Terme di Sciacca: denunciati tredici giovani che “per noia o puro divertimento”- danneggiavano la struttura termale

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Tredici giovani, tutti di età compresa tra i 15 ed i 19 anni, sono stati identificati dal nucleo dei Carabinieri quali “responsabili di una serie di raid vandalici e danneggiamenti avvenuti negli ultimi mesi nei locali delle Terme di Sciacca.    Per loro  è scattata la denuncia dei carabinieri all’autorità Giudiziarie per il reato di danneggiamento -vandalismo aggravato in concorso.

Con le numerose telecamere e visione dei filmati assieme alle indagini condotte dai militari dell’Arma mediante numerosi appostamenti presso la struttura termale, i m ilitari sono risaliti  all’identità degli autori di almeno una decina di atti vandalici.

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A compiere i raid – informano gli investigatori -sarebbe stato un nutrito gruppo di ragazzi giovanissimi, tutti incensurati, di varia estrazione sociale. “Per puro divertimento o forse per noia, utilizzando anche mazze o martelli, avrebbero seriamente danneggiato i dalle porte ai vetri, agli infissi, ad alcuni mobili e finanche alcune apparecchiature mediche – provocando ingenti danni al bene pubblico”

 

Si ripropone la sfida tra Magistratura-Patronaggio- e Politica -Salvini. Il magistrato di Agrigento dispone lo sbarco di tutti i 47 migranti della nave Sea Watch 3

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Si ripropone la sfida tra il Procuratore capo di Agrigento Luigi Patronaggio e il Ministro dell’Interno Matteo Salvini. Stavolta il magistrato sembra avere un potere -giudiziario- più imponente o più forte dei poteri-politici- del Viminale.   Su disposizione infatti della Procura di Agrigento la nave Sea Watch 3 dal porto di Lampedusa si trasferirà a Licata .

La Procura della Repubblica di Agrigento ha disposto il sequestro della nave e lo sbarco immediato dei migranti.     Nei guai il comandante Arturo Centore, iscritto nel registro degli indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il provvedimento è stato notificato dalla Guardia di finanza, contestualmente alla notifica del sequestro probatorio. Ormai sembra che le disposizioni del ministro Salvini si dissolvano come neve al sole.

“Sequestro probatorio per violazione dell’articolo 12 del testo unico dell’Immigrazione – ha spiegato il famoso Procuratore capo di Agrigento: Luigi Patronaggio – Il mezzo navale è stato posto a disposizione di questa Procura che ne ha disposto, previo sbarco dei migranti, il trasferimento sotto scorta nel porto di Licata. I migranti posti in salvo saranno affidati a personale della Questura di Agrigento per la identificazione e per i necessari atti di polizia giudiziaria. Le indagini proseguiranno sia per l’individuazione degli eventuali trafficanti di esseri”. I primi due immigrati a scendere sono stati un disabile e una donna incinta. Gli altri, a piccoli gruppi, sui gommoni della Capitaneria di porto.   Il ministro Salvini -sappiamo – è infuriato ma adesso anche impotente a rettificare la situazione di protagonismo della magistratura

Agrigento: ucciso un ragazzo di 22 anni

Omicidio nella tarda serata di ieri ad Alessandria della Rocca, piccolo centro dell’agrigentino, dove un ragazzo di 22 anni, Vincenzo Busciglio, è stato ucciso a coltellate, con ogni probabilità, al culmine di una lite avvenuta nella piazza del paese.

Il giovane è morto in ospedale a Ribera dove è stato trasportato dopo il ferimento. Sono in corso indagini dei carabinieri che hanno interrogato per tutta la notte alcuni giovani. Secondo quanto si apprende, all’alba di oggi un ragazzo di appena 18 anni sarebbe in stato di fermo. L’inchiesta è coordinata dalla Procura della Repubblica di Sciacca.

