Usura,prestiti a tassi elevatissimi, denunciati e sequestro immobili

 

Usura, denunciati 2 coniugi per aver praticato prestiti con interessi fino al 400%

Napoli

Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli ha sequestrato, tra Roma ed Ercolano (Napoli), immobili e disponibilità finanziarie del valore di oltre 500.000 euro nei confronti di due coniugi indiziati di usura.

Il provvedimento cautelare è stato emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Napoli al termine di un’indagine delegata dalla Procura della Repubblica partenopea scaturita da una verifica fiscale eseguita dai finanzieri della Compagnia di Portici. In particolare, le Fiamme Gialle sono riuscite a ricostruire il meccanismo di usura grazie alla testimonianza di un imprenditore edile che durante il controllo ha denunciato di aver visto ”lievitare” la pretesa restitutoria del prestito inziale di diverse decine di migliaia di euro, con interessi fino al 400%.

Accertata l’erogazione di prestiti per 115.000 euro a tassi usurai ai danni di due imprenditori in difficoltà economiche, uno di Latina e uno di Portici (Napoli). Il giro di usura è stato ricostruito attraverso l’acquisizione degli assegni versati a garanzia da parte delle vittime, gli accertamenti bancari e l’esame degli atti di compravendita di due immobili, risultati falsi, i cui mutui venivano pagati dallo stesso usurato.

Oggi 23.839 nuovi contagiati (+5.172 positivi rispetto a ieri). 380 morti in 24h

 

Protezione Civile, il bollettino: 23.839 nuovi contagiati (+5.172 positivi rispetto a ieri). 380 morti in 24h

Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 357.154 tamponi e individuati 23.839 nuovi positivi al COVID-19. Gli attualmente positivi sono 571.878, 5.172 in più rispetto a ieri. Nell’ultimo giorno i decessi sono 380 persone affette da Coronavirus per un totale di 107.636 decessi dall’inizio dell’epidemia.

Attualmente positivi: 571.878
Deceduti: 107.636 (+380)
Dimessi/Guariti: 2.832.939 (+18.287)
Ricoverati: 32.256 (+156) di cui in Terapia Intensiva: 3.635 (+7)
Tamponi: 48.820.663 (+357.154)
Totale casi: 3.512.453 (+23.839, +0,68%)

Sono  890 i nuovi casi di covid registrati in Sicilia nelle ultime 24 ore. Ieri erano stati 892.  Le vittime sono invece 23 (ieri 22) e così il totale delle vittime siciliane del virus sale a 4.558.

Le persone ricoverate sono 940 (ieri erano 920), mentre i pazienti in terapia intensiva oggi sono 127 (ieri erano 121), mentre in area medica ci sono 813 persone (ieri erano 799). I pazienti dichiarati guariti sono stati 858 e alla luce di questi numeri i siciliani attualmente positivi sono 16.412 (dei quali 15.472 in isolamento domiciliare). I tamponi processati sono stati 29.038 e il tasso di positività si è attestato così al 3%.

LE PROVINCE. Ecco la situazione nelle province:

Palermo: 51.179 casi complessivi dall’inizio della pandemia (286 nuovi casi)
Catania: 45.276 (121)
Messina: 21.100 (83)
Siracusa: 11.935 (98)
Trapani: 11.246 (20)
Ragusa: 9.340 (109)
Caltanissetta: 8.104 (78)
Agrigento: 7.631 (70)
Enna: 4.887 (25)

Estorsione,arrestato un esattore del “pizzo” a Palermo

Estorsione, in carcere un sodale dell'esattore del "pizzo"

Su delega della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia – Sezione Palermo, coordinata dal Procuratore Aggiunto Salvatore De Luca, i finanzieri del Comando Provinciale di Palermo hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale del capoluogo nei confronti di un soggetto per il reato di concorso in estorsione aggravata dal metodo mafioso, per aver chiesto il “pizzo” ad un giovane imprenditore edile che gestiva un cantiere nel quartiere palermitano della Vucciria.

