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“I NAS : “I locali erano infestati da scarafaggi ed altri insetti….“
“Dopo le mirabolanti fontane in stile il boss delle cerimonie, la Regione Siciliana con un vero e proprio gioco delle tre carte, utilizzerà ben 6 milioni di euro per opere di riqualificazione di Palazzo d’Orleans e per l’allestimento di un giardino verticale sulla facciata del palazzo moderno adiacente alla presidenza della Regione. Ancora una volta il presidente dimostra di avere occhi solo per i palazzi del potere e per la ‘sua’ Ambelia per la quale, non si sa come, riesce sempre a trovare i soldi, come dimostra l’ennesimo milione mezzo saltato fuori dal cilindro del presidente”.
Lo afferma la deputata M5S Valentina Zafarana (nella foto d’archivio) che bilanci alla mano, denuncia l’ennesimo spreco di risorse per l’abbellimento della presidenza della Regione Siciliana.
“Da un nostro controllo delle spese deliberate dalla Regione – racconta la deputata – è saltata fuori una delibera (risale a febbraio) sulla quale abbiamo ritenuto fare degli approfondimenti perché rappresenta l’ennesimo schiaffo alla povertà e a chi rischia di soccombere in un momento di grandissima crisi come quello attuale”.
“La vicenda – spiega Zafarana – ha inizio nel 2020, quando con una delibera di giunta, ovvero la n.163 viene apprezzato l’intervento di riqualificazione dell’albergo delle Povere di corso Calatafimi a Palermo, prevedendo una spesa di 11 milioni di euro con i fondi dell’articolo n.38 dello Statuto. Lo stesso intervento viene poi inserito nella finanziaria di settembre 2020 in un fondo di 50 milioni di euro per la manutenzione straordinaria degli immobili regionali liberando quindi gli 11 milioni di euro dell’articolo 38 precedentemente previsti. Ebbene, cosa decide di fare il presidente Musumeci? Con un vero e proprio gioco delle tre carte, anziché utilizzare questi soldi per altre spese certamente più necessarie per la cittadinanza, decide di utilizzarli per abbellire ancora Palazzo d’Orleans. Nello specifico un milione e 900 mila euro saranno utilizzati per la creazione di un giardino verticale sulla facciata del palazzo moderno adiacente alla Presidenza della Regione in piazza Indipendenza. Quattro milioni e 530 mila euro verranno impiegati per la climatizzazione della nuova ala, la riqualificazione dell’impianto idrico del parco, la sistemazione del giardino e la ristrutturazione della sala Alessi. A questi va aggiunto il milione e mezzo per la riqualificazione dell’ex palazzo Esa di Catania”.
“Queste spese – conclude Zafarana – mostrano la vera natura di Musumeci, ovvero dedicarsi più alle apparenze che alla sostanza, dato che i siciliani in questa fase pandemica hanno potuto vedere ben pochi ristori da parte della stessa Regione che, invece, spende e spande per rifarsi il trucco”
Comincia oggi mercoledì 2 giugno, festa della Repubblica, l’estate dei catanesi, a ingresso gratuito, nell’arenile comunale della plaia. Con largo anticipo rispetto agli anni scorsi e con aggiuntivi servizi funzionali, ad aprire i battenti sarà la spiaggia libera numero 3, denominata “Stromboli”.
Stabilendo un vero e proprio record per la città di Catania, i primi millecinquecento metri di spiaggia pubblica attrezzata e degli annessi parcheggi e servizio bar saranno operativi per accogliere bagnanti e patiti della tintarella, in virtù dell’ ’aggiudicazione della gara d’appalto, quinquennale, esitata nei giorni scorsi dall’Amministrazione Comunale. Una procedura innovativa per il bando delle spiagge libere, con un sistema a punti sulla base di servizi aggiuntivi a quelli fondamentali, promossa dalla giunta Pogliese, su proposta dell’assessore al mare Michele Cristaldi.