IL BLITZ Mafia e droga, la Procura di Palermo mette in ginocchio le cosche di Agrigento

 

Arrestati capo ultras della Juventus, il nuovo reggente e altri 32

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AGGIORNAMENTO A  SEGUITO DELLA SENTENZA DI ASSOLUZIONE DI SALVATORE GANGI- VEDASI NOTA DELL’AVV.GIUSEPPINA GANGI  E NOTA DEL DIRETTORE DI SUD LIBERTA’ RAFFAELE LANZA PUBBLICATA IN DATA 8 MAGGIO 2021    –  L’EX IMPUTATO  GANGI RISULTA PERTANTO ESTRANEO ALLE ACCUSE CONTESTATE-     TALE NOTA SI PUBBLICA PERCHE’ NEL “BILANCIAMENTO DEGLI INTERESSI DELLE PARTI, E’ PREVALENTE -AI FINI DELLA CONSERVAZIONE NELL’ARCHIVIO DI SUD LIBERTA’-  IL DIRITTO DI CRONACA”
Nel riquadro Andrea Puntorno, noto capo ultras della Juve

Disco rosso alla Mafia di  Palermo e in Calabria. Il personale della Dia ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dalla Dda di Palermo, nei confronti di 32 persone tra Agrigento, Palermo, Trapani, Catania, Ragusa, Vibo Valentia e Parma.

I reati contestati dai magistrati in questa Operazione denominata Kerkent sono di associazione mafiosa, partecipazione e concorso in associazione per delinquere finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti, aggravata dal metodo mafioso, detenzione abusiva di armi, sequestro di persona a scopo di estorsione aggravato e danneggiamento mediante incendio.

L’operazione è stata coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Palermo, ha permesso di disarticolare un’associazione per delinquere con base operativa ad Agrigento e ramificazioni, in particolare, nel palermitano ed in Calabria, dedita all’organizzazione sia degli aspetti operativi che di quelli logistici di un’intensa attività di traffico di sostanze stupefacenti, attraverso uno strutturato gruppo criminale armato.

Ecco le persone destinatarie del provvedimento del Giudice: James Burgio, 25 anni di Porto Empedocle, inteso “Jenny”; Salvatore Capraro, di Villaseta (Agrigento) 19 anni; inteso “Ascella”; Angelo Cardella, 43 anni di Porto Empedocle; Marco Davide Clemente, 25 anni di Palermo inteso “Persicheddra”; Fabio Contino, 20 anni di Agrigento;  Sergio Cusumano,56 anni di Agrigento; Alessio Di Nolfo, 33 anni di Agrigento; Francesco Di Stefano, 43 anni di Porto Empedocle, detto “Francois”; Daniele Giallanza, 47 anni di  Palermo inteso “Franco”; Eugenio Gibilaro, 45 anni di Agrigento; Angelo Iacono Quarantino, 24 anni di Porto Empedocle; Pietro La Cara, 42 anni di Palermo,  inteso “Pilota’ o “Corriere”; Domenico La Vardera, 38 anni,   inteso “Mimmo”; Francesco Luparello, 45 anni di Realmonte; Domenico Mandaradoni, 31 anni di Tropea e residente a Francica; Antonio Massimino, 51 anni diAgrigento;  Gerlando Massimino, 31 anni di Agrigento; Saverio Matranga, 41 anni di Palermo; Antonio Messina, 61 anni di Agrigento inteso “Zio Peppe”; Giuseppe Messina, 38 anni di Agrigento; Messina Valentino, 56 anni di Porto Empedocle; Liborio Militello, 58 anni di Agrigento; Gregorio Niglia, nato Tropea e residente a Briatico, 36 anni; Andrea Puntorno, 42 anni di Agrigento; Calogero Rizzo, 49 anni di Raffadali; Francesco Romano, 33 anni nato a Vibo Valentia e residente a Briatico; Vincenzo Sanzo, 37 anni di Agrigento, inteso “Vicè ovu’; Attilio Sciabica, 31 anni di Agrigento; Luca Siracusa, 43 anni di Agrigento; Giuseppe Tornabene, 36 anni di Agrigento  inteso “Peppi lapa’; Calogero Trupia, 34 anni di Agrigento inteso “Cuccu” e  Francesco Vetrano, 34 anni di  Agrigento, inteso “nivuru.

Si apprende infine – in attesa che siano forniti altri dettagli dagli inquirenti –  che sono due le persone arrestate ad Agrigento dai carabinieri, presunti fiancheggiatori del boss Massimino. Si tratta di Gabriele Miccichè, di 28 anni di Agrigento, ritenuto braccio operativo del capomafia, e di Salvatore Ganci, di 45 anni, commerciante di autovetture. Per loro le accuse sono quelle di sequestro di persona e violenza sessuale, aggravati dal metodo mafioso.