L’attività costituisce lo sviluppo delle indagini che hanno portato, lo scorso 11 marzo, all’arresto in flagranza di reato di un uomo, bloccato dai militari del Nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo mentre riceveva 300 euro a titolo di “messa a posto”. Sulla base di quanto emerso allo stato delle indagini, la vittima, che aveva da poco avviato lavori di ristrutturazione, è stata “avvicinata” dai due indagati che hanno avanzato richieste estorsive sempre più esplicite. Grazie alla coraggiosa denuncia presentata dall’imprenditore, costantemente supportato da un’associazione antiracket, in pochi giorni gli investigatori del Nucleo di polizia economico-finanziaria sono riusciti ad acquisire gli elementi di riscontro che hanno consentito di pervenire all’arresto dell’esattore del “pizzo” in flagranza di reato.

Lo sviluppo delle indagini ha consentito di far emergere ipotesi di responsabilità nei confronti dell’odierno arrestato, che è risultato colui che ha “presentato” la vittima al sodale e che nel tempo ha partecipato attivamente alla condotta illecita. Parallelamente alle indagini, i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria di Palermo, in stretto coordinamento con la locale Direzione Distrettuale Antimafia, hanno proceduto a valorizzare in chiave patrimoniale gli elementi acquisiti, attraverso l’esame, il confronto e l’incrocio di informazioni estratte dalle diverse banche dati in uso alla Guardia di Finanza, accertando l’assoluta sproporzione tra i beni disponibili e la capacità economica degli indagati.

Nello specifico, gli accertamenti – condotti anche con il noto applicativo “MOLECOLA” in dotazione ai Reparti investigativi della Guardia di Finanza – hanno portato a dimostrare che gli indagati e i rispettivi nuclei familiari, negli anni, non avevano dichiarato redditi leciti o altre forme di finanziamento capaci di “giustificare” le spese e gli acquisti nel tempo sostenuti. La Procura della Repubblica – DDA ha quindi emesso un provvedimento ablativo d’urgenza, in corso di esecuzione, che ha consentito di sottoporre a sequestro disponibilità finanziarie, beni mobili e immobili per un valore complessivo stimato di circa 200.000 euro, tra cui figura un’impresa che gestisce un noto pub del quartiere della Vucciria, risultato nella disponibilità di fatto dell’arrestato.

L’odierna operazione testimonia il perdurante impegno della Guardia di Finanza di Palermo, con il costante coordinamento della locale Direzione Distrettuale Antimafia, a tutela della legalità e della libera iniziativa commerciale dei cittadini, a salvaguardia della legalità del sistema imprenditoriale.

Sicilia, altri 892 casi di positività e 22 vittime di Covid

 

Aperto il reparto Covid dell'Ospedale di Altamura: attivati 20 posti letto, ampliabili sino a 60 | Panorama della Sanità

 

 

Sono 23.987 i contagi da coronavirus in Italia oggi, 26 marzo, secondo i dati delle regioni nel bollettino della Protezione Civile. Il Ministero della Salute fa riferimento ad altri 457 morti, che portano il totale a 107.256 vittime dall’inizio dell’epidemia di covid-19. Da ieri sono stati eseguiti 354.982 tamponi, l’indice di positività è al 6,7%. I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 3628 (+8).

Altri 892 casi di positività al virus sono stati registrati in Sicilia nelle ultime 24 ore  I tamponi processati nell’Isola sono stati 27.892, con una incidenza di positivi al 3,1%, in leggera diminuzione rispetto a ieri.

La Regione resta nona per numero di contagi giornalieri. Le vittime sono state 22 nelle ultime 24 ore e portano il totale a 4.535. Il numero degli attuali positivi è di 16.403 con 409 casi in più rispetto a ieri, mentre i guariti sono 461. Negli ospedali i ricoverati sono 920, 11 in meno rispetto a ieri, quelli nelle terapie intensive sono 121, tre in più.

