Fiamme gialle, Procura Repubblica, Tribunale di Messina: stop alle pratiche illecite di 12 soggetti in custodia cautelare

 

Eseguite 12 misure cautelari

 

MESSINA,

 Un’ordinanza di custodia cautelare personale emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Messina, su richiesta della locale Procura della Repubblica, è stata notificata dalle Fiamme gialle a  12 persone, per associazione a delinquere finalizzata al furto, alla ricettazione, al riciclaggio ed all’estorsione.

Il provvedimento cautelare odierno interviene nella fase delle indagini preliminari ed è basato su imputazioni provvisorie, che dovranno comunque trovare riscontro in dibattimento e nei successivi gradi di giudizio, nel rispetto, pertanto, della presunzione di innocenza che l’art. 27 della Costituzione garantisce ai cittadini fino a sentenza definitiva.

In particolare, la complessa attività investigativa svolta, iniziata ad agosto del 2021 e condotta dagli specialisti del GICO del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Messina, ha consentito di individuare un agguerrito gruppo criminale, operante nel noto rione “Giostra” del capoluogo peloritano, dedito alla commissione, strutturata, di numerosissimi reati predatori.

L’analisi delle risultanze investigative, unita alla minuziosa ricostruzione delle articolate dinamiche comunicative poste in essere dai soggetti indagati – caratterizzate da elevata cripticità e linguaggio convenzionale, ricorso a sms, chat, comunicazioni triangolari e spesso mediate – ha permesso la completa identificazione di tutti i membri del sodalizio criminale che, in modo continuativo e metodico, sono risultati dediti alla commissione di:

  • furti e connessi episodi di riciclaggio e ricettazione di autovetture e ciclomotori, ovvero di pezzi meccanici e di carrozzeria riferibili a mezzi rubati;
  • deplorevoli pratiche estorsive nei confronti delle numerose vittime, proponendo loro di pagare somme di denaro con l’implicita minaccia, ove non avessero aderito, di perdere definitivamente il mezzo rubato: il classico “riscatto”, più noto come “cavallo di ritorno”.

Nel merito, l’attività svolta ha documentato un consolidato modus operandi, consistente:

  • nell’esecuzione notturna dei furti;
  • nel reperimento di parti meccaniche e di carrozzeria, di provenienza illecita, rivenduti sul web ovvero, su richiesta, a titolari di officine compiacenti;
  • nella proposta di riscatto al proprietario del mezzo rubato, attraverso il meccanismo del nominato “cavallo di ritorno”;
  • nella successiva equa divisione dei profitti dell’attività illecita.

Singolare, poi, è risultata la circostanza come il gruppo oggi represso godesse di un “consolidato riconoscimento” nel contesto territoriale messinese: allorquando un mezzo veniva rubato in una determinata zona, le persone offese o eventuali intermediari risultavano consapevoli di doversi loro rivolgere per il relativo tentativo di recupero.

Parimenti, le indagini hanno altresì documentato consolidati rapporti con paritetici ambienti criminali catanesi, talché anche eventuali furti compiuti “in trasferta” ben potevano essere recuperati anche in quella provincia.

La spregiudicatezza e la pericolosità dei componenti dell’organizzazione si è poi manifestata, nel corso delle indagini, allorquando, a fronte di un inseguimento da parte delle Forze di Polizia, un indagato, oggi ristretto in carcere, si è dato ad una precipitosa fuga nel centro cittadino, che ha anche provocato un incidente che ha coinvolto un mezzo delle Forze dell’Ordine, per poi fuggire e lanciarsi nel vuoto di una scarpata stradale della periferia.

In sintesi, l’odierna operazione testimonia, ancora una volta, il costante impegno della Procura della Repubblica e del Tribunale di Messina, nonché delle Fiamme Gialle Peloritane a tutela della legalità e della sicurezza dei cittadini, soprattutto rispetto ad odiosi reati predatori che fortemente incidono sulla qualità della vita e sulla sicurezza percepita.

