Vaccini, obbligo sì, obbligo no: vibrate polemiche politiche prive di fondamento scientifico

 

 

La maggioranza degli italiani è vaccinata contro il Covid: più di un italiano su due (il 50,57% della popolazione over 12) ha completato dunque il ciclo, a quanto emerge dal report del governo. Su un totale di 61.777.255 somministrazioni sono 27.311.228 le persone che hanno effettuato entrambe le dosi. Sono invece 66.310.986 le dosi consegnate alle Regioni, con una percentuale di somministrazioni pari al 93.2%.

“Sui vaccini non sono ammissibili ambiguità da parte di nessuna forza politica.Afferma il Ministro della Salute, Roberto Speranza,”Dalla campagna di vaccinazione dipende la ripartenza e il futuro del Paese” 

– Sono 2.072 i nuovi contagi da coronavirus finoggi  in Italia Si registrano altri 7 morti. Ieri i nuovi contagi erano stati 3.127 e 3 i morti. I nuovi decessi portano a 127.874 il totale delle vittime da inizio emergenza. Nelle ultime 24 ore sono stati eseguiti 89.089 tamponi, con un tasso di positività che sale a 2,3% (ieri 1,9%). In aumento le persone ricoverate in ospedale con sintomi che sono 1.188 (ieri 1.136), con un aumento di 52 persone rispetto a ieri mentre sono 162 i ricoverati in terapia intensiva (+6 rispetto a ieri), con 16 ingressi nelle ultime 24 ore. Sono 4.114.129 i guariti (+651) e 47.525 gli attualmente positivi (+1.412).

– La cabina di regia con il premier Mario Draghi e le forze di maggioranza per discutere del cambio dei parametri per i colori delle regioni e della possibile estensione dell’obbligo del Green pass per luoghi come – tra gli altri – stadi, piscine, palestre, concerti, dovrebbe tenersi mercoledì mattina e, sempre nella stessa giornata, potrebbe tenersi un Consiglio dei ministri. 

 Una vibrata polemica politica – Sul fronte politico si accende la polemica sull’obbligo dei vaccini per gli insegnanti. “Ci troveremo questa settimana con il Consiglio dei ministri e ci sarà una decisione collegiale. Certamente io porterò i risultati del Cts, che ovviamente presenterò a tutti” ha detto il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi.

Afferma Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia Romagna: “Sarei persino d’accordo sul vaccino obbligatorio per il personale scolastico, seppur non voglia farne una battaglia di religione. Nella nostra regione le vaccinazioni per gli insegnanti sono andate bene: abbiamo più dell’85% del corpo docente vaccinato, e non è poco. 

Contrarietà sull’obbligo per gli insegnanti è stata espressa da Salvini, leader della Lega, Matteo Salvini, ha rimarcato che “l’84% degli insegnanti ha già fatto la prima dose di vaccino, il 75% ha già completato il ciclo, entro settembre si stima di arrivare oltre il 90% di copertura (volontaria) fra gli insegnanti. Che senso ha parlare di obblighi o licenziamenti a scuola?”. ”Si può consigliare agli insegnanti di farsi vaccinare, non obbligarli. I numeri dimostrano che nessun minorenne è morto fino ad ora di solo Covid. E gli insegnanti non vaccinati, chi potrebbero mai infettare? I minorenni appunto… 

Memoria della strage di Via D’Amelio: Mattarella ricorda l’impegno comune per sradicare mafie

 

