“Re Bibi”, Netanyahu, nuovo Capo del governo d’Israele, più longevo e più discusso

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Foto  Israele -Archivio Sud Libertà

 Primo ministro per 4 volte, di cui tre successive negli ultimi dieci anni, Benyamin Netanyahu , 69enne sta per diventare il capo di governo più longevo e discusso  della storia d’Israele.
Leader del partito conservatore Likud, è arrivato alle elezioni con  una possibile incriminazione per corruzione, ma si proclama innocente e vittima di una campagna di “caccia alle streghe” da parte dei media di sinistra. Nato a Tel Aviv nel 1949, Netanyahu ha trascorso parte della giovinezza negli Stati Uniti, dove suo padre Benzion ha ricoperto incarichi accademici. All’età di 18 anni, il giovane ‘Bibi’ è tornato in Israele per servire nell’esercito, ma dopo cinque anni da militare ha completato gli studi al Mit di Boston. Nel 1976, suo fratello maggiore Jonathan morì durante il raid per gli liberare gli ostaggi israeliani all’aeroporto di Entebbe, in una vicenda che segnò profondamente il futuro primo ministro.

Netanyahu è in piena sintonia con D.Trump

Nel 1982 Netanyahu diventò numero due dell’ambasciata israeliana a Washington e poi rappresentante presso l’Onu nel 1984. Spesso invitato in televisione negli Stati Uniti, era già un personaggio noto quando ritornò in Israele nel 1988 e scelse di entrare in politica. Vice ministro degli Esteri accanto al suo mentore Moshe Arens, fu eletto leader del Likud nel 1992. Diventò primo ministro nel 1996, sconfiggendo il laburista Shimon Peres dopo l’assassinio di Yitzhak Rabin. Critico degli accordi di Oslo, firmò tuttavia l’intesa per la cessione ai palestinesi dell’80% di Hebron. Il suo governo durò solo 17 mesi. Sconfitto alle elezioni dal laburista Ehud Barak, Netanyahu si dimise dalla guida del Likud. Ministro degli Esteri e delle Finanze nel governo di Ariel Sharon, Netanyahu si dimise nel 2005 per protesta contro la decisione del ritiro unilaterale da Gaza. Tornato alla guida del Likud quando Sharon fondò il partito centrista Kadima, Bibi diventò primo ministro nel 2009 e da allora ha mantenuto l’incarico, vincendo di nuovo le elezioni nel 2013 e nel 2015..sfidare “     L’altro numero due, sfidante di Netanyahu, è Benyamin, l’ex capo di Stato maggiore Benny Gantz, che accusa Netanyahu di una deriva di potere sempre più personalistica, autoritaria e corrotta, sull’esempio dell’attività dubbia di  Erdogan in Turchia.

Il Presidente della Regione Sicilia: “Cacciare sia i politici mafiosi che i burocrati dirigenti che fanno da cerniera con i mafiosi”

MA  L’INEFFICIENZA DEI COMUNI E’ PARI A QUELLA DELLA REGIONE SICILIANA DOVE SPESSO ,IN ALCUNI UFFICI, I DIRIGENTI SI ASSENTONO DAL POSTO DI LAVORO.                                       Risultati immagini per immagine di comuni sciolti per mafia

Un motivo scottante sullo scioglimento dei Comuni per mafia induce il Presidente della Regione Musumeci a formulare un intervento-comunicato per sollecitare la sostituzione dei dirigenti -posti ai vertici- nei comuni interessati dalla Mafia.  Un intervento molto interessante perchè non basta individuare un Comune mafioso e allontanare solo i vertici politici “ma anche l’alta burocrazia che volente o nolente – si trova spesso a fungere da “cerniera tra il consenso del politico e la pressione del mafioso”. Non va trascurato che l’inefficienza dei Comuni è almeno pari a quella della Regione siciliana articolata nelle sue numerose galassie di grandi e piccoli Uffici dove tutti i dirigenti hanno una poltrona e spesso, come in qualche dipartimento, sono altrove- assenti anche in presenza di pubblico –  anzichè al proprio posto di lavoro. Non è mafia anche questa On. Presidente ? 