Operazione ‘Freezing’: recuperato un eccezionale dipinto seicentesco, sequestrato alla casa d’Asta di Vienna

Bari: recuperato dai Carabinieri TP e rimpatriato dall'Austria eccezionale dipinto  seicentesco di Artemisia Gentileschi

 – Bari,
Due persone indagate, secondo l’impostazione accusatoria, avevano presentato il dipinto, nel 2019, per il tramite di un’agenzia di intermediazione toscana, all’Ufficio Esportazione (del Ministero della cultura) di Genova, dissimulando l’attribuzione alla pittrice italiana di scuola caravaggesca Artemisia Gentileschi (1593 – 1653), dichiarando un valore economico decisamente sottostimato e tacendo il legame pertinenziale storicamente documentato con contesti architettonici vincolati (Castello di Conversano e, successivamente, Castello Marchione di Conversano, risalente al sec. XVI-XVII), riuscendo così ad ottenere un attestato di libera circolazione viziato dalla erronea rappresentazione e valutazione dei fatti posti a base della decisione della Commissione consultiva.

I privati proprietari, avevano fatto così uscire dal territorio italiano il dipinto seicentesco a olio su tela (cm. 121×147) di straordinario pregio storico-artistico raffigurante Caritas romana (Storia di Cimone e Pero narrata da Valerio Massimo nel Factorum et dictorum memorabilium libri IX), già appartenente alla grande collezione d’arte del Conte Giangirolamo II Acquaviva d’Aragona (1600 – 1665), che lo aveva commissionato alla pittrice romana intorno alla metà del ‘600, affidandolo ad una prestigiosa Casa d’aste austriaca per massimizzare il ricavo economico derivante dalla vendita all’estero dell’opera, che sarebbe così stata sottratta definitivamente e irrimediabilmente al patrimonio culturale nazionale.

Le indagini, avviate nei primi mesi del 2020 dal Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (TPC) di Bari, dirette dalla Procura di Bari, hanno allo stato (fatta salva ogni successiva decisione nel contraddittorio delle parti) impedito che al dipinto toccasse la stessa sorte di un altro esemplare di Artemisia Gentileschi, proveniente da altra collezione, aggiudicato all’asta presso la medesima Casa d’aste per circa 2 milioni di euro. Sono stati infatti immediatamente attivati gli uffici del Ministero della cultura che, annullata in via amministrativa l’autorizzazione rilasciata sulla scorta di dichiarazioni mendaci celanti la certa attribuzione del dipinto alla pittrice, hanno avviato contestualmente il procedimento che ha determinato l’interesse culturale del bene e il diniego alla libera circolazione.

L’inosservanza dell’ordine di rimpatrio dell’opera, prontamente disposto dagli organi centrali del Ministero della cultura nei confronti dei proprietari, ha generato un approfondimento investigativo del Nucleo Carabinieri TPC di Bari, che ha richiesto all’Autorità Giudiziaria l’adozione di provvedimenti finalizzati ad impedire la dispersione, lo spostamento, il trasferimento o l’alienazione del bene, ormai destinato alla vendita in asta sottraendolo al patrimonio culturale italiano.

I militari, dopo aver rintracciato il dipinto presso la Casa d’aste in Vienna, lo hanno sottoposto a sequestro in esecuzione di un Ordine Europeo di Indagine (OEI) emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari e in esecuzione  di un provvedimento di freezing previsto dal Regolamento Europeo 1805/2018 ed altresì di un sequestro preventivo emessi dal GIP del Tribunale di Bari in accoglimento delle richieste degli inquirenti, consentendo – con il coordinamento dell’organismo europeo di cooperazione giudiziaria penale Eurojust e la collaborazione della Polizia austriaca – di recuperare e rimpatriare l’opera, salvandola dal meccanismo speculativo implicante la definitiva sottrazione del bene al controllo statale sui beni culturali, ovvero la sua perdita a seguito di commercializzazione all’estero.

È importante sottolineare che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che seguirà il confronto con la difesa degli indagati, la cui eventuale colpevolezza, in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti.