La situazione nelle singole province:

Palermo: 50.893 (346)
Catania: 45.155 (201)
Messina: 21.017 (30)
Siracusa: 11.837 (40)
Trapani: 11.226 (47)
Ragusa: 9.231 (56)
Caltanissetta: 8.026 (61)
Agrigento: 7.561 (91)
Enna: 4.862 (20)

Aci Sant’Antonio: “M’illumino di meno”,luci spente alla Villa Comunale

Caruso: “Iniziativa importante, è un dovere partecipare”

In occasione di ‘M’Illumino di Meno’, cioè la Giornata del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili lanciata dal programma radiofonico ‘Caterpillar’ e da ‘Radio2’ nel 2005, il Comune di Aci Sant’Antonio su invito dell’associazione ‘Leo Club’ di Piazza Armerina dà la sua adesione partecipando fattivamente attraverso lo spegnimento dell’illuminazione delle Villa Comunale, oggi, nella fascia oraria prevista 19:00 – 19.30.
  L’edizione di quest’anno è dedicata al ‘Salto di Specie’, cioè – come spiegano da ‘Radio2’ – “l’evoluzione ecologica nel nostro modo di vivere che dobbiamo assolutamente fare per uscire migliori dalla pandemia”.
“Si tratta di un’importante iniziativa ed è un dovere civico prenderne parte – ha dichiarato il Sindaco, Santo Caruso – Per questo ringrazio chi si sta spendendo per una sensibilizzazione in questo senso, a partire dagli organizzatori e fino ai singoli promotori, come i ragazzi del Leo Club, che egregiamente stanno spiegando quali sono i rischi per il futuro se non si è attenti all’inquinamento, al risparmio delle risorse come acqua, verde, sole, e al riutilizzo di quanto prodotto con un riciclo costante e ragionato”.