Grazie a questo nuovo approccio amministrativo, nelle tre spiagge libere vi saranno facilitazioni per l’accesso dei diversamente abili alle strutture balneari, attività di animazione per adulti e bambini, adeguamento delle strutture esistenti, sensibilizzazione alla raccolta differenziata dei rifiuti, aree di sgambettamento per cani, ma anche altri servizi completamente nuovi, come il wifi sugli spazi sabbiosi per l’accesso alla balneazione, approntati rispettando gli obblighi del distanziamento anticovid. L’apertura anticipata della spiaggia libera n.3, quasi alla fine del viale Kennedy, nei pressi della zona di San Francesco La Rena, rappresenta l’anteprima di un’offerta rinnovata e migliorata grazie al sistema di aggiudicazione di valutazione del rapporto qualità/prezzo e dunque con l’obbligo a eseguire tutti i nuovi servizi richiesti dal Comune; l’azienda appaltatrice Stella Polare Srl di Catania, gestirà i cinque mila metri complessivi delle tre spiagge libere, sino a tutto il 2025, senza costi per le casse pubbliche, che anzi introiteranno gli oneri concessori previsti dal bando. Obiettivo dell’Amministrazione Comunale è avviare entro pochi giorni anche nelle altre due strutture comunali i servizi di spiaggia libera gratuita: la numero due “Vulcano” e successivamente la numero uno “Etna” in modo che prima del 15 giugno siano tutte operative e funzionali.
”Grazie all’impegno dell’assessore Cristaldi, dei dirigenti e dei funzionari preposti -ha spiegato il sindaco Salvo Pogliese – abbiamo superato le improvvisazioni del passato -ha aggiunto il primo cittadino- abbiamo migliorato i servizi per il mare cittadino, con accesso gratuito e prestazioni adeguate a chi vuole godere con tutti i confort del nostro litorale sabbioso. Per cinque anni non vi sarà bisogno di alcuna procedura di affidamento, che nel passato ha ritardato l’apertura delle nostre spiagge libere, per consentire a tutti di godere del nostro splendido litorale con strutture e servizi qualificati e soprattutto con tempi certi di apertura, come mai accaduto prima. Già lo scorso anno eravamo riusciti a offrire servizi ottimali, ma miglioriamo ancora di più grazie a modalità di trasparenza e valutazioni di merito oggettivo, per garantire la funzionalità per l’accesso libero a gratuito al mare del nostro litorale sabbioso”.
“Seppur con le tante incognite connesse al Covid – ha spiegato l’assessore Cristaldi – ci siamo mossi per tempo e con una prospettiva di lungo termine, secondo un preciso indirizzo del sindaco Pogliese, con nuovi meccanismi di affidamento, per aumentare ancora di più i servizi e le funzionalità delle nostre spiagge libere comunali. Già lo scorso anno, nonostante le particolari difficoltà organizzative per via delle prescrizioni anti contagio le nostre spiagge libere sono state portate a modello in tutta la Sicilia, con servizi aggiuntivi a quelli tradizionali di bagni, docce e salvataggio, che nulla hanno da invidiare agli stabilimenti balneari a pagamento”.
Cristaldi ha anche reso noto che nei giorni scorsi, ignoti, nottetempo hanno tranciati i cavi dell’alimentazione della corrente elettrica della spiaggia libera n.3 “Stromboli” che mercoledì aprirà i battenti, causando un guasto che è stato immediatamente riparato; sull’episodio i rappresentanti della ditta appaltatrice hanno sporto denunzia all’Arma dei Carabinieri.
Giovedì mattina, inoltre, sul lungomare di roccia lavica, avranno inizio i lavori per realizzare l’accesso per i disabili nel borgo di San Giovanni Li Cuti. Anche questa struttura, verrà realizzata con un nuovo sistema che ne aumenta la sicurezza e gli spazi per i meno fortunati.
“Lavori Timpa di Leucatia a Catania, occorre fare massima chiarezza sui permessi rilasciati dalla Soprintendenza di Catania”.
