Al Calendario 2023 della Polizia di Stato il premio Iuism

 

premio Iuism

 

La Polizia di Stato ha ricevuto il primo premio per il Calendario 2023 nell’ambito della 7^ edizione dei Premi nazionali della pubblicistica storico-militare, promossa dall’Istituto italiano di uniformologia iconografia e pubblicistica storico militare (Iuism) “Quinto Cenni” di Roma. Il premio Iuism, assegnato alle più importanti Istituzioni meritevoli al servizio del Paese, è composto da tre categorie: i Calendari, Libri e periodici e l’Attività di comunicazione.

 

Il premio Iuism

 

Le 12 tavole scelte dal maestro della fotografia Gianni Berengo Gardin per comporre il calendario Polizia 2023 sono state realizzate dai fotografi ufficiali della Polizia di Stato, poliziotti con la passione della fotografia, che hanno immortalato il nostro esserci sempre al servizio del cittadino, a tutela della sicurezza delle comunità, a sostegno delle persone più fragili e a salvaguardia dell’ambiente che ci circonda nelle località simbolo del nostro Paese. 

 

Il premio Iuism

 

Patrocinata dalla Polizia di Stato, la manifestazione si è svolta presso la Scuola superiore di Polizia di Roma dove la giornalista Rai Valeria Cucchiaroni ha moderato le varie fasi dell’evento a cui hanno preso parte i rappresentanti delle Forze di Polizia e Forze armate che nelle varie categorie hanno ricevuto i premi. 

 

Il premio Iuism

 

Al termine della cerimonia, il maestro Ercole Furia, direttore artistico, ha consegnato un’opera pittorica alla Polizia di Stato che, quest’anno, ha ospitato la manifestazione. 

 

Napoli: intitolata sala della Squadra mobile a Mario Bignone, un superpoliziotto che fece “catture eccellenti” contro la mafia siciliana

 

Il capo della Polizia Pisani inaugura sala Mario Bignone

 

Il capo della Polizia Vittorio Pisani, questa mattina,  ha partecipato in questura , a Napoli, alla cerimonia d’intitolazione della sala riunioni della Squadra mobile alla memoria del primo dirigente della Polizia di Stato Mario Bignone, investigatore dalle eccezionali qualità professionali ed umane, scomparso a Palermo il 21 luglio 2010.

L’intitolazione si è svolta alla presenza della signora Giovanna Geraci, vedova del funzionario Mario Bignone, del questore di Napoli Alessandro Giuliano e dei colleghi e amici che per molti anni hanno collaborato con Bignone a importanti indagini e alla cattura di latitanti.

 

Il capo della Polizia Pisani inaugura una sala a Mario Bignone

 

Il capo della Polizia Pisani, che per oltre 7 anni ha diretto la Squadra mobile partenopea, nel suo intervento conclusivo ha ricordato lo spessore professionale e umano di Mario Bignone, con cui ha condiviso molte operazioni di Polizia e catture di pericolosi latitanti, anche all’estero. Il prefetto Pisani ha sottolineato come “Mario era un ragazzo splendido, dedito al servizio in maniera encomiabile. Mi dispiace oggi non potermi avvalere della sua collaborazione, sarebbe stata per me una grande gioia. Lui però è presente, di fatto, con il suo esempio. Tutti noi che abbiamo lavorato insieme a lui non possiamo dimenticare i valori che ci ha trasmesso e la sua dedizione al lavoro. Abbraccio Giovanna a nome della grande famiglia della Polizia di Stato”.

La targa, che da oggi campeggia fuori dalla sala riunioni della Squadra Mobile, è il riconoscimento ad un poliziotto che è sempre stato in prima in linea nella lotta alla criminalità. Il suo nome sarà da esempio per le giovani generazioni di investigatori di via Medina.

 

Napoletano di nascita, Bignone era entrato in Polizia alla fine del 1990 come ispettore ed era stato assegnato, al termine del corso di formazione, alla sezione omicidi della Squadra mobile di Napoli svolgendo numerose indagini sulla camorra, nei confronti soprattutto della cosiddetta “alleanza di Secondigliano”. Nel 1999, proprio per una “cattura eccellente” è stato promosso per meriti straordinari alla qualifica di Ispettore superiore.