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

«L’attentato di via D’Amelio, ventinove anni or sono, venne concepito e messo in atto con brutale disumanità. Paolo Borsellino pagò con la vita la propria rettitudine e la coerenza di uomo delle Istituzioni. Con lui morirono gli agenti della scorta, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina.
La memoria di quella strage, che ha segnato così profondamente la storia repubblicana, suscita tuttora una immutata commozione, e insieme rinnova la consapevolezza della necessità dell’impegno comune per sradicare le mafie, per contrastare l’illegalità, per spezzare connivenze e complicità che favoriscono la presenza criminale.
Paolo Borsellino, e come lui Giovanni Falcone, sapevano bene che la lotta alla mafia richiede una forte collaborazione tra Istituzioni e società. Per questo si sono spesi con ogni energia. Da magistrati hanno espresso altissime qualità professionali. Hanno intrapreso strade nuove, più efficaci, nelle indagini e nei processi. Hanno testimoniato, da uomini dello Stato, come le mafie possono essere sconfitte, hanno dimostrato che la loro organizzazione, i loro piani possono essere svelati e che i loro capi e i loro sicari possono essere assicurati alla giustizia.
Per questo sono stati uccisi. Non si sono mai rassegnati e si sono battuti per la dignità della nostra vita civile. Sono stati e saranno sempre un esempio per i cittadini e per i giovani. Tanti importanti risultati nella lotta alle mafie si sono ottenuti negli anni grazie al lavoro di Borsellino e Falcone.
La Repubblica è vicina ai familiari di Borsellino e ai familiari dei servitori dello Stato, la cui vita è stata crudelmente spezzata per colpire le libertà di tutti. Onorare quei sacrifici, promuovendo la legalità e la civiltà, è un dovere morale che avvertiamo nelle nostre coscienze».

 

Premio alla carriera « La settima nota 2021 » al cantautore Flavio Oreglio

 

 

 

DI LUCILLA CORIONI

Sarà assegnata a Flavio Oreglio, cantautore e scrittore milanese, la prestigiosa scultura de « La Settima Nota 2021 ». L’opera, realizzata dall’artista Raffaele Darra, gli verrà consegnata nei prossimi giorni, presso la sede dell’Archivio Storico del Cabaret Italiano a Peschiera Borromeo, del quale Oreglio – oltre che fondatore – è anche direttore.
La motivazione, molto semplice e lineare come sempre, scritta dalla direzione artistica della rassegna, indica Flavio Oreglio come operatore culturale e artista italiano, che ha saputo far dialogare la canzone d’autore e la musica popolare e ha profuso il suo impegno per divulgare la Storia del Cabaret e della Popupar Music da oltre trent’anni.
La scultura è stata consegnata dal 2015 a oggi a numerosi artisti italiani tra cui : Ernesto Bassignano, Marco Ferradini, Luisa Corna, Dario Baldan Bembo, Mimmo Cavallo e Pietruccio Montalbetti dei Dik Dik.
Dal 2020 è invece nata una sezione concorso, dedicata alla musica « nuova » che, giunta alla seconda edizione ha premiato i seguenti artisti : SONA & ARAM (MIGLIOR PROGETTO DISCOGRAFICO), GIULIO PERIZZOLO (MIGLIOR STRUMENTISTA), GIORDANO COVA (MIGLIOR AUTORE DI TESTI), MATTEO MURGIA (MIGLIOR ARTISTA MASCHILE),
STONA (PERSONAGGIO PIU’ ORIGINALE), MILENA MINGOTTI (MIGLIOR ARTISTA FEMMINILE), DAVIDE BENVENUTI (MIGLIOR COMPOSITORE).
Dalle selezioni sono inoltre emersi cinque progetti che hanno attirato l’attenzione della commissione :
RITO PAGANO (MIGLIOR ROCK BAND), THE CHOOLERS (MIGLIOR BAND CANTAUTORALE), DOMENICO RUGGIERO (MIGLIOR CANZONE A TEMA SOCIALE), PIERO STRADA (MIGLIOR ARTISTA POP), CANI BASTARDI band (BAND PIU’ ORIGINALE).
Infine, fuori concorso, la menzione “MIGLIOR CONCEPT ALBUM 2021” è andata alla band ROSSOMETILE.
Luca Bonaffini, produttore discografico di Flavio Oreglio e ideatore de La Settima Nota, ha dichiarato: ” Sono felice che un artista interno alla nostra etichetta sia riuscito a superare tutti pregiudizi dei nostri sponsor, partner e collaboratori. Essendo fuori concorso, non è il primo anno che lo propongo; anzi, è dal 2018. E’ stato proprio il suo ultimo album MIlanoOltrePop, un lavoro eccezionale realizzato con gli Staffora Bluzer uscito sulle piattaforme in anteprima il 28 maggio scorso e che vedrà forma fisica su cd il prossimo settembre, a convincere gli organizzatori “.
I 7 vincitori e i 7 ospiti saranno presenti nel format tv “La settima nota 2021” che andrà in onda il prossimo autunno su Globus Television.