Nella fase esecutiva delle attività è stato determinante il supporto dell’Ambasciata Italiana in Austria, per l’adozione delle misure idonee alla conservazione dell’opera d’arte nelle more del rimpatrio in Italia.

La Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per la Città metropolitana di Bari procederà ai riscontri di carattere tecnico sulla tela, in sinergia con gli istituti specialistici ministeriali. È stato altresì richiesto incidente probatorio.

Il valore dell’opera recuperata-comunicano i Carabinieri – è non inferiore ai due milioni di euro.

“Stretto Pride 2022”:il Comune di Messina informa di aderire alla manifestazione per garantire la parità dei diritti….

 

 

Messina, Comune

 

Messina,

In occasione dell’evento “Stretto Pride 2022” che si terrà a Messina sabato 23 luglio, Palazzo Zanca sarà illuminato con i colori dell’arcobaleno ed è stato esposto sulla balconata il drappo simbolo del movimento LGBTQ+.

L’Amministrazione comunale- secondo un comunicato dell’Ente – oltre a patrocinare l’iniziativa ha aderito attraverso il gesto simbolico di colorare di luce arcobaleno il Palazzo comunale e l’esposizione della “bandiera della libertà” per manifestare la volontà di proseguire il percorso già avviato verso la realizzazione di una società che garantisca la parità dei diritti, l’autodeterminazione, il superamento di stereotipi e di pregiudizi nei confronti delle persone LGBTQ.

“Il claim dell’edizione 2022 ‘Un Mare di Pace’ intende veicolare sia un momento di sensibilizzazione e di riflessione per la pace nel mondo che ribadire il rispetto delle diversità e del contrasto ad ogni forma di odio e di violenza attraverso la realizzazione di iniziative ed azioni congiunte con l’obiettivo di dare il nostro contributo per una società maggiormente inclusiva e basata sul rispetto per il prossimo”, ha detto l’Assessore alle Pari Opportunità Liana Cannata.

Il programma della manifestazione, sabato 23, prevede con inizio alle ore 16.30, a piazza Antonello, la parata e a seguire la partenza del corteo lungo corso Cavour, via T. Cannizzaro, via Garibaldi e arrivo a piazza Unione Europea.

Taormina, Carabinieri controllano il territorio, scattano numerose denunce, ordini di carcerazione, violazioni di un commerciante

Controlli costanti dei Carabinieri e tante denunce di illeciti e violazioni
Messina,
Nell’ultimo week end i Carabinieri della Compagnia di Taormina, con il supporto dei colleghi della Compagnia d’Intervento Operativo del 12º Reggimento Sicilia, giunti da Palermo per le esigenze di controllo del territorio connesse all’incremento esponenziale del numero di avventori durante il periodo estivo, nonché dai Carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità di Catania per quanto concerne ai controlli delle attività di somministrazione alimenti e bevande, finalizzati a verificare il rispetto della normativa in materia di igiene e sanità alimentare, hanno intensificato i controlli nelle zone della c.d. movida, al fine di contrastare i reati in genere, soprattutto quelli di tipo predatorio e quelli connessi al traffico di sostanze stupefacenti.

Nel corso dei servizi, i Carabinieri hanno dato esecuzione a due distinti ordini di carcerazione nei confronti di un 38enne condannato in via definitiva ad espiare la pena residua di 8 mesi di reclusione in regime degli arresti domiciliari e di un 60enne colpito da un ordine di carcerazione, poiché condannato espiare la pena definitiva di quasi 4 anni per il reato di rapina commesso nel 2014, motivo per il quale, al termine delle formalità di rito, è stato ristretto presso la Casa Circondariale di Messina Gazzi.

Durante l’attività di controllo a largo raggio, che ha interessato contemporaneamente il territorio dei comuni della fascia ionica e dell’Alcantara, i Carabinieri della Compagnia di Taormina e della Compagnia d’Intervento Operativo del 12° Regimento Sicilia hanno anche denunciato un 42enne per il reato di evasione, due giovani per porto abusivo di armi ed oggetti atti ad offendere, un 30enne della provincia di Catania per inosservanza del divieto di ritorno nel comune di Giardini Naxos, un 34enne alla guida di un motociclo per non essersi fermato all’alt poiché sprovvisto di copertura assicurativa, una 30enne catanese per falsa dichiarazione a pubblico ufficiale sull’identità durante la stesura del verbale ed una 27enne catanese per guida sotto l’influenza di alcol.