Nel 2002, diventato commissario, viene assegnato alla Squadra mobile di Palermo dove ha portato a termine importanti operazioni contro la mafia catturando latitanti di rilievo, al punto da essere promosso una seconda volta per meriti straordinari, alla qualifica di primo dirigente. La sua brillante carriera si è conclusa a soli 44 anni per una grave malattia.

IL CONFLITTO TRA PARENTI E L’OMICIDIO NELLA NOTTE A S.GREGORIO DI CATANIA

 

Conflitti tra parenti. Un 44enne è stato ucciso con colpi di pistola a San Gregorio di Catania, comune del capoluogo etneo. La vittima si chiamava Davide Vitale, nullafacente, pregiudicato e tossicodipendente, in passato già colpito da TSO. I Carabinieri della Compagnia di Gravina di Catania,  hanno arrestato il fratello Rosario, catanese di 50 anni, cuoco, pregiudicato. 

Le indagini hanno messo in luce che, nella notte, la vittima si sia presentata all’esterno dell’ingresso dell’abitazione del fratello,  in via Masaccio, minacciandolo con un coltello. E’ nata una violenta lite,da ricondurre a conflitti e litigi di natura familiare, alla presenza anche del nipote ventenne, figlio del presunto omicida. Rosario Vitale avrebbe esploso 3 o 4 colpi di arma da fuoco in punti vitali del corpo del congiunto, 

Il cadavere ,secondo gli investigatori, si trovava in altro punto all’interno del cortile dell’abitazione     I militari dell’Arma,  hanno quindi fermato e tratto in arresto il Vitale.
La Sezione Investigazioni Scientifiche del Comando Provinciale di Catania, ha verificato pure, si apprende, che l’arma del delitto,,  una Beretta cal. 9×21 con matricola punzonata, era detenuta illegalmente. L’arma è stata sequestrata per gli accertamenti tecnici del RIS di Messina, insieme al coltello che avrebbe portato con sé la vittima.

Allarme Mafia della Pubblica amministrazione senza alcun controllo- Capo Commissione Antimafia : Pubblici Uffici nelle mani dei “dirigenti” incontrollati

 

“I CONTROLLI DEI PUBBLICI UFFICI NON ESISTONO E QUELLI PREVISTI DALLA LEGGE SONO RIDOTTI A MERA COSMESI”

 

Allarme Mafia Pubblica amministrazione “Da procuratore nazionale antimafia credo sia doveroso richiamare l’attenzione del dibattito pubblico sullo stato di profondo diffuso condizionamento criminale dei comportanti della pubblica amministrazione.

Basterebbe guardare allo stato delle amministrazioni sciolte in 30 anni per accertati condizionamenti della criminalità mafiosa per toccare la concretezza dei problemi dell’assenza di ogni filtro, controllo, prevenzione”.

  Giovanni Melillo davanti alla Commissione Giustizia della Camera che lo ha ascoltato sulla riforma dell’abuso d’ufficio così si esprime inoltre:.

“Credo che il giusto obiettivo di ridimensionare la paura della firma non può esaurirsi nell’aggravare la frammentazione e l’incoerenza del sistema dell’incriminazione” ha osservato il procuratore a proposito della riforma a cui sta lavorando il governo. “I timori di invasione indebita della sfera di discrezionalità che deve essere riservata all’autorità amministrativa è un tema che avrebbe più credibilità se fosse accompagnato dalla rivendicazione dell’introduzione nel sistema di controlli interni alla pubblica amministrazione, in grado di tenere lontano il rischio dell’intervento giudiziario. E’ invece questo uno dei temi che resta fuori dal dibattito politico – ha evidenziato ancora il magistrato – Occorre riconoscere che i controlli nella pubblica amministrazione non esistono e quelli previsti dalla legge sono ridotti a mera cosmesi”.

Per Melillo, inoltre, con la riforma dell’abuso d’ufficio “iI venir meno della possibilità di sanzionare condotte abusive rappresenterebbe un vulnus agli obblighi internazionali sottoscritti dall’ Italia in tema di corruzione con la convenzione di Strasburgo” . E visto che i clan tendono a entrare sempre più in contatto con la Pa, si sta esponendo l’Italia “al rischio di apparire fonte di indebolimento del sistema di incriminazione”, proprio mentre il Paese con il Pnrr “si appresta a utilizzare ingenti risorse” che sono anche il frutto di “tasse pagate da cittadini di altri Stati europei”.