R.Lanza

Riportiamo tratti essenziali di tale intervento:

 

Al di là delle contrastanti reazioni emotive o strumentali della gente, il crescente fenomeno dei Comuni sciolti per mafia invita ad alcune serene riflessioni. In questo momento 167mila siciliani non sono amministrati da organi elettivi: in dieci Comuni dell’Isola la democrazia, in un certo senso, rimane sospesa per almeno diciotto mesi, ma anche fino a due anni. Il decreto di scioglimento, inutile dirlo, si rivela fortemente invasivo nella vita civile di una comunità, ma siamo di fronte ad una misura dello Stato straordinaria, di natura preventiva e perciò caratterizzata da una certa discrezionalità dell’autorità proponente (la Prefettura). Per sciogliere un Comune, infatti, non è necessario l’accertamento di reati penali, ma è sufficiente che emerga una possibile soggezione degli amministratori locali alla criminalità organizzata, anche a prescindere dal fatto che i politici abbiano voluto assecondare le richieste mafiose. Ma se l’applicazione di una norma non sempre porta ai risultati sperati, lo Stato rischia di non essere più in sintonia col comune sentire dei cittadini. Un esempio: decine di Comuni, dopo essere stati sciolti per mafia una prima volta, tornano ad esserlo per la seconda e, in alcuni casi, anche per la terza volta. È capitato anche in Sicilia. Cosa significa? Che la normativa sullo scioglimento dei Comuni, ormai dopo quasi trent’anni, va rivista, anche per alcune incongruenze che rendono il provvedimento spesso inutile se non dannoso. Ne cito due.

Prima incongruenza: perché in un Comune sciolto per mafia, lo Stato allontana solo il ceto politico e lascia al proprio posto i dirigenti della burocrazia comunale? Eppure è risaputo che in uffici a “rischio” il dirigente – volente o nolente – si trova spesso a fungere da “cerniera” tra il consenso del politico e la pressione del mafioso.

Cosa fare, dunque? Estendere gli effetti del provvedimento di scioglimento anche ai vertici burocratici. Il segretario comunale, i dirigenti alla guida di uffici strategici e con un’ampia sfera di autonomia decisionale non dovrebbero rimanere al loro posto. Anche in assenza di indizi, andrebbero destinati ad altro ente (senza dover subire alcun danno economico) per tutta la durata del commissariamento ed essere sostituiti da dirigenti esterni assolutamente estranei all’ambiente sociale e professionale del Comune sciolto.

 

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Seconda incongruenza: perché in un Comune sciolto per mafia, lo Stato manda commissari straordinari già oberati da altri gravosi impegni d’ufficio e senza neppure verificarne la idoneità e l’attitudine al governo di un Ente? Ho conosciuto in questi anni commissari assai competenti ma presenti al Comune solo per uno-due giorni la settimana, perché già assorbiti da altro incarico. Un Comune commissariato non è un “Dopolavoro” da frequentare nel tempo libero: bisogna starci sette giorni su sette. E servono commissari che abbiano propensione al dialogo e al confronto con i cittadini. Sarebbe perciò necessario istituire presso il ministero dell’Interno un apposito Albo di dirigenti pubblici che abbiano tutti i requisiti per essere destinati ad amministrare Comuni sciolti.

 

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Foto Sud Libertà_ Il Presidente della Regione On. Nello Musumeci

Rimane il tema dei “poteri” in deroga da affidare alla gestione commissariale: in condizioni straordinarie servono misure straordinarie, azioni propulsive e di crescita, se si vuole restituire alla comunità un Ente libero da ogni opacità e non più vulnerabile”.

Onu : “fermare tutti i movimenti militari” in Libia– L’ENI decide di evacuare il personale italiano

Libia ad alta tensione. L”Eni ha deciso di evacuare il personale italiano dal Paese dopo che, da due giorni, si registrano scontri seguiti alla manifestata volontà del generale Haftar di andare avanti a Tripoli.. Il personale italiano dell’Eni è presente nel giacimento di Wafa, in Tripolitania, e in quello di El Feel a sud. L’evacuazione della compagnia petrolifera è avvenuta in sintonia con la diplomazia della  Farnesina.