Agrigento.: denunciati dieci “furbetti” di abbonamenti a Pay-tv

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AGRIGENTO –

Controlli serrati nei bar e ristoranti da parte delle forze dell’ordine. Carabinieri di Agrigento hanno denunciato per “violazione della legge sui diritti d’autore 10 “furbetti” di abbonamenti a Pay tv: titolari di circoli o esercizi pubblici come bar e sale scommesse per l’uso di  smart card acquistate per uso domestico per accedere alla visione delle televisioni a pagamento”.

Sequestrati pure decoder e smart card «pirata».

Denunciate 5 persone,a Favara,  tra cui il titolare di un bar ed i titolari di un circolo privato; a Sciacca il titolare ed il gestore di un bar e il proprietario di una sala scommesse; a Casteltermini il presidente ed un responsabile di un circolo privato. I controlli dei Carabinieri hanno individuato già   altre 25 persone tra Porto Empedocle ed Agrigento

 

Un Capo dei capi ,il boss Leo Sutera,fedelissimo di Matteo Messina Denaro e di Cosa Nostra nell’Agrigentino fermato dalla Polizia

Gli investigatori dicono che sia un Uomo d’onore e anche lui “Capo dei capi”

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La Polizia di Stato ha eseguito stamani un fermo a carico di Leo Sutera, anziano boss di Sambuca di Sicilia, indagato per associazione a delinquere di stampo mafioso.

Il provvedimento, eseguito dagli investigatori dello Sco e della Squadra Mobile di Palermo ed Agrigento, è stato emesso dalla Dda di Palermo perchè individuato il  Sutera come il capo di “Cosa Nostra” in provincia di Agrigento.

Gli investigatori affermano che il  Sutera è senza dubbio un umo fidatissimo  del  superlatitante Matteo Messina Denaro al quale è legato da un’antica amicizia e ha intrattenuto, fino a pochi anni fa, contatti documentati -alla maniera di Provenzano -con  il sistema dei pizzini. Il provvedimento di fermo è stato emesso perchè gli investigatori avevavano elementi per affermare che vi era  il rischio di fuga del  capomafia sambucese ..

Agrigento: sequestrate trenta tonnellate di marijuana e arrestate tre persone,uno dipendente comunale

 

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Sequestro  record  nelle campagne agrigentine: oltre 30 tonnellate di marijuana coltivate in una piantagione di Naro.

Le due maxi coltivazioni scoperte a Partinico, provincia di Palermo, avevano già sorpreso per il quantitativo di droga (circa sei tonnellate), ma l’operazione portata a termine nella serata di ieri dai carabinieri del Comando provinciale di Agrigento ha portato alla luce più di 30 tonnellate di marijuana sequestrata, decine di sacchi già confezionati, con dentro la droga già essiccata e pronta per essere smerciata per un peso complessivo di oltre 135 chili.Vi erano  anche più di 10mila piante coltivate.

L’operazione nasce da controlli preliminari dei Carabinieri  su tre  persone, apparentemente  imprenditori agricoli, perchè avevano notato delle strane coltivazioni in un appezzamento di terreno nel territorio di Naro. L’irruzione nel fondo agricolo ha consentito alle forze dell’ordine gli illeciti compiuti e, quindi di procedere all’arresto dei tre, uno dei quali un dipendente comunale. Sono accusati di coltivazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Al dipendente comunale contestato anche il reato di illegale detenzione di arma da guerra, scoperta nel corso della  perquisizione e sulla quale sono in corso le verifiche del Ris per valutare se sia stata recentemente utilizzata.

VIDEO DELLA DROGA SCOPERTA

 

Da un’ulteriore ispezione è saltata fuori un’altra piantagione in un fondo agricolo poco distante da lì e nascosta tra i filari di una coltivazione di alberi di cachi: altre 10.000 piante di quasi due metri di altezza. Secondo una stima, tutta la droga sequestrata, una volta messa in commercio, avrebbe potuto fruttare almeno quindici milioni di euro.