Messina: arresti per l’uccisione di un imprenditore nel 2015

Messina

Questa mattina i Carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Messina, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Messina, a carico di tre cittadini barcellonesi, gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di tentato omicidio, detenzione illecita di armi, porto abusivo di arma e rapina con l’aggravante del metodo mafioso poiché commessi al fine di agevolare le attività illecite dell’associazione di stampo mafioso c.d. dei “Barcellonesi”. 
La misura cautelare è stata applicata nei confronti del 31enne C.S. e del 28enne B.S., già detenuti dal gennaio del 2018 in relazione ad un’altra ordinanza cautelare emessa nell’ambito dell’operazione antimafia denominata “Gotha 7 e del 27enne C.C., già detenuto presso la casa circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto perché coinvolto nel traffico di sostanze stupefacenti emerso nell’ambito dell’inchiesta denominata “Dinastia” eseguita nel febbraio del 2020. 
L’odierno provvedimento cautelare scaturisce dalle indagini svolte dai Carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto avviate subito dopo il tentato omicidio, commesso il 30 maggio 2015 nei confronti di un ristoratore di Merì. Quella sera, tre individui, sfruttando la copertura della vegetazione, si erano appostati nelle immediate vicinanze del cancello di ingresso dell’abitazione del malcapitato, tendendogli un agguato. Nella circostanza, mentre l’uomo stava facendo rientro nella propria abitazione a bordo della propria autovettura, in attesa della completa apertura del cancello carraio, veniva avvicinato da uno dei malviventi che tentava di aprire lo sportello della vettura ed in quel frangente esplodeva numerosi colpi di pistola all’indirizzo della vittima che rimaneva illeso poiché i colpi esplosi venivano attutiti dalla carrozzeria dell’autovettura. L’imprenditore, grazie ad una manovra repentina, riusciva a riparare all’interno della sua abitazione sottraendosi illeso all’agguato. 
I Carabinieri della Compagnia di Barcellona, intervenuti nell’immediatezza dei fatti, grazie ad un meticoloso sopralluogo sulla scena del crimine catalogavano e repertavano numerose tracce utili sia per gli accertamenti biologici che balistici. In particolare venivano repertati i bossoli calibro 9×21 ed alcuni mozziconi di sigaretta rinvenuti nella zona ove si erano appostati gli autori dell’agguato. 
Alcune settimane dopo questi fatti, nel luglio 2015, nell’ambito di una indagine parallela, i Carabinieri della Compagnia di Barcellona e della sezione Anticrimine del ROS di Messina, grazie anche alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia hanno rinvenuto, in un’abitazione abbandonata di Barcellona Pozzo di Gotto, un arsenale di armi e munizionamento, nella disponibilità della consorteria mafiosa dei Barcellonesi. In particolare tra le armi sequestrate vi erano anche due pistole calibro 9×21 dello stesso tipo utilizzato per il tentato omicidio. 
In occasione del ritrovamento delle armi, all’interno della stessa abitazione sono stati rinvenuti anche alcuni indumenti e mozziconi di sigaretta che a loro volta sono stati repertati e sottoposti a sequestro. 
Il materiale in sequestro è stato successivamente analizzato dal Reparto Investigazioni Scientifiche di Messina che ha provveduto a svolgere le indagini balistiche, confrontando i bossoli rinvenuti sul luogo del tentato omicidio con le armi sottoposte a sequestro nel luglio 2015. L’accertamento consentiva di appurare che i colpi esplosi all’indirizzo del ristoratore erano stati effettivamente sparati da una pistola marca Astra Cal 9×21 che era stata rinvenuta, unitamente alle altre armi, nell’abitazione abbandonata di Barcellona Pozzo di Gotto.
Le indagini scientifiche sono proseguite anche con gli accertamenti biologici. In particolare sono stati estratti i profili di DNA dai mozziconi di sigaretta rinvenuti sul luogo del tentato omicidio e da quelli trovati all’interno dell’abitazione ove erano state rinvenute le armi. Grazie alla comparazione dei profili genotipici ottenuti con quelli di alcuni soggetti ritenuti all’epoca dei fatti sodali all’associazione mafiosa barcellonese si è potuto accertare che nei mozziconi di sigaretta rinvenuti sul luogo del tentato omicidio erano presenti i profili DNA appartenenti a B. ed al C.. La stessa operazione tecnica veniva compiuta sui mozziconi di sigaretta e gli indumenti rinvenuti sul luogo del ritrovamento delle armi mediante i quali è stato possibile appurare che il DNA estrapolato apparteneva allo stesso B. ed al C.. 
Le indagini esperite, corroborate anche dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, hanno permesso di chiarire che l’associazione mafiosa barcellonese aveva la disponibilità di un arsenale e che le armi rinvenute e sequestrate erano state utilizzate per commettere vari delitti tra cui il tentato omicidio e la rapina oggetto della contestazione a carico degli odierni indagati. 
Il G.I.P. del Tribunale di Messina, condividendo la ricostruzione operata dall’Ufficio di Procura, a seguito dei convergenti elementi probatori acquisiti nel corso delle indagini dai Carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto, ha emesso l’Ordinanza di Applicazione della Misura Cautelare in Carcere a carico degli odierni indagati. 

 

 

“Dikotomica”,bipersonale di Simone Stuto e Giuseppe Vassallo

 

Fervono i preparativi per la prossima mostra targata SACCA. Appuntamento a Pozzallo fissato per sabato 17 aprile 2021 con “Dikotomica”bipersonale degli artisti Simone Stuto e Giuseppe VassalloCurata da Giovanni Scucces e Mariateresa Zagone, sarà accompagnata da un testo critico di quest’ultima.

Per permettere una visita in tutta calma e sicurezza è stato pensato un opening spalmato nel corso di tutta la giornata, dalle ore 10 alle 20 (con una pausa fra le 13 e le 15). In ogni caso la galleria dispone anche di un ampio spazio esterno in cui poter sostare.