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Foto d’Archivio -Sud Libertà

 

I Paesi del G7 “intanto esprimono la più forte preoccupazione per le operazioni militari” e “ribadiscono  che non c’è soluzione militare al conflitto” secondo gli intenti dei ministri degli Esteri dei sette Paesi più industrializzati del mondo (Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Italia, Canada, Giappone e Germania) che si è tenuta a Dinard, sotto presidenza francese. I capi delle diplomazie del G7 riaffermano “il loro fermo sostegno al piano dell’Onu presentato nel settembre del 2017 e rivisto nel novembre del 2018, che prevede una Conferenza nazionale per preparare il terreno in vista di elezioni nazionali come convenuto alle riunioni di Parigi e di Palermo”.

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 – Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha chiesto alle forze dell’Esercito nazionale libico di “fermare tutti i movimenti militari”, ha detto l’ambasciatore tedesco all’Onu, Christoph Heusgen, presidente di turno per il mese di aprile del Consiglio; che chiede “a tutte le forze di bloccare l’escalation e di fermare le attività militari”. 

Nel frattempo il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres avrebbe proposto a Serraj e Haftar un incontro a Ginevra per fermare l’escalation militare……

La conferenza nazionale prevista per metà aprile in Libia, informa l’inviato Onu Salamé, resta ancora in programma nonostante l’assalto lanciato dal generale Haftar: “Siamo determinati ad organizzare” questa conferenza interlibica “nella data prevista”, ovvero dal 14 al 16 aprile, “a meno che circostanze rilevanti non ci impediscano di farlo”.

 – Sulla crisi libica, Conte ha avuto una conversazione telefonica con Guterres. Il presidente del Consiglio, riferisce una nota di Palazzo Chigi, ha espresso la sua preoccupazione per gli ultimi sviluppi in Libia e ha ribadito il forte sostegno italiano al processo di transizione politica guidato dalle Nazioni Unite, considerato il percorso più efficace e sostenibile per giungere alla definitiva pacificazione e stabilizzazione del Paese a beneficio dell’intero popolo libico e dei Paesi vicini come l’Italia..

Sprechi in Europa: tagliare con urgenza i numerosi privilegi ai politici – Un comunicato-protesta del M5S

Riceviamo e pubblichiamo (in sintesi)

 

“Dagli stipendi dei Commissari europei alla pensione privilegio degli europarlamentari, dalle spese forfettarie alle agenzie da accorpare. L’Europa concede anacronistici privilegi ai politici, mentre ai cittadini impone sacrifici nel nome dei vincoli di bilancio e dell’austerity. Ecco una carrellata dei principali sprechi da tagliare e le proposte del Movimento 5 Stelle per rendere l’Europa più equa e trasparente.

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STIPENDI COMMISSARI EUROPEI

Gli stipendi dei Commissari europei sono uno schiaffo agli oltre 100 milioni di poveri presenti in tutta Europa. Il Presidente della Commissione Juncker percepisce il 138% dello stipendio del funzionario con più alto grado della Commissione (fonte dati relativi al 2016) e cioè 27.436,90 euro al mese. L’alto rappresentante per la politica estera Federica Mogherini 25.845,35 al mese, i cinque vicepresidenti 24.852,26 euro al mese, mentre tutti gli altri Commissari 22.852,26 euro al mese.

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Nella foto il Presidente Commissione Juncker: percepisce circa 28 mila euro al mese

A queste esorbitanti cifre vanno aggiunte alcune indennità variabili, come l’indennità di residenza, di espatrio e per i figli. I Commissari hanno inoltre a disposizione 1.500 euro al mese per le spese di rappresentanza. In totale nel 2019 i contribuenti europei spenderanno per mantenere tutti i Commissari una cifra pari a 12,6 milioni di euro.

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LIQUIDAZIONE COMMISSARI EUROPEI

Nel 2019 sono stati messi a bilancio anche 682.000 euro previsti per le indennità transitorie, ovvero una sorta di sussidio che i Commissari ricevono alla fine del loro mandato per una durata di due anni. Questa indennità è proporzionale allo stipendio dei Commissari, tagliando quindi i salari automaticamente si riducono anche queste indennità che, comunque, coprono un arco temporale troppo lungo.