 

Guida di Feltrinelli: “Agrigento ha atteggiamenti mafiosi……”-La Confcommercio, con l’avv. Russello, querela per diffamazione

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l presidente della Confcommercio Sicilia Francesco Picarella ha promosso formale esposto-querela nei confronti della Casa Editrice “Feltrinelli”, appartenente al gruppo “Giangiacomo Feltrinelli Editore”, nonche’ nei confronti della Rough Guides e della Autrice Ros Belford, con l’accusa di diffamazione aggravata a mezzo stampa e riserva di richiesta di un risarcimento di giustizia per la lesione all’immagine, prestigio e decoro, per causa delle espressioni usate all’interno della guida turistica su Agrigento e sui ristoratori.

Picarella, che ha dato formale mandato all’avvocato Ornella Russello, del Foro di Agrigento, ha ritenuto che i contenuti della guida facenti riferimento alla Citta’ dei templi “siano un’offesa ad una Comunita’ di eccellenti tradizioni storiche e valori, ai commercianti onesti, a coloro che credono nel lavoro, a quelli che si sono battuti per anni affinche’ il buon nome della Sicilia e di Agrigento in specie, non venisse necessariamente affiancato alla parola mafia”.

La rabbia e’ tanta anche da parte dei Cittadini, perche’ la guida, sempre secondo l’esponente di Confcommercio usa “un linguaggio offensivo, figlio di stereotipi razzisti. In questo modo vengono penalizzate la Citta’, le sue potenzialita’ turistiche, le aziende, i ristoranti e gli alberghi del territorio”.
Palazzo di Giustizia
Tribunale di Agrigento
La guida Turistica non ha usato parole lodevoli nei confronti della citta’ di Agrigento, come gia’ fatto per Caserta dove analoghe iniziative giudiziarie sono state promosse per una vicenda simile, informando i turisti che “le statistiche del governo indicano che Agrigento e’ una delle citta’ piu’ povere d’Italia e non risulta una sorpresa apprendere che qui gli atteggiamenti di tipo mafioso siano ben radicati”. Non proprio un incentivo a visitarla, perche’ dulcis in fundo un’altra frase mette in allarme i turisti: “Nessun pericolo, solo una maggiore tendenza tra i ristoratori, rispetto al resto della Sicilia, a perpetrare piccole truffe”. La questione si trasferisce adesso all’attenzione della Procura Agrigentina per le indagini e iniziative giudiziarie opportune, a condanna della grave condotta diffamatoria. 

Registrazione all’anagrafe di Agrigento di un figlio nato da coppia omogenitoriale

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Il comunicato è eclatante non fosse altro per la peculiarità d’unione della coppia.Il sindaco di Agrigento Lillo Firetto (nella foto) ha registrato  all’anagrafe il figlio nato da una coppia omogenitoriale di Agrigento. Firetto ha firmato l’Atto di  riconoscimento del bambino, partorito da una delle due giovani donne  presso l’ospedale di Agrigento attraverso la tecnica della  procreazione medicalmente assistita.

L’Atto è stato firmato personalmente dal sindaco a seguito di un  indirizzo politico espresso da tutta la Giunta comunale che ha  condiviso le valutazioni poste alla base di questa scelta “-  La registrazione è avvenuta al primo piano del palazzo di  piazza Gallo sede del servizio Anagrafe e Stato Civile, dopo che gli  uffici si erano rifiutati di sottoscrivere l’atto pubblico. 

Agrigento: giorno 20 ricordo del giudice Rosario Livatino ucciso dalla mafia

 

Alla cerimonia sarà presente il Giudice Luigi Patronaggio

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Agrigento-

Evento antimafia giovedì 20 settembre alle ore 10.00 nel cortile dell’Accademia di Belle Arti di Agrigento (via Bac Bac)  a ricordo del giudice Rosario Livatino ucciso dalla mafia il 21 settembre 1990. 

 La figura del giudice verrà ricordata dall’ex presidente di Corte d’Appello, Salvatore Cardinale che lavorò fianco a fianco del giovane magistrato Livatino alla Procura della Repubblica di Agrigento, da padre Giuseppe Livatino, postulatore della causa di canonizzazione oltre che dal sindaco Lillo Firetto, dal Presidente del Tribunale, Pietro Maria Falcone e dal Procuratore della Repubblica di Agrigento, Luigi Patronaggio balzato agli onori della cronaca per la vicenda della “nave Diciotti”.

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