Dikotomica è un progetto che ha i suoi cardini nella ricerca figurativa e nella condizione esistenziale dell’uomo. I due artisti in dialogo affrontano il tema della relazione con l’alterità, cioè con il mondo esterno e con l’estraneità, attraverso due modalità contrapposte nel rapporto fra soggetto e oggetto. Da un lato l’introspezione e lo scavo psichico rivelatori delle profondità dell’io, dall’altro la melanconia estatica ed estetica che scaturisce dall’incontro/scontro col reale. A rendere manifeste queste polarità concorrono due linguaggi differenti: da una parte la distorsione di un disegno nervoso e spezzato come quello di Stuto, dall’altra la sequenza di frames dalla controllata struttura formale che si dipanano in un’incredibile varietà di grigi in Vassallo. Espressionistico, grafico e pittorico il primo, impressionistico foto-grafico e cinemato-grafico il secondo, entrambi però procedono seguendo un moto bidirezionale che va dall’interno all’esterno e dall’io al mondo. Al cospetto di queste opere, scrive la Zagone, sono rintracciabili dei richiami alla tradizione visiva e alla Storia dell’Arte, da Bosh ad Hammershøi, da Bacon ad Hopper, da Pontormo a Casorati.

Simone Stuto (Caltanissetta, 1991) vive e lavora tra Biella (BI) e Racalmuto (AG). Termina gli studi nel 2016 dopo una laurea in Pittura e una specializzazione in Grafica d’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo. Ha all’attivo già diverse collaborazioni e mostre in gallerie e spazi pubblici in Italia.

Giuseppe Vassallo (Palermo, 1990), dopo una laurea in Progettazione Allestimenti presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo, termina gli studi nel 2018 specializzandosi in Grafica d’Arte presso la stessa istituzione. Collabora con diverse gallerie e partecipa a varie mostre in Italia e all’estero. È stato selezionato dalla giura presieduta da Philippe Daverio per la mostra finale del “Premio Mestre di Pittura 2020”. Nel 2018 ottiene una residenza d’artista, con mostra personale finale, presso l’Istituto Italiano di Cultura di Budapest.

Sarà possibile visitare la mostra fino al 29 maggio secondo i consueti orari di apertura della galleria o su appuntamento.

 

Caltagirone:restauro dell’area cimiteriale e nuove opportunità per gli artigiani

Concorso di idee per uno spazio ecumenico – Cimitero monumentale di Caltagirone

 

«Un bene di inestimabile valore architettonico e storico che merita cure e attenzioni, con operazioni volte al recupero e alla valorizzazione», questo il commento del sindaco di Caltagirone Gino Ioppolo in riferimento al cimitero monumentale del comune etneo, oggetto di un concorso di idee per realizzare uno spazio ecumenico senza specificità confessionali, promosso dall’Amministrazione comunale, dalla Fondazione e dall’Ordine degli Architetti di Catania, oggetto questa mattina di una conferenza online moderata dalla presidente della Fondazione Veronica Leone.

«Con la delibera dello scorso 22 marzo abbiamo formalizzato la nostra adesione, convinta, partecipe e fattiva, all’iniziativa che da tempo portiamo avanti su proposta della Fondazione e dell’Ordine – ha proseguito Ioppolo – Abbiamo coinvolto professioni e associazioni, accogliendo con grande positività il concorso di idee, con la speranza che faccia da volano per ottenere il supporto economico dell’assessorato dei Beni Culturali della Regione Siciliana, nella cui sensibilità confidiamo, mettendo in campo iniziative per recuperare i beni edilizi al suo interno, le cappelle gentilizie e quelle familiari».

Dello stesso avviso anche il dirigente della soprintendenza di Catania Benny Caruso: «La buona riuscita del progetto potrebbe aprire la strada ai finanziamenti per rimettere in sesto quanto nel tempo è andato rovinato, riportando questo Bene al suo splendore e rendendolo fruibile a tutti i cittadini, indipendentemente dalla propria fede. Il concorso ci permette di entrare in punta di piedi in una situazione delicata. Speriamo nella qualità e nell’alto livello dei professionisti, perché il cimitero ne ha davvero bisogno. Si tratta di un monumento particolare per le sue costruzioni ipogee, che lo rendono tra i più belli e suggestivi d’Italia».