 

STIPENDI E PENSIONE DEGLI EURODEPUTATI

I parlamentari europei ricevono un’indennità per l’esercizio delle loro funzioni pari al 38,5% del trattamento di base di un giudice della Corte di giustizia delle Comunità europee. Lo stipendio di base equivale, dunque, a 8.757,7 euro lordi al mese. A questo si somma un’indennità di soggiorno che viene assegnata per ogni giorno di presenza al Parlamento europeo e che ammonta a 320 euro.

Tutti gli eurodeputati, inoltre, al compimento dei 63 anni di età, hanno diritto a un pensione di anzianità a vita pari al 3,5% della retribuzione per ciascun anno completo di esercizio di mandato. Questo privilegio scatta dopo appena un solo anno di mandato. Con una sola legislatura (5 anni di mandato) ogni europarlamentare matura una pensione a vita pari a 1.484,70 euro al mese. Questo importo raddoppia se l’europarlamentare fa due legislature.

 

SPESE FORFETTARIE

I deputati europei hanno diritto a un’indennità forfettaria mensile (denominata “indennità di spese generali”). L’importo mensile è di 4.342 euro. Questa indennità – che per tutti gli europarlamentari raggiunge la cifra di 40 milioni di euro l’anno – è destinata a coprire le spese effettuate nel Paese in cui il deputato è stato eletto, come per esempio le spese di locazione per uffici, spese telefoniche e informatiche. Queste spese vengono erogate in modo forfettario.

 

ACCORPIAMO LE AGENZIE

Così come per il Parlamento europeo, anche alcune Agenzie hanno una doppia sede amministrativa e operativa. Qualche esempio? L’Agenzia dell’Unione europea per le ferrovie e l’Agenzia europea per la gestione operativa dei sistemi IT. Durante i nostri cinque anni al Parlamento europeo abbiamo presentato degli emendamenti per aumentare i risparmi e accorpare le funzioni amministrative comuni delle AgenzieCi aspettiamo dalla futura Commissione europea un piano per ridurre le spese, tagliare i rami secchi e rendere più efficiente le numerose Agenzie europee.

 

PARTITI E FONDAZIONI EUROPEE

I cittadini pagano, i partiti spendono. In Europa c’è un sistema ben oleato di finanziamento pubblico a partiti e fondazioni che in pochi conoscono: tutte le delegazioni, presenti al Parlamento europeo, hanno dei fondi messi a disposizione per costituire dei partiti politici europei e delle fondazioni europee. Basta 1 europarlamentare che si iscriva a un partito con rappresentanti in almeno 1/4 degli Stati membri e il gioco è fatto. I partiti europei possono utilizzare questi fondi per riunioni, pubblicazioni, per spese amministrative, per il personale e per i i costi relativi alle campagne per le elezioni europee. Per il 2019 sono stati previsti 50 milioni per i partiti politici europei e 19.7 milioni per le fondazioni politiche. La delegazione del Movimento 5 Stelle ha rinunciato totalmente alla possibilità di usufruire di questi fondi perché non ha aderito a nessun partito europeo. Rinunciamo a circa 3 milioni di euro. Chi altri lo fa?

Ricerca e comunicazione del M5S

 

 

LA NAVE SEA- EYE , CON BANDIERA TEDESCA, DA LAMPEDUSA DIRETTA IN GERMANIA

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Foto Archivio Sud Libertà

Lampedusa è la nuova meta della  nave ‘Alan Kurdi’ della Ong tedesca Sea Eye che ha tratto in salvo ieri 64 migranti che si trovavano a bordo di un gommone.  “Ora Italia e Malta assegnino loro un porto sicuro di sbarco”, aveva anche chiesto Mediterranea Saving Human, il progetto italiano di soccorso promosso da una rete di associazioni, Ong e realtà politiche e sociali. La Alan Kurdi avrebbe chiesto al centro di coordinamento marittimo italiano l’indicazione del porto sicuro. Nella notte, quando si trovava in acque  maltesi, lo aveva chiesto alle autorità della Valletta Ma  la fredda replica del ministro dell’Interno, Matteo Salvini non lascia speranza alla nave: “Nave battente bandiera tedesca, Ong tedesca, armatore tedesco e capitano di Amburgo. È intervenuta in acque libiche e chiede un porto sicuro. Il nostro governo ha scritto al governo tedesco perché si faccia carico del problema e dal Viminale abbiamo diffidato la nave dall’entrare nelle acque italiane ….Bene, vada ad Amburgo

migranti, Sea Eye, Matteo Salvini, Sicilia, Cronaca

L’allerta era scattata ieri mattina su segnalazione di Alarm Phone, il servizio telefonico che fornisce ai migranti un numero da chiamare in caso di difficoltà. Aveva ricevuto una telefonata da un’imbarcazione che si trovava al largo di Zuwarah a bordo della quale i migranti segnalavano la presenza di 10 donne, 5 bambini e un neonato.

