegnata al rappresentante della Città gemellata con Cascia, che accende il tripode votivo.

22 Maggio

Preghiera a santa Rita da Cascia per una causa impossibile -

Corteo Storico.
Si tratta della rievocazione in costume della vita di Rita e della gente del suo tempo. Ogni pellegrino sembra riconoscersi in uno dei figuranti che rappresentano Rita, nelle vesti di figlia, moglie, madre, vedova e suora, ma anche il popolo di Rita, la gente comune, la stessa che tutti gli anni inonda i portici, i vicoli e le piazze di Cascia.

Pontificale.
Solenne Celebrazione liturgica in onore di Santa Rita.

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Benedizione delle rose.
A chiusura del Pontificale, i numerosi pellegrini presenti alzano verso il cielo le rose, quasi a voler raccogliere quanta più grazia possibile dalla benedizione fatta dal celebrante, così da condividerla, al ritorno a casa, con la famiglia e le persone più care. 

Maggio  2022 –Programma nella Chiesa SRita di Catania (Padre  Gianni Perni)

  1 Domenica S. Giuseppe lavoratore 9,15  Lodi  e   S. Messa
  2 Lunedì S. Atanasio vescovo e m. 17,15   Rosario -Vespri 18   S. Messa Coroncina alla Madonna
  3 Martedì SS. Filippo e Giacomo 17,15   Rosario -Vespri 18   S. Messa
  4 Mercoledì 17,15   Rosario -Vespri 18   S. Messa
  5 Giovedì 13° Giovedì S. Rita 17,15   Rosario -Vespri 18   S. Messa
  6 Venerdì 17,15   Rosario -Vespri 18   S. Messa
  7 Sabato 17,15   Rosario -Vespri 18   S. Messa
  8 Domenica 9,15  Lodi  e   S. Messa
  9 Lunedì 17,15   Rosario -Vespri 18   S. Messa
10 Martedì 17,15   Rosario -Vespri 18   S. Messa
11 Mercoledì 17,15   Rosario -Vespri 18   S. Messa
12 Giovedì 14° Giovedì S. Rita 17,15   Rosario -Vespri 18   S. Messa
13 Venerdì B. M. Vergine di Fatima 17,15   Rosario -Vespri 18   S. Messa
14 Sabato S. Mattia apostolo 17,15   Rosario -Vespri 18   S. Messa
15 Domenica 9,15  Lodi  e   S. Messa
16 Lunedì 17,15   Rosario -Vespri 18   S. Messa  per  i  defunti
17 Martedì Pulizia chiesa 17,15   Rosario -Vespri 18   S. Messa
18 Mercoledì 17,15   Rosario -Vespri 18   S. Messa   con Unzione degli Infermi
19 Giovedì 15° Giovedì S. Rita 17 Adorazione Eucarist. 18   S. Messa
20 Venerdì 17 Via crucis di S. Rita 18   S. Messa
21 Sabato 17,15 Preghiera d. Transito 18   S. Messa
22 Domenica S. Rita da Cascia 6  S. Messa Processione in chiesa per offerta delle  rose  e per preghiere a S. Rita 21 chiusura della chiesa
23 Lunedì 9,30 e 11  S. Messa 17,15   Rosario -Vespri 18   S. Messa
24 Martedì B. M. V. Ausiliatrice 17,15   Rosario -Vespri 18   S. Messa
25 Mercoledì 17,15   Rosario -Vespri 18   S. Messa
26 Giovedì S. Filippo Neri 17,15   Rosario -Vespri 18   S. Messa
27 Venerdì 17,15   Rosario -Vespri 18   S. Messa
28 Sabato 17,15   Rosario -Vespri 18   S. Messa
29 Domenica Ascensione del Signore 8S. Rita 9,30  e  11  S. Messa 17,15   Rosario -Vespri 18   S. Messa Dedicazione della Chiesa
30 Lunedì Pellegrinaggio Mompileri 17,15   Rosario -Vespri 18   S. Messa
31 Martedì Visitazione B.Maria V. 17,15   Rosario -Vespri 18   S. Messa

AVVISO SACRO   di  Padre Mons. Gianni Perni,  reperibile: ore 09.00 – 13.00 in curia, Via V. Emanuele, 159 tel. 095 2504327(Ufficio Scolastico) ore 16.00 – 19.00 in chiesa S. Rita