Napoli, cittadinanza onoraria alle donne iraniane ingiustamente detenute in carcere

Torino

 

Su proposta del Sindaco Gaetano Manfredi, –  afferma un Comunicato stampa – pervenuto in Redazione -la Giunta ha approvato la decisione di conferire la Cittadinanza Onoraria di Napoli alle donne indebitamente incarcerate in Iran ‘quale atto simbolico di impegno civile, e in segno di pubblico attestato dei sentimenti di vicinanza e solidarietà, per la loro strenua difesa dei diritti umani e per l’affermazione dei diritti fondamentali di libertà, democrazia e giustizia”.

La delibera fa seguito ad un Ordine del Giorno, approvato il 31 gennaio scorso dal Consiglio Comunale, nel quale si sottolinea come, da tempo, “le manifestazioni di donne e ragazze di nazionalità iraniana si diffondono a macchia d’olio; in Iran, in particolare, giovani e donne scendono in piazza, bruciano i veli, si tagliano i capelli e suscitano espressioni di pubblica solidarietà in tutto il mondo”.

Nell’Odg si esprime la massima solidarietà alle donne, alle studentesse, agli studenti ed al popolo iraniano e si impegna il Sindaco, con un atto simbolico, ma di forte connotazione politica e sociale, a conferire la Cittadinanza Onoraria alle cittadine iraniane private della libertà ed ingiustamente detenute in carcere. La Cittadinanza Onoraria costituisce un sostegno ed un segnale di vicinanza alle donne iraniane vittime di soprusi giudiziari e dell’arbitrio politico.

Palermo, indebita percezione di erogazioni pubbliche- Sequestri della Finanza per 20 milioni di euro

 

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Palermo,

Esecutivo da parte della Finanza di sequestro preventivo emesso dal Gip del locale Tribunale su richiesta della Procura Europea  (EPPO- European Pubblic Prosecentetr ‘ s office )-Ufficio di Palermo, nei confronti di una società a capitale interamente pubblico e di tre persone fisiche , per un importo complessivo di circa 20 milioni di euro. quale profitto delle condotte delittuose ipotizzate.

La contestazione verte sul reato di indebita percezione di erogazioni pubbliche, con l’aggravante della qualifica di ” incaricato di pubblico servizio” rivestita dagli indagati nonchè la circostanza che la condotta penalmente rilevante avrebbe causato un danno superiore a 100 mila euro agli interessi finanziari dell’Unione Europea.     E’ stata ipotizzata ai danni della società partecipata anche la correlata responsabilità amministrativa derivante da reato.

Gli elementi acquisiti allo stato delle indagini – comunica la Finanza- hanno consentito di ipotizzare che, al fine di impedire a BEI ( Banca Europea per gli investimenti) di procedere alla valutazioni  di competenza in merito al rispetto delle condizioni per l’ottenimento e/o revoca del finanziamento erogato, il giudizio consapevole della società partecipata avrebbe consapevolmente omesso di comunicare alla BEI la commissione tra il 2017 ed il 2020, di gravi e reiterate violazioni, anche di rilevanza penale, in materia ambientale, sfociate in una ordinanza di commissariamento giudiziale emessa nel 2021 dal Gip del Tribunale di Palermo e alla successiva richiesta di rinvio a giudizio dei responsabili

 

NAPOLI,CRIMINALITA’ IN SALITA, SI SPARA ORA PER NULLA

 

Quartiere Forcella nel centro storico della città di Napoli

Zona Forcella di Napoli –  Archivi Sud Libertà

 
Napoli,

Due ragazzi protagonisti a bordo di uno scooter ,di un episodio assurdo e armati fino ai denti. . Sant’Anastasia, alle porte di Napoli, luogo dove una bambina di 10 anni è stata colpita accidentalmente alla testa da uno dei colpi, almeno dieci, esplosi davanti ad un bar dove si trovava a mangiare un gelato insieme alla mamma e al papà, feriti anche loro in maniera lieve.

I sanitari dell’Ospedale S .Maria di Loreto informano che  la bambina se la caverà: miracolosamente il proiettile  si è fermato allo zigomo.