Dramma nella vita: glaucoma. Occhio cioè danneggiato fino a ridurre il campo visivo alla cecità assoluta

NUOVO DEVICE PER COMBATTERE IL “LADRO SILENZIOSO DELLA VISTA”

CHIRURGIA MININVASIVA, DAL POLIAMBULATORIO CENTRO EUROPEO

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Foto Archivio Sud Libertà

PRIMI RISULTATI INCORAGGIANTI PER LA CURA DEL GLAUCOMA

CATANIA –

Viene definito “ladro silenzioso della vista”: è un nemico invisibile che non dà sintomi nelle fasi iniziali ma può danneggiare irreparabilmente il campo visivo, restringendolo fino alla cecità. È il Glaucoma, che solo in Italia colpisce circa un milione di persone e che nei prossimi vent’anni vedrà un incremento del 33% dei casi, a causa dell’invecchiamento della popolazione. Per combattere questa patologia, dovuta a un progressivo innalzamento della pressione oculare, esiste un nuovo “device” che sta letteralmente rivoluzionando il decorso della neuropatia ottica cronica e la sua cura. Al Sud Italia, i primi a sperimentarlo con risultati davvero promettenti sono i medici de Poliambulatorio Centro Europeo (PCE) di Acicastello, tra le maggiori eccellenze della sanità siciliana nel campo della microchirurgia oculare. Si chiama “InnFocus” ed è un impianto che si sostituisce ai colliri, ai laser e ai più tradizionali interventi di chirurgia (la classicatrabeculectomia) praticati fino ad oggi, per la tipologia più diffusa di glaucoma, ovvero quello ad angolo aperto.

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«Si tratta di un sottile tubicino del diametro di 70 micron che s’introduce nell’occhio attraverso un piccolo foro praticato in anestesia locale – spiegano i dottori Marco e Silvio Zagari, esperti in materia, già premiati dall’Aiccer (Associazione italiana di chirurgia della cataratta e refrattiva) per gli studi sulle nuove metodiche nel campo della microchirurgia oculare – InnFocus è capace di drenare continuamente l’umore acqueo contenuto nell’occhio, così da ridurre in maniera consistente la pressione oculare e quindi ostacolare l’insorgenza e la progressione del glaucoma, con il relativo danneggiamento del nervo ottico. Inoltre – continuano gli specialisti, che hanno ottenuto la certificazione per l’impianto del nuovo device – ad oggi è una delle poche chirurgie reversibili per il glaucoma: se non si raggiungono i target pressori proposti, è possibile infatti rimuovere il dispositivo e tornare allo stato precedente. Rispetto alle chirurgie tradizionali, caratterizzate dal crollo repentino della pressione oculare nell’immediato post-operatorio – che nei casi più complessi è responsabile dello spegnimento del campo visivo detto “wipe-out” – questa metodica consente di controllare e contenere l’abbassamento della pressione».

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Il nuovo dispositivo è disponibile in Italia da qualche settimana e si applica in day surgery, con un intervento di soli 15-20 minuti, che consente di dimettere il paziente nell’arco della giornata. «È composto da un particolare materiale plastico, già brillantemente utilizzato in cardiochirurgia– continuano i medici – robusto sì, ma nello stesso tempo abbastanza delicato da non danneggiare il tessuto oculare. Inoltre, una volta posizionato, non va più cambiato nel corso della vita: una metodica davvero promettente, i cui risultati arrivano da molteplici sperimentazioni cliniche durate anni. La nostra equipe ha già avuto modo di testarlo su alcuni pazienti proprio in questi giorni, con valori della pressione intraoculare per tutta la durata del follow up davvero incoraggianti».