La deputata regionale M5S Giannina Ciancio e il consigliere comunale M5S di Catania, Graziano Bonaccorsi hanno reso noto un quesito sulla Timpa e pareri – di dubbia credibilità- e difformità della Soprintendenza di Catania
“Sulla notizia – di lavori di edificazione sulla Timpa di Leucatia a Catania, vogliamo la massima chiarezza. La zona della Timpa di Leucatia era già stata oggetto di lavori di sbancamento terra, nel 2009, poi bloccati dalla magistratura grazie ad un esposto di Legambiente. Nel 2021 le ruspe sono tornate in azione e stanno modificando visibilmente il profilo della collina di Leucatia”.
“Parliamo – afferma l’esponente Ciancio – di un’area di grande interesse paesaggistico, naturalistico e archeologico, all’interno della quale troviamo diversi reperti archeologici, bunker della Seconda guerra mondiale, oltre che colate laviche, sorgenti e un bosco”.
Ciancio ha presentato un’interrogazione all’Assessore regionale dei Beni Culturali per chiedere chiarimenti “in merito alla ormai strana tendenza di autorizzare, a Catania, opere cementizie in zone della città, dal centro storico alle periferie, dove ciò sembra a dir poco in contrasto rispetto al contesto paesaggistico, urbanistico e ambientale”.
“Siamo venuti a conoscenza, – di almeno due diversi permessi di costruire sulla zona e per questo abbiamo inviato un’apposita richiesta di accesso atti alla Soprintendenza di Catania. Ci sono anche altre opere in fase di realizzazione e di progettazione, ad esempio in via Scuto-Costarelli o a Ognina, per le quali occorre fare chiarezza, perché dai documenti in nostro possesso risultano incoerenti con l’assetto storico e urbanistico dell’ambiente nel quale verranno realizzate”.
Sulla vicenda interviene anche Graziano Bonaccorsi, componente della commissione urbanistica del Comune, che ha più volte sollevato in commissione i suoi dubbi sui lavori in corso. “Considerati i vincoli e le vicenda giudiziaria che ha bloccato i lavori nel 2009 – dice Bonaccorsi- ritengo incomprensibile l’iter per il rilascio delle autorizzazioni e dei pareri che hanno permesso i lavori nella Timpa, ma soprattutto, curioso il fatto che alcuni bunker della seconda guerra e la tomba Romana siano stati accatastati come ‘collabente’, ovvero rudere a rischio crollo o demolizione. Com’è possibile? Per questo ho presentato una richiesta di accesso agli atti al Comune e rimango in attesa di riscontro”.
Lotta continua ai prodotti falsi e contraffatti.La Guardia di Finanza di Torino ha sequestrato oltre 15 milioni di prodotti falsamente riportanti l’etichettatura “Made in Italy”, in quanto interamente prodotti ed importati dalla Repubblica popolare cinese, dalla Turchia, dalla Polonia e dal Pakistan.
L’operazione è stata avviata nelle scorse settimane quando, su alcuni scaffali espositivi della grande distribuzione organizzata, grazie al costante controllo economico del territorio delle Fiamme gialle volto a prevenire e reprimere fenomeni commerciali fraudolenti, sono stati individuati accessori d’abbigliamento (biancheria intima, calze, collant) e articoli per la casa (cavatappi, colini, mestoli, posate, pentole e coperchi) recanti in modo mendace l’origine italiana.
I “Baschi Verdi” del capoluogo piemontese hanno tempestivamente intrapreso mirate indagini di polizia economico-finanziaria riuscendo a ricostruire l’intera filiera distributiva, risultata essere ramificata su buona parte del territorio nazionale, ed a individuare i soggetti coinvolti nelle attività illegali, il cui modus operandi prevedeva che la merce, una volta importata, venisse, successivamente, etichettata, presso i magazzini aziendali, con i simboli tipici dell’italianità, di modo da indurre in errore gli acquirenti sulla reale origine della stessa.
La situazione di illeciità è estesa a tutta l’Italia ma.in atto-Torino, Roma, Brescia, Treviso, Bari, Firenze e Lecce sono le province interessate, in concomitanza, dal maxi intervento dei militari delle Fiamme Gialle torinesi, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, conclusosi con il sequestro di oltre 15.000.000 di articoli, con un valore commerciale stimato di circa 25 milioni di euro, per i quali è stato accertato come sulle confezioni fossero riportate, falsamente, la dicitura “Made in Italy” ovvero altra indicazione grafica inequivocabilmente riconducibile alla origine italiana dei prodotti, quale la bandiera tricolore.