Inoltre, nell’ambito del medesimo servizio, i Carabinieri della Compagnia di Taormina, con il supporto specialistico dei militari del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Catania, hanno controllato un esercizio commerciale di Giardini Naxos. All’esito dell’attività ispettiva i militari dell’Arma hanno accertato che il titolare dell’attività commerciale aveva apportato delle modifiche nell’ambito del processo di produzione e somministrazione degli alimenti omettendo di inoltrare la prevista comunicazione alla competente Azienda Sanitaria Provinciale motivo per il quale a carico del responsabile è stata contestata una violazione amministrativa per l’ammontare di 9.000 euro. Inoltre, il titolare, diffidato a regolarizzare nei termini prescritti la posizione, è stato anche deferito, in stato di libertà, per occupazione abusiva di circa 30 mq di area demaniale marittima sottoposta a sequestro dai militari dell’Arma.

Infine, nel corso dell’attività finalizzata al contrasto all’uso e al traffico di sostanze stupefacenti, i Carabinieri hanno segnalato 3 persone alla locale Prefettura perché trovate in possesso di modica quantità di sostanza stupefacente del tipo marijuana. Nel corso del servizio sono stati controllati 50 veicoli ed oltre 80 persone e e sono state elevate 7 contestazioni al codice della strada.

 

 

Mafia, Palermo: altra mazzata dei Carabinieri, arrestati 12 soggetti affiliati al Clan di Porta Nuova

Detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti | Cosa fare

 

PALERMO,

Altra mazzata dei Carabinieri  al mandamento di Porta Nuova a Palermo, storico clan di Cosa nostra. Dopo appena dieci 
giorni i  militari  hanno dato seguito all’operazione Vento che aveva portato al fermo di 18 presunti esponenti della famiglia mafiosa.

Un’ordinanza firmata dal gip di Palermo è stata già notificata nei confronti di altri 12 presunti affiliati. Le indagini sono state coordinate dalla Dda  da quando le tensioni erano salite con l’omicidio di Emanuele Burgio, avvenuto a Palermo il 31 maggio del 2021.

I 12 arrestati, quattro in carcere e otto ai domiciliari, sono accusati a vario titolo di reati quali associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, coltivazione e spaccio di stupefacenti, violenza privata e lesioni personali aggravate dal metodo e dalle finalità mafiose.

L’operazione Vento 2 è la prosecuzione di quella messa a segno lo scorso 6 luglio con l’esecuzione di 18 fermi da parte dalla Dda. Un’operazione scattata a pochi giorni dall’omicidio di Giuseppe Incontrera, avvenuto il 30 giugno scorso a Palermo, ritenuto uno dei capi del mandamento che teneva la cassa delle famiglie. Per quel delitto è indagato e reo confesso Salvatore Fernandez, che si è costituito consapevole che i  carabinieri erano sulle sue tracce. L’indagine aveva rivelato che vi erano chiari segnali di una possibile escalation; per questo motivo era stato deciso di anticipare il blitz. 

Il Nucleo Investigativo di Palermo ha raccolto ulteriori elementi di indagine ed intuizioni  che hanno fatto scattare i provvedimenti del Gip richiesti dalla Procura e bloccato, tra l’altro, la scarcerazione di Filippo Burgio, detenuto per altra causa, che doveva tornare in libertà proprio oggi. Secondo gli inquirenti avrebbe manifestato la volontà di punire i responsabili dell’uccisione del figlio Emanuele, avvenuto il 31 maggio 2021 a Palermo nel popolare quartiere della Vucciria. Anche per questo omicidio ci sono già tre indagati.