«La riqualificazione e il restauro del cimitero darebbe nuove opportunità lavorative agli artigiani del calatino, che verrebbero coinvolti negli interventi dei pregiati bassorilievi in terracotta. In questo modo, il concorso avrebbe una duplice finalità: una lavorativa, l’altra sociale, dando lustro a un bene monumentale unico nel suo genere, che va tutelato, preservato e conservato, e che oggi si trova in condizioni precarie e di rischio, anche sul fronte della sicurezza», ha aggiunto il presidente dell’Ordine Alessandro Amaro. «Possiamo essere soddisfatti, perché lavoravamo da due anni per ottenere questo risultato – ha sottolineato il presidente della Fondazione Veronica Leone – Si tratta di una grande opportunità per puntare i riflettori al cuore pulsante del cimitero monumentale dichiarato Monumento Nazionale italiano nel 1931, e opera d’arte a cielo aperto Il progetto deve rispettare alcuni vincoli urbanistici, ma potrebbe valorizzare appieno l’area che, nel 1866, avrebbe dovuto vedere la realizzazione di una cappella da parte dell’architetto Giovan Battista Nicastro, che due anni prima aveva realizzato il Palazzo di Città». Un risultato difficile da raggiungere senza il sostegno dell’Ordine degli Architetti di Bologna, che ha messo a disposizione la piattaforma, «certi dell’importanza per il territorio di riportare alla luce un monumento così importante e prestigioso – ha sottolineato il presidente Pier Giorgio Giannelli – attraverso una formula, quella del concorso, che potrà valorizzare i giovani».

 

 

A supporto dell’iniziativa anche l’Ordine degli Ingegneri di Catania, con la «consapevolezza del importante ruolo che rivestono gli architetti per il territorio: il loro operato diventa stimolo culturale – ha dichiarato il presidente della categoria etnea Giuseppe Platania – Si tratta di una felice intuizione per il completamento del cimitero monumentale: un’opportunità di riqualificazione per una vera e propria porzione della città calatina, considerato che l’area oggetto dell’intervento ha tutte le caratteristiche di un centro storico». Tra i patrocinanti l’evento anche Ance Catania e la diocesi di Caltagirone, che «metterà a disposizione tutte le proprie competenze e conoscenze del territorio per ottenere il miglior risultato possibile», ha commentato don Sebastiano di Benedetto (responsabile dell’Ufficio diocesano per ecumenismo e dialogo interreligioso). Qualità e professionalità sono le fondamenta riscontate anche da Chiesa Oggi e dalla sua responsabile editoriale Caterina Parrello: «Si tratta di uno strumento virtuoso, dato che il concorso consentirà di selezionare la migliore proposta in gara».

Le idee potranno essere inoltrate fino al 31 maggio. La prima settimana di giugno, la giuria – presieduta dall’arch. Paolo Colonna (Studio Renzo Piano), e composta dalla soprintendente ai Beni Culturali di Catania Donatella Aprile, dal sindaco di Caltagirone Gino Ioppolo, dai presidente di Ordine e Fondazione Architetti ,dalla responsabile editoriale di Chiesa Oggi Caterina Parrello e dal critico d’architettura “the Plan” Francesco Pagliari – esamineranno e selezioneranno il progetto migliore.

Draghi: “Ingannati da alcune case farmaceutiche”

Draghi partecipa alla videoconferenza dei leader del G7 - Corriere TV

Nel corso della videoconferenza con Bruxelles il premier italiano Mario Draghi esprime le sue critiche : “I cittadini europei hanno la sensazione di essere stati ingannati da alcune case farmaceutiche, penso soprattutto ad AstraZeneca”.        Intervenire per gli impegni non onorati da alcune case farmaceutiche.

Durante la sessione il premier ha spiegato come la priorità assoluta deve essere quella di non commettere errori durante la ripresa economica “Dobbiamo disegnare una cornice per la politica fiscale che sia in grado di portarci fuori dalla crisi”,      Gli Stati Unitisa hanno un’unione dei mercati dei capitali, un’unione bancaria completa, e un safe asset”, ha spiegato Draghi, aggiungendo che questi elementi sono la chiave del ruolo internazionale del dollaro.