Sono otto gli importatori, italiani e cinesi, denunciati all’Autorità giudiziaria, che dovranno rispondere sia dei reati di frode in commercio e falsa indicazione di origine qualitativa, sia delle violazioni amministrative previste dalla normativa di settore a tutela del Made In Italy.
L’attività della Guardia di Finanza di Torino s’inserisce nell’ambito dell’azione di prevenzione e repressione delle condotte ingannevoli nei confronti dei cittadini riguardanti, in particolare, la vendita di beni con mendaci indicazioni di provenienza, volta alla tutela, al contempo, dei cc.dd. “Distretti industriali”, che da tempo rappresenta uno dei principali obiettivi strategici di polizia economico-finanziaria perseguiti del Corpo.
Su delega della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia – Sezione Palermo, coordinata dal Procuratore Aggiunto Salvatore De Luca, i finanzieri del Comando Provinciale di Palermo hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale del capoluogo nei confronti di un soggetto per il reato di concorso in estorsione aggravata dal metodo mafioso, per aver chiesto il “pizzo” ad un giovane imprenditore edile che gestiva un cantiere nel quartiere palermitano della Vucciria.
L’attività costituisce lo sviluppo delle indagini che hanno portato, lo scorso 11 marzo, all’arresto in flagranza di reato di un uomo, bloccato dai militari del Nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo mentre riceveva 300 euro a titolo di “messa a posto”. Sulla base di quanto emerso allo stato delle indagini, la vittima, che aveva da poco avviato lavori di ristrutturazione, è stata “avvicinata” dai due indagati che hanno avanzato richieste estorsive sempre più esplicite. Grazie alla coraggiosa denuncia presentata dall’imprenditore, costantemente supportato da un’associazione antiracket, in pochi giorni gli investigatori del Nucleo di polizia economico-finanziaria sono riusciti ad acquisire gli elementi di riscontro che hanno consentito di pervenire all’arresto dell’esattore del “pizzo” in flagranza di reato.
Lo sviluppo delle indagini ha consentito di far emergere ipotesi di responsabilità nei confronti dell’odierno arrestato, che è risultato colui che ha “presentato” la vittima al sodale e che nel tempo ha partecipato attivamente alla condotta illecita. Parallelamente alle indagini, i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria di Palermo, in stretto coordinamento con la locale Direzione Distrettuale Antimafia, hanno proceduto a valorizzare in chiave patrimoniale gli elementi acquisiti, attraverso l’esame, il confronto e l’incrocio di informazioni estratte dalle diverse banche dati in uso alla Guardia di Finanza, accertando l’assoluta sproporzione tra i beni disponibili e la capacità economica degli indagati.
Nello specifico, gli accertamenti – condotti anche con il noto applicativo “MOLECOLA” in dotazione ai Reparti investigativi della Guardia di Finanza – hanno portato a dimostrare che gli indagati e i rispettivi nuclei familiari, negli anni, non avevano dichiarato redditi leciti o altre forme di finanziamento capaci di “giustificare” le spese e gli acquisti nel tempo sostenuti. La Procura della Repubblica – DDA ha quindi emesso un provvedimento ablativo d’urgenza, in corso di esecuzione, che ha consentito di sottoporre a sequestro disponibilità finanziarie, beni mobili e immobili per un valore complessivo stimato di circa 200.000 euro, tra cui figura un’impresa che gestisce un noto pub del quartiere della Vucciria, risultato nella disponibilità di fatto dell’arrestato.
L’odierna operazione testimonia il perdurante impegno della Guardia di Finanza di Palermo, con il costante coordinamento della locale Direzione Distrettuale Antimafia, a tutela della legalità e della libera iniziativa commerciale dei cittadini, a salvaguardia della legalità del sistema imprenditoriale.