Nell’operazione Vento 2, che oggi a Palermo ha fatto scattare 12 arresti nei confronti di presunti esponenti del mandamento di Porta Nuova, i reati contestati agli indagati  sono l’associazione finalizzata al traffico di stupefacenti gestita «in tutta la sua filiera». Dalle fasi di approvvigionamento all’ingrosso allo spaccio al minuto sul territorio gestito dai vertici della struttura criminale per alimentare le casse mafiose.

L’associazione avrebbe assunto la gestione diretta di sei piazze di spaccio, localizzate nei centralissimi quartieri del Capo, della Vucciria, di Ballarò e della Zisa (via Cipressi, piazza Ingastone e via Regina Bianca), con a capo uomini ritenuti affiliati a cosa nostra; coltivazione e spaccio di stupefacenti; violenza privata e lesioni personali aggravate dal metodo e dalle finalità mafiose.

Catania, vialibera ai grandi eventi alla “Villa Bellini” ma la Soprintendenza con la dirigente Aprile non avrebbe dovuto tutelare il patrimonio arboreo e monumentale secolare della Villa B.?

 

mANIFESTO

MA DOV’E’ LASOPRINTENDENZA ETNEA?   LA DIRIGENTE NON AVREBBE DOVUTO TUTELARE PER LEGGE IL PATRIMONIO ARBOREO E MONUMENTALE SECOLARE, DELLA VILLA BELLINI?     FA SORRIDERE -CREDE SUD LIBERTA’-LA POLIZZA ASSICURATIVA…..

Catania,

E’ già  sold out il primo dei grandi eventi del SummerFest2022 promosso dal Comune di Catania al Giardino Bellini: sabato 16 i Pinguini Tattici Nucleari, nell’unica data siciliana di “A cielo aperto”, proporranno l’acclamatissimo viaggio tra i maggiori successi della loro storia musicale, compreso l’ultimo singolo “Giovani Wannabe”.
Un pienone annunciato,comunica il Comune etneo,  così come per i prossimi concerti di Mecna + Coco, il 17 luglio, Luchè, il 20, e Gemitaiz, il 22,  vicini al tutto esaurito.
Per accogliere al meglio e in sicurezza le migliaia di spettatori attesi per gli eventi,  la macchina comunale ha predisposto  una serie di provvedimenti, a partire dalla chiusura al pubblico del Giardino Bellini alle ore 16 in occasione dei concerti (per tutta la stagione del summerfest), con accesso riservato al pubblico degli eventi.
L’afflusso degli spettatori è stato preventivamente organizzato per prevenire qualunque possibilità di danneggiamento del giardino con apposite misure di sicurezza tra cui centinaia di addetti che vigileranno sull’area del concerto e i percorsi di accesso. Tuttavia Villa Bellini è stata  coperta da polizza assicurativa per eventuali danni alle persone ma anche al patrimonio arboreo, arbustivo e monumentale, con accordi per la compensazione ambientale che includono la donazione di piante e arbusti da piantumare all’interno del grande giardino storico.
Con ordinanza del Sindaco, è stata vietata, per i giorni dei concerti, all’interno dell’area di sicurezza e del Giardino Bellini, la vendita da asporto di bevande alcoliche da parte dei gestori dei pubblici esercizi e dei gestori di tutte le attività commerciali, ad esclusione dei casi in cui la somministrazione e la consumazione avvengano all’interno dei locali e delle aree del pubblico esercizio o nelle aree pubbliche esterne autorizzate, di pertinenza dell’attività. Il divieto è valido per tutti i pubblici esercizi, mini-market, gli esercizi di vicinato e i distributori automatici situati nell’area di sicurezza.
Divieto assoluto di vendita per asporto e consumo di bevande contenute in recipienti di vetro e lattina; di utilizzo di spray del tipo urticante e  al peperoncino; di introdurre, depositare al suolo, detenere, trasportare, cedere o ricevere, a qualsiasi titolo, bottiglie, lattine, contenitori di qualsiasi tipologia atti ad offendere”.
Sul piano della mobilità, sono stati disposti divieti di circolazione nelle aree del centro storico in prossimità della zona concerti.
In particolare, con effetto limitato intanto ai giorni 16, 17 e 22 luglio 2022, è stato istituito il divieto di transito per tutti i veicoli (eccetto quelli dei residenti diretti in garage, delle forze dell’Ordine e dei mezzi di soccorso in emergenza) dalle ore 13 e fino a cessate esigenze in questi  tratti viari:
Via Sant’Euplio (tratto da via Pacini e p.zza Roma); Via Litrico; Via Argentina; Via Etnea (tratto da via Litrico a via Andronico); Via Etnea carreggiata est (tratto da via Umberto a via De Felice); Via Umberto (tratto da piazza Ettore Majorana a via Etnea); Via Etnea carreggiata nord (tratto da via Caronda a via Etnea); Via Rosalia Zaccà (tratto da via De Felice a via Umberto); Via Ferdinando Disposto inoltre il divieto di sosta con rimozione coatta su entrambi i lati per tutti i veicoli dalle ore 13 e fino a cessate esigenze nei tratti viari: Via Sant’Euplio (tratto da via Rizzari e p.zza Roma); Via Litrico; Via Argentina; Via Etnea (tratto da via Litrico a via Andronico); Via Etnea carreggiata est (tratto da via Umberto a via De Felice); Via Umberto (tratto da via Rosalia Zaccà a via Etnea); Via Etnea carreggiata nord (tratto da via Caronda a via Etnea).