La comunicazione d’agenzia gira subito in tutta Napoli . Anche se le notizie sono un pò diverse. In breve tempo i due malavitosi sono stati entrambi fermati dopo che attorno a loro si era stretto il cerchio carabinieri della compagnia di Castello di Cisterna, coordinati dalla Dda e dalla Procura dei minorenni di Napoli. Tutti e due – Emanuele Civita, di 19 anni, ed un diciassettenne – sono stati identificati in virtù delle  immagini delle videocamere di sorveglianza installate in zona e dopo l’acquisizione di alcune testimonianze. A casa non c’erano, ma si sono costituiti nel tardo pomeriggio. I due giovani erano stati allontanati, per aver litigato con altri ragazzi, dai gestori di un bar a chiosco che si trova di fronte a quello dove la famiglia era andata a prendere un gelato.

 L’affronto ha avuto una grave conseguenza:  i ragazzi sono tornati a bordo di uno scooter, armati di un revolver e di un mitra, che prima hanno ostentato davanti ai due bar, per poi esplodere diversi colpi verso la piazza in un secondo passaggio. 

I colpi della ‘stesa’ hanno colpito una bambina di 10 anni in Via Annunziata, zona della Forcella, e i suoi genitori. E’ rimasto illeso, invece, un altro figlio della coppia, di appena 6 anni, che al momento degli spari si trovava all’interno del bar insieme ad altri conoscenti, ai quali è stato poi affidato durante i soccorsi, in attesa di uno zio.

La famiglia, residente al confine tra Pollena Trocchia e Volla, si era recata nella vicina Sant’Anastasia per cenare insieme a degli amici. Poi si era fermata in uno dei bar più noti e frequentati della zona per un gelato. Ma non ne ha avuto il tempo. Appena fuori dal bar, i tre sono stati raggiunti dai proiettili impazziti, che hanno colpito la bambina alla testa, la mamma di 35 anni all’addome e il papà 43enne ad una mano. Provvidenziale la corsa all’ospedale pediatrico Santobono di Napoli, dove la piccola è stata sottoposta a due interventi chirurgici per l’estrazione dell’ogiva, e dove è ricoverata in prognosi riservata in rianimazione per almeno 72 ore, sotto stretto controllo sanitario.

La mamma, invece, ha avuto una ferita superficiale all’addome ed è ricoverata al Cardarelli di Napoli, dove resterà in osservazione per le prossime 48 ore.

Le indagini dei carabinieri sono scattate subito. I militari hanno sentito diversi testimoni e acquisito le immagini di alcuni sistemi di videosorveglianza presenti in zona, e  sono riusciti a risalire ai presunti responsabili, che al momento delle perquisizioni domiciliari erano assenti, ma si sono poi consegnati agli uomini dell’Arma. Sono “gravemente indiziati” dei reati di tentato omicidio e porto illegale di arma. Emanuele Civita ha precedenti per detenzione di armi e stupefacenti. E’ residente a Somma Vesuviana, e secondo quanto si è appreso il padre, Fabio, nel 2014 fu raggiunto da un provvedimento cautelare in quanto ritenuto affiliato al clan camorristico D’Avino, operante proprio sul territorio di Somma Vesuviana. Paura, rabbia e indignazione da parte della gente: “qui sparano per nulla. Adesso basta”, dicono i residenti. Il sindaco, Carmine Esposito, parla di una “recrudescenza importante” della criminalità nella sua città: “da 15 anni non si viveva questo clima”.

(Ag.)

Rivelazione di segreti d’ufficio, assolto il Comandante dei Carabinieri Vittorio Stinga

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(Ag.)

Agrigento,

Sentenza assolutoria con la formula “Assolto perché il fatto non sussiste” per  il comandante provinciale dei carabinieri di Agrigento, colonnello Vittorio Stingo, accusato dalla Procura della città dei templi di una presunta fuga di notizie, tutta interna all’Arma, e di calunnia nei confronti di un collega del Ros di Palermo, che non si è costituito parte civile. Il gup Micaela Raimondo ha emesso una sentenza assolutoria con formula piena.