Draghi ha poi enfatizzato l’importanza di creare un titolo comune europeo: “Lo so che la strada è lunga, ma dobbiamo cominciare a incamminarci. È un obiettivo di lungo periodo, ma è importante avere un impegno politico”,

Il premier ha poi pienamente condiviso la proposta della Commissione europea di introdurre un certificato verde digitale, invitando anche ad approfondire alcuni possibili ostacoli all’esecuzione del progetto. “Gli Stati Membri avranno bisogno di tutto l’aiuto che la Commissione può dare”, ha ricordato Draghi, “perché avere piattaforme nazionali e renderle interoperabili non è un risultato banale”. Draghi ha anche invitato i leader a riflettere su come affrontare i possibili rischi di discriminazione tra persone causati dall’introduzione del certificato.

L’Eurosummit tra i capi di Stato e di governo dell’Ue ha visto la partecipazione della presidente della Bce Christine Lagarde e del presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe, che formalmente era in agenda per domattina.

Gelida la risposta della Gran BretagnaIl Regno Unito ha ricordato che con AstraZeneca ha stipulato un contratto “di esclusiva” per la fornitura del vaccino contro il coronavirus, mentre l’Unione europea ne ha stipulato uno che si basa sui “migliori sforzi” da parte della casa farmaceutica. Per questo, gli accordi stipulati dal governo britannico prevarrebbero su quelli europei. Lo ha detto in un’intervista al Financial Times il ministro britannico della Salute, Matt Hancock, spiegando che Londra e Bruxelles stanno cercando di risolvere la disputa riguardo alle consegne delle dosi del vaccino anglo-svedese.

Tuttavia, ha aggiunto Hancock, l’Unione europea non dovrebbe sospendere le esportazioni verso la Gran Bretagna del vaccino prodotto nello stabilimento olandese, proprio per la natura degli accordi contrattuali stipulati con la casa farmaceutica. “Ritengo che le nazioni che si basano sul libero commercio seguano il diritto contrattuale”, ha detto il ministro britannico. “Loro hanno un contratto di ‘migliori sforzi’ e noi abbiamo un accordo di esclusiva”, ha affermato Hancock, aggiungendo che “il nostro contratto prevale sui loro. Si chiama diritto contrattuale. E’ molto semplice”, ha sottolineato il responsabile della Sanità britannica.

Dosi AstraZeneca ad Anagni, “Catalent ha assunto a valanga”

 Nell’azienda di Anagni, sorvegliato da ieri dalle forze dell’ordine, sono state trovate 29 milioni di dosi di Astrazeneca pronte per essere infialate e spedite: Inghilterra, Belgio o paesi in via di sviluppo le destinazioni.

Un camion con targa NL(Olanda) ha lasciato in mattinata lo stabilimento. Poco prima del camion con targa olandese, un altro tir, italiano, specializzato in “trasporto farmaci nazionali e internazionali a temperatura controllata”, è uscito dai cancelli dell’azienda frusinate.

C’è rabbia e dubbi tra i cittadini del frusinate per un mistero che ancora non ha una spiegazione certa. “Non può essere”, “io sto ancora aspettando che mi chiamino per fare il vaccino”, “mi auguro davvero che queste dosi non escano tutte dall’Italia”, “chi ci sta dietro?”, “105mila morti in totale e ancora non si fa un gioco comune”.

“L’eros segreto di Dante” svela tutti i segreti del Sommo Poeta con una nuova lettura allegorica della Divina Commedia

 

Questo libro porta alla luce questa nuova visione, scoprendo e spiegando l’esistenza di questi passi, che si possono definire delle vere e proprie schegge impazzite di erotismo, mai gratuite ma dal carattere mistico, ispirato a un testo sacro come Il Cantico dei cantici, nel tentativo di conciliare i due aspetti dell’umanità, carne e spirito, in un’integrazione suprema” sottolinea l’autore Renato Ariano