Disperazione della madre che non crede ancora al decesso del piccolo D.Bandieramonte per un batterio che ha colpito tutto il corpo

 

Catania,

Disperazione della madre che non crede ancora al decesso ’, nell’ospedale pediatrico di Taormina, del piccolo Domenico Bandieramonte, 4 anni compiuti appena due giorni fa, che secondo i genitori sarebbe vittima di un caso di malasanità.     Le grida di dolore della mamma del bimbo, Ambra Cucina arrivano ai social: il piccolo ricoverato inizialmente al San Marco di Catania per un disturbo intestinale, in seguito all’applicazione di un sondino – sempre secondo i familiari – avrebbe contratto in ospedale un batterio, l’enterococco, che ha colpito tutti gli organi, dal cuore ai reni. Per la donna l’errore  medico è stato fatto anche nei diversi nosocomi dove ha portato il bambino.

«Voglio giustizia per mio figlio, e voglio che emerga la verità» ha ribadito la donna l. Dall’ospedale San Marco non hanno voluto rilasciare alcune dichiarazione sulla vicenda. 

Grida di disperazione della mamma

Ambra Cucina, nata e vissuta a Lampedusa fino a quando non si è sposata trasferendosi a Catania, ha altri due figli piccoli. «Mio figlio stava bene – ha ripetuto oggi la donna – non posso credere che ora non c’è più. Lo avevo portato al pronto soccorso che vomitava e aveva mal di pancia, una semplicissima intossicazione. Me lo hanno ucciso, lo hanno devastato. Dal primo momento in cui gli hanno infilato in gola un sondino, non si è capito più nulla e non l’ho più potuto vedere. Mi hanno anche trattato male, come se fossi come una stupida. Non ho potuto neanche stare accanto a Domenico durante i suoi ultimi momenti di vita».

Il piccolo Domenico è giunto all’ospedale San Vincenzo di Taormina il 7 luglio in condizioni cliniche «gravissime», secondo quanto afferma una nota dell’Asp di Messina. Il piccolo ricoverato inizialmente al San Marco di Catania per un disturbo intestinale, in seguito all’applicazione di un sondino – sempre secondo i familiari – avrebbe contratto in ospedale un batterio, l’enterococco, che ha colpito tutti gli organi, dal cuore ai reni.

«Il piccolo paziente – spiega l’Asp – è stato ricoverato presso il reparto di Terapia intensa Cardiochirurgica, è stato sottoposto a cure intensive (tra cui Ecmo), ma il disperato quadro clinico non ha lasciato margine ad alcun miglioramento clinico. Pertanto, a seguito di accurati esami diagnostici e di una lunga procedura di accertamento di morte encefalica, ne è stato costatato il decesso. Tutto il personale medico e paramedico e la Direzione dell’Asp Messina – conclude la nota – si stringe al dolore dei familiari».