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Nel Sud Italia, il PCE è attualmente l’unica struttura privata ad effettuare l’innovativa metodica, che ha un alto profilo di sicurezza e riduce i disagi dei pazienti, migliorando notevolmente la qualità della vita.

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Archivio Sud Libertà- (Occhio con tumore)

Presto un futuro migliore per la Circumetnea

METRO CATANIA, INCONTRO TRA ANCE E FERROVIA CIRCUMETNEA

«INVESTITORI STRANIERI INTERESSATI A TRATTA VERSO L’AEROPORTO»

Approvata presso la Prefettura procedura a garanzia dei pagamenti delle imprese

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CATANIA

Un incontro al vertice tra l’Associazione dei Costruttori edili di Catania e la Ferrovia Circumetnea, a poca distanza dalla notizia dell’approvazione – da parte del commissario europeo Corina Cretu – del finanziamento per lo sviluppo della Metropolitana di Catania che collegherà anche l’aeroporto di Fontanarossa.

Nella sede della Fce, il presidente di Ance Catania Giuseppe Piana ha incontrato il direttore generale Salvatore Fiore, per discutere sullo stato dei cantieri, anche a seguito della crisi della CMC.

«In questa occasione – ha spiegato Piana – abbiamo sottolineato l’interesse da parte di investitori stranieri verso la tratta di collegamento Stesicoro-Palestro-Aeroporto, come emergerebbe dai contatti avuti attraverso il Gruppo Lavori all’Estero di Ance. Si tratta di un’opera strategica per la mobilità e lo sviluppo della città, nonché per il suo turismo – ha continuato il presidente – Per questo è utile un confronto con gli operatori stranieri, anche ai fini di una conoscenza sulle tecnologie e metodologie messe in campo dagli altri Paesi».

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Il direttore Fiore ha confermato, non soltanto il riavvio dei due cantieri Nesima-Monte Po e Stesicoro-Palestro, ma anche «l’attuazione della procedura concordata in Prefettura per il pagamento delle imprese strategiche, finalizzato alla ripartenza dei lavori». Inoltre, in merito al completamento del collegamento della metropolitana fine all’Aeroporto, ha dichiarato che «il finanziamento ottenuto dalla Comunità Europea, grazie all’impegno della Regione Siciliana e dell’assessore Marco Falcone, nonché del sindaco di Catania Salvo Pogliese, ammonta a 400 milioni di euro. Una cifra che consentirà il completamento dell’intera tratta Stesicoro-Aeroporto, lunga 6,8km con otto stazioni, e l’acquisto di nuovi treni per la metro». In programma un nuovo incontro fra Piana e Fiore per approfondire ulteriormente il confronto.

Giuseppe Conte spiega le ragioni per cui l”Ocse non ha valutato il piano di riforme strutturali..”

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Foto Presidenza del Consiglio-Palazzo Chigi

Nel corso dell’incontro avvenuto questa mattina a Palazzo Chigi con il Segretario Generale dell’Ocse Angel Gurrìa, il Presidente Giuseppe Conte ha sottolineato che”le stime diffuse ieri dall’Ocse sottovalutano gli effetti di breve e di medio periodo delle misure contenute nella Legge di Bilancio e dei successivi provvedimenti adottati dal governo.

Conte ha posto l’accento sull’effetto positivo che il Reddito di Cittadinanza e Quota 100 avranno sui consumi e sul fatto che le stime dell’Ocse non hanno valutato in maniera appropriata l’articolato piano di riforme strutturali già attuato e in corso di attuazione dal governo.

Il Reddito di Cittadinanza, infatti, aggredisce un problema sociale che è cresciuto rapidamente nell’ultimo decennio, come quello della povertà, e, oltre a fornire un sostegno al reddito familiare, dispone di meccanismi che favoriscono il reinserimento lavorativo, promuovendo l’inclusione sociale.

Quota 100 è, invece, una misura innanzitutto riparatrice di quella violazione del patto sociale che è avvenuta con la drastica riforma delle pensioni approvata a fine 2011. Oltre a ricostruire un clima di fiducia reciproca tra cittadini e istituzioni, questa misura aiuta a promuovere il ricambio generazionale all’interno della Pubblica amministrazione e a rinnovare le competenze tecnologiche della forza lavoro favorendo l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro.