Napoli, intervento di un assessore e del Garante dei detenuti sulla (triste) condizione delle persone nelle carceri

 

 

Pagano-Ioia  a seguito dei gravi fatti verificatisi nel carcere di Santa Maria Capua Vetere -Riflessione su Amnistia ed Indulto da tempo non applicati

L’assessore al Lavoro con delega alle persone detenute,del Comune di Napoli, Giovanni Pagano, e il Garante dei detenuti Pietro Ioia, hanno  emesso il comunicato stampa congiunto che appresso pubblichiamo:

Gli episodi di violenza che si sono verificati nel carcere di Santa Maria Capua Vetere hanno fatto emergere con chiarezza l’esigenza di un reale e profondo ripensamento dell’istituzione carceraria” 

“In Italia rimangono ancora sottotraccia, sospese e trascurate, questioni di cruciale importanza: l’assenza di tutela dei diritti delle persone detenute, il sovraffollamento, la tendenza alla repressione – anche violenta – piuttosto che alla rieducazione, sono solo alcuni aspetti che mostrano la crisi profonda che il carcere sta vivendo e il totale svuotamento delle funzioni della pena” continua il Garante dei detenuti, Pietro Ioia.

“L’unica via d’uscita da queste criticità è l’assunzione di un approccio strutturalmente diverso da quello corrente, che riporti in primo piano la riflessione su amnistia e indulto, previsti costituzionalmente ma da tempo non applicati, i quali costituirebbero – insieme alla giustizia riparativa – una soluzione reale al sovraffollamento e alla recidiva. È necessario, inoltre, affrontare il problema della carenza di personale penitenziario (tra cui i magistrati di sorveglianza) e quello dell’assenza di sostegno psicologico per questo tipo di lavoratori. ” Le vicende di Santa Maria Capua Vetere rappresentano una delle pagine più nere della storia del nostro Paese e, a nostro avviso, non sono la mera conseguenza dell’agito di alcune /mele marce/, come è stato detto in queste settimane: l’orribile mattanza samaritana è il riflesso di un sistema malato e ciò impone un ripensamento radicale e non più rinviabile, di tutta la realtà penitenziaria” concludono l’assessore Giovanni Pagano e il Garante dei detenuti Pietro Ioia.

Raffica di misure cautelari (11) a Messina per spaccio di sostanze stupefacenti

 

Messina,

Vasta operazione antidroga stamane all’alba – denominata “DRUG EXPRESS”, portata a termine dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia di Stato nei confronti di un’associazione a delinquere dedita al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, con base in Milazzo ed operante nella fascia tirrenica della provincia di Messina, con propaggini su Roma.

Le indagini, eseguite dai poliziotti del Commissariato di Milazzo e dai finanzieri della Compagnia della Guardia di Finanza di Milazzo, sono state coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina.

Quattro i soggetti attinti dalla misura della custodia cautelare in carcere, mentre ulteriori cinque partecipi del gruppo criminale investigato sono stati posti agli arresti domiciliari ed altri due colpiti dall’obbligo di dimora nel comune di residenza.

Le complesse attività d’indagine, sviluppate attraverso attività tipiche di polizia giudiziaria e plurime investigazioni tecniche, hanno consentito di documentare tutte le fasi dell’illecito traffico: dai viaggi per gli approvvigionamenti, al pagamento dei fornitori sino alla consegna della droga venduta.

Nel dettaglio, in soli 6 mesi effettivi di indagine, si accertava come l’associazione criminosa oggi repressa, grazie ad un nutrito “portafoglio clienti”, oramai fidelizzato – tanto da avanzare richieste quasi quotidiane di droga, soprattutto cocaina e crack – potesse vantare una presenza capillare ed avesse escogitato plurimi diversivi per non incorrere in sequestri di narcotico, in particolare attraverso il sistema delle consegne cd. “porta a porta”, da qui il nome dell’operazione. In particolare, i componenti della banda passavano presso le abitazioni dei singoli assuntori, alcuni dei quali già sottoposti alla misura degli arresti domiciliari per altri reati, al fine di raccogliere le richieste e di conseguenza le somme necessarie per l’acquisto delle sostanze, per poi provvedere alla consegna a domicilio.

Ancora, parimenti, le indagini hanno documentato anche l’utilizzo di un linguaggio criptico convenzionale nelle conversazioni, quale il termine “pizza” per indicare le dosi di crack, nonché la frammentazione degli approvvigionamenti di droga in quantitativi minimi, così da minimizzare i rischi ed i costi in ipotesi di eventuali sequestri, ovvero l’utilizzo, quali corrieri, di soggetti giovanissimi ed incensurati.

A capo dell’associazione è stato individuato il tunisino M.K. cl. 84, residente a Torregrotta (ME), destinatario di misura cautelare in carcere, coadiuvato nelle illecite attività di trasporto e smercio dello stupefacente da un articolato gruppo di pusher italiani, tutti dimoranti nella fascia tirrenica della provincia di Messina: N.S. cl. 86 (carcere), M.G. cl. 93 (carcere), L.C.L. cl. 99 (carcere), L.C.G. cl. 01 (domiciliari), N.S. cl. 91 (domiciliari), G.R. cl. 74 e S.S. cl. 96 (entrambi destinatari di obbligo di dimora).

Sul fronte delle rotte del traffico di droga oggetto d’indagine, sono stati documentati plurimi acquisti sulla fiorente piazza messinese, da rodati gruppi criminali operanti nel capoluogo di provincia, rappresentati dai fornitori M.A. cl. 88 e A.S. cl. 90, oggi destinatari di custodia cautelare ai domiciliari.

Parimenti, emergeva come risultasse attivo anche un canale di approvvigionamento romano, facente capo al braccianese D’A.A.T. cl. 84 il quale trasferiva la droga ai messinesi attraverso il sistema delle spedizioni. In tale contesto, presso il deposito di Messina di un noto spedizioniere, veniva intercettato un pacco, dichiarato contenere un “termos” ma in realtà contenente 15 pasticche di anfetamine e gr. 38 di etilmorfina. Il medesimo è stato colpito da ordinanza di custodia agli arresti domiciliari.

Da ultimo, a conferma della caratura criminale dell’associazione indagata ed oggi repressa, basti dire come le indagini esperite, alla luce della serrata attività repressiva e di controllo svolta, abbiano anche documentato l’ambizioso progetto criminoso di porre in essere un attentato contro la Caserma della Guardia di Finanza di Milazzo e far saltare gli automezzi di servizio con la benzina, giungendo persino a ripromettersi di vendicarsi nei confronti di un Finanziere che li aveva controllati su strada.

L’operazione in parola ha visto il dispiegamento di una forza pari ad oltre 60 tra Poliziotti del Commissariato di Milazzo e Finanzieri della Compagnia mamertina, supportati dall’ausilio delle unità cinofile della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza di Messina.

Palermo, arresti domiciliari e provvedimenti interdittivi nei confronti di soggetti legati alla Mafia

PALERMO

Fiammeggiante mattinata oggi    in alcuni comuni siciliani quali  di Partinico, San Giuseppe Jato e San Cipirello, dove i Carabinieri e i Finanzieri delle Compagnie di Partinico hanno dato esecuzione a un’ordinanza di misure cautelari, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Palermo, su richiesta di quella Procura della Repubblica, con la quale sono stati applicati gli arresti domiciliari nei confronti di tre soggetti (amministratori di diritto e di fatto di imprese operanti nel settore dei rifiuti e già destinatarie di provvedimenti interdittivi antimafia per comprovati collegamenti con esponenti mafiosi del mandamento di San Giuseppe Jato), l’obbligo di dimora nei confronti di un soggetto (amministratore di diritto e socio di alcune delle prefate imprese) e la misura interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio nei confronti di un dipendente comunale del Comune di Partinico, che secondo l’ipotesi accusatoria, sarebbero ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di bancarotta fraudolenta, intestazione fittizia di beni e quote societarie, inadempimento di contratti per pubbliche forniture, utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, riciclaggio e autoriciclaggio.

L’attività d’indagine ha avuto origine nel settembre 2018, a seguito di un attentato incendiario a danno di alcuni mezzi e strutture dell’autoparco del Comune di Partinico.

L’immediato intervento dei carabinieri della Compagnia di Partinico ha consentito di avviare una attività investigativa, anche con l’ausilio di intercettazioni telefoniche e ambientali, nel corso della quale sono emersi verosimili elementi di connessione tra l’atto intimidatorio e una procedura di affidamento per il nolo dei mezzi destinati al servizio di raccolta dei rifiuti che l’Ente locale aveva aggiudicato alla CO.GE.SI. S.r.l.

Al riguardo, i militari dell’Arma hanno captato una presunta connivenza tra il dipendente comunale e gli amministratori di diritto e di fatto dell’azienda che si sarebbe concretizzata in omesse contestazioni per gravi inadempimenti contrattuali (dovuti al nolo di mezzi in misura inferiore a quella dichiarata, nell’impiego di mezzi privi di revisione e/o non iscritti all’Albo dei Gestori Ambientali), le mancate messa in mora e risoluzione del contratto nei confronti della CO.GE.SI. S.r.l. nonché l’omessa comunicazione all’A.N.A.C. della prematura interruzione del rapporto contrattuale. I successivi approfondimenti analitico-documentali e l’esame dei flussi finanziari delegati dalla Procura della Repubblica di Palermo ai militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Partinico hanno consentito di accertare che gli indagati, attraverso dei crediti sorti in capo ai soci e relativi a spese risultate fittizie per l’acquisto di carburante nonché ad altre operazioni simulate con una ditta individuale di fatto riconducibile agli indagati, avrebbero architettato un fittizio aumento del capitale sociale della CO.GE.SI. S.r.l. con il mero fine di accrescere la solidità economico-finanziaria e patrimoniale dell’azienda ed accedere così a bandi di gara più consistenti, inducendo in errore la pubblica amministrazione e continuando ad arricchirsi indebitamente con l’aggiudicazione illecita degli appalti indetti da vari Enti locali per la gestione dei rifiuti.

Inoltre, i Finanzieri hanno constatato che gli indagati hanno distratto l’intero patrimonio aziendale della CO.GE.SI. S.r.l., portandola al fallimento, “reinvestendo” i capitali per il soddisfacimento di interessi personali con l’acquisto di immobili e beni di lusso (tra cui imbarcazioni, orologi e supercars) e costituendo la nuova ECO INDUSTRY S.r.l. con sede in San Giuseppe Jato (PA) per la commissione dei medesimi delitti.

Nel provvedimento cautelare, sulla scorta del grave quadro indiziario raccolto dall’accusa, il G.I.P. ha disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca dei profitti derivanti dalla bancarotta fraudolenta e dall’utilizzo di false fatturazioni, del complesso aziendale della ECO INDUSTRY S.r.l., di un immobile situato a San Cipirello e di due autovetture di lusso, per un valore complessivi di oltre 2 milioni e mezzo di euro.

Napoli, scoperta truffa di falsificazione di prescrizioni mediche diagnostiche per avere indebiti rimborsi

 

Napoli,

Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli, su disposizione del GIP del Tribunale di Napoli, ha eseguito un provvedimento cautelare che ha disposto gli arresti domiciliari nei confronti dei rappresentanti legali di 2 centri diagnostici e la misura interdittiva dall’esercizio dell’attività per 1 anno nei confronti di 2 medici convenzionati con l’ASL Napoli 1 Centro.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica partenopea, scaturiscono da una denuncia presentata dalla stessa ASL NA1 Centro e sono state condotte dalle Fiamme Gialle del 2° Nucleo Operativo Metropolitano che hanno scoperto un’associazione per delinquere finalizzata alla truffa che, falsificando le prescrizioni mediche di esami diagnostici, otteneva indebiti rimborsi da parte del Servizio Sanitario Nazionale.

I rappresentanti legali sono padre e figlio, residenti a Napoli e i medici operano in strutture sanitarie del capoluogo.

Il meccanismo architettato consisteva nella prescrizione di costosi esami diagnostici di laboratorio, in codice di esenzione, nei confronti di soggetti che di fatto erano totalmente ignari delle prescrizioni a loro nome.

In questo modo, i due laboratori potevano chiedere fraudolentemente il rimborso delle somme a carico del Servizio Sanitario Nazionale per esami diagnostici in realtà mai eseguiti.

Sono stati sentiti in atti oltre 100 pazienti i quali hanno disconosciuto le prescrizioni a loro nome e persino affermato, in molti casi, di non essersi mai recati presso quei centri diagnostici.

Le prescrizioni sanitarie esaminate hanno permesso ai due laboratori di analisi di richiedere ed ottenere un indebito rimborso pari a oltre 58.000 euro, per cui la Guardia di Finanza ha potuto procedere a sequestri per valore equivalente a carico degli indagati.

“Wait a minute” il nuovo dipinto musicale di Mozez contenuto in “Lights on”, l’album della speranza e l’uscita dall’oscurità

 

 

DI  LUCILLA CORIONI

Mozez è un musicista e un autore anomalo, perché capace di disegnare e colorare con le note e le parole delle vere e proprie opere d’arte. Attraversando la galleria della speranza – così ci piace definire il suo splendido Lights On – l’artista illustra il suo mondo, passando in rassegna le cose positive che, nonostante tutto, ci hanno portato fin qui. “Wait a minute” è un altro quadro, tra salite e discese cromatiche, che tra colpi di spatola e pennelli riporta la vita al colore, alla luce, fuori dal buio e dal nero dell’oscurità.

Tra le altre canzoni, Destiny Ride, Looking At Me, Thankful, Lights On sono solo alcuni dipinti musicali che, oltre ad unire i suoi pensieri alla musica in un unico filo conduttore fatto di passione, bellezza e realismo, descrivono attraverso immagini figurate concetti di spessore e profondità.
“Lights On” riflette la sua fede nell’umanità e l’idea che l’essere uniti possa aiutarci ad affrontare il momento più buio.
L’album include dodici tracce scritte da Mozez, alcune in collaborazione con altri artisti quali Tony White e Ben Barson ( Looking At Me ), Tom Quick ( Knowing, Wheels, Lights On, Destiny Ride), Tony White ( Wait A Minute ), Michael Wright ( Misery ), Ned Bigham ( Thankful ), Val Proletarski ( Cradle On The Moon).
Bio Mozez
 Mozez è un artista con un’identità ben definita. Un cantante davvero unico e un individuo molto spirituale che ama esplorare concetti diversi, infonderli nella sua musica e raggiungere uno stato di pace che può essere trovata dentro e oltre il presente.
Spinto da una consapevolezza spirituale, il suo principale desiderio è quello di aprire le menti del suo pubblico a nuove possibilità e modi di pensare. Ispirato musicalmente da artisti quali The Carpenters, Marvin Gaye, Coldplay e, più recentemente, Fat Freddy’s Drop , nei testi Mozez scava decisamente nel profondo.
Figlio di un predicatore giamaicano, Mozez inizia la sua carriera in Giamaica nel 1987 , cantando in tournée come membro del gruppo gospel , Channel of Praise. Il 1994 lo vede esibirsi come cantante nella famosa dance band Spirit.
Durante la sua importante esperienza artistica con gli Zero 7 insieme a Sia, Sophie Barker e Tina DicoMozez ha avuto l’occasione giusta per costruire una solida fanbase. Nel 2006 esce il suo primo album da solista, So Still . Nel 2010 crea la sua etichetta, Numen Records e nel 2011 pubblica il suo primo album di remixes, Time Out.
Tra il 2012 e il 2016 Mozez è impegnato nella stesura di canzoni, registrazioni e tournée con il dj producer inglese Nightmare on Wax, con cui si esibisce occasionalmente dal vivo. Durante questo periodo Mozez produce il suo secondo album da solista Wings, pubblicato nel 2015 sempre per Numen Records. Questo importante lavoro è immerso in un clima prettamente spirituale e attira l’attenzione di Dermot O’Leary e Tom Robinson ( conduttori radiofonici rispettivamente per BBC Radio 2 e BBC Radio 6 Music ).
Nel 2017 esce Dream State, album di remixes.
Nel giugno 2020 esce il singolo “Looking At Me”, al quale fa seguito il 23 ottobre 2020 il secondo singolo “That’s Crazy”.
A febbraio 2021 è la volta di “Destiny Ride” e finalmente il 16 Luglio 2021 escono contemporaneamente il quarto singolo “Wait A Minute” e il nuovo album “Lights On”.
Crediti:
Tony White ( tastiere, pianoforte e batteria)
Mario Guarini ( basso )
Grant Kershaw ( batteria )
Ben Barson ( basso, tastiere )
Hamlet Luton ( basso )
Chris Dawkins ( chitarra )
Tom Quick: ( tastiere, basso )
Paolo Palazzoli ( basso)
Roberto Cosimi ( tastiere e archi )
Ned Bigham ( arrangiamenti Thankful )
Mico Simonde ( Rap That’s Crazy)
Prodotto da :
Osmond Wright e Numen Records
Tutte le tracce sono state mixate e masterizzate da:
Tommy Bianchi
Ad eccezione di:
 Wait A Minute: mix e master – Tony White
Cradle On The Moon : mix – Val Proletarski ; master – Tommy Bianchi
Destiny Ride e Knowing: mix – Tom Quick ; master – Tommy Bianchi
Distribuito da: Fuga
Lights On Video: Diego Monfredini videomaker

Beni confiscati,Catania terreni agricoli-30 ettari – affidati in gestione ad associazioni “Antimafia” che hanno presentato progetto di valorizzazione

 

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L’Amministrazione Comunale di Catania  informa di aver  affidato in comodato d’uso gratuito per sei anni, rinnovabili, quattro lotti di vasti terreni agricoli confiscati alla mafia, situati nella piana di Catania, da utilizzare a scopi sociali. Complessivamente circa 30 ettari che lo Stato ha tolto alla criminalità organizzata e, ora, finalmente, restituiti alla collettività. Due lotti riguardano agrumeti in contrada Jungetto, altri due, invece, riguardano terreni seminativi nella contrada Aragona-Caldara.

Il primo progetto aggiudicatario è “Agrumeto Girolamo Rosano – Terre confiscate alla mafia”, presentato per i lotti 1 e 2. Si tratta di un aranceto, di 5 ettari e mezzo complessivi, a ridosso del carcere di Bicocca, confiscato a cosche criminali. Il progetto di gestione è promosso da AIAB Sicilia (Associazione italiana agricoltura biologica), insieme a una rete di sostegno composta da I Siciliani giovani, Arci Catania, ASAEC Associazione antiestorsione Libero Grassi, Cooperativa Sociale Sud Sud. Il secondo progetto ammesso alla gestione per i lotti 3 e 4 è “Terre di Soumaila – confiscate alla mafia”, presentato dall’associazione Cento Passi Ancora, insieme a una rete di sostegno composta da Rete per la Terra e Altragricoltura. Si tratta di circa 25 ettari di terreno seminativo pianeggiante a ridosso del MAAS.

Il Sindaco Pogliese: “Un ulteriore importantissimo passo in avanti, che consentirà di valorizzare terreni agricoli che produrranno, da destinare a scopi sociali. Non sfugge l’alto valore anche simbolico e pedagogico che questo rappresenta per le istituzioni; Catania ha subito troppi danni dalla mafia e, questi altri quattro beni immobili agricoli assegnati, sono anche un concreto segnale di sostegno alle organizzazioni sociali che vogliono proficuamente gestire queste spazi, che da fonti di reddito per le cosche mafiose, diventano strumenti di valorizzazione del lavoro della terra. In tempi record abbiamo completato anche questa nuova procedura di assegnazione in maniera rapida e trasparente di beni confiscati e per questo, ha aggiunto il primo cittadino, ringrazio l’assessore Michele Cristaldi, a cui, nei mesi scorsi, ho affidato la delega dei beni confiscati alla mafia, per accelerare, come in effetti sta avvenendo, sulla concessione degli immobili, dapprima in mano ai mafiosi, adesso restituiti alla collettività”.

All’affidamento di beni confiscati alla criminalità organizzata, per almeno sei anni, possono concorrere comunità anche giovanili, organizzazioni di volontariato, comunità terapeutiche e centri di recupero e cura di tossicodipendenti, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, nonché, associazioni di protezione ambientale riconosciute. “Sul tema dei beni confiscati alla mafia, ha detto l’assessore ai beni confiscati, Michele Cristaldi, stiamo dimostrando di mantenere l’impegno assunto per accelerare la cessione di immobili, in questo caso terreni agricoli, a scopi sociali, grazie all’impegno e alla dedizione dell’architetto Giuseppe Catalano e del direttore del patrimonio Maurizio Trainiti. Sono beni che rappresentano la vittoria dello Stato sulla criminalità organizzata e, restituendoli alla società civile, i cittadini, tramite le associazioni aggiudicatarie, ne ritornano legittimamente in possesso. A brevissimo completeremo le procedure per affidare ai servizi sociali comunali 4 immobili confiscati alla mafia per destinare ad alloggi-rifugi di emergenza”.

Nelle confezioni di vendita, a scopi sociali, dei prodotti derivanti dalla coltivazione dei terreni verrà inserita la dicitura: “Prodotti provenienti dalle terre del Comune di Catania confiscate alla mafia”..

Siracusa:decreto di fermo per duplice omicidio e occultamento di cadavere

Vendesi resurrezione: già 200 i corpi in ibernazione

Archivi Sud Libertà
 Siracusa
Su disposizione della Procura della Repubblica di Siracusa, i Carabinieri del Comando Provinciale aretuseo hanno dato esecuzione ad un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso nei confronti di un lentinese classe ‘83 per i reati di omicidio e occultamento di cadavere.
I fatti che hanno portato all’esecuzione del provvedimento si riferiscono al rinvenimento, nell’arco di poche ore ed in due differenti luoghi, dei cadaveri di due donne, madre e figlia, rispettivamente di 89 e 56 anni, conviventi in un’abitazione di Lentini.
Le indagini, dirette dal Sostituto Procuratore, dott.ssa Maria Chiara VEDOVATO e condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo, della Compagnia di Augusta e della Stazione di Lentini, sono iniziate la sera di giovedì 8 luglio u.s., allorquando personale medico del 118, intervenuto su chiamata di alcuni vicini allarmati dal forte odore, ha segnalato al numero unico d’emergenza 112 di aver rinvenuto il cadavere della cinquantaseienne, riverso in avanzato stato di decomposizione su un divano della sua abitazione.
Nell’appartamento non era presente l’anziana madre, risultata irreperibile anche nei giorni successivi ed attivamente ricercata.
Sono state quindi immediatamente avviate serrate indagini e ricerche per stabilire cosa fosse avvenuto alla donna deceduta e dove si trovasse l’anziana madre, riuscendo così a stabilire che quest’ultima, in quelle che probabilmente erano state le ultime ore di vita della figlia, era stata ripresa da alcuni sistemi di videosorveglianza prossimi all’abitazione di famiglia, mentre si allontanava dalla stessa unitamente all’uomo che successivamente è stato sottoposto al provvedimento di fermo.
Lo stesso, dopo diverse ore di ininterrotti accertamenti, ha fornito agli inquirenti indicazioni rivelatesi utili al rinvenimento della salma dell’anziana all’interno di un garage ubicato nel centro di Lentini. Il corpo della donna, come è stato rilevato nel corso del sopralluogo operato dai Carabinieri della Sezione Investigazioni Scientifiche del Comando Provinciale Carabinieri di Catania, intervenuti sul posto, era stato occultato in una bara, avvolto in una pellicola di plastica.
Il sospettato ha continuato a negare ogni coinvolgimento attivo nella morte delle donne, fornendo una serie di versioni ritenute dall’Autorità Giudiziaria non attendibili sulla scorta degli elementi raccolti e che hanno indotto il Pubblico Ministero ad emettere il provvedimento di fermo.
L’uomo è già stato coinvolto in passato in un’inchiesta relativa all’occultamento del cadavere di un anziano di Lentini rinvenuto in un sacco mortuario deposto nelle campagne circostanti al paese.
Le salme delle donne saranno sottoposte ad esame autoptico, in quanto non si esclude che le cause della morte possano essere state di natura violenta.
I militari dell’Arma, sotto la direzione della Procura aretusea, stanno anche valutando l’eventuale coinvolgimento di terzi nella soppressione delle donne e nell’occultamento del cadavere dell’anziana
Al fine di permettere al Reparto Carabinieri Investigazioni Scientifiche di Messina di effettuare i necessari accertamenti tecnici, sono stati sottoposti a sequestro gli immobili ove sono stati rinvenuti i cadaveri, quelli nella disponibilità dell’indagato, nonché le autovetture in uso a quest’ultimo.