La salma è stata posta sotto sequestro dalla Procura per accertamenti. approfonditi.

Il Presidente Mattarella respinge le dimissioni di Draghi. Il Parlamento deciderà se proseguire senza il M5S

Incontro Conte-Draghi oggi alle 12, perché si rischia la crisi di governo e  cosa può succedere

 

Il premier Mario Draghi ha annunciato le dimissioni in Consiglio dei ministri. Come si sa il M5S non ha votato la fiducia sul decreto Aiuti e il  presidente del Consiglio ha comunicato ai ministri l’intenzione di lasciare la guida del governo.  Sarà il Parlamento a decidere se il governo debba restare ancora in sella o lasciare per avviarci verso nuove elezioni. Intanto i ministri del governo Draghi non si sono dimessi: una curiosità rispetto all’azione dei colleghi di uscire dall’Aula per non porre la fiducia.

Dopo un primo colloquio nel pomeriggio, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto nuovamente questa sera al Quirinale il premier, che ha rassegnato le dimissioni. Il Presidente della Repubblica – riferisce una nota del Quirinale – non ha tuttavia accolto le dimissioni e ha invitato Draghi a presentarsi al Parlamento per rendere comunicazioni, affinché si effettui, nella sede propria, una valutazione della situazione che si è determinata a seguito degli esiti della seduta svoltasi oggi presso il Senato della Repubblica.

Poi in serata una nota dell’ufficio stampa del Quirinale che afferma: in riferimento ad alcune notizie circolate nel pomeriggio si sottolinea che nel colloquio tra il Presidente Mattarella e il Presidente Draghi si è registrata una totale identità di vedute.

Il premier dopo essersi recato al Colle si è intrattenuto per circa 30 minuti a Palazzo Madama con la presidente del Senato, Elisabetta Casellati. Massimo riserbo sui contenuti dell’incontro. Mentre con il presidente della Camera, Roberto Fico, ancora in isolamento , positivo al Covid, Draghi ha avuto un colloquio telefonico.

Il premier “mercoledì- d’intesa con il Presidente Mattarella – renderà comunicazioni alle Camere…

Il comunicato di Draghi  – “Voglio annunciarvi che questa sera rassegnerò le mie dimissioni nelle mani del Presidente della Repubblica. Le votazioni di oggi in Parlamento sono un fatto molto significativo dal punto di vista politico

Dal mio discorso di insediamento in Parlamento ho sempre detto che questo esecutivo sarebbe andato avanti soltanto se ci fosse stata la chiara prospettiva di poter realizzare il programma di governo su cui le forze politiche avevano votato la fiducia. Questa compattezza è stata fondamentale per affrontare le sfide di questi mesi. Queste condizioni oggi non ci sono più”, ha detto annunciando le sue dimissioni in Consiglio dei ministri.

“La maggioranza di unità nazionale che ha sostenuto questo governo dalla sua creazione non c’è più. È venuto meno il patto di fiducia alla base dell’azione di governo“, ha detto ancora Draghi, aggiungendo: “In questi giorni da parte mia c’è stato il massimo impegno per proseguire nel cammino comune, anche cercando di venire incontro alle esigenze che mi sono state avanzate dalle forze politiche”.

“Vi ringrazio per il vostro lavoro, i tanti risultati conseguiti. Dobbiamo essere orgogliosi di quello che abbiamo raggiunto, in un momento molto difficile, nell’interesse di tutti gli Italiani”……

Max frode scoperta dalla Finanza nel settore dei carburanti

 

 

Scoperta maxi frode nel settore dei carburanti

 

Salerno,

Nella mattinata odierna, la Guardia di Finanza di Salerno, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, ha dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dalla Sezione G.I.P. su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia per plurime ipotesi di reato (tra i quali, evasione dell’IVA, emissione di fatture per operazioni inesistenti ed autoriciclaggio) con l’aggravante – ritenuta sussistente a carico di due degli indagati, destinatari della misura della custodia cautelare in carcere – della finalità di agevolazione del clan Moccia di Afragola (NA).