L’ufficiale è alla guida del Comando provinciale di Agrigento da circa tre anni, durante i quali ha raggiunto numerosi risultati operativi sia in termini di contrasto alla criminalità mafiosa e comune che nel supporto alla popolazione. Il procuratore facente funzioni Salvatore Vella e il pm Maria Barbara Grazia Cifalinò avevano chiesto la sua condanna per rivelazione di segreto d’ufficio, insieme ad altri due ufficiali Augusto Petrocchi, capitano della compagnia dell’Arma di Licata, e il capitano Carmelo Caccetta, ex comandante del Nucleo operativo radiomobile della stessa compagnia – anche loro assolti con la stessa formula -, nell’ambito di un’indagine avviata dall’allora capo della Dda di Palermo, Francesco Lo Voi.

Siracusa,Beni culturali, partono i lavori di restauro nella chiesa Montevergine a Sortino

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Palermo,
Parte  il restauro delle preziose maioliche che costituiscono parte del rivestimento interno della chiesa della Natività del monastero di Montevergine di Sortino, nel Siracusano. Venerdì 26 maggio, alle 10 nell’edificio di culto, la Soprintendenza per i Beni culturali e ambientali di Siracusa, in qualità di stazione appaltante, consegnerà i lavori alla ditta Kermes Conservazione Diagnostica e Restauro Srl di Ragusa, affidataria dell’intervento per un importo di poco più di 105 mila euro oltre Iva.

Il restauro, tra i pochissimi di questa tipologia effettuati sino ad ora sul nostro territorio, è stato finanziato con le risorse del Fondo edifici di culto (Fec) e prevede il consolidamento della pavimentazione esistente attraverso l’integrazione e l’eventuale sostituzione e ripristino dei pezzi che risultino irrimediabilmente ammalorati a causa del cattivo stato di conservazione. 

La Chiesa, detta di Montevergine, un vero gioiello architettonico di gusto rinascimentale di cui si conosce con certezza solo l’anno di conclusione dei lavori di costruzione, il 1774, completata di decorazioni nel 1779, sorge accanto al monastero di clausura delle suore benedettine. Il pavimento maiolicato a piastrelle (di Valenza), oggetto dell’intervento, reca l’unitaria figurazione della “Pesca miracolosa” in un ampio e ricco scenario. I motivi decorativi, la posa delle figure e il loro aspetto espressivo, le scelte cromatiche, sembrano richiamare la scuola napoletana del Settecento e in particolare gli ornati paesaggistici e i decori che riprendono motivi fitomorfici di Leonardo Chianese (metà del secolo XVIII). 

Formazione professionale, Regione Sicilia. presto un percorso per la riforma del settore e del Dipartimento messo in ginocchio dai magistrati

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FORSE  UN’INTESA CON I “SINDACATI DELLA REGIONE”

Palermo,

Forse come dice questo comunicato regionale che pubblichiamo l’intero settore del Dipartimento formazione professionale della Regione Sicilia in gran parte negli anni scorsi invaso dal virus della corruzione, degli illeciti, e dei dirigenti mafiosi,  e depurato poi, si sa, dai magistrati,  sarà   cambiato e “riformato” radicalmente..

Un primo momento di confronto e discussione, questa mattina a Palazzo d’Orléans, tra il governo della Regione Siciliana e le associazioni degli enti e dei lavoratori della Formazione professionale. L’incontro, – comunica l’Ufficio Stampa – alla presenza del presidente della Regione e dell’assessore alla Formazione professionale, è servito per affrontare i problemi segnalati dagli operatori del comparto, ma anche per prospettare le tappe di un percorso che dovrà portare alla riforma dell’intero settore.

Tra le soluzioni proposte dal governo, lo sblocco dei pagamenti delle spettanze agli enti, entro la seconda decade di giugno dopo il riaccertamento di bilancio, per consentire l’erogazione degli stipendi ai lavoratori. Saranno inoltre potenziati gli organici degli uffici del dipartimento della Formazione per velocizzare i tempi della rendicontazione. Tra gli impegni assunti dal governo anche lo scorrimento delle graduatorie dell’Avviso 8 per l’utilizzo dei relativi fondi. 

La Regione , punta a un’organica riforma del settore: per questo intende istituire un tavolo interassessoriale e interdipartimentale per avviare un percorso che coinvolga enti e sindacati. In questo senso, l’obiettivo fondamentale è quello di strutturare una formazione professionale tarata sulle reali esigenze del mercato del lavoro per consentire effettivi sbocchi occupazionali per gli allievi.