In merito alle misure adottate in favore della crescita di medio e lungo periodo, Conte ha poi ricordato che il Governo ha agito secondo un piano di interventi coerente e articolato che aggredisce in modo strutturale i problemi endemici della nostra economia, in primo luogo quello della bassa produttività. Il corposo piano di investimenti pubblici disposto nella manovra economica, per cui sono stati stanziati 15 miliardi aggiuntivi nel prossimo triennio, dà sostegno alla domanda nel breve periodo e rafforza il potenziale di crescita dell’economia. Per trasformare rapidamente questi stanziamenti in opere pubbliche, il Governo ha adottato il decreto “sblocca-cantieri”; inoltre, con il decreto crescita, verranno adottate misure che da subito favoriranno gli investimenti privati. Al contempo, sono stati presentati in Parlamento una serie di disegni di legge delega che permetteranno al Governo nei prossimi mesi di riordinare in modo organico l’intero quadro normativo del Paese, trasformando la pubblica amministrazione in un potente catalizzatore dello sviluppo”.

Comunicato Stampa Presidenza del Consiglio

ENNA, AGGHIACCIANTE FEMMINICIDIO, DETTAGLI: “MI SPIACE NON POSSO VENIRE, HO UCCISO MIA MOGLIE”

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Nella foto l’assassino Filippo Marraro

Delitto di Enna. Si scopre che l’assassino Filippo Marraro  aveva persino  cambiato il suo profilo sul massimo social .relazione vedovo”, prima ancora di eseguire il suo disegno criminoso, l’assassinio di  Loredana Calì. In un video scioccante si vede Marraro, ripreso dall’alto, raggiungere la donna e costringerla a salire con lui in automobile sotto il tiro di  una pistola.

Da questa probabilmente spara i due colpi che feriranno mortalmente l’ex moglie,  40enne siciliana. Le aveva detto di dialogare del loro stato, invece l’ha minacciata e l’ha costretta a seguirlo fino alla casa di campagna dei genitori di lei.

.L’uomo, titolare di un autolavaggio e padre di tre figli (uno nato da un precedente matrimonio), ha sparato mirando al torace della donna dalla quale si stava separando.

Poi ha mandato un messaggio ad un amico, con il quale partecipava a raduni motociclistici, per disdire la sua partecipazione a quello del 7 aprile. Un messaggio agghiacciante: «Mi dispiace, non posso venire: ho ucciso mia moglie». Quindi ha telefonato ai familiari della vittima dicendo «andatevela a prendere morta». E infine si è costituito ai carabinieri. Un vero e proprio agguato, preceduto da una richiesta di chiarimenti. Catenanuova, dove la mafia è di casa e i clan rivali si fanno la guerra in strada

Disco rosso alla “Castrazione chimica”: respinto alla Camera il trattamento inibitore della libido”

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E’ davvero incredibile ed incomprensibile la politica italiana. Parole di Papa Francesco che, interpellato da alcuni giornalisti  sulla politica ha affermato : “Non chiedetemi questo: la politica italiana io non la capisco…….”Bocciato dall’Aula della Camera un ordine del giorno sulla castrazione chimica dell’imputato, presentato da Fratelli d’Italia, primo firmatario il capogruppo Francesco Lollobrigida, e sostenuto anche dalla Lega. I contrari sono stati 383, i favorevoli 126. “Forza Italia ha votato no insieme al Partito democratico, al Movimento 5 Stelle e a Leu”     Una proposta incomprensibile inventata dalla Meloni , sostenuta dal leader della Lega Salvini, offensiva alla democrazia italiana. Un vero assurdo respinto al mittente.

Il testo, sul quale il governo si era rimesso all’Aula, impegnava l’esecutivo “ad adottare ogni opportuna iniziativa, anche di carattere normativo, volta a introdurre la possibilità di subordinare la concessione del beneficio della sospensione condizionale della pena in caso di condanna per reati sessuali a trattamenti terapeutici o farmacologici inibitori della libido”.

“ Su ordine del giorno di Fdi su castrazione chimica, la maggioranza si è spaccata e Lega e Fratelli d’Italia si sono visti bocciare l’odg con 383 voti.i voi”.