Contestualmente, è in corso di esecuzione il sequestro di denaro e beni per circa 20 milioni di euro, ritenuti frutto delle frodi fiscali. Destinatari delle misure cautelari sono anche ulteriori 5 soggetti, di cui 1 posto agli arresti domiciliari ed altri 4 nei confronti dei quali è stato disposto il divieto temporaneo di ricoprire uffici direttivi di persone giuridiche ed imprese. Secondo la prospettazione accusatoria, ritenuta allo stato delle indagini fondata dal Giudice per le indagini preliminari, sulla base degli approfondimenti svolti dai Finanzieri della Compagnia di Eboli, il complesso sistema di frode era finalizzato ad evadere l’imposta sul valore aggiunto, sfruttando società cartiere di cui beneficiavano anche organizzazioni criminali di stampo camorristico. In particolare, la condotta delittuosa oggetto di contestazione, posta in essere anche grazie alla complicità di alcuni consulenti fiscali, sarebbe consistita nell’utilizzo di “lettere di intento” ideologicamente false, al fine di far acquisire alle società cartiere la qualifica di esportatore abituale, presupposto per l’acquisto di carburante in regime di esenzione IVA.

Nel corso degli accertamenti sono stati anche tracciati i flussi finanziari dei conti correnti delle società cartiere, giungendo così ad individuare i soggetti ritenuti effettivi beneficiari ed organizzatori del meccanismo fraudolento. Le indagini hanno in tal modo consentito di risalire ai nominativi di aziende e persone fisiche già coinvolte nell’analogo filone investigativo condotto da altre Procure Distrettuali sull’intero territorio nazionale e, in particolare, dalle Procure distrettuali di Roma e Napoli.

Nell’aprile 2021, infatti, in provvedimenti cautelari emessi su richiesta di tali Uffici, è stata ritenuta l’esistenza di un sistema ruotante attorno ad un’associazione a delinquere avente il proprio fulcro nell’attività della “Max Petroli Italia”, ora “Made Petrol Italia” (MPI) di Roma, esercente il commercio all’ingrosso di prodotti petroliferi, facente capo alla famiglia Di Cesare, sistema che vedeva direttamente coinvolti esponenti del predetto clan Moccia. All’interno di tale sistema sembrano da collocarsi, allo stato delle investigazioni, le condotte oggetto d’indagine, realizzate attraverso due società operanti nel Salernitano e di fatto gestite da indiziati di appartenenza all’associazione a delinquere romana, alcuni dei quali ritenuti partecipi di un’organizzazione di stampo camorristico operante in territorio campano.

Nel meccanismo fraudolento risulterebbero coinvolti professionisti salernitani e dell’Agro nocerino-sarnese che, secondo le risultanze investigative, si sarebbero occupati degli adempimenti fiscali e societari strumentali alla realizzazione delle frodi. Contestualmente all’esecuzione dell’ordinanza, è stato depositato appello al Tribunale per il riesame avverso il provvedimento cautelare, nella parte in cui è sostenuta l’insussistenza dell’aggravante dell’agevolazione mafiosa per tre degli indagati comunque attinti da misura cautelare.

IL GOVERNO DRAGHI NON AVRA’ OGGI LA FIDUCIA DEL M5S- NO AD EVENTUALE DICHIARAZIONE DI INTENTI

 

Giuseppe Conte, da fiero sovranista a nemico dei sovranistiUn premier per  tutte le stagioni - La Finestra di Azzurra

Roma,

“Ho avuto un colloquio con il premier Draghi, abbiamo parlato anche degli altri punti e devo registrare una disponibilità del presidente a venirci incontro su tutti i punti. Però è evidente che la fase che stiamo affrontando non può accontentarsi di dichiarazioni di intenti e di impegni, occorrono misure concrete”. Così il leader del M5S Giuseppe Conte, nel corso dell’assemblea congiunta nella quale ha annunciato l’Aventino parlamentare sul dl aiuti. 

Oggi in Senato i 5 Stelle non voteranno la fiducia.