Ci siamo, ecco l’anniversario più atteso e con esso una serie di straordinarie riflessioni e innovazioni sulla vita dell’Alighieri. L’anno di Dante, come è stato ribattezzato il 2021, è destinato a portare alla luce anche i tratti più curiosi del Sommo Poeta. Quest’anno, infatti, con le celebrazioni per i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, offre la grande occasione per analizzare con occhi inediti la personalità del poeta fiorentino e per cercare di comprenderne i messaggi segreti o meno facili da decifrare. Secondo questo approccio, uno degli aspetti meno noti ma più sorprendenti è quello dell’eros dantesco, che fa capolino, a sorpresa, in mezzo ai versi teologici della Divina Commedia.

La scoperta di questo messaggio è di Renato Ariano, medico, scrittore e studioso di Dante, che ne parla nel suo ultimo libro “L’eros segreto di Dante”, edizioni Youcanprint.

LA LETTURA ALLEGORICA DELLA COMMEDIA E LA VENA EROTICA – Tutti sanno che la Divina Commedia di Dante è un’opera allegorica, con diversi livelli di lettura. Ariano ne propone uno inedito e clamoroso, di solito ignorato o addirittura rimosso dai commentatori ufficiali: quello dell’eros dantesco. “Nel corso dei secoli, il Poeta è stato trasformato, nell’immaginario collettivo, in una figura rigida e stereotipata – sottolinea Ariano – Eppure, sono numerosissimi i passi oscuri e ambigui che il poeta sciorina sotto il naso del lettore, a volte avvertendolo, ma più spesso dissimulandoli con voluta noncuranza. La rivelazione di canti della Commedia, soprattutto del Paradiso, in cui Dante, con grande ambiguità e dissimulazione, inserisce aspetti di evidente sessualità ed erotismo, sino alla descrizione dei suoi rapporti erotici con Beatrice, sarà certo sconvolgente per quanti siano ancora legati alla visione di un Dante bigotto e ortodosso. Al termine del libro il lettore potrà capire che il messaggio segreto di Dante è ancora oggi attuale e rivoluzionario, in una società solo apparentemente permissiva”.

IL LINGUAGGIO COLORITO E LA COMMEDIA COME SOGNO – A testimonianza di un linguaggio molto libero e non senza doppi sensi osceni, l’autore rileva nella Commedia il frequente uso di espressioni molto sboccate come bordello, culo, femmine da conio, puttana, puttaneggiar, meretrici, merda, natiche, sconcia, sozzo”. A questi elementi facilmente intuibili, va aggiunto il fatto che la Commedia è una “mirabile visione”, quindi è come un sogno e in quanto tale va interpretata non tanto con la razionalità, quanto con l’intuizione. “Nella Commedia Dante utilizza non la prosa ma la poesia, ossia lo strumento più idoneo per trasmettere il rumore di fondo delle energie e degli archetipi che si agitano nell’inconscio collettivo – evidenzia Ariano – È anche vero che le pulsioni più profonde, come quelle sessuali, che proprio laggiù risiedono, talvolta possono emergere a sorpresa, violando i confini dell’autocensura dell’autore. I sogni descritti da Dante vengono reinterpretati, in questo libro in chiave psicoanalitica”.

L’AUTORE – Renato Ariano (nella foto sopra )è medico, scrittore e studioso di Dante. In passato ha pubblicato numerosi testi scientifici di argomento allergologico. Si è anche occupato delle relazioni tra cambiamenti climatici e malattie allergiche. Ha già scritto un testo divulgativo per ragazzi “Il vento è un’autostrada per pollini” (Edizioni Leucotea) e nel 2017 un saggio dal titolo “Dante, templare nascosto”. Adesso esce il secondo libro dantesco, “L’eros segreto di Dante” (Editore Bonanno). Nel corso dei suoi studi sul poeta fiorentino e dei suoi scritti e in particolare sulla Commedia, opera straordinaria e in gran parte enigmatica, l’autore ha individuato in essa dei particolari inaspettati e meno ortodossi rispetto a quello che la cultura accademica ci